Più viva e più convincente è la seconda corrente di cui abbiamo alcuni buoni esempi nelle opere di Canogar, Saura, Suarez, Vela, Tapies e in parte Millares.
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In Germania del pari abbiamo l’esempio d’un predominio dell’astrattismo drammatico nei dipinti di Thieler, di Cavael, di Wessel, e potremo considerare come «lirico» l’astrattismo di Schumacher.
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Qui dunque abbiamo l’applicazione e il trasferimento, diretto e quanto mai suggestivo, di alcuni casuali accorgimenti naturali, sapientemente ripresi e restituiti ad una loro funzione figurale.
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Abbiamo coscienza di un mondo che esiste e si spiega per se stesso, e che non può esser modificato dalle nostre idee.
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Abbiamo bisogno di un’arte valida per se stessa. Nella quale non intervenga un’idea preconcetta di arte.
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Oggi abbiamo le basi storiche e scientifiche per poter parlare con cognizione di causa di ceramica non più da «amatori » ma da conoscitori.
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Abbiamo detto sopra: l’ombra portata della mano, ora, dovete sapere, che un corpo illuminato produce due ombre: l’ombra propria e l’ombra portata.
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Copiate i gessi coi colori all’olio, sulla carta preparata nel modo che abbiamo, a suo luogo, descritto.
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Diversi sono i metodi seguiti nell’abbozzare a colori una testa, e noi abbiamo scelto quello, che ci è sembrato il più adatto per i principianti. Eccone il processo:
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Però, per maggior comodità, e per non confondervi, abbiamo creduto conveniente ripetere quanto abbiamo esposto riguardo le composizioni delle tinte, rimandandovi però alle osservazioni esposte nel paesaggio a olio, dalle quali ricaverete molto profitto, anche per questo genere di pittura.
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Volendo dipingere sulla seta o sul raso, questi si preparano nel modo che abbiamo consigliato nella pittura a olio, aggiungendo però, in questo caso, del fiele di bue ai colori.
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Quando abbiamo ben penetrato le ragioni stilistiche dell’arte di Picasso e abbiamo sostituito al nostro gusto, il gusto suo, tutta la poesia della famiglia, il senso della paternità, dall’artista profondamente sentiti, ci appaiono nella loro evidenza. E non ci accorgiamo neppure (come ci accade per i colli lunghi delle donne di Modigliani) che la meravigliosa «Paloma con la sua bambola» (1952), bianca e azzurra, ha tutti e due gli occhi di lato!
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Volgendo ancora uno sguardo a due opere minori di Bellini, abbiamo da una parte il Ritratto del Loredano, dall'altra la Sacra allegoria degli Uffizi.
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Il primo riguardava il soggetto (oggetto) poetico idest psicologico ed è contro questa interpretazione che noi abbiamo reagito, poiché si trattava di letteratura.
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È come un seguito all'articolo sulle «Caratteristiche generali della scultura barocca» apparso nel numero precedente della stessa rivista, e del quale abbiamo parlato.
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Ed abbiamo esaminato con grandissimo interesse i primi quattro volumi di questa senza dubbio bella e rispettabile impresa, la quale merita appunto per la severità dei suoi fini, severità di esame.
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Non abbiamo dunque quasi nulla a ridire sulla parte che riguarda l'architettura, salvo il giudizio non abbastanza favorevole sul Borromini.
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Nel far critica figurativa abbiamo sempre inteso di fare storia, ed abbiamo anzi fin dagli inizi del nostro lavoro esplicitamente dichiarato di esserci accorti che «la critica coincideva con la storia». Tale dichiarazione abbiamo creduto di comprovare con studi storici singoli, condotti sempre con quel «puro» metodo figurativo, sempre cioè per via di un rilievo esatto di tutti gli elementi formali che, esaminati con acutezza nei rapporti tra opera e opera, si dispongono inevitabilmente in serie di sviluppo storico, cui tuttavia il rapporto con una qualsiasi serie cronografica è inessenziale.
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Ecco infine, classica riescita di quei suoi studî speciali sul divino gruppo della Sacra Famiglia, la Madonna di Hampton Court; e la sua sorella carnale, che abbiamo ritrovato.
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Abbiamo notato la tendenza di alcune opere di Ardengo Soffici per superare il cubismo: la stessa 'Via sta seguendo Carrà.
