Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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VIII Legislatura – Tornata del 5 marzo 1861

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Zanolini 8 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Noi abbiamo dunque stabilito per legge, per massima generale, per stato normale, che l'ufficio è giudice supremo di quanto si opera sulla materia che gli è demandata dalla legge.

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Vediamo, è vero, che nel verbale esso presidente si firmava con un segno di croce; ma s'egli non sapeva scrivere, non abbiamo però la certezza che non sapesse del paro leggere. Anzi dobbiamo avere la presunzione contraria, e ne è prova evidente l'aver avuto dagli elettori l'incarico di reggere. Siamo noi che dichiariamo che questo presidente non sapeva leggere, siamo noi che eleviamo un dubbio contro la presunzione contraria che nasce naturalmente dal fatto della sua elezione a presidente.

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Invece, se il Governo non sceglie fra i membri del Parlamento gli uomini più competenti ad illuminarlo in merito alle leggi che esso intende di presentare, noi abbiamo il beneficio di avere il concorso, nella presentazione delle leggi, non solo dei lumi del potere, ma di tutti gli uomini estranei ai tre poteri, i quali, sparsi per la nazione, consumano i loro onorati giorni in istudi profondi. La Camera quindi, libera di se stessa, fuori d'ogni preoccupazione, può vedere quando sia il caso di appoggiare una proposta del Governo, oppure rifiutarla.

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Noi, o signori, nelle nostre deliberazioni, che offenderanno necessariamente tanti interessi di ogni maniera, abbiamo bisogno del sostegno della pubblica opinione; ora la pubblica opinione, quando si tratta di Assemblee legislatrici, guarda con sospetto quelli che in qualche modo possono dipendere dal Governo.

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Abbiamo in fatti l'articolo 50 dello Statuto, il quale dice che l'ufficio di deputato non può dar luogo ad indennità.

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Abbiamo anche la più importante delle leggi politiche, la legge elettorale, la quale in termini chiarissimi dispone che gli impiegati o funzionari i quali ricevono stipendio sul bilancio dello Stato non sono eleggibili: la legge fa delle eccezioni; ma notate con quanta esattezza la legge fa una minuta e precisa enumerazione, e, scegliendo con gelosa previdenza, indica ad una ad una poche categorie di impiegati fra quelle che pel numero non variabile se non dietro disposizione legislativa e per l'ufficio sono più indipendenti dal potere, e ciò evidentemente allo scopo di comporre il Consesso legislativo, per quanto sia possibile, di cittadini estranei all'amministrazione dello Stato, sulla quale deve esercitare il suo controllo e la sua vigilanza. Le ragioni della legge sono troppo ovvie, perchè io mi dilunghi ad esporle; già le indicava acconciamente l'onorevole deputato D'Ondes.

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Io non citerò questi esempi passati; ricorderò solo che noi medesimi, due giorni sono, abbiamo convalidata l'elezione di un deputato, avente un incarico temporaneo ricompensato, mostrando così che ciò non faceva ostacolo alla sua eleggibilità.

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VIII Legislatura – Tornata del 20 maggio 1861

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Rattazzi 15 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Si dice: ma non si parlò di Siracusa in queste leggi posteriori, perchè Siracusa era occupata dai regii: si è risposto, e io credo, o signori, senza replica, che l'occupazione dei regii non impediva di parlare di Siracusa come capoluogo di circondario, per cui, se veramente si avesse voluto formarne il capo della provincia, lo si sarebbe espressamente enunciato, appunto come malgrado che (e qui mi valga l'esempio che citava l'onorevole difensore di Siracusa), malgrado che non possiamo andare a Roma, nondimeno noi non abbiamo esitato un momento a dichiarar Roma capitale d'Italia. Ora, se il legislatore in quel momento, malgrado l'occupazione, avesse voluto far Siracusa capoluogo, non avrebbe mancato di farlo, come fece per Messina. Imperocchè, o signori, nel decreto del 18 giugno, ancorchè la città e gran parte dei dintorni fossero tenuti dalle truppe borboniche, il dittatore notava Messina come capoluogo della provincia sua.

