Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Galateo ad uso dei giovietti

183880
Matteo Gatta 1 occorrenze
  • 1877
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Concludiamo adunque col ripetere quanto abbiam detto: non si può fissare una regola generale in questo argomento, e non importa; il figliale rispetto non cangia natura nè vien meno perchè si usi il primo piuttosto che il secondo o il terzo dei modi sopra indicati. È quistione di consuetudine e di orecchio, non di galateo nè di cuore. Ai genitori tengono dietro i congiunti, i maestri e tutti coloro a cui dobbiamo riconoscenza ; la quale vuol manifestarsi non solo coi sentimenti, ma eziandio, colle gentili maniere che insegna la buona creanza. Guardati bene adunque, o giovinetto, da un contegno ruvido o freddo con chi ti spezza o ti ha spezzato il pane della mente: bada di non attestargli il tuo rispetto col toccare appena il cappello, alla soldatesca, senza neppur il riguardo di cedergli la mano diritta. E gli stessi avvertimenti rivolgo a voi, fanciulle. Guai se per una amorevole ammonizione l' Emilia facesse le spallucce, inchiodasse il mento alla fontanella della gola e tenesse il broncio alla maestra che l'ha dolcemente ripigliata pel suo meglio ! - Ad alcuni sarà parsa un'enormità che io ponessi la balia e il vecchio servitore tra le persone meritevoli di rispetto. E che? il padroncino deve trattare le persone di servizio come fossero superiori ? questo è invertire le parti, è un assurdo. Andiamo adagio: le mie parole vanno interpretate con discrezione e con giusto criterio. Non si vuol dire che il fanciullo, l'adolescente, debba far di cappello o inchinarsi agli individui sopra nominati, sibbene mostrare, anche cogli atti esteriori, la sua gratitudine alla donna che fece per lui quante la madre non volle o non potè fare, all'uomo che gli diede tante prove di affettuosa sollecitudine. Che brutto spettacolo sarebbe mai quello di un petulante ragazzo, di una bisbetica giovinetta, che abbandonandosi a incomposti moti di collera, facessero oltraggio ai bianchi capelli di codeste persone, le mortificassero con acerbi rimproveri, con basse contumelie! In generale usate rispetto ai vecchi quando anche non vi stringa nessun obbligo verso di loro ; fatelo per riguardo all'età, all'esperienza, ai prudenti consigli che ponno darvi; e badate bene di non metterne in canzone certe idee, forse un po' antiquate e non più in consonanza coi costumi del giorno. Esponete francamente le vostre opinioni, ma non mostrate disprezzo per quelle da loro enunciate. Il giovinetto che adempie scrupolosamente a questo dovere di civiltà insieme e di morale fa augurar bene della sua educazione e del suo avvenire. Vogliamo noi affermare con ciò che tutti i vecchi sieno meritevoli di stima e di rispetto? No; pur troppo ve n'ha alcuno che disonora sè stesso con falsi principii e con biasimevole condotta ; ma noi tocchiamo della regola, non delle eccezioni. Se vi trasportate col pensiero ai tempi della vita patriarcale, voi vedete che il capo della famiglia, della tribù, era il più vecchio. Lo stesso dicasi di tanti popoli selvaggi, antichi e moderni. E, a meglio raffermare le vostre idee su questo proposito, vi narrerò un esempio tolto dalla storia greca che fa proprio al nostro caso. La repubblica di Sparta, di cui era stato legislatore Licurgo, insieme con molte strane, rozze e semi-barbare leggi, ne aveva una lodevolissima, sancita e radicata da virtuosa consuetudine, ed era quella che imponeva rispetto e venerazione ai vecchi. La repubblica d'Atene, che per coltura teneva il primato su tutte le altre città della Grecia ed andava superba e gloriosa del nome d'un gran legislatore, Solone, aveva istituzioni civili e politiche assai migliori, ma nessuna legge che prescrivesse come un sacro dovere al cittadino il rispetto ai vecchi. Ora avvenne che, mentre in questa ultima città si dava un solenne spettacolo, un vecchio giunse troppo tardi, e siccome tutti gli scanni erano occupati dalla folla, per quanto cercasse di qua e di là, non gli riuscì di trovare un cantuccio ove sedersi. I giovani ateniesi non si curarono punto del disagio del povero vecchio, anzi fu detto da alcuno che godevano del suo imbarazzo e si divertivano a rimandarselo l'un l'altro. Ma gli ambasciatori di Sparta, i quali, formalmente invitati allo spettacolo, avevano un posto più elevato e distinto, accortisi dell'irriverente contegno della gioventù ateniese, fecero cenno al vecchio di avvicinarsi, si restrinsero un poco e il vollero seduto in mezzo a loro.

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