Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Come si fa e come non si fa. Manuale moderno di galateo

201151
Simonetta Malaspina 17 occorrenze
  • 1970
  • Milano
  • Giovanni de Vecchio Editore
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Se sul piatto, insieme con le posatine, è stata portata anche la coppetta lavadita contenente acqua tiepida e un petalo di rosa (o una fettina di limone), egli la metterà alla sua sinistra col relativo salviettino (a meno che non abbia già pensato a mettercela la persona che serve a tavola). Alla fine del pranzo immergerà la punta delle dita nell'acqua profumata e l'asciugherà col tovagliolo. Questo gesto e simbolico poiché si presume che nessuno si sporchi le mani a tavola. Tuttavia resiste ancora per tradizione, e conclude spesso alcuni pranzi di una certa importanza. Chi non dispone di un servizio adeguato può farne benissimo a meno. Non servite il caffè a tavola. (V. la voce Caffè.)

Se proprio si vuol fare della politica, si abbia almeno il buon gusto di aspettare di aver finito il lavoro o altre occasioni migliori. Se tutto questo vale per gli uomini, a maggior ragione vale per le donne. Le donne che fanno della politica in salotto o in ufficio sono francamente fuori posto. Bisogna rispettare le idee altrui e non imporre a tutti i costi le proprie. La tolleranza non è politica ma è certamente buona educazione.

Se viceversa vi chiedono in prestito un libro, non potete dire di no a meno che il libro non abbia per voi un valore particolare (valore che può) consistere semplicemente in una dedica o in qualche annotazione che voi stessi avete fatto). Quando date un libro in prestito, rassegnatevi mentalmente a perderlo: anche se vi sarà restituito, nel novanta per cento dei casi non sarà più nelle stesse condizioni nelle quali lo avete consegnato. Chi ama i libri spesso non tollera che i suoi beni preziosi siano minimamente sciupati da mani diverse dalle sue: e come gli si può dar torto? Se vi regalano un libro che avete già, non c'è niente di male a domandare se potete cambiarlo. La persona che regala libri in genere li ama lei stessa, e saprà capire la vostra richiesta. Del resto voi stessi potete cambiarli in libreria senza che nessuno lo sappia: è sufficiente che siano ancora avvolti nella carta del negozio nel quale sono stati acquistati. Non sentitevi obbligati a cancellare il prezzo dei libri, a meno che non si tratti di edizioni rare e molto costose. Per i romanzi e i libri correnti si tratta di una cosa inutile: tanto si fa presto a informarsi sul prezzo.