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Questo è uno stato di cose intollerabile, tanto più che moltissima truppa abbiamo nel regno, massime in Napoli, ed oltre la guardia nazionale abbiamo i carabinieri e la polizia.

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Noi non abbiamo più, per esempio, 100 mila soldati da alimentare e pagare, surrogati appena da venticinque o trentamila soldati dell'esercito meridionale; non abbiamo più una lista ingente, incredibile, come quella che i Borboni prelevavano ogni anno.

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Abbiamo inoltre il prodotto dei beni dei gesuiti e dell'ordine

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Non abbiamo più ministri, ma soli quattro segretari generali, i quali non costano alla fin fine che la somma di 1600 ducati al mese. Non abbiamo più i fondi segreti, perchè credo che oggi più non si paghi quell'infame spionaggio che si pagava sotto i Borboni, ed era questa una spesa molto considerevole.

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Abbiamo l'esempio di Luigi Filippo e di Luigi Napoleone. Quale fu la loro cura principale salendo al trono? Ovviare alla miseria che nasce da ogni rivoluzione.

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Vi confesserò che ho tentennato assai prima di risolvere se dovessi o no parlarne, ma due considerazioni mi persuasero l'affermativa: la prima è che noi dobbiamo essere i guardiani gelosi del pubblico tesoro; la seconda che il danaro oggi ha tanto maggiore importanza, inquantochè abbiamo bisogno di provvedere a spese urgentissime per le strade ferrate e per l'accrescimento dell'esercito e della marineria militare; per conseguenza ogni più piccola somma è per me sacra, perchè so che con 25 franchi si può comprare un fucile e costruire forse un palmo di strada ferrata; per modo che non troverete strano che io faccia all'onorevole ministro delle finanze qualche domanda.

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Ma noi non abbiamo alcuno di questi vantaggi, e siamo minacciati da gravi danni.

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Abbiamo i beni di casa reale, e si ricorderà l'onorevole ministro che il generale Garibaldi decretò su questi beni la somma di sei milioni di ducati, il che vuol dire che sono molto considerevoli.

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la tassa mobiliare, la tassa delle patenti, dai cui finora fummo esenti, più un nuovo debito, il quale si aggiungerà a quello di cento trentanove milioni di ducati che abbiamo già. E dicono i miei conterranei: noi soggiaceremo a questi nuovi carichi, ma vorremmo godere dei vantaggi di cui godono gli altri paesi, vale a dire delle strade ferrate…

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Siamo stati inondati di leggi e decreti i quali si potevano benissimo differire a miglior tempo; noi abbiamo due cose da fare. Per fare l'Italia ci vogliono armi, ed inoltre le strade ferrate, anche per dare da vivere alle moltitudini.

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Questo è quello che con indefesso desiderio, col massimo amore del bene, colla speranza di riuscire, abbiamo fatto finora. La mia opinione sopra Napoli è precisamente questa: che vi sono delle difficoltà grandissime…

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In seguito al voto della Camera, come ho dianzi accennato, noi abbiamo ristretto i poteri della luogotenenza di Napoli. Quindi abbiamo deciso che la nomina dei governatori, intendenti, consiglieri di governo e di molti altri impiegati, sia fatta dal ministro, e che molte attribuzioni, che aveva la luogotenenza, siano portate al Governo centrale: mi è grato dichiarare che S. A. R. si prestò colla maggiore condiscendenza alla formazione del nuovo regolamento di competenza, e diede prove di non porre alcun amor proprio nella conservazione delle sue antiche attribuzioni. Nondimeno era evidente che, quando si veniva man mano diminuendo le prerogative e in certo modo la dignità di quel potere locale, non sarebbe stato dicevole di lasciarvi un principe della Casa Reale; era, dico, meno conveniente che un principe della Casa Reale vedesse poco per volta venirgli meno nelle mani l'autorità. Questa fu la ragione, per cui il Governo ha creduto di consigliare a Sua Maestà, che volesse aderire al desiderio già espresso dal principe da molto tempo, di riposare delle fatiche sostenute.

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Nelle proteste di cui abbiamo udita la lettura si parla ripetutamente d'intimidazione, di minaccie, di promesse d'impieghi. Ora, se i rumori della Camera non mi hanno impedito di udir bene la relazione, mi pare cha in questa si sorvoli un po'leggermente sopra tali accuse fatte, com'è stato detto da persone degnissime di fede.

Pagina 996

VIII Legislatura – Tornata del 12 dicembre 1861

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Rattazzi 4 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Noi ne abbiamo degli esempi avanti la Cassazione. Gli avvocati esercitano la duplice facoltà, sia di difendere le cause, sia anche di rappresentare la persona che ricorre in Cassazione, e quantunque tutte le provincie non abbiano la Cassazione, tuttavia la legge ha provvisto in modo che tutti gli avvocati anche non residenti in Milano, mediante l'elezione di domicilio nel luogo, possano prestare ivi il loro patrocinio.

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Allora tutti i deputati che rappresentano i paesi cointeressati potranno in pubblico far valere le loro ragioni qui dinanzi alla Camera ed al paese, e si darà a tutti quella soddisfazione che è desiderata, senza che noi abbiamo a mettere il ministro di grazia e giustizia in una posizione molto difficile; perchè, se noi diamo al ministro di grazia e giustizia questa facoltà, saranno tanti gli importuni che verranno a noiarlo o per aumentare i tribunali, o per modificare l'attuale circoscrizione, che io dico, in verità, egli si troverà, volere o non volere, in un letto di spine.

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.… Intanto abbiamo altre leggi urgenti da votare prima che spiri l'anno.

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Se fosse sabbato, sarebbe meglio; perchè lunedì abbiamo la discussione della legge sul registro.

Pagina 308

VIII Legislatura – Tornata dell’8 luglio 1861

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Rattazzi 6 occorrenze
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  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Noi abbiamo, per esempio, la città di Biella, nella quale esistono stabilimenti industriali in maggior numero che non in Ravenna, eppure il prodotto lordo chilometrico raggiunge soltanto circa lire otto mila, dalla qual somma dedotte le spese d'esercizio rimangono di netto circa tre mila franchi.

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Risulta da queste due relazioni, ed è del resto cosa notoria per tutte le informazioni che abbiamo delle persone che vennero da quei paesi, che, se il Governo volesse continuare i lavori di compimento di quella linea ed esercitarla, si troverebbe a fronte di una materiale e morale impossibilità di far bene.

Pagina 1878

Io non so se veramente l'onorevole Brunet consiglierebbe mai allo Stato di andare ad esercitare la linea di Sanseverino, linea che costerà poco di esercizio alla società che ha l'esercizio delle Romane e della ferrovia di Napoli a Capua e che sarebbe di enorme costo allo Stato, anche senza tener conto delle condizioni speciali temporanee che abbiamo attualmente a Napoli per questo esercizio.

Pagina 1878

Io credo che il signor ministro non sia contrario all'idea che il relatore ed io abbiamo in proposito.

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Domando la parola per un'altra spiegazione che abbiamo dimenticata di fare in quest'articolo, se è finita la discussione attuale.

Pagina 1884

Abbiamo invece determinato il periodo di un anno, nel quale il Ministero non sarà tenuto di acconsentire a tutte le compre fatte dalla società, ma dovrà approvarle ed autorizzare la società stessa ad eseguirle quando lo giudicherà necessario per questa linea; quindi tutti gli altri aumenti che potessero farsi saranno a carico della società. Ora egli è chiaro che spetterà al Ministero, sotto la sua responsabilità, di limitare questa sua autorizzazione nei termini che saranno richiesti, non da tutti gli altri esercizi assunti, ma da questa sola linea da Cancello a Sarno e Sanseverino.

Pagina 1886

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