Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbiam

Numero di risultati: 4 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Penombre

679374
Praga, Emilio 4 occorrenze

la selva par vivente ; ne abbiam per tutto giugno di correre la valle e le pendici! ". E lietamente si stringeva in pugno i poveri infelici. Pugno di rosa, e belli occhi lucenti, e chiome d'oro, e labbra sorridenti, pugno di paggio uscito a coglier gigli di una regina per i biondi figli!... Il falco sghignazzava nell'azzurro del ciel come buffone, e il mesto animo mio gli perdonava la fame e l'uccisione.

Noi gli diremo: abbiam sognato tanto, cittadini del mondo, e al dubbio infitti dell'avvenire ; abbiam veduto agli alleluia accanto gli infiniti sospir dei derelitti a Dio salire; e una canzone di speranze impavide ci ha volti al firmamento; e chi ci guida ancora in mezzo ai triboli è il tuo concento! Noi gli diremo: additaci la pietra ove la bella tua defunta giace presso lo sposo; cui, nell'insonnia, sulla casta cetra delirando, il tuo sacro invoca pace genio pensoso! Deh quella pietra, quella pietra additaci, padre di tutti noi!.. Per le croci comuni e la memoria dei baci suoi! Noi vi porremo un fior che non ha nome fra quanti il cimitero ha vagheggiato; candido fiore tolto all'allòr delle tue bianche chiome, del nostro pianto asperso, e profumato sul nostro cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che ti conduce guida dritti gli augelli alle piramidi; è amor di luce!

Tu, Avarizia, starai sul campanile giorno e notte, o pudica, a mormorar: Qui abbiam l'azzurro, la manna e l'aprile, son rime e strofe e non le voglio dar! Condurrò l'Ira anch'essa al mio convento, ma per poco, la scarna, vi vivrà; le innalzeranno in chiesa un monumento, ove il Priore a ridere verrà. Immemore così del calendario, starò in riva del mare, in mezzo ai fior, nel convento lontano e solitario. E sulla porta sarà scritto: Amor.

Bussano ancora alla finestra mia, e: - Apri, gridano, apri ai vecchi amici; abbiam pescato nella tenebrìa rime felici. Apri, ingrato, ai dolor! siam noi la musa, l'eterna musa che pel mondo corre; non è poeta l'uom che ci ricusa, l'uom che ci abborre . - Ed io rispondo: - Sirene, Sirene, tornate a sonnecchiar sotto il sagrato: siete il vin che mi ha roso e le cancrene che m'han bruciato! Oh se il soffrir fosse il retaggio, il motto dei guerrier della lira e del pensiero, vi inchioderei sul cor!... ma gli è lo scotto del mondo intiero! Andatene, per Dio! "...Li sento, appesi alla parete polverosa e scialba, urtar le imposte, come ospiti offesi... Ma spunta l'alba, e canta il gallo (il gallo campagnuolo conserva ancor la leggendaria possa) : i miei dolori tornano al lenzuolo, dentro la fossa; e allor comincia la dolce giornata. Prima son vaghi suoni in lontananza, qualche canzon furbetta e spensierata, o il mar che danza; poi paroluccie tutte vispe e fresche della cara fanciulla allegra e bella: torna dall'orto carica di pesche grembo e scarsella. Ed io contemplo e scrivo e suggo il buono, santo licor che il mio pensiero inolia, e mi muoia il pensier se anch'io non sono un'arpa eolia! É rima, è strofa qui tutto che giunga; fin dai bimbi che all'aria mattutina portano a passeggiar l'acuta e lunga tosse ferina. O Noli, o solitaria pescatrice tutta cinta di torri e di madonne, Dio protegga il tuo mar, la tua pendice e le tue donne! Le negre donne tue che ritte stanno, le donne per l'Italia affaccendate, che prolifican liete un mozzo all'anno per le fregate! Noli, settembre 1864

Cerca

Modifica ricerca

Categorie