Chi attende poi abbia un po' di pazienza e non si agiti nervosamente. Parliamo ora delle telefonate in casa di amici. Nessuno vi dirà mai di no, quando voi chiederete con bel garbo il permesso di telefonare. Questo non vi autorizza ad abusare, siate perciò brevi. Non chiudetevi dentro la stanza nella quale eventualmente vi hanno lasciato, per raddoppiare o triplicare il numero delle telefonate (qualcuna magari per teleselezione), e per curiosare nell'agenda telefonica dei padroni di casa. Da parte loro i padroni di casa daranno all'ospite piena libertà. Non rimarranno vicino ad ascoltare quello che dice, ma discretamente lo lasceranno solo. Se questo non è possibile, si occuperanno d'altro nel frattempo magari parlando (a bassa voce per non disturbare) con qualcuno o leggiucchiando qualcosa. Se in casa c'è una riunione di amici o un ricevimento e qualcuno chiama al telefono uno dei presenti chi risponde non dovrà assolutamente chiedere "Chi parla?". Il suo compito è semplicemente quello di avvertire la persona chiamata al telefono. Questa, da parte sua, ringrazierà e si scuserà per il disturbo. La telefonata sarà breve. Se per un motivo o per l'altro vi è necessario fare una telefonata interurbana in casa di amici, chiederete al centralino alla fine della conversazione l'importo esatto: lascerete la somma accanto al telefono e avvertirete più tardi la padrona di casa, ringraziandola. Anche se questa protesterà, non riprendete il denaro. Se si tratta di una telefonata per teleselezione, l'ospite non si regolerà grosso modo né costringerà i padroni di casa a calcolare gli scatti. Sarà molto più garbato da parte sua limitarsi a ringraziare e disobbligarsi l'indomani con un mazzo di fiori. Il telefono non dev'essere nemmeno il mezzo meccanico per fare i compiti. Le ragazzine e i ragazzini non devono accaparrarselo per i loro affari di scuola, per gli ultimi pettegolezzi o per i primi amoretti. Con questo non vi esortiamo a servirvi del telefono come se il microfono scottasse. Troppa fretta a volte può essere scambiata per uno sgarbo! Come sempre, c'è la giusta misura. Non allungate i discorso dopo esservi salutati. È molto riprovevole l'abitudine di tormentare chi telefona dando suggerimenti, prendendo in giro, inserendosi a forza nella conversazione. A telefonata ultimata, fate le vostre eventuali osservazioni. Anche nel telefono bisogna seguire un certo orario: non chiamate nessuno alle ore scomode, e cioè durante i pasti, al mattino presto e la sera tardi, anche se siete in rapporti di stretta amicizia. Se proprio la comunicazione è urgente, limitatevi a una breve telefonata con le scuse d'obbligo. Se siete voi a essere chiamati a un'ora insolita, non siate troppo bruschi e non fate capire troppo chiaramente che vi hanno disturbato. Se chi vi ha chiamato è un amico, potete sempre dirgli che lo chiamerete pia tardi; altrimenti dovete fare buon viso a cattiva sorte. Ricordate che è educazione richiamare le persone che hanno telefonato in vostra assenza: non attendete che telefonino nuovamente. E nel chiamarle scusatevi di non aver potuto rispondere subito alla prima chiamata. Come si telefona? Anzitutto mai esordire con un "Pronto, chi parla?", ma presentarsi subito, com'è logico. Quindi chiedete di parlare con chi vi interessa, se questi non è venuto direttamente a rispondere all'apparecchio. Non declinate titoli professionali quando telefonate a persone amiche, ma usateli pure per telefonate di lavoro o di affari. Quando ricevete una comunicazione interurbana dovete tenere in debito conto il passare dei minuti. Se chi chiama accenna a concludere la conversazione, non trattenetelo con altri argomenti o interminabili saluti. Ed ora parliamo degli sbagli telefonici. Può capitare a tutti di comporre un numero sbagliato: poiché avete disturbato la persona che ha risposto, scusatevi con lei. Quando si verifica un contatto di cui non siete responsabili e vi trovate a richiamare più volte la stessa persona, non imprecate come se lo sconosciuto fosse colpevole del disguido, ma spiegate che l'errore non è vostro e dimostratevi spiacenti di continuare a disturbare. Se invece siete voi a rispondere a una persona che ha sbagliato, siate comprensivi. E se, per un contatto, la persona continuasse a rifare il vostro numero, lasciate per qualche minuto il microfono staccato: il contatto non si ripeterà e l'interessato potrà finalmente chiamare il numero desiderato. Se vi capitasse di ascoltare una conversazione tra persone sconosciute, non indugiate nell'ascolto ma riappendete subito il microfono. Ascoltare fatti che non vi riguardano è riprovevole, e lo è ancora di più interloquire nella conversazione con frasi che vi sembrano magari spiritose ma che sono soltanto indice di estrema maleducazione. Non usate il telefono per fare scherzi. L'anonimato dietro il quale siete trincerati aumenta la vostra colpa. Uno scherzo telefonico equivale in un certo senso a una lettera anonima. Se siete voi la vittima di questo scherzo, limitatevi a rispondere con tono risoluto e abbassate il microfono. Nel caso lo scherzo inopportuno continuasse a molestarvi, potete chiedere all'azienda telefonica di mettere sotto controllo il vostro apparecchio, in modo da poter registrare le telefonate in arrivo e il luogo di provenienza, il che spesso porta a individuare il colpevole maleducato.

