Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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X legislatura – Tornata del 27 maggio 1867

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Mari 17 occorrenze
  • 1867
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Per verità abbiamo discusse e votate modificazioni all'imposta della ricchezza mobile ed alla tassa della entrata fondiaria, il quale lavoro è importante, ma sul complesso poco abbiamo fatto; e soprattutto niente abbiamo fatto di quanto sta più di ogni altra cosa a cuore alla nazione, e deve anche starlo a noi, dico il riordinamento finanziario.

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Or bene, abbiamo noi corrisposto alla nazionale aspettazione, soddisfatto ai giusti desiderii di coloro che ci onorarono della loro fiducia? Io molto ne dubito.

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Signori, dal 22 marzo che noi siamo qui riuniti, sono passati più di due mesi, durante i quali abbiamo tenuto 45 radunanze. Ma se, come è nostro dovere, diamo uno sguardo retrospettivo ai nostri lavori, non abbiamo motivo di rallegrarcene, e certamente non l'hanno gli elettori che in gravissime circostanze ci mandarono a sedere in quest'Aula. Essi aspettavano e tuttora aspettano con ansia affannosa che noi, mercè severe economie, mercè provvedimenti finanziari, li liberiamo dall'incubo che li opprime, che turba le loro menti, la terribile minaccia cioè del fallimento, di cui nessuno potrebbe prevedere le funestissime conseguenze.

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Ma allora, come va che già da molto tempo abbiamo sotto gli occhi un progetto di legge riguardante appunto le finanze, quello cioè del deputato Alvisi, il quale sembra ci sfugga come la fata Morgana? Io quel progetto di legge l'ho letto e l'ho meditato, e punto non dubito che l'avrete letto e meditato anche voi, come è debito di tutti.

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Ora abbiamo messo all'ordine del giorno la verificazione dei poteri e l'accertamento del numero dei deputati impiegati, e questi due argomenti devono avere la precedenza sullo svolgimento dei disegni di legge proposti dall'onorevole Alvisi.

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Per me sono così convinto non solo della necessità, ma ancora dell'urgenza di provvedere al dissesto finanziario, che sono deciso di proporre che la Camera si dichiari in permanenza, finchè colla decisione della questione finanziaria abbiamo salvato il paese, che versa in grave pericolo. Se noi non salviamo il paese in questi due mesi, non lo salviamo più, perchè tutti i giorni che passano, sono milioni che se ne vanno, e così cresce a dismisura il debito nazionale.

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Abbiamo all'ordine del giorno, ed in questo sono lieto di dar lode alla Presidenza, abbiamo all'ordine del giorno il bilancio del Ministero dei lavori pubblici.

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Io quindi debbo uscire dalla riserva; ed avendo formulato un piano finanziario con tutte quelle leggi e quei provvedimenti che possono contribuire a dare assetto alle nostre finanze, fra le quali vi sono quelle due leggi già da me mentovate, e che già sono state dagli uffici esaminate, io presento al banco della Presidenza il mio progetto con gli analoghi allegati, affinchè possa l'onorevole presidente disporre che sia trasmesso agli uffici, e voglio sperare che i miei colleghi ne autorizzeranno la lettura, ed io potrei così svolgere innanzi alla Camera tutto quello che fu da me meditato; e se non raggiungerò lo scopo che mi sono prefisso, avrò però la coscienza di avere lavorato per la patria comune, e vedrà così l'onorevole collega Michelini che io, ultimo fra tutti, sono e fui animato da quel buon volere e da quell'amor di patria che tutti abbiamo sempre diviso in questa come nelle passate Legislature.

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Questo motivo che balenava innanzi alla mente del legislatore del 1859, e lo obbligava a stabilire quella limitazione pel numero dei professori e dei magistrati, lo abbiamo nella storia della nostra legislazione elettorale.

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Non abbiamo l'arbitrio che suolsi concedere ai giurati, e guai se l'avessimo! Sarebbe a temere che le maggioranze ne abusassero a danno di cittadini che avessero diritto di sedere in questo recinto.

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Noi abbiamo approvato col silenzio, ed il presidente proclamò l'adesione.

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Noi non abbiamo proposto che si faccia una votazione sulle cinque massime.

