Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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Astronomia

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J. Norman Lockyer 23 occorrenze

Finora non abbiamo considerato che la Terra, il Sole e la Luna.

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Abbiamo veduto che la Terra gira intorno al Sole, descrivendo nello spazio un'orbita chiusa, quasi un circolo perfetto, e tutta percorrendola in un anno.

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Tutti ci appoggiamo coi piedi ad essa superficie, tutti portiamo alta la testa, ed abbiamo lo spazio celeste sopra il nostro capo.

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dietro cui deve passare, e ciò appunto perchè entra prima nell'ombra proiettata dal pianeta; quando tutto questo si avvera succede per l'appunto quello che chiamato abbiamo eclisse di quel satellite (fig. 35).

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Il Sole sorge la mattina, tramonta la sera, e nel tempo che passa fra il suo sorgere e tramontare abbiamo il giorno, in quello che passa fra il suo tramontare e il suo successivo sorgere abbiamo la notte. Questo è indubbiamente l’effetto di un movimento o del Sole o della Terra. Vediamo se dell'uno o dell'altra.

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Le comete che fanno stabilmente parte del Sistema solare e sono vincolate entro la sfera d'attrazione del Sole, s'aggirano attorno a questo entro orbite di forma ovale allungata (vedi fig. 27), sicchè se ne possono agevolmente calcolare i ritorni periodici al punto della loro massima vicinanza al Sole, punto a cui gli astronomi sogliono dare, come già abbiamo detto, il nome di perielio.

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Noi abbiamo veduto che essa è un corpo relativamente freddo alla sua superficie Nell'interno la temperatura della Terra è generalmente più elevata che alla superficie, come dimostrano le osservazioni fatte nelle profonde miniere, le sorgenti d'acque calde, e sopratutto i vulcani. Ma lo studio della Terra, sotto questo aspetto, appartiene alla Geografla fisica e alla Geologia. il quale si muove regolarmente intorno al Sole.

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Prendendo per base le cognizioni che abbiamo del Sole, pensano alcuni che stelle com'esso costituite, e nelle quali le macchie si svolgessero in più vaste proporzioni, dovrebbero presentare cambiamenti notevoli di splendore. Dànno in questo modo fino ad un certo punto ragione delle variabili della classe seconda, e spiegano naturalissimamente quelle della terza.

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Sono le costellazioni zodiacali, e Zodiaco si chiama la zona di cielo che le comprende; ne abbiamo già enunciato i nomi (paragrafo appena citato) parlando del moto apparente annuo del Sole.

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Oltre alle 12 costellazioni zodiacali, noi abbiamo dunque le seguenti costellazioni boreali:

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e abbiamo le seguenti costellazioni australi, delle quali una parte è d’invenzione moderna:

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descritto abbiamo inconscii in verso opposto, da occidente ad oriente.

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Noi abbiamo veduto che la Terra, isolata nello spazio, ha due movimenti: uno di rivoluzione intorno al Sole, ed uno di rotazione intorno al proprio asse. Abbiamo veduto quali apparenze producano questi due movimenti nell'aspetto del cielo; ci siamo persuasi che tali apparenze prendono anche esse la forma di movimenti: uno lento del Sole, che sembra girare intorno a noi da ponente a levante nell'intervallo di un anno;l’altro, molto più rapido, della vòlta celeste, da levante a ponente, e che si compie in 24 ore.

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Fotografare il Sole equivale a fotografare la superficie luminosa che lo contermina, quella che noi direttamente vediamo e che nel paragrafo terzo del capitolo quarto abbiamo detto chiamarsi fotosfera.

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Ora che noi abbiamo imparato a conoscere sulla Terra i poli della sua rotazione, e il circolo detto equatore, siamo in grado di intendere bene un'altra deviazione della Terra dalla esatta figura sferica, deviazione alla quale si dà il nome di schiacciamento.

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Avete ragione, ed infatti ciò non è quello che abbiamo osservato.

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Il primo supposto è da porsi, come lo abbiamo già fatto, da parte per molte ragioni che s'intenderanno in seguito, e di cui qui non è, luogo di parlare, ma fra le quali basterebbe questa, per quanto volgare, che il Sole essendo immensamente più grande della Terra, è assai più probabile che sia esso il centro del moto della Terra, anzichè sia esso che intorno alla Terra giri. Del resto non abbiam bisogno di discutere questa supposizione che urta il buon senso, dacchè abbiamo l'altra verosimile, già da me posta innanzi, la quale rende completamente ragione dei fatti che voi stessi avete notati.

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Guardando verso il mezzodì, ossia verso il punto sud del nostro orizzonte, noi abbiamo l'est o levante a sinistra, l'ovest o ponente a destra.