Può anche darsi che un maestro o una maestra abbia qualche preferenza per un allievo invece che per un altro, ma questo, più che una regola è un caso eccezionale, e più spesso accade che alla base dei piccoli drammi scolastici ci siano dei malintesi. E’ importante che i genitori vadano a parlare con gli insegnanti, di tanto in tanto, nelle ore stabilite per i colloqui. Trascurare questa possibilità di incontro può dar luogo a equivoci. Non è giusto, infatti, che ascoltiate soltanto la versione di vostro figlio sui fatti scolastici, e che magari crediate alla sua dichiarazione di non essere capito. Molto spesso questo atteggiamento è soltanto un modo poco onesto per nascondere la propria incapacità: se il bambino non rende a scuola non significa necessariamente che l'insegnante non è all'altezza del suo compito, ma il più delle volte vuol dire che lo scolaro non studia abbastanza, è distratto, e non fa i compiti a casa come dovrebbe. Non aiutate il bambino a fare i compiti. Se non ce la fa, pazienza. Deve imparare a cavarsela da solo, e da solo risolvere i suoi primi problemi di lavoro. Ai genitori non tocca altro dovere che quello di esortarlo, incoraggiarlo, pretendere che tutti i compiti siano fatti (un controllo serale è sempre opportuno) e parlare periodicamente con gli insegnanti per stabilire con loro un rapporto di intelligente collaborazione. Il bambino, cioè, deve sentirsi seguito ma non aiutato. È la sua intelligenza, non la sua pigrizia, che dev'essere stimolata. Altra raccomandazione importante: non fate regali all'insegnante. Può darsi che nel corso dell'anno scolastico (per esempio a Natale o a Pasqua) sia gentile e opportuno offrire fiori all'insegnante: ma solo se lo faranno anche altri scolari. I fiori, poi, vanno portati esclusivamente a scuola, mai a casa: qualsiasi dono può essere giustamente rifiutato dall'insegnante che se lo vedesse recapitare al proprio indirizzo di casa. Nessun regalo, quindi. Anche nei rapporti con i compagni di scuola il piccolo scolaro deve imparare a tenere bene in mente le prime basi del saper vivere. Insegnategli quindi a essere modesto, a non vantarsi della professione del padre e tanto più a non pavoneggiarsi per cose come l'automobile, la villa al mare, la barca. E’ brutto ascoltare un bambino che si vanta con coetanei meno fortunati di lui: se scoprite che vostro figlio si dà delle arie, non esitate a punirlo come si merita. Un bambino dev'essere gentile con gli adulti. Nel caso particolare della scuola, deve rispettare l'insegnante. Per nessun motivo incoraggerete un suo tentativo di ridicolizzare la maestra o riderete per una frase spiritosa contro di lei. Si sa che in tutte le epoche gli alunni hanno sempre preso in giro gli insegnanti: ma non devono avere (come spesso hanno oggi) l'approvazione divertita dei genitori. Gli scolari non si devono mai sedere prima che si sieda l'insegnante. Se sono già seduti, si alzeranno non appena arriva in classe l'insegnante e rimarranno in piedi fino a quando quest'ultimo non li avrà invitati a sedere. I bidelli devono essere rispettati. Le mance non devono essere date dai bambini, ma dai genitori. Anche se non vi piacciono, per qualche motivo, i metodi didattici dell'insegnante di vostro figlio, non date mai un giudizio negativo in presenza di quest'ultimo. Il bambino deve avere fiducia nei suoi maestri, comunque essi siano, altrimenti il suo rendimento diminuirà, e a suo danno. Guardatevi bene dal coltivare in lui la convinzione di essere la vittima innocente di una persecuzione sistematica e premeditata. Non create antagonismi Se proprio ritenete necessario che il bambino cambi scuola, o classe, dategli una spiegazione che lo soddisfi senza rivelargli la verità. Per nessuna ragione potete telefonare a casa agli insegnanti di vostro figlio. Come abbiamo detto ci sono ore prestabilite per i colloqui e rivolgersi ai maestri direttamente sarebbe una grave indelicatezza. Nel caso aveste bisogno di un colloquio straordinario per motivi particolari, potete chiederlo attraverso la segreteria della scuola. Per lo stesso motivo non fermate per strada l'insegnante che incontrate per caso, per chiedere notizie sul profitto del vostro bambino. Limitatevi a salutare cortesemente. Se un ragazzo ha bisogno di ripetizioni i genitori non devono dipingerlo al nuovo insegnante come la vittima di svariate ingiustizie da parte dei professori. E nemmeno criticare per altri motivi l'insegnante del figlio. L'unico vero motivo delle lezioni sta nel fatto che vostro figlio non ha studiato abbastanza: accettate questa realtà e non recriminate inutilmente addossando ad altri una colpa che è soltanto del ragazzo. Il pagamento delle lezioni è un problema che riguarderà esclusivamente voi e l'insegnante: il ragazzo non dovrà assolutamente intervenire e tanto meno provvedere direttamente alla consegna del denaro. Il compenso dovrà essere pattuito prima dell'inizio delle ripetizioni. Non pretendete di assistere alle stesse: avreste l'aria di non aver abbastanza fiducia nelle capacità dell'insegnante. Nei rapporti con i genitori dei compagni di scuola di vostro figlio siate cauti. Un giudizio espresso innocentemente potrebbe essere frainteso e riferito distorto a chi non vorreste lo sentisse. Non vantate le doti intellettuali dei vostri figli, i loro successi scolastici e qualsiasi altra qualità: così facendo, attirereste su di loro soltanto antipatia. Cercate di conoscere i compagni di scuola preferiti dei vostri figli invitandoli qualche volta in casa e osservandoli senza averne l'aria. Insegnate ai vostri ragazzi a essere cordiali e gentili con tutti e a non darsi arie qualora fossero più bravi degli altri. In conclusione, l'insegnamento dei genitori dev'essere parallelo a quello scolastico, senza contrasti e senza malumori. Attraverso la collaborazione, genitori e insegnanti potranno veramente trasformare qualsiasi ragazzo e farne un uomo capace di vivere serenamente.

