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Astronomia

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J. Norman Lockyer 34 occorrenze

Finora non abbiamo considerato che la Terra, il Sole e la Luna.

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Abbiamo veduto che la Terra gira intorno al Sole, descrivendo nello spazio un'orbita chiusa, quasi un circolo perfetto, e tutta percorrendola in un anno.

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Abbiamo visto che la Luna descrive il suo corso intorno alla Terra, mostrandoci sempre ad un di presso la medesima faccia e le medesime macchie. Altrettanto fa Mercurio nel percorrere la sua orbita attorno al Sole; esso presenta al gran luminare sempre a un di presso il medesimo emisfero della sua superficie.

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Sovr'esso noi non possiamo immaginare continenti e mari e atmosfera in condizioni analoghe alle terrestri, così come abbiamo fondamento di fare per Mercurio, per Venere e più ancora per Marte. Giove è una massa tuttora fluida, dotata di grande densità, forse di calore grandissimo, certo di grande instabilità.

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Tutti ci appoggiamo coi piedi ad essa superficie, tutti portiamo alta la testa, ed abbiamo lo spazio celeste sopra il nostro capo.

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dietro cui deve passare, e ciò appunto perchè entra prima nell'ombra proiettata dal pianeta; quando tutto questo si avvera succede per l'appunto quello che chiamato abbiamo eclisse di quel satellite (fig. 35).

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Il Sole sorge la mattina, tramonta la sera, e nel tempo che passa fra il suo sorgere e tramontare abbiamo il giorno, in quello che passa fra il suo tramontare e il suo successivo sorgere abbiamo la notte. Questo è indubbiamente l’effetto di un movimento o del Sole o della Terra. Vediamo se dell'uno o dell'altra.

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Le comete che fanno stabilmente parte del Sistema solare e sono vincolate entro la sfera d'attrazione del Sole, s'aggirano attorno a questo entro orbite di forma ovale allungata (vedi fig. 27), sicchè se ne possono agevolmente calcolare i ritorni periodici al punto della loro massima vicinanza al Sole, punto a cui gli astronomi sogliono dare, come già abbiamo detto, il nome di perielio.

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Noi abbiamo veduto che essa è un corpo relativamente freddo alla sua superficie Nell'interno la temperatura della Terra è generalmente più elevata che alla superficie, come dimostrano le osservazioni fatte nelle profonde miniere, le sorgenti d'acque calde, e sopratutto i vulcani. Ma lo studio della Terra, sotto questo aspetto, appartiene alla Geografla fisica e alla Geologia. il quale si muove regolarmente intorno al Sole.

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Prendendo per base le cognizioni che abbiamo del Sole, pensano alcuni che stelle com'esso costituite, e nelle quali le macchie si svolgessero in più vaste proporzioni, dovrebbero presentare cambiamenti notevoli di splendore. Dànno in questo modo fino ad un certo punto ragione delle variabili della classe seconda, e spiegano naturalissimamente quelle della terza.

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Sono le costellazioni zodiacali, e Zodiaco si chiama la zona di cielo che le comprende; ne abbiamo già enunciato i nomi (paragrafo appena citato) parlando del moto apparente annuo del Sole.

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Oltre alle 12 costellazioni zodiacali, noi abbiamo dunque le seguenti costellazioni boreali:

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e abbiamo le seguenti costellazioni australi, delle quali una parte è d’invenzione moderna:

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descritto abbiamo inconscii in verso opposto, da occidente ad oriente.

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Noi abbiamo veduto che la Terra, isolata nello spazio, ha due movimenti: uno di rivoluzione intorno al Sole, ed uno di rotazione intorno al proprio asse. Abbiamo veduto quali apparenze producano questi due movimenti nell'aspetto del cielo; ci siamo persuasi che tali apparenze prendono anche esse la forma di movimenti: uno lento del Sole, che sembra girare intorno a noi da ponente a levante nell'intervallo di un anno;l’altro, molto più rapido, della vòlta celeste, da levante a ponente, e che si compie in 24 ore.

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Fotografare il Sole equivale a fotografare la superficie luminosa che lo contermina, quella che noi direttamente vediamo e che nel paragrafo terzo del capitolo quarto abbiamo detto chiamarsi fotosfera.

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Dietro quanto più sopra, nel capitolo quarto paragrafo secondo, abbiamo detto circa la distanza e le dimensioni del Sole, facile è dedurre che i grani di riso, dei quali la grandezza apparente, ossia l'angolo sotto cui si vedono, oscilla fra uno e due secondi d'arco, in realtà hanno dimensioni che vanno da 720 a 1440 km.; che i granuli, gli ultimi elementi visibili della fotosfera, grandi apparentemente una frazione di secondo d'arco, misurano in realtà centinaia di km.

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È quell'aureola che più sopra nel capitolo quarto abbiamo chiamate corona, e che a Sole non eclissato è invisibile solo perchè ha luce troppo debole per vincere la luce assai più intensa, diffusa dell'atmosfera della Terra.

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Ora che noi abbiamo imparato a conoscere sulla Terra i poli della sua rotazione, e il circolo detto equatore, siamo in grado di intendere bene un'altra deviazione della Terra dalla esatta figura sferica, deviazione alla quale si dà il nome di schiacciamento.

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Nel discorrere della figura della Terra abbiamo concluso (§ II) che essa è un corpo rotondeggiante, poco diverso da una palla o da un globo, che essa in altre parole ha approssimativamente la forma sferica. Approssimativamente, perchè già le ineguaglianze e la scabrosità della sua superficie, sebbene piccolissime, come vedemmo in confronto delle sue dimensioni, bastano ad impedire che la figura della Terra possa mai essere considerata come esattamente sferica.