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durata minima, intanto che le notti variano in modo opposto; accade infatti, e verso la metà del secondo periodo considerato dell'anno abbiamo l’Equinozio di autunno (22 settembre), epoca nella quale di nuovo i giorni diventano, quanto a durata, eguali alle notti.

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Se ben riflettete alla definizione che abbiamo dato di una sfera, capirete che questa può considerarsi come chiusa entro infiniti circoli, quasi come un gomitolo tondo formato da un numero grandissimo di circoli che s'intrecciano svariatissimamente sulla sua superficie.

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Reciprocamente, quando nel nostro emisfero i giorni s'accorciano e le notti s'allungano, quando il rovescio accade nell'emisfero australe, noi vediamo il Sole soggiornare sempre minor tempo sul nostro orizzonte, il nostro suolo perdere di notte sempre maggior calore, finchè arriva il momento in cui esso si raffredda di notte più di quel che durante il giorno si scaldi: abbiamo allora l’inverno.

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Abbiamo veduto quali conseguenze il moto di rotazione della Terra produca rispetto al Sole per abitanti situati ai poli, sull'equatore, e fra quelli e questo in ciascun emisfero terrestre. Ora ci conviene studiare le conseguenze stesse per rispetto alle stelle.

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Nelle eclissi di Sole e nella fase del plenilunio abbiamo potuto accertarci che la Luna è un corpo rotondo; la misura diretta ci apprende che il suo diametro apparente, l’angolo cioè che le visuali condotte dall'occhio ai punti estremi di un diametro della Luna formano fra loro, è in media quasi eguale a quello del Sole.

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Natura ed arte

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Giovanni Virginio Schiaparelli 2 occorrenze

In basso abbiamo il Mar Boreo, che circonda quasi da ogni parte il polo nord, e da una parte si avvicina all'equatore fin quasi al parallelo 40°. In alto

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E passando ad un ordine più elevato d'idee, interessante sarà ricercare qual forma d'ordinamento sociale sia più conveniente ad un tale stato di cose, quale abbiamo descritto; se l'intreccio, anzi la comunità d'interessi, onde son fra loro inevitabilmente legati gli abitanti d'ogni valle, non rendano qui assai più pratica

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

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Angelo Secchi 21 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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Le altezze loro talora sono enormi, ne abbiamo misurate di quelle che erano 8' cioè un quarto del diametro solare. La velocità di innalzamento si è talora trovata superiore a chilometri 900 per secondo.

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Abbiamo già accennato che la stella omicron della Balena è nel suo minimo composta di semplici righe staccate forse per il forte aumentarsi e dilatarsi delle sue zone di assorbimento. È probabile che le stelle di 4° tipo ed altre stelle ci appaiano piccole per solo assorbimento.

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Dallo spettroscopio abbiamo ancora la spiegazione di altri fenomeni stellari, alcuni de’ quali sono passeggeri, come la scintillazione delle stelle; altri permanenti come quelli della loro variabilità. Passiamo ora a trattare di questi.

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Abbiamo lasciato di descrivere in questa corsa alcuni gruppi più minuti che il lettore troverà meglio da sè col confronto di buone carte.

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Questa stella ci presentò una volta nel massimo di sua luce le righe lucide dell’idrogeno come γ Cassiopea, cosa che non abbiamo più potuto vedere, benchè l’abbiamo cercata più volte.

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Noi ne abbiamo figurato e misurato alcuni di Fig. 37. Gruppo delle Caustiche. essi perchè possono un giorno dar luogo a sapere se vi è movimento nelle loro componenti.

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Nella rivista che noi abbiamo fatto del Catalogo di Struve, abbiamo trovato che di 1082 stelle di questo Catalogo da noi misurate, circa 25 anni dopo di lui, 181 di esse si sono mosse notabilmente, e può presumersi di moto orbitale, in altre 291 la variazione è dubbia, e in altre 606 non è stata sensibile perchè non supera gli errori probabili delle osservazioni. È da avvertire che i semplici spostamenti angolari o in distanza possono essere effetto dei moti proprii e non di forze centrali, onde qualora i luoghi successivi della stella non presentino una curva sensibile si rimane in dubbio, e tale sembra essere il caso di 61 Cigno dietro gli ultimi lavori di Flammarion.

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Noi abbiamo potuto vedere quello di Sirio e misurarlo colsig. Struve, ma non mai quelli di Procione. Gli oculari, e forse anche gli occhi degli osservatori possono produrre in questo punto facili illusioni.

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Per ciò che spetta ai moti proprii comuni, si ha questo memorabile risultato: «la probabilità che due stelle aventi moti proprii comuni non siano congiunte da legame fisico, è minore di quella del non avere a nascere domani il Sole in confronto di tutta l’esperienza storica che abbiamo di questo fatto!» Onde si ammette come postulato che due stelle aventi moto proprio comune sono unite insieme da legame fisico.

