Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbiamo

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XIII Legislatura – Tornata del 9 maggio 1877

560286
Crispi 5 occorrenze
  • 1877
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Egli vi dirà: noi abbiamo adottato il principio di non sussidiare linee parallele alle ferrovie, perchè non vogliamo che i proventi di queste vengano diminuiti.

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È vero che me l'ha detto, anzi ella aggiunse: noi abbiamo sovvenzionato i viaggi internazionali per far concorrenza alla navigazione a vapore delle altre nazioni: per lo che se voleste convertire codesti viaggi in viaggi di cabotaggio, verrebbe meno lo scopo che ci siamo prefissi.

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onorevole ministro, non ci fate avere, tra i tanti disinganni che abbiamo avuto, anche questo!

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Abbiamo dunque che ragioni di economia, di difficoltà di scalo, di mancanza di commercio non esistono; l'onorevole ministro dei lavori pubblici fu vittima di meno esatte informazioni. Io sono sicuro che se egli avesse ben conosciuto come stanno le cose, quest'abbandono, questa cancellazione non sarebbe avvenuta.

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A Bosa abbiamo fatto la spesa di un porto.

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XIII Legislatura – Tornata del 6 giugno 1877

587432
Crispi 9 occorrenze
  • 1877
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Vede adunque l'onorevole Maurogònato che noi non abbiamo una unificazione di tariffe, e che se si deve venire ad una riforma è necessario di farla complessiva e generale per tutta la rete italiana.

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Se guardo a quello che si è speso in addietro, io credo che abbiamo modo ora di spendere molto più di quello che è richiesto dalle linee a cui ho accennato.

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Ed aggiunsi, ed aggiungo dover esservi fra questi criteri l'importanza intrinseca delle linee, importanza economica, politica, militare; le facilità o difficoltà tecniche; la spesa, sia assoluta, sia relativa alla preaccennata importanza delle singole linee; e così pure il maggiore o minore profitto che le linee da costruirsi possono recare a quelle già esistenti; poichè, se, per esempio, noi abbiamo una linea che sottrae considerevoli benefizi alla linea esistente, ed abbiamo invece altre linee, come sarebbero la Zollino-Gallipoli, la Valsavoia-Caltagirone, le quali ponno rendere meno improduttive alcune linee che ora rendono quasi nulla, è chiaro che noi dobbiamo guardare queste ultime con maggior favore in confronto delle prime.

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Sì, o signori, non solamente avevano ragione in Francia di chiamare il bilancio dei lavori pubblici la Lista civile del popolo, ma abbiamo ragione di dire che il bilancio dei lavori pubblici deve altresì in Italia rappresentare il Codice della giustizia distributiva

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Noi abbiamo la linea delle Caldare che può costare 8,700,000 lire; abbiamo la linea per Vallelunga che può costare da 16 a 20 milioni.

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Allora furono gl'interessi dell'isola che persuasero Garibaldi, l'abbiamo sentito più volte ripetere, ma nulla abbiamo visto operare.

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Pagina 4163

Ora abbiamo l'ordine del giorno Lovito.

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«Noi abbiamo insistito e dobbiamo insistere sulla presentazione della legge per l'ordinamento del genio civile, perchè profondamente convinti essere l'attuale provvisoria di danno ad una classe ài funzionari rispettabilissimi e veramente benemeriti.»

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XIII Legislatura – Tornata del 21 febbraio 1877

589440
Spantigati 18 occorrenze
  • 1877
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Noi abbiamo una prima lettura per parte degli uffizi; una seconda è fatta dalla Commissione emanata dagli uffizi stessi. La terza lettura infine sarebbe la finale discussione e deliberazione.

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Abbiamo infatti cominciato col sistema degli uffizi e delle Commissioni elettive, vi abbiamo sostituito il sistema dei Comitati privati, poi siamo ritornati a quello degli uffizi, ed ora vogliamo introdurre il sistema del Comitato generale che sarebbe un'adunanza pubblica della Camera con nuovo ufficio di Presidenza e senza il soccorso della stenografia.