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Vorremmo prendere commiato non dal lettore, ma da un nostro amico, che è morto, e al quale abbiamo tante volte pensato correggendo le bozze di questo volume.
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Ma cerchiamo di analizzare un po’ più partitamente i quattro raggruppamenti cui abbiamo accennato.
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«In fede mia noi abbiamo mangiato un dindio superbo; era eccellente, zeppo di tartufi fino al becco, tenero come un cappone, grasso come un ortolano, profumato come un tordo. Noi non ne abbiamo lasciato che le ossa.
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Questa Casa è benemerita dell'igiene e della gastronomia per aver introdotto in Italia due vini eccellenti e che abbiamo avuto occasione di studiare.
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Anche la besciamella, come abbiamo detto del sugo di carne, è troppo necessaria per varî usi della cucina perchè non debba tenersi sempre preparata.
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Quando avrete riempito i pomodori come abbiamo detto, metteteli in teglia con olio e burro, e fateli cuocere fra due fuochi.
Pagina 055
Preparate allora la maionese che abbiamo descritta al N. 151, e versatela nel suddetto composto.
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Si preparano i fagiolini anche sottaceto, procedendo in tutto come abbiamo detto per i cetriolini.
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Cuocete i maccheroni nell’acqua con sale; sgocciolateli, metteteli in un gran piatto e conditeli con burro fresco e parmigiano grattato, operando in tutto come abbiamo detto sopra per i taglierini.
Pagina 090
Per ogni altra norma da osservarsi per il lesso, rimandiamo il lettore a quanto già abbiamo accennato parlando del brodo (V. num. 18).
Pagina 112
Farete cuocere i piccioni precisamente come abbiamo detto per i polli (num. 384).
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Quanto abbiamo detto sin qui, applicasi alla preparazione di tutti gli altri sciroppi di frutta acide, dei quali perciò parleremo più succintamente.
Pagina 346
Data l'indole essenzialmente pratica della nostra opera, stimiamo inutile descrivervi i procedimenti particolareggiati per ottenere queste salse, che abbiamo voluto nondimeno ricordare, data la loro lunga e gloriosa esistenza.
Pagina 033
Pulite la pernice, e preparate come abbiamo detto pel fagiano (num. 383).
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Farete cuocere i piccioni precisamente come abbiamo detto per il pollo al Num. 317.
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Si possono anche cuocere come abbiamo detto del pollo in umido al Num. 309, ma adoprando olio invece di burro.
Pagina 114
Pulite, secondo la regola, il vostro tacchino: indi ammannitelo e fatelo cuocere, come già abbiamo detto pel cappone al Num. 319.
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Prendete un pezzo di cignale e cucinatelo intero come abbiamo detto nella ricetta Num. 349 per la lepre.
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Si può anche cucinare agro-dolce, come la lepre, al Num. 349, non trascurando però di tenerlo per 8 o 10 ore in fusione come abbiamo già detto.
Pagina 124
Quando avrete riempito i pomodori come abbiamo detto, metteteli in teglia con olio e burro, e fateli cuocere fra due fuochi.
Pagina 152
Anche del capretto si preferisce arrostire i quarti di dietro; per il che si procede in tutto come per l'agnello che abbiamo descritto ai Num. 456 e 457.
Pagina 168
Il coniglio si fa arrostire alla stessa maniera che abbiamo detto più sopra della lepre, preferendo i quarti di dietro.
Pagina 175
Quanto abbiamo detto sin qui, applicasi alla preparazione di tutti gli altri sciroppi di frutta acide, dei quali perciò parleremo più succintamente.
Pagina 219
Pagina 083
- Signori miei perdonateci, ma noi non ne abbiamo proprio colpa...
Pagina 135
Abbiamo combinato dei programmi di pranzi che noi chiamiamo SUGGESTIVI E DETERMINANTI.
Pagina 143
Quanto abbiamo detto sin qui, applicasi alla preparazione di tutti gli altri siroppi di frutta acide.
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Poi mettetela nella sorbettiera, passandola da uno staccio, e lavoratela come abbiamo detto nei preliminari.
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allorché abbiamo sentito scampanellare alla porta.
Pagina 124
Abbiamo la fortuna ...