Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Politecnico, Memorie, vol XXI, fascicolo II

474847
Filippo De Filippi 5 occorrenze
  • 1864
  • Editori del Politecnico
  • Milano
  • scienze naturali
  • UNIPIEMONTE
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Ora abbiamo preparato il campo ad altro ben più grave problema. Qual'è il posto dell'uomo nell'impero della natura? Quali sono e di qual grado le sue affinità zoologiche? Voi sapete, o signori, lo scherzo fatto a Platone da Diogene. Platone definisce l'uomo un animale bipede implume, e Diogene gli getta un gallo spennacchiato, esclamando: «Ecco il tuo uomo». In tutte le scuole non si fa che ripetere press'a poco la definizione di Platone, con questa sola spettacolosa riforma di dire che l'uomo è un animale bimano, piuttosto che un bipede.

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Nell'albero simbolico in cui abbiamo per un istante rappresentato il regno animale, le specie o varietà più distinte di babbuini devono corrispondere a tanti rami verdi laterali di un ramo stipite che porta come ramo terminale il gorilla. Sieno aggruppati adesso nell'egual modo i macachi ed il chimpansé, i cercopiteci, i semnopiteci, i gibboni e l'orang-outang. Ora fatto il primo passo, non v'è ragione per arrestarsi e non fare il secondo; e così, fedeli al medesimo principio, riuniremo alla loro volta i tre rami stipiti su di un ramo stipite più vecchio; e retrocedendo sempre logicamente, nella serie delle epoche preumane, saremo condotti a far derivare tutte le scimie da uno stipite comune.

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Come il ramo degli eopiteci (scimie dell'antico continente) si tripartisce ne' tre rami secondari macachi-chimpansé, babbuini-gorilla, semnopiteci-orang-outang, così ne' lemurini abbiamo le due serie Lemur-Lichanotus(con solo rudimento di coda) e Tarsius-Stenops, e ne' marsupiali la serie Phalangista-Lipurus. Ed allora cos'è questo se non un modo di concepire la creazione organica? Cos'è questo se non un senso che verrebbe dato alla parola creare, che entra così spesso nel nostro discorso ed alla quale non è congiunta alcuna idea determinata? In un pesce, per esempio in un ganoide, sviluppare in apparato polmonale la doppia vescica natatoria, è un creare il tipo rettile; abolire in un rettile il condotto arterioso, rivestire di penne il tegumento, è un creare il tipo uccello (1); Passeranno ancora molti e molti anni prima che le grandi induzioni generali della teoria di Darwin possano essere sviluppate in una serie ordinata di fatti incontrovertibili, prima che si arrivi a compiere delle serie genetiche esatte, collegando le forme ora viventi colle forme trapassate. Il materiale paleontologico di tutte le collezioni del mondo messe assieme è invero imponente, ed ogni anno si arricchisce di nuove scoperte; ma è un perfetto nulla al paragone di quanto sta ancora sepolto e sottratto, forse per sempre, ad ogni indagine umana. Queste proposizioni che io ho messe innanzi devono ritenersi come esempi atti a spiegare un'idea e nulla più. Mi basti ora salvarle dall'accusa di eccessiva avventataggine. I rapporti fra i ganoidi ed i rettili sono già da lungo tempo avvertiti e discussi. Una forma intermedia fra i pesci ed i rettili esiste nel vivente genereLepidosiren, che si può considerare come ultimo rampollo, fra breve perituro, del ramo che in lontanissima età ha dato origine ai rettili squamosi. Il maraviglioso Archaeopteryxdegli schisti di Solenhofen, dietro la bellissima analisi di Owen, è un uccello, non un rettile, come si era da principio creduto, ma un uccello affatto anomalo pel numero delle dita delle estremità anteriori, delle vertebre caudali, e per la maniera d'inserzione delle timoniere in queste vertebre. Non è troppo audace il dire che questa anomalia consiste in qualche tratto di congiunzione co' rettili.fare che in una scimia sia reso più elevato il fronte, meno acuto l'angolo facciale, più capace il cranio, più sviluppato il cervello, si allunghino le estremità posteriori, si allunghi ancora in queste il pollice dei piedi, è un creare l'uomo anatomico. Infine cosa fa la scienza? Essa non fa che sostituire alla forma simbolica della polvere della terra, la forma scientifica di un organismo, a costituire il quale ha concorso tutta la creazione precedente. La parentela colle scimie è così tutta assorbita in una parentela più generale; e lungi dall'esserne umiliato, l'uomo si sublima, pensando a quanto si riassume in lui, termine della creazione.

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Come il ramo degli eopiteci (scimie dell'antico continente) si tripartisce ne' tre rami secondari macachi-chimpansé, babbuini-gorilla, semnopiteci-orang-outang, così ne' lemurini abbiamo le due serie Lemur-Lichanotus(con solo rudimento di coda) e Tarsius-Stenops, e ne' marsupiali la serie Phalangista-Lipurus.

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Fin qui noi non abbiamo considerata se non la parte dell'uomo che si rileva col metro, colla bilancia, colla camera fotografica. Sarebbe ora tutto finito? Basterebbe forse, a far l'uomo, prendere una scimia, allungarvi le gambe, ottundervi l'angolo facciale, dilatare la capacità del cranio e mettervi dentro qualche grammo di sovrapeso di quella pasta fosforica che si chiama cervello? Non è serbata al naturalista qualche cosa al disopra del vano amore di Pigmalione?

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