Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il movimento politico e il partito popolare trentino

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Da una parte sono i tedeschi, i quali possedendo ora alla Camera il 48,23% dei mandati e prevedendo a ragione di perdere, con la caduta delle curie, questa proporzione che a loro non spetta in base al numero degli elettori, pretendono che nella distrettuazione si abbia riguardo alla cultura e al censo, creando per la città e i centri collegi elettorali più piccoli. E questo nel presupposto che i centri sono prevalentemente tedeschi, la campagna invece non tedesca. L’altra tendenza è propria dei liberali di tutte le nazionalità e vuole col medesimo mezzo della distrettuazione favoriti i centri industriali e le città, come quelle che albergano la borghesia liberale. È noto che queste due tendenze, la liberale e la tedesca, si manifestarono anche nella provincia nostra. D’un canto l’on. de Grabmayr pretese che ai 201.262 abitanti delle città della provincia si assegnassero otto mandati e ai 673.362 abitanti dei comuni rurali, soltanto 13 mandati, dall’altro l’Alto Adige, aderendo a questo principio che faceva valere 25.000 urbani quanto 50.000 rurali, manifestava la tendenza di voler creare privilegi per il partito liberale e gli uomini che lo dirigono. La polemica che ne nacque è nota. Difatti quale è il punto di vista del partito popolare trentino di fronte alle modalità della riforma? Nessuno, se non quello della coerenza, null'altro se non quello della giustizia. Posto una volta il principio dell’eguaglianza del suffragio, non è logico reclamare delle eccezioni a proprio vantaggio, proclamato una volta il suffragio uguale come postulato di giustizia, è ingiusto il fabbricare ad arte disparità ed ineguaglianze. Era nostro dovere di protestare contro codesti artifici anzitutto come italiani, i quali al pari degli czechi, dei croati, degli sloveni e dei ruteni devono richiedere che il suffragio uguale venga applicato rigorosamente e non in modo da mantenere e perpetuare l’egemonia tedesca nello Stato. Era nostro dovere di protestare anche in nome della maggioranza del popolo nostro, il quale non per burla doveva venir proclamato «popolo sovrano». L’oratore passa poi a parlare delle probabili conseguenze del suffragio universale.

Il contraddittorio D.r Degasperi-Todeschini a Merano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Si abbia il valoroso d.r Degasperi le nostre più sentite grazie.

La classificazione dei partiti trentini

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Silli abbia a Trento una casacca per la Lega democratica e oltre a Salorno indossi quella dell’Associazione liberale-nazionale. Davvero quindi che se si volesse classificare esattamente il mondo politico trentino si dovrebbe fare come i naturalisti, i quali oltre gli animali, vegetali e minerali ammettono anche i protisti, regno confuso e indefinito in cui vengono messi tutti i bacilli moderni che vengono scoperti od inventati tutti i giorni. Ciò sia detto semplicemente per la chiarezza del paragone, senza volere con ciò prenderci la rivincita del famoso e delicato epiteto di «rospi» applicatoci in un’occasione ancora più famosa. Vengono terzi nella classificazione comune i così detti clericali. Ed eccovi di nuovo un nome sbagliato che non si riferisce a nessun programma e che noi non accettiamo. Che cosa sia il clericalismo nessuno ve lo sa dire, come la nonna non vi saprebbe dire chi sia l’orco o il salvanello. Ma intanto e i nostri avversari e le nonne adoperano la parola e l’immagine per spaventare ed atterrire. Che importa se l’orco non esiste quando la sua immagine serve agli scopi degli avversari? Qualcuno ha tentato di definire il clericalismo il quale sarebbe l’abuso della religione per scopi politici. Questa definizione io accetto volentieri, perché sarà facilmente dimostrabile che i clericali non siamo noi. Sapete chi era un clericale, secondo questa definizione? Era clericale il sommo sacerdote Caifas, il quale abusò della religione per mantenere la sua influenza ed accusò Cristo di ribellione alla religione ebrea ed al popolo romano, confondendo religione e politica a seconda che gli giovava. Ma non siamo clericali noi seguaci di quel Cristo che insegnò: «Date a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio». Era clericale, per venire a tempi più vicini, don Abbondio che per paura di don Rodrigo abusava del suo posto per tradire due poverelli che chiedevano la benedizione della religione al loro matrimonio. Era un clericale don Abbondio che non si ricordava dei superiori che per abusarne. Ma non sono clericali i nostri preti che col coraggio di fra Cristoforo affrontano le ire dei signorotti, non sono clericali i nostri sacerdoti che anche nella vita pubblica lavorano in un solo spirito coi loro superiori. E osservate la cosa strana; agiscono da clericali quei sacerdoti i quali sono in stretto accordo coi liberali, Caifas strinse alleanza con Pilato e Pilato è il prototipo dei nostri governanti liberali. Don Abbondio agì da clericale quando si piegò alle voglie di don Rodrigo, e don Rodrigo era un liberale di tre cotte, uno di quei signorotti ch’esistono anche da noi, i quali se non mandano in malora un matrimonio hanno però la forza di impedire la formazione di una cooperativa, di una società operaia! L’oratore passa quindi a dimostrare in che consiste invece il cosiddetto clericalismo dei cattolici per concludere che il nostro clericalismo non è che la difesa e la rappresentanza degli interessi religiosi nella vita pubblica. Di fronte a questo nostro programma anche la classificazione dei partiti trentini diventa più facile e più proficua.

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