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Abbiamo già dato sopra la lista del numero delle stelle secondo la loro grandezza relativa secondo Heis, donde apparisce come il numero va crescendo col diminuire della grandezza. Ma per le stelle minori e telescopiche noi manchiamo di ogni dato preciso. Soltanto possono darcene una idea i grandiosi lavori dei cataloghi fatti per fissarne le posizioni.

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A ciò pertanto aiuterà il conoscere primieramente le dimensioni del nostro sistema planetario, e per ciò abbiamo creduto necessario introdurre qui un esame ragionato della sua grandezza. Il che facciamo nella seguente digressione che un lettore più informato potrà tralasciare.

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Ma di tavole o descrizioni figurate, o di globi non abbiamo di loro che poche cose e più da ornamento che altro, non eccettuato il planisfero di Dendera e lo zodiaco di Esnè: poichè anche questi sono lavori assai grossolani. Gli Arabi e i Cinesi se ne occuparono, ma i loro lavori sono lungi dall’avere una qualsiasi importanza scientifica. È quindi necessario venire ai primi astronomi della rinascenza.

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Questa confusa indicazione noi abbiamo voluto esaminarla un poco più in particolare, ed ecco le conseguenze a cui siamo arrivati.

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Abbiamo già veduto (Capo IV), come furono istituiti dagli Herschel gli scandagli per conoscere la distribuzione apparente delle stelle. Questi dati furono discussi dai loro autori, e poi ultimamente da Struve, ed hanno condotto ai seguenti risultamenti:

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Ugenio suppose le stelle disposte in modo uniforme, ma ora abbiamo veduto che questa idea non è sostenibile. Wright, Kant e Lambert dissero molto sulla natura dei sistemi che componevano questo ammasso di stelle, ma sempre modellando i loro concetti sulla stampa del sistema solare planetario, come era conosciuto ai tempi loro. Quindi sempre gl’inevitabili grossi corpi centrali primarii, e poi i secondarii di terzo, quarto e fino quinto ordine.

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Dopo compiuto questo lavoro abbiamo ricevuto notizia di altre raccolte di stelle colorate, per le quali vedasi l’appendice.

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Noi vi abbiamo aggiunte alcune stelle nuove trovate poscia sia da noi, sia dal signor Birmingham di Tuam, e vi abbiamo inserito nelle note una breve descrizione degli spettri desunti dai nostri studi; e quelli poscia descritti da D’Arrest, i cui materiali sono dati nell’Astr. Nach. numeri 2009, 2016, 2032, 2044. La posizione è stata ridotta per tutte al 1870 che è quella dell’ultimo catalogo di Chambers. Molte di esse sono state verificate in cielo. Dal confronto si rileva che alcune stelle per noi di 2° tipo, sono dal signor D’Arrest messe nel 3° parte per variabilità reale parte per diversità di strumenti.

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Così noi abbiamo trovato la seguente proporzione di grandezza nelle stelle qui indicate.

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Però, benchè sì eccellente, questo strumento è molto costoso, e non era sperabile che venisse molto diffuso, ed essendo non molto comodo per le ricerche ordinarie, abbiamo cercato un mezzo molto più semplice ed economico, e siamo riusciti ad ottenere uno spettroscopio che raccogliendo interamente la luce delle stelle permette di esaminarne fino talune di nona grandezza.

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Questo è il metodo che abbiamo seguito nello studio delle stelle minori che non ammettevano l’uso della fessura. Le strie principali essendo determinate dianzi delle stelle grandi, si rilevava facilmente la loro natura nelle piccole per mezzo di misure differenziali.

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Osservazioni astronomiche e fisiche sulla grande cometa del 1862 con alcune riflessioni sulle forze che determinano la figura delle comete in generale

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Schiaparelli, Giovanni Virginio 1 occorrenze
  • 1873
  • Ulrico Hoepli
  • Milano-Napoli
  • astronomia
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Poi comincia la serie delle seguenti misure, alle quali abbiamo aggiunto il calcolo del diametro vero, prendendo per unità il raggio del globo terrestre. In tutte le misure qui addotte

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Storia sentimentale dell'astronomia

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Piero Bianucci 3 occorrenze

Ne abbiamo tre tipi, per il verde, il blu e il rosso, i tre colori additivi fondamentali. Combinandoli insieme è possibile ottenere sette milioni di sfumature. Solo i mammiferi più evoluti hanno questo dono.

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In realtà il primo a parlare di canali fu padre Angelo Secchi, direttore dell’Osservatorio Vaticano, e il primo a demolirne il mito fu Vincenzo Cerulli (1859-1927), nel suo Osservatorio di Collurania, in Abruzzo, come abbiamo appena riferito.

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Abbiamo già incontrato il suo nome. Si chiamava Subrahmanyan Chandrasekhar, detto Chandra.

Pagina 268

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