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Abbiamo un disgraziato caso, che io non specifico, ma che portò conseguenze morte. Ora se si volesse andare fino al punto di stabilire come lo vorrebbe l'onorevole Valerio, che quando il ministro ha risposto, accettando le dimissioni, queste non debbano ritenersi per valide fino a che il decreto reale ed il visto della Corte de' conti non le abbia in tutta la interezza delle legali prescrizioni rese tali, si verrebbe a stabilire, come ho già detto, una massima le cui conseguenze possono incerti casi essere molto gravi e nell'ordine militare gravissime. Qui vi sono molti giureconsulti che potranno prendere la parola; io sono preoccupato, come ho detto, delle conseguenze che potrebbe produrre questa massima in certi casi, e che ha già prodotte in una disgraziata eventualità. Ci pensi la Camera.

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.… noi non troviamo che abbia innanzi a sè precedente alcuno, perchè noi non abbiamo giudicati mai casi consimili nel seno della nostra Assemblea. E credete voi d'altronde che un giudizio che noi daremo oggi, potrà aver conseguenza al di là del fatto che noi contempliamo sul momento? Neppure. Quanto prima l'Università di Padova verrà regolata certamente colle norme stesse che imperano nel resto del regno d'Italia; ed allora il nostro giudizio avverso, quando volessimo seguire l'impulso della maggioranza della Commissione, verrebbe ad acquistare carattere di giudizio ad hominem, e questo giudizio ad hominem andrebbe a colpire ve l'ha detto l'onorevole Righi, andrebbe a colpire qualche cosa che noi consideriamo sacra, la simpatia che dobbiamo al Ducati come figlio di quella terra che desideriamo, e dalla quale siamo desiderati.

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Io credo che la questione non abbia di per sè quella lucidità che molti vi scorgono, amici ed avversari di quest'elezione, disposti ad approvarla o disposti a combatterla; non abbiamo un punto di diritto tanto fermo da potere assolutamente assumere con molta sicurezza sopra di noi la responsabilità di dire: il torto o la ragione sono da una parte o dall'altra.

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Un'altra osservazione deggio ancora fare a difesa della Commissione, relativamente a ciò che l'onorevole ministro dell'istruzione pubblica diceva, cioè che noi non abbiamo una norma certa per poter dichiarare il nostro voto con piena cognizione di causa sopra questa quistione, e che nel dubbio la quistione dev'essere risolta a favore del Ducati.

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Ma io non faccio tale questione, poichè convengo di riconoscere che richiederebbe maggior tempo di quello che forse oggi non abbiamo. Manifesto solo la mia opinione, e dico che il decidere dell'eleggibilità dei tre indicati nostri colleghi non pregiudicherebbe la quistione di costituzionalità, imperocchè la Camera verrebbe a pronunziarsi intorno ad una posizione di fatto innegabile che si riscontra cogli estremi richiesti dalla legge elettorale per dichiarare ineleggibile un impiegato. Qualunque sia la validità, la costituzionalità del decreto organico, sta il fatto che i tre onorevoli nostri colleghi, quando furono eletti, percepivano uno stipendio, un'indennità sul bilancio dello Stato, facendo essi parte di uno dei comitati della pubblica istruzione.

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IX Legislatura – Tornata del 17 gennaio 1867

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Mari 9 occorrenze
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Abbiamo già più d'un miliardo di spese; dunque dovremo avere, od in un modo od in un altro, più d'un miliardo d'introiti.

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Gli è vero che la consuetudine non ci ha fatto più porre mente a quest'impronta, perchè è di data più antica della età di ciascuno di noi; ma noi sulle nostre mense abbiamo argenti improntati, ne abbiamo da per tutto altrove nelle nostre case, ed abbiamo come oggetti di lusso lavori preziosi e gingilli marchiati; e quell'impronta se avesse seguito i progressi dell'arte avrebbe potuto perfino oggi diventare anch'essa un complemento di ornato e di bellezza.

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Signori deputati, abbiamo parlato di 85 milioni, ma resta ancora a provvedere agli altri 100. (Movimenti)

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Se oggi si avesse a continuare la via battuta, voi sareste da qui a tre anni necessitati a fare senza profitto quel medesimo e più ancora di quello che oggi vi chiede il Governo: ma il fareste quando un vuoto maggiore aggiungendosi a quello che oggi abbiamo da colmare, renderebbe inutile, perchè tardivo, il rimedio. Sperda Iddio il tristo vaticinio!

Pagina 158

Noi abbiamo ancora una ricchezza, la quale può nella sua più ampia significazione chiamarsi nazionale.