È logico che sia l'uomo a occuparsi di tutto ciò, perché si presuppone che egli abbia più pratica della moglie nel preparare bevande alcoliche. Bisogna tener presente che non tutti amano l'alcool, e quindi bisogna avere sempre nel frigorifero qualche bottiglietta di succo di frutta o altra bevanda analcolica. Non è necessario abbondare con salatini e olive: bastano due piattini, tanto per accompagnare il liquido. A un cocktail gli uomini vestiranno di scuro, e le signore indosseranno abiti da pomeriggio elegante. Se il cocktail è di poche pretese, le signore potranno indossare un semplice abito di tessuto elegante, o un tailleur da pomeriggio ravvivato da un bel gioiello. Naturalmente se il cocktail ha un tono molto elegante, bisogna regolarsi di conseguenza. Le signore, potranno indossare un abito un po' scollato e portare in testa un'acconciatura-cappello: quest'ultima, oltre tutto, è quasi obbligatoria se la signora non è più molto giovane. Le giovanissime, per un cocktail molto elegante, potranno sfoggiare qualche scollatura più audace, meglio se accortamente velata. Nessuna donna, comunque, deve dimenticare che la propria eleganza si misura dal suo saper adattarsi alla circostanza, all'ora e al proprio fisico. Ragazzi e bambini sono esclusi dai cocktail, e non solo quelli degli invitati, ma anche i bambini dei padroni di casa saranno allontanati.

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E prima di affidare un bambino alla sorveglianza di una ragazza alla pari, assicuratevi che essa abbia un opportuno senso di responsabilità. Fate in modo che l'adattamento della giovane alla vostra casa sia graduale, non spaventatela con una mole di cose da fare, non trattatela con sussiego. Non esprimete mai giudizi negativi sul paese dal quale viene o sul popolo al quale appartiene. Non criticate le sue abitudini. Inutile dire che anche la ragazza avrà il buon gusto di non esprimere critiche o ridicolizzare certi aspetti della vita italiana che non approva. Questa comprensione e questa discrezione fanno in fondo parte della normale educazione di qualsiasi turista che si rechi all'estero e di qualunque persona abbia come ospite uno straniero. Presentate la ragazza ai conoscenti come fosse un'amica di famiglia, e quando ricevete ospiti di riguardo non chiedetele di rimanere in camera sua. Se proprio non desiderate ricevere amici in sua presenza, offritele una distrazione-regalo: un concerto, un film, uno spettacolo.

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Molte volte succede che una donna abbia una cuccetta in mezzo a cinque uomini, o viceversa. In questo caso si può benissimo chiedere un cambio al controllore: se è possibile vi accontenterà. Se invece non è possibile, non c'è bisogno di dare troppa pubblicità al proprio imbarazzo. La donna si coricherà per prima qualunque sia la sua cuccetta. Se durante la notte doveste recarvi in toletta, vi alzerete con la massima discrezione, senza svegliare nessuno. Due o più persone parenti o amici, si guarderanno bene dal tenere sveglia tutta la compagnia con le loro conversazioni serali o addirittura notturne. Chi la mattina si alza di buon'ora non ne approfitterà per fare il gallo dello scompartimento. Lascerà che gli altri dormano tranquillamente e non darà in smanie mattutine aprendo e chiudendo in continuazione la porta dello scompartimento. La mattina, naturalmente,è necessario un minimo di toletta, ma questo non autorizza a tenere occupato il gabinetto troppo a lungo.