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Quali inconvenienti abbiamo avuto dal Comitato privato che abbiamo abolito? Io non vedo almeno che abbia lasciato dietro a sè inconvenienti gravi. Si è trovato cattivo il sistema, e lo si è abbandonato. Ecco tutto.

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Abbiamo tre letture che si succedono rapidamente; nulla può venire ad impedirci di passare dalla prima alla seconda, e dalla seconda alla terza lettura.

Pagina 1475

Noi abbiamo un monte di leggi da fare ed alcune importantissime e lunghissime, ed io vi domando come potremmo uscirne col sistema presente.

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Ma le Giunte di cui parla l'articolo in esame noi le abbiamo anche col nuovo regolamento. Lo Statuto non dice quante debbano essere, come debbano costituirsi e di quanti membri debbano essere composte.

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Occupatomi sempre di cose militari, dicevo, io non potrei che augurare all'esercito dei generali, i quali sappiano così bene mettere in fuga i nemici, come abbiamo trovato qualche volta degli oratori che sanno mettere in fuga i loro colleghi.

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Dunque di letture qui ne abbiamo già tre, due legittima ed una di straforo.

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Vedono che abbiamo già qui tre discussioni: una di massima, una discussione generale, e poi una seconda discussione generale per impedire che si costituisca il Comitato.

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Si tratta della discussione di un disegno di legge, presentato da Forster, ministro per l'istruzione pubblica, sull'istruzione elementare, argomento che abbiamo trattato anche noi poco dopo.

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Ma la Commissione mi dirà: questo sistema sarà buono per gli Inglesi, per i Francesi, per i Tedeschi, non per gli Italiani; noi Italiani abbiamo l'abitudine di andare troppo per le lunghe, e quindi abbiamo bisogno di regolamento speciale.

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In Italia, cito ad esempio la discussione del progetto di legge dell'onorevole Scialoja, che fece quella misera fine che tutti ricordano (fine che desidero non avvenga al progetto testè presentato dall'onorevole ministro Coppino), abbiamo, riguardo a quel progetto, avuto una discussione generale di tre giorni ed una discussione degli articoli di dieci giorni ; ma se contiamo tutti i giorni perduti negli uffici e le molte altre lungaggini, abbiamo assai più consumo di tempo che nel sistema inglese. E notino ancora che il sistema inglese ha questo vantaggio che si interpolano le discussioni.

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che dissi abbiamo a credere essere molto diversi dalle altre nazioni.

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Noi, per esempio, abbiamo molti professori. Questi professori, con un regolamento che permettesse maggiore sollecitudine nei lavori parlamentari, potrebbero fare i deputati ed essere professori. Col regolamento che abbiamo, invece sono costretti a non fare che l'una cosa o l'altra. Le Sessioni cominciano in novembre, quando cominciano le scuole; si chiudono alla fine di giugno quando si chiudono le scuole; che cosa può fere un professore essendo deputato? Per contrario, un sistema mercè il quale fossero possibili le Sessioni brevi, darebbe luogo, a tutti coloro che si occupano di qualche cosa di speciale (come spero che sia della maggioranza di noi), di poter attendere all'una e all'altra cosa. Con tale sistema non sarebbe forse più necessaria una parte della legge, la cui discussione abbiamo cominciato ieri e che finiremo dopo di avere concluso qualche cosa intorno al regolamento.

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Ora, se noi abbiamo copiato l'essenza del Governo costituzionale, come nessuno lo può mettere in dubbio, perchè vorremo noi dilungarci dalle forme regolamentari che ne sono il corollario? Perchè vorremo dilungarci dalle discipline che lo completano?