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Dunque si dirà: abbiamo bisogno di ricorrere a mezzi straordinari per trovare questi 500 milioni incirca? Ma se ricorriamo al prestito, ad una ragione alta, avremo formato un vuoto il quale poi avremo a riempiere dopo i dieci anni, e così interminabilmente la questione dell'assetto delle finanze ci si para dinanzi come un lido che si scosta dal navigante quanto più egli si crede presso ad afferrarlo.

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Il mio collega dei lavori pubblici ed io abbiamo cercato di trovare il modo di risolvere questo problema; e ci è parso che, avendo già nel bilancio una somma di 60 milioni iscritta tra le partite del debito pubblico come sovvenzione e garanzia alle strade ferrate, ed avendo, come vi diceva ieri, la probabilità di vedere questa enorme somma crescere ancora, sia il caso appunto di convertire questa partita, senza spostarla; convertire cioè la sovvenzione in debito pubblico, servendosi del capitale che sarebbe da quella cifra rappresentato, per venire ad una liquidazione finale colle società costruttrici di queste grandi opere.

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Finora abbiamo scontato l'avvenire; vediamo se possiamo fare un'operazione inversa.

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Ora quando il paese è in dure condizioni, quando il popolo aspetta da noi che si esca dalla critica posizione in cui siamo, noi non mancheremo di uscirne, e pel nostro interesse, e per la nostra dignità in faccia a noi ed in faccia anche agli stranieri coi quali abbiamo degl'impegni. Io sono convinto che la Camera non tarderà d'occuparsene al più presto, epperciò insisto perchè sia stabilito un giorno onde discutere e prendere una risoluzione sul grave argomento.

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X Legislatura – Tornata del 23 marzo 1867

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Polsinelli 2 occorrenze
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Per questo solo fatto l'elezione è nulla, perchè abbiamo bisogno del terzo degli elettori iscritti. Il terzo di 1204 sarebbe 402, e il De Martino non ne ha riportati che 388 e non ha raggiunto il numero voluto dalla legge.

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Una volta che si metta da parte questa, che per me non è una questione, giacché, torno a dire, non può esservi questione quando noi, nel momento della decisione nostra, non abbiamo modo possibile d'entrare nel merito della protesta che si oppone; quando, oltre a ciò, la stessa protesta annunciata non trova radice alcuna nei processi verbali; quando indubbiamente non possono (salvo casi rarissimi e condizioni specialissime) ritenersi per serie che le proteste le quali hanno potuto venire controllate dai giudici competenti, dai giudici cioè chiamati dalla legge a discutere ed a decidere in primo grado almeno tutte le questioni che possono insorgere nell'atto del compimento delle operazioni elettorali; quando nulla di tutto ciò si ha, ho diritto di domandare dove è la questione che può, che debbe arrestare la decisione nostra? Or, messa da banda una tale questione, la quale non è davvero una questione, che cosa resta? Resta a vedere se il numero dei voti per il quale l'onorevole De Martino fu proclamato deputato dopo il solo primo scrutinio elettorale, sia o non sia quale la legge lo richiede, vale a dire del terzo degli elettori iscritti e della metà più uno degli elettori intervenuti.

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X legislatura – Tornata del 19 giugno 1867

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Mari 6 occorrenze
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La distribuzione di giorno in giorno è al tutto inutile; perchè anche quelle leggi, quegli atti li abbiamo ogni dì dalla Gazzetta Ufficiale.

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Come dunque si vuole che io assuma la responsabilità che la somma, enunciata nel bilancio in una cifra complessiva, riesca eziandio a satisfare la distribuzione della quale abbiamo sì lungamente discorso?

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Ciò io credo che venga appunto da questo linguaggio veramente strano che noi abbiamo introdotto, cioè da tutti questi ordini del giorno, che dovrebbersi chiamare piuttosto ordini della notte,

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Ma qui abbiamo un fatto tutto speciale. A Trani accade che un cittadino sente il bisogno di far cresimare la propria figliuola.

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Che cosa abbiamo qui in sostanza? Abbiamo, a mio credere, un fatto molto più grave; abbiamo un segno della tendenza propria del nostro paese, del nostro popolo a risvegliare delle questioni, delle discordie religiose, che, fortunatamente, non sono più del nostro tempo.

Pagina 1446

E sebbene si tratti di cosa urgente, abbiamo pregato l'onorevole proponente, che è il deputato Catucci, di volere aspettare, ed egli vi ha acconsentito.

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