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Se lui deciderà di regalarvi un anello di famiglia, non dovrete pensare che abbia voluto risparmiare. Al contrario. Un anello di famiglia è indicatissimo per una circostanza come questa. Dovrete intenderne il doppiovalore e non pretendere di cambiare la montatura. Specialmente se si tratta di un gioiello antico, pecchereste di cattivo gusto e di scarsa sensibilità verso il vostro fidanzato. 2. Consigli per i fidanzati. Ricordate che per ogni donna l'anello di fidanzamento è molto importante.Non sottovalutate il desiderio della vostra fidanzata e non scambiatelo ingiustamente per avidità. Lei, forse, ne farebbe a meno volentieri perchè vi ama e questo le basta: ma intorno a sè ha una schiera di amiche e di parenti che continuano a tormentarla e a chiederle: "Quando ti darà l'anello?". E lei non sa cosa rispondere. Sappiate comprenderla, quindi, e non biasimatela. Un tempo il regalo dell'anello imponeva una vera festa, con amici e parenti. Oggi, per fortuna, questa imposizione sociale non esiste più e potete offrire l'anello alla vostra ragazza in un'atmosfera più intima, alla sola presenza dei genitori. Quale pietra scegliere? La pietra tradizionale, voi lo sapete, è il brillante. Ma ormai le abitudini sono diventate meno rigide e potrete benissimo scegliere tra pietre di minor prezzo e valore. A parità di costo, tuttavia, c'è ancora chi preferisce un microscopico brillante a una grossa acqua marina: fate come credete. La soluzione migliore è di recarvi dal gioielliere con la fidanzata, dopo preventivi accordi con lei sulla pietra da scegliere. 3. Consigli per i genitori. Non immischiatevi in una faccenda che non vi riguarda, a meno che non siate espressamente invitati a dare un consiglio. Non prendete posizione contro il fidanzato che ha dato a vostra figlia un anello inferiore alle sue aspettative; se lui le vuole veramente bene (come non c'e motivo di dubitare), le regalerà un bel gioiello "dopo", quando la sua posizione economica sarà più sicura. A nostro avviso, l'anello di fidanzamento non dovrebbe mai essere un regalo dei genitori di lui: anche a costo di diminuire il valore della pietra o addirittura di rinunciare all'anello, questo pegno d'amore dovrebbe essere esclusivamente un suo regalo. Soltanto così può avere veramente valore per una ragazza innamorata. 4. Consigli generali. Come scegliere la pietra? Quella classica, come abbiamo già detto, è il brillante, piccolo o grande che sia. Altrettanto indicati sono lo zaffiro, lo smeraldo e il rubino. La perla è meglio escluderla: la credenza popolare vuole che porti lacrime. Questa riserva, naturalmente, cade qualora fosse la ragazza stessa, per nulla superstiziosa, a desiderare un anello con la perla. È consuetudine che la fidanzata ricambi il regalo con un altro regalo. Ma niente anello, per carità. L'uomo non porta anelli per nessun motivo. Scegliete invece altre soluzioni: gemelli preziosi, orologio da polso o da taschino, ecc. In caso di rottura del fidanzamento, tutti i regali di un certo valore vanno restituiti insieme con le lettere. Non si restituiscono invece oggetti personali (per esempio una borsa), libri e dischi. È scorretto da parte di una ragazza tenersi l'anello "per ricordo": esso va restituito, prima di ogni altra cosa. Anche se il fidanzato insiste perché lo tenga, la ragazza ha il preciso dovere di restituirglielo comunque. Se un "ricordo" potrà rimanere, esso dovrà essere disinteressato.