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Abbiamo dunque, ragguagliate le nostre sedute a quelle degli altri Parlamenti, una proporzione di 140 a 78. Da che proviene questo? Forse perchè nei Parlamenti esteri si discute o si approva minor numero di leggi? No, proviene dal sistema, proviene dall'ordinamento, il quale è talmente lungo che avviene (non occorre neppur che lo dica) ciò che tuttogiorno noi abbiamo sotto gli occhi. Non vi è materia da discutere, la seduta vi deve essere; qualche cosa si deve fare; vengono delle interrogazioni, vengono delle interpellanze in sostituzione, mentre si attendono le leggi.

Pagina 1483

Non si tratta di casi rari, che se tali fossero non varrebbe la pena di citarli, ma abbiamo moltissime leggi e adoperando il superlativo credo di non esagerare, che sono morte per la sola ragione che il relatore non presentò la relazione e furono annullate col chiudersi della Sessione.

Pagina 1483

Si vedono pertanto gli stessi ministri che considerano gli uffici, come i loro figliuoli primogeniti, e li sostengono a tutta oltranza, che cercano di evitarli con la più contradditoria delle infedeltà, e preferire l'unica Commissione permanente che abbiamo sul genere di quelle che ho l'onore di proporre.

Pagina 1484

XIII Legislatura – Tornata del 19 marzo 1877

602041
Crispi 18 occorrenze
  • 1877
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Coloro che un poco s'intendevano, e si occupavano di cose militari, sapevano a un dipresso quanto noi abbiamo letto chiaramente ed elegantemente nella bella relazione del nostro onorevole collega. Noi vediamo pur troppo da parecchio tempo che non c'è giorno che passi in cui nella Camera non siamo chiamati a votare delle spese.

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Gli uomini costano poco e ne abbiamo a dovizia; ne abbiamo iscritti più di un milione.

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Per la difesa nazionale abbiamo bisogno di quattro cose. Di una marina, di fortificazioni, di soldati e di armi…

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Mi si fa sentire che abbiamo bisogno di danari; ma chi lo ha detto, se ha ripetuto una verità, non ha detto una novità. È una massima generale che va per ogni cosa. Se non possiamo spendere, a che discutere? Chiudiamo bottega e andiamo a casa nostra.

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E poi per complemento possiede 20 batterie di centimetri 7 mancanti di munizionamento; il che vale quanto dire che noi oggi non abbiamo nemmeno 1000 pezzi di nuovo modello, laddove gli Stati di Europa che hanno un esercito non certamente nè doppio nè triplo del nostro posseggono oggi un numero di cannoni triplo e quadruplo di quello che abbiamo noi.

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Dunque, un po' per amore, un po' per forza, cerchiamo di essere del parere del Brialmont; combattiamo questo pregiudizio di aumentare le artiglierie, stiamocene ai pezzi che abbiamo.

Pagina 2118

Quando ricordo il movimento che abbiamo fatto nel 1868, e quando ricordo i 20 chilometri di carriaggi della colonna B, io certo non vorrei aggiungere ad un esercito impacciato dalle sue impedimenta la confusione che potrebbe nascere dalla doppia specie di munizionamento.

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Ma ne abbiamo già fatti d'ogni qualità e natura. Abbiamo venduta tanta rendita quanto abbiamo potuto; abbiamo comprate ferrovie e canali a dieci per rivenderli a nove; abbiamo venduto il monopolio dei tabacchi; abbiamo venduto l'Asse ecclesiastico incassando il capitale, ed emettendo rendita; in una parola, abbiamo percorso tutta la serie, tutta la gamma degli espedienti di finanza. Quelli che mi precedettero nel Parlamento avevano però un altissimo motivo per giustificare il loro voto, così dovevano sostituire l'unità italiana, e innanzi a questo santo e sublime scopo dovevano tacere le ragioni d'ordine e di economia. Ma ora? dopo sette anni di pace, è d'uopo rientrare nelle vie normali.

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Resta l'avanzo di dieci milioni sull'esercizio corrente, ma su questo povero avanzo abbiamo fatto o stiamo facendo molte tratte. Abbiamo votato l'inchiesta agraria, questa è piccola spesa, ma abbiamo pur votato la costruzione di un magazzino di carbone per la Spezia, abbiamo votato un milione per l'istruzione obbligatoria, votammo i fondi per l'esposizione di Parigi e siamo chiamati a votare 2,800,000 lire per le linee di navigazione, e sta proposto un considerevole aumento di spesa per la marina. Dunque di quest'avanzo non possiamo tenere un gran conto. Secondo le regole di prudenza e secondo quanto c'impone la legge, dobbiamo pertanto provvedere ai mezzi con cui sopperire alle spese recate dalla legge in discussione.

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Noi abbiamo fortunatamente la cifra complessiva della rendita fondiaria dell'Italia e la cifra complessiva della rendita fondiaria della Francia.

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In Francia abbiamo una statistica fattasi in occasione dell'inchiesta agricola del 1862, statistica perfettamente eseguita su tutta l'estensione del territorio francese.

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In Italia noi abbiamo una valutazione in cui concordano tutti quelli che si occuparono diligentemente di questa materia. Lo stesso onorevole Depretis, pochi giorno sono, rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Panattoni, disse che il reddito della proprietà territoriale italiana equivale ad un prodotto lordo di 3 miliardi all'anno, dei quali la metà si spende per la coltivazione; onde resta un miliardo e mezzo di reddito netto. Abbiamo inoltre i fabbricati.

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Noi paghiamo 40 milioni di meno è vero, ma abbiamo solo 28 milioni di ettari, la Francia ne ha 52 milioni; cosicchè a ragione di ettaro noi paghiamo 11 20 e la Francia paga 7 20; un terzo meno, 4 lire per ettaro di meno.

Pagina 2122

In fatto di ricchezza mobile, abbiamo anche una evidente sproporzione in confronto con la Francia. Noi paghiamo per questa imposta 182 milioni l'anno; la Francia, prese insieme le tasse: personale e mobiliare, quella delle patenti ed il 3 per cento sui valori industriali, paga 207 milioni. Dunque abbiamo che la differenza fra noi e la Francia è di soli 20 milioni per la ricchezza mobiliare; voi sapete che la Francia ha 15 o 16 miliardi di reddito industriale, oltre quello dei terreni, mentre noi abbiamo un reddito mobiliare non superiore ai 3 miliardi. Dunque anche qui noi paghiamo quattro o cinque volte più dei Francesi. Diffatti, se osserverete le aliquote che si pagano in Francia, voi vedrete che per quest'imposta un banchiere di primo ordine a Parigi paga 1000 franchi, più il 10 per cento per aumento, dunque in tutto 1500 o 2000 franchi, mentre un banchiere di primo ordine da noi paga 20, 30, 40 e più migliaia di lire l'anno. Un armatore di primo ordine, che in Francia paga 500 franchi d ‘imposta, più il 10 per cento sul fitto, da noi paga decine di migliaia di lire. Un industriale che paghi da noi 3000 lire, in Francia nelle identiche condizioni, non pagherebbe che 250 franchi d'imposta.

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In Germania abbiamo veduto nel 1870 essere accorsi all'urna 150,000 elettori che votarono per i socialisti, se ne videro 350,000 nel 1873, e 700,000 votarono per i socialisti nel 1876.

Pagina 2124

Su questo abbiamo dati assai incerti.

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Quanto alla campagna del 1870-1871 non abbiamo ancora dati abbastanza sicuri; pur tuttavia consta da notizie abbastanza fondate, che la consumazione delle cartucce fatta dalla Germania, durante quella guerra, non supera il numero di 100 cartucce per armato di fucile, presente in guerra.

Pagina 2127

Ritengo adunque che qualche risultato ci resti di questi denari che abbiamo spesi pell'esercito.

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