Poi comincia la serie delle seguenti misure, alle quali abbiamo aggiunto il calcolo del diametro vero, prendendo per unità il raggio del globo terrestre. In tutte le misure qui addotte
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Abbiamo dunque qui indizio positivo, che la curvatura della coda I giacesse fuori del piano dell’orbita. Sul che ragioneremo distesamente più avanti.
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Abbandonando anche la poco probabile idea di un’azione dei pianeti, abbiamo più sopra espresso come opinione più plausibile, che la forza dirigente in questo caso sia semplicemente una forza enorme di projezione risiedente nel nucleo della Cometa; il che ci ha condotti a concludere, l’orientazione del nucleo nello spazio esser stata quasi costante per tutto il tempo che durò la coda secondaria.
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Questo fatto è intimamente connesso colla forma curvata e asimmetrica della Cometa, di cui abbiamo più sopra discorso; e propriamente l’uno e l’altra sembrano essere un fenomeno identico, considerato in due stadj diversi, cioè nel suo principio ed in una fase ulteriore. Sebbene constatata ad occhio nudo soltanto a partir dal 17 agosto, fu notata anche nei giorni 7 e 10 dello stesso mese.
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Noi abbiamo detto che questa concavità anormale fu osservata anche il 7 e il 10 agosto. Se ne conchiude subito, che la deviazione iniziale della coda osservata nella seconda metà d’agosto, esisteva anche già in misura sensibile e nel medesimo senso in quei giorni. E siccome la Terra il 10 si trovava nel nodo della Cometa, e il 7 era dall’altra parte del piano dell’orbita: arriviamo alla conclusione irrecusabile, che tal deviazione era certamente fuori di esso piano: onde riman dimostrato ciò che prima soltanto era plausibile congettura.
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Con questa concordano intieramente i dati della direzione iniziale della coda e della posizione della sua ultima estremità; onde abbiamo qui un insieme di testimonianze affatto soddisfacente.
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