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Soltanto i parenti e gli amici molto intimi potranno portare il regalo personalmente, ma allora è necessario che il dono abbia un certo valore. Gli sposi dovrebbero ringraziare subito chi manda un regalo, ma non c'è niente di male se attenderanno il ritorno dal viaggio di nozze. Quanto spendere per un regalo di nozze? Se non ci si può permettere un dono adeguato alla posizione sociale degli sposi, è meglio mandare dei bei fiori che ugualmente esprimeranno il vostro augurio di felicità. 14.Per Prima Comunione e Cresima. I regali tradizionali erano a carattere eminentemente religioso. Ma oggi si preferiscono oggetti pratici e utili anche per l'avvenire. Per esempio, una penna stilografica, un orologio da polso, un braccialetto, una o piu monete d'oro, o persino un libretto di risparmio con una certa somma. Quest'ultimo regalo, però, è possibile soltanto quando tra i padrini e la famiglia del figlioccio esiste un buon grado di confidenza. (V. anche alle rispettive voci.) 15.Per un Battesimo. I regali classici sono: portatovagliolo, posatine, catenina e medaglietta. Ma a questi doni se ne possono aggiungere molti altri più pratici e meno pretenziosi: completini da pappa, golfini, bavaglini ricamati, e così via. Chi non desidera impegnarsi con un regalo, può mandare alla mamma un mazzo o cesto di fiori bianchi. 16.Per una laurea o una festa di fidanzamento. In tutt'e due questi casi, per quanto diversi, si usa comportarsi in genere allo stesso modo. Se l'occasione comporta un ricevimento, si mandano fiori alla festeggiata (quando si tratti di una donna) o si porta a mano un regalino; se il festeggiato è un ragazzo, si potrà portargli un regalo ma non fiori. Ancora fiori invece se la festa è di fidanzamento, ma in questo caso sono diretti alla fidanzata. 17.Per le nozze d'argento e d'oro. Fiori e regali, anche se non strettamente d'obbligo, sono consigliabili. Gli sposi che celebrano venticinque o cinquant'anni di matrimonio meritano l'affettuosa attenzione dei figli e degli amici più cari, i quali invieranno alla coppia dei fiori o un altro regalo. Anche i coniugi si scambieranno un dono. 18.A un malato. I malati gradiscono i regali, che dimostrano il pensiero e l'interessamento di parenti e amici. Per un vero e proprio regalo è necessario che tra il malato e il donatore ci sia un rapporto di confidenza, altrimenti si commette un errore di gusto. I fiori (purché la malattia non sia grave) restano sempre il dono migliore e meno impegnativo. 19.Ai domestici. In qualche occasione particolare è gentile fare un regalo ai propri domestici. Non crediate che la mancia possa sostituire il regalo: essa ormai è diventata un obbligo, non è più considerata regalo. Sarà bene quindi che il dono consista in un oggetto utile. 20.Per il Natale. Il Natale è la gran festa dei regali, regali per tutti. Ci permettiamo di darvi alcuni consigli che forse vi torneranno utili. Non fate regali troppo costosi, a meno che non siate costretti da una circostanza particolare. La persona che ricevesse un dono così importante si sentirebbe in obbligo verso di voi e costretta a ricambiare, sostenendo magari una spesa troppo pesante. E non fate neppure regali troppo spiritosi, di quelli cioè che sono graziosi a guardarsi ma che in realtà non servono a nulla. Di solito questi oggetti divertenti sono costosi e non valgono mai il loro prezzo. Astenetevi dal fare regali a persone che vi sono superiori nel lavoro: chi lo riceve potrebbe pensare che vogliate conquistarne i favori e rischiereste di conquistarne invece l'antipatia. Se il vostro regalo viene frainteso, diventa un vero sbaglio. Ammesso è invece il dono fatto da parte di tutto l'ufficio. Attenzione ai doni che possono dispiacere o urtare la suscettibilità di qualcuno, nonostante la vostra buona intenzione. Non regalate saponette da bagno o altri oggetti da toletta a persone che non appartengono alla stretta cerchia della vostra famiglia; e neppure il deodorante di marca alla collega d'ufficio... non sarebbe un pensierino ma un'offesa bella e buona! È bene non regalare anche quegli oggetti ai quali la superstizione ha attribuito significati nefasti (i fazzoletti che portano lacrime, le spille che portano litigi, ecc.), a meno che sappiate di donarli a persone che non credono a queste dicerie. Non regalate oggetti troppo utili a chi vive in ristrettezze economiche. Il consiglio può sembrare strano, ma non lo è: almeno una volta ogni tanto aiutate questa persona a sognare un po', regalandole un oggetto di quelli che essa ammira soltanto nelle vetrine! Come si ricevono i regali? Con entusiasmo, s'intende; ma senza troppe manifestazioni se, per caso, fosse presente una persona che invece non vi ha portato niente. I doni non molto importanti o destinati a persone con le quali si è in grande confidenza vanno consegnati personalmente; i regali di un certo valore o destinati a persone con cui non si è in dimestichezza devono essere recapitati dal negozio presso il quale sono stati comperati, accompagnati da un biglietto di visita. Chi riceve un regalo deve sapere subito chi è il mittente, per ringraziare il più presto possibile. I regali brutti vanno accettati con entusiasmo, come se si trattasse di un oggetto desiderato senza assumere un atteggiamento critico. Se ricevete un regalo molto impegnativo che in un certo senso vi mette in imbarazzo, non affrettatevi a ricambiarlo ma aspettate un'occasione propizia. Quel ricambiare subito equivale a una scortesia, come se si volesse subito togliersi di dosso un pensiero che disturba, non voler essere grati a nessuno, dimostrarsi superbi. Non fate regali a base di soldi: comunque lo mascheriate, il denaro serve a pagare, non a manifestare gratitudine e affetto. Un regalo-soldi molto spesso è sintomo di pigrizia, non di generosità. Quando i vostri bambini ricevono un regalo devono ringraziare personalmente e con garbo. I regali si possono cambiare in certi casi. È più gentile che sia il donatore a occuparsi del cambio, ma spesso per praticità è la stessa persona che ha avuto il dono a provvedere; è necessario in questo caso che il negozio sia avvertito in precedenza.

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La conversazione continua con la speranza che gli ospiti si siano affiatati tra loro e la padrona di casa non abbia più bisogno di riscaldare l'atmosfera o di trovare argomenti di interesse generale. Se a tavola è sconsigliabile fumare, oltre che contrario alla buona educazione, questo è il momento di accendere una sigaretta. Dopo una colazione, gli invitati possono trattenersi un'oretta o poco. Un invito a pranzo, viceversa, sottintende un invito a trascorrere insieme la serata: gli ospiti si regoleranno secondo le abitudini della famiglia dalla quale sono stati invitati. Come regola generale, però, bene non superare la mezzanotte, soprattutto se il giorno successivo è feriale. La sera, oltre al caffè e ai liquori si può offrire anche qualche cioccolatino o altro pasticcino. Poiché non tutti piano prendere il caffè a ora tarda, è bene chiedere quali invitati lo gradiscono: in ogni caso bisogna sempre avere in dispensa un po' di caffè decaffeinato per le persone che preferiscono questa bevanda. Non è gentile invitare alcuni amici per il pranzo e altri per il dopo pranzo, anche se questa cattiva abitudine è ormai comunemente accettata. È una discriminazione offensiva. Si può ammetterla soltanto se le persone invitate dopo, pranzo hanno dovuto rifiutare per motivi personali (lavoro, figli, ecc.) l'invito a pranzo: in questo caso la proposta non può più risultare scortese. Comunque non bisogna lasciare al caso l'arrivo di questi ospiti, ma precisare l'ora, per evitare che giungano troppo presto, quando si è ancora a tavola. Altrimenti la padrona di casa si troverebbe nell'imbarazzante situazione di dover ricevere i nuovi ospiti in sala da pranzo, o di affrettare la fine del pasto, o di fare attendere i nuovi arrivati da soli, oppure di alzarsi prima degli altri da tavola. Se arriva all'improvviso una persona dopo la seconda colazione, che cosa si deve offrire? Il caffè, o un liquore, o tutt'e due. Assolutamente da escludere il tè, che si serve soltanto dalle quattro in poi. È però sconsigliabile recarsi a far visita nelle prime ore del pomeriggio che generalmente sono destinate a un breve riposo.

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Non insistete neppure per fare un piacere a una persona: può darsi che questa non abbia la minima intenzione di farsi aiutare. Una raccomandazione particolare alle padrone di casa; non insistete mai perché i vostri ospiti si servano una seconda volta della torta o del tè, o perché restino quando desiderano andar via, assicurandovi che proprio non possono rimanere di più. Non insistete per sapere qualcosa che evidentemente non vi si vuole dire. Se un amico sorvola sui particolari di un fatto, non chiedeteglieli; se poi si tratta di persone, e probabile che egli non voglia citarne i nomi per motivi di discrezione. A vostra volta, non insistete su un particolare sgradevole. L'insistenza va esclusa da qualsiasi rapporto umano. Se un amico insistente può essere semplicemente noioso, un innamorato o un coniuge diventano insopportabili. Quando vi si dice "no" s'intende generalmente "no". Per avere una risposta diversa occorre un'arma meno evidente e meno invadente dell'insistenza: occorre un po' di diplomazia.

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Se qualcuno è un po' sgarbato, sappiate essere generosi e non risentitevi: è probabile che la persona abbia qualche grattacapo per conto suo e non ce l'abbia con voi. Certo non si comporta bene: ma non giudicatela con troppa severità. Il vostro nervosismo, aggiunto al suo, potrebbe provocare una lite evitabilissima. Se siete legati al vostro superiore da un rapporto di amicizia precedente a quello di lavoro, dimenticatelo. La vostra situazione privilegiata non deve pesare su quella dei colleghi: non avete il diritto di approfittame a vostro vantaggio. Cercate anzi di tenere questa amicizia nei limiti di un'affettuosa discrezione. Non scambiate l'ufficio per casa vostra. Nei cassetti della scrivania non tenete oggetti che non riguardano il vostro lavoro. Non approfittate dei momenti liberi per scrivere lettere personali o per telefonare a casa. Dovete essere leali anche nelle piccole cose: rubare tempo è rubare denaro. Se sapete che un vostro collega ha commesso uno sbaglio, non mettetelo in evidenza. Se lo faceste (gli altri superiori compresi), vi giudicherebbero nel peggiore dei modi. La solerzia e la buona volontà non hanno niente a che vedere con un simile atto. Non offendetevi se il vostro lavoro non è apprezzato come dovrebbe essere. Di solito i superiori non sono molto prodighi di lodi e danno per scontato che il lavoro debba essere fatto bene. È quando il lavoro è mal fatto che si ricordano di dare un apprezzamento: e in questo caso è negativo. Se avete qualcuno alle vostre dipendenze non cadete negli stessi errori che rimproverate ai vostri superiori. Non trattate le persone con sufficienza, siate gentili, siate indulgenti. Allo stesso tempo, però, non siate eccessivamente cordiali. La cordialità non deve mai precipitare nella confidenza. Per comandare e guidare ci vuole sempre un po' di energia. Ma non usate mai le "frecciate": molto meglio un rimprovero schietto che una battuta sarcastica. Non cercate di rendervi simpatici a ogni costo ai vostri colleghi. Dimenticate subito il vostro repertorio di barzellette, e non distribuite sorrisi a destra e a sinistra fin dal primo giorno. È sufficiente che siate cortesi con tutti. Se un collega vi chiede un favore non rifiutateglielo, purché non siate costretti ad abbandonare il vostro lavoro. Non criticate i vostri superiori non appena questi vi voltano le spalle. Inutile aggiungere che dovete essere sempre puntuali: in molti uffici c'è un orologio che controlla le entrate e le uscite, ma in altri gli orari sono affidati al vostro senso di responsabilità. Molto spesso i capufficio sono esigenti nel pretendere la puntualità all'entrata ma non altrettanto nel fare uscire gli impiegati all'ora stabilita. I supereroi devono rendersi conto che le persone hanno anche una vita privata e di conseguenza impegni diversi da quelli di lavoro. Gli impiegati spesso non sanno difendere quello che è un loro preciso diritto. Da una parte e dall'altra ci vuole comprensione. Il capufficio non pretenda che i suoi impiegati facciano più di quanto il loro stipendio e il loro contratto di lavoro li obbliga a fare, e gli impiegati non si sentano sempre vittime indifese. Un chiaro dialogo può eliminare certe scontentezze e organizzare meglio il lavoro. Consigli speciali per le donne che lavorano in ufficio. Anzitutto essere gentili ma diffidenti, cordiali ma prudenti. Astenersi dai pettegolezzi (nei quali sono più pronte a cadere), dal fare telefonate personali, distinguere la propria vita privata da quella di lavoro. Le ragazze non vadano in ufficio per trovare marito: lascino in pace gli scapoli e soprattutto i mariti delle altre, e scoraggino i primi tentativi di corte. Se accettano un passaggio in macchina dal superiore, non lo interpretino come una proposta di matrimonio o peggio. Una segretaria troppo cortese e troppo elegante può essere criticabile come una segretaria sgarbata e trasandata. Non tutte le segretarie sono in buona fede quando si dimostrano troppo solerti o scambiano l'ufficio per una sfilata di moda. In ufficio si deve andare soltanto per lavorare: la vita privata deve rimanere quanto più possibile al di fuori. Ne consegue che anche le donne (anzi, soprattutto loro) hanno il dovere di scoraggiare l'intrusione altrui nelle proprie questioni familiari e sentimentali. Se un collega comincia a essere troppo galante e servizievole, siate prudenti nell'accettare le sue attenzioni. È vero che molti matrimoni sono nati in ufficio, ma è anche vero che molti altri ci sono morti. Come vestirsi in ufficio? Con sobria eleganza e proprietà. Se siete uomini, barba fatta, camicia perfetta, impeccabile nodo alla cravatta. Siate sempre in ordine, e non disdegnate l'uso del deodorante che non serve soltanto alle donne. Se siete donne, vestite con semplicità, eliminando minigonne, scollature eccessive, bigiotteria vistosa, abiti troppo aderenti. Un po' d'acqua di colonia andrà bene, purché discreta; non mettete profumi, inadatti a un ambiente di lavoro. Potete truccarvi? Certo, anzi è necessario, entro certi limiti un trucco giovane e sobrio che dia un po' di colore alla pelle e alle labbra. Unghie curate, di giusta lunghezza. Anche per voi è necessario il deodorante. Nel cassetto della scrivania tenete magari un paio di calze di ricambio, nel caso le vostre si dovessero sfilare, e l'occorrente per riattaccare un bottone o rifare un orlo.

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Possibile dunque che il galateo abbia a che fare anche con lo zoo? Possibile che disciplini perfino i nostri rapporti con gli animali? Sì, è così. Anzitutto bisogna tener conto che il rispetto degli animali. È un segno di civiltà e non di dabbenaggine come a torto credono alcuni. In secondo luogo bisogna non trascurare il regolamento che impone di lasciare in pace le bestie. Se poi il regolamento dice di non dare da mangiare agli animali, non trasgreditelo. Insegnate ai vostri bambini l'amore per gli animali, ma anche a trattarli con prudenza. Non tollerate che diano loro fastidio. Una visita allo zoo, sotto questo aspetto, è utile e istruttiva.

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Se dovete uscire la sera, cercate di organizzarvi in anticipo, senza ricorrere all'ultimo momento all'aiuto di qualche parente generoso e paziente; può darsi che anche lui (o lei) sia impegnato o abbia voglia di andare a dormire o desideri vedere in santa pace un programma alla televisione. Se vi è possibile, evitate di portare i figli piccoli in visita e di imporre la loro turbolenta presenza alle persone che vi vengono a trovare. I bambini, si sa, sono molto carini a vedersi e fanno tenerezza, ma cominciano a diventare noiosi non appena si mettono a giocare tra le gambe degli invitati, a chiacchierare a vanvera, a intromettersi nelle conversazioni dei grandi, a piangere, a scatenarsi. La responsabilità di questa invadenza, logicamente, non è dei piccoli ma dei loro genitori e in particolare delle mamme: quante di loro intrattengono le persone con l'interminabile racconto delle prodezze dei figli? Nella maggior parte dei casi le "prodezze" sono soltanto fatti normali e naturali, e perciò non stupiscono nessuno. Quando i bambini sono molto piccoli e non si ha una persona di servizio, bisogna rassegnarsi a non uscire spesso la sera. Non si può continuare ad affidare i piccoli alla vicina di casa gentile o alla portinaia, oppure costringere una nonna o una zia a fare da baby-sitter ai nipoti. Un rifiuto, in questi casi, non deve offendere i genitori del bambino: il torto è di chi ha approfittato per troppe volte della cortesia altrui, arrivando al punto