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Già dissimo che ogni rotazione della Terra apporta a noi un giorno ed una notte, intese queste parole nel loro significato ordinario; già dissimo ancora che in due sole epoche dell'anno noi abbiamo il giorno lungo così come la notte successiva. In ogni altra epoca il nostro giorno e la successiva notte hanno durate disuguali fra loro, ma la somma delle singole durate successive dell’uno e dell'altra è sempre costante ed uguale alle 24 ore del giorno solare.

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Avete ragione, ed infatti ciò non è quello che abbiamo osservato.

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Il primo supposto è da porsi, come lo abbiamo già fatto, da parte per molte ragioni che s'intenderanno in seguito, e di cui qui non è, luogo di parlare, ma fra le quali basterebbe questa, per quanto volgare, che il Sole essendo immensamente più grande della Terra, è assai più probabile che sia esso il centro del moto della Terra, anzichè sia esso che intorno alla Terra giri. Del resto non abbiam bisogno di discutere questa supposizione che urta il buon senso, dacchè abbiamo l'altra verosimile, già da me posta innanzi, la quale rende completamente ragione dei fatti che voi stessi avete notati.

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Guardando verso il mezzodì, ossia verso il punto sud del nostro orizzonte, noi abbiamo l'est o levante a sinistra, l'ovest o ponente a destra.

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Detto abbiamo che la Terra ruota intorno ad un suo asse, e che contemporaneamente ed incessantemente si sposta con grande velocità nello spazio. Se la Terra cambia di posizione nello spazio, anche il suo asse polare cambiar deve la sua posizione nello spazio; e poiché in ogni istante l’asse polare terrestre determina l’asse celeste, cambiare deve di posizione nello spazio anche l’asse celeste; e poichè i due poli del cielo sono determinati dall'asse celeste, anch'essi cambiare devono di posizione in cielo.

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durata minima, intanto che le notti variano in modo opposto; accade infatti, e verso la metà del secondo periodo considerato dell'anno abbiamo l’Equinozio di autunno (22 settembre), epoca nella quale di nuovo i giorni diventano, quanto a durata, eguali alle notti.

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Se ben riflettete alla definizione che abbiamo dato di una sfera, capirete che questa può considerarsi come chiusa entro infiniti circoli, quasi come un gomitolo tondo formato da un numero grandissimo di circoli che s'intrecciano svariatissimamente sulla sua superficie.

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Reciprocamente, quando nel nostro emisfero i giorni s'accorciano e le notti s'allungano, quando il rovescio accade nell'emisfero australe, noi vediamo il Sole soggiornare sempre minor tempo sul nostro orizzonte, il nostro suolo perdere di notte sempre maggior calore, finchè arriva il momento in cui esso si raffredda di notte più di quel che durante il giorno si scaldi: abbiamo allora l’inverno.

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Ricordatevi quello che si è detto nella seconda parte del capo 53; il vostro orizzonte sarà nella figura che abbiamo sott'occhio rappresentato dalla retta OO’' perpendicolare alla CzZ.

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Abbiamo veduto quali conseguenze il moto di rotazione della Terra produca rispetto al Sole per abitanti situati ai poli, sull'equatore, e fra quelli e questo in ciascun emisfero terrestre. Ora ci conviene studiare le conseguenze stesse per rispetto alle stelle.

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Nelle eclissi di Sole e nella fase del plenilunio abbiamo potuto accertarci che la Luna è un corpo rotondo; la misura diretta ci apprende che il suo diametro apparente, l’angolo cioè che le visuali condotte dall'occhio ai punti estremi di un diametro della Luna formano fra loro, è in media quasi eguale a quello del Sole.

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È vero che noi abbiamo i cannocchiali, i quali aumentano d'assai la potenza dell'occhio, ma, non l'aumentano oltre un certo limite. Col più potente dei cannocchiali d'oggi giorno si distingue un oggetto sulla Luna solo se esso abbia in ogni direzione dimensioni di almeno 320 metri, se ne riconosce la forma solo nel caso che esso in ogni direzione misuri 641 metri almeno. Sono questi i numeri che oggi segnano l’ultimo limite dell'ancora visibile e discernibile sulla superficie lunare, ed in massima si può ritenere che quanto sulla Luna appare con forma distinta misura in ogni direzione circa un chilometro.

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Un secondo d'arco d'altra parte equivale a 1: 1865 del diametro apparente lunare ed è all'occhio nudo assolutamente invisibile; 1863 metri rappresentano quindi una dimensione lineare che è molto ma molto al disotto di ciò che il nostro occhio nudo può ancora distinguere sulla Luna.È vero che noi abbiamo i cannocchiali, i quali aumentano d'assai la potenza dell'occhio, ma, non l'aumentano oltre un certo limite. Col più potente dei cannocchiali d'oggi giorno si distingue un oggetto sulla Luna solo se esso abbia in ogni direzione dimensioni di almeno 320 metri, se ne riconosce la forma solo nel caso che esso in ogni direzione misuri 641 metri almeno. Sono questi i numeri che oggi segnano l’ultimo limite dell'ancora visibile e discernibile sulla superficie lunare, ed in massima si può ritenere che quanto sulla Luna appare con forma distinta misura in ogni direzione circa un chilometro.È già molto, ma siamo ben lontani dalle dimensioni degli ultimi dettagli che sulla Terra misuriamo ancora direttamente. Quante e importanti cose della Terra ci sfuggirebbero se dalla Luna avessimo a guardarle sia pure col più potente dei nostri cannocchiali!.

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