Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Comizi fiemmesi

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Che la ricostruzione del vicinato coi suoi diritti abbia grande valore e possa segnare un grande progresso per i vicini, si deduce dal fatto che ora tali diritti sono o confusi o limitati o contestati. E qui l’oratore rifà brevemente la storia dei diritti vicinali, come erano stabiliti nelle consuetudini, osservando che tali diritti, secondo le consuetudini (cap. 61) erano «alzabili od abbassabili ad libitum del comune». Derogate le consuetudini del 1807, il Governo italico nel 1812 dichiarò cessata ogni differenza fra i vicini e non vicini. Ma i fiemmesi di fatto non se ne curarono. Posteriori decisioni austriache fino al decreto luogotenenziale del 1862 confermarono i diritti vicinali (legna, pascolivo, segabile), cosicché quando entrò in vigore il regolamento comunale, passò in giudicato anche la circostanza d’una classe vicinale con speciali diritti. Ma questi subirono molte modificazioni in base ai decreti governativi del 1838, del 1845, del 1858 e 1861 e anche per abusi subentrati nei singoli comuni. Ora il nuovo consesso avrà il compito di stabilire nettamente i diritti vicinali e ridare eventualmente loro vigore. Il movimento è quindi per i vicini assai importante tanto più che ad un consesso loro favorevole sarebbe possibile in via di fatto favorire largamente la popolazione indigena. Infine lo statuto introduce ovunque la pubblicità ed il controllo, ciò che segnerà un grande progresso e una democratizzazione della vita amministrativa in Fiemme. È codesto un vantaggio piccolo, quando si facciano i confronti coi misteri incontrollati delle passate amministrazioni? Si dice che il provvisorio intacca l’autonomia della comunità. Che autonomia esisteva prima? Si pensi che già nel 1795 i fiemmesi accettavano nelle consuetudini la riserva del vescovo Pietro Thun, la quale in sostanza autorizzava il Vescovo e i suoi successori a modificare a proprio talento gli antichi statuti. Dal 1810 al 1866 la comunità non fu punto indipendente. Troviamo la diretta ingerenza delle autorità politiche in moltissimi casi, perfino i preventivi dovevano subire l’approvazione e le nomine la conferma. È vero che dopo il' ’66 la Giunta non esercitò una sorveglianza così intensa, come prima, ma ciò accadde anche per moltissimi comuni e del resto nel 1870, nel 1879, nel 1883, nel 1886, nel 1888, nel 1889, nel 1890 e nel 1897 intervenne e i tribunali le diedero ragione. Secondo il provvisorio la Giunta non interverrà che in casi di ricorsi, oppure di infrazione del regolamento. Per il resto l’amministrazione è autonoma. Ed infine si oppone che il provvisorio sarà un provvisorio austriaco e durerà in eterno. Ciò dipenderà dai fiemmesi, conclude l’oratore. Se essi, compresi dall’importanza di questo momento affideranno il nuovo consesso in mano di uomini onesti, sinceri, amanti del popolo e del benessere della valle, il provvisorio cederà presto il campo ad un definitivo migliore.

L'adunanza femminile pro università

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

si abbia una risposta: è la voce del popolo intiero, e‘ la voce di tutti gli italiani! (Grandi applausi).

Di un partito e un programma radicali in Italia

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
  • Politica
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Nitti non si chiede poi perché questo radicalismo, che dovrebbe perciò essere il programma ovvio e spontaneo della politica del nostro paese, rimanga tuttavia in potenza: e come si abbia invece una politica opposta, di quietismo, di clericalismo, di cattive leggi e cattive riforme.

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Il N. vuole che si abbia presente un piano organico consapevole di graduale nazionalizzazione, che potrebbe, dopo qualche diecina d'anni, trasformare radicalmente, per effetto di questo colossale demanio pubblico, le condizioni finanziarie dello Stato e l'economia nazionale.

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Nella vita dello spirito e delle coscienze questo occupa ancora una grandissima parte in Italia:.che la pratica di esso si rinnovi, rianimata da un pensiero vivo e fecondo, che dell'ufficio suo nella vita delle coscienze e nella vita sociale si abbia una idea meno farisaicamente esteriore, più sana e più giusta, che in questa atmosfera grave di volgarità intellettuale e morale passi una corrente viva ed un alito caldo di pensiero e di volontà rinnovatrice, e le condizioni politiche della vita italiana muteranno profondamente; ed i programmi che oggi sono inutilmente tracciati troveranno allora animi pronti a volerli ed a metterli in atto.

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I primi cattolici in Parlamento

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Questa preferenza spontanea dei cattolici per l'attività locale è mostrata anche dalla posizione che essi conquistarono in breve nell'associazione dei comuni italiani, che è ora in mano loro e di moderati molto affini.Sembra però che il successo dei clericali abbia mortificato questa giovane e promettente associazione. In verità, i pochi cattolici intelligenti che, entrati in essa, vi hanno conquistato una posizione di preminenza, non vi portavano contributo di forze sociali vive e mature a nuove riforme e conquiste. Il successo fu di poche persone, non di un partito.

Pagina 100

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
  • Politica
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Si è molto scritto in Italia sulla crisi religiosa in Francia e sulla separazione, ma non credo che il lettore italiano abbia potuto farsi, da quel che ha letto nei giornali, una giusta opinione sulla gravità di essa, sulle conseguenze gravissime che avrà per l'avvenire del cattolicismo in Francia e sulle ripercussioni sue negli altri paesi di Europa.

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Ma crisi simili, quanto più sono profonde, tanto più promettono di essere anche risolutive; e noi comprendiamo quindi perché l'abbé Lemire abbia accettato di far parte della commissione parlamentare nominata per l'esame delle carte Montagnini e di esserne anche vicepresidente, e si dichiari favorevole, con certe riserve, alla pubblicazione. I cattolici francesi si correggeranno meglio di certi loro errori e guariranno più facilmente da certe illusioni quando avranno osservato più da vicino tutta la gravità degli uni e la vanità delle altre.

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Introduzione

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Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 16-29.
  • Politica
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Certo la propaganda antireligiosa e la scuola laica le infliggono ogni giorno delle perdite non leggere e il popolo italiano si va scristianizzando; ma il processo è assai meno rapido di quel che si creda; e chi, per avere la più grande Italia che egli desidera, attende che il cattolicismo abbia cessato di essere, dovrà ancora attendere molto; e forse intanto la lotta apertamente anticattolica non farà che risvegliare il cattolicismo militante o clericale. In un certo senso, l'Italia è ancora assai lontano dall'essere la Francia.

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Quindi il cattolicismo è, innanzi tutto, e dovrebbe essere in ognuno che lo segue, una filosofia della vita; della quale certo, considerata nelle sue fonti originarie ed autentiche, nessuno oserà dire che non sia una pura e nobile ed altamente spirituale filosofia della vita, una dottrina di vita interiore di purezza di libertà di altruismo di sacrificio, anche se alcuni ne contestano oggi — ingiustamente, come mostriamo altrove — le basi teoricheMostriamo altrove in La filosofia nuova e l'enciclica contro il modernismo, come il cattolicismo abbia una base filosofica (realismo dualistico) solidissima; nei discorsi sulla vita religiosa nel cristianesimo abbiamo cercato di presentare questo appunto come una filosofia pratica della vita.. Oltre di che, questa dottrina si è raccolta intorno, per la virtù originaria che la ha assistita nel suo sviluppo, elementi meravigliosi di successo, così dapoter essere, ed essere in verità, per l'ampiezza e la coesione della sua gerarchia per la bellezza espressiva del suo rituale, per l'efficacia della sua attività sacramentaria, per la umana soavità dei suoi simboli, adatta meravigliosamente ad essere la filosofia della vita, pratica e viva, non di pochi solitarii asceti, ma di un popolo intiero e di tutta una vasta consociazione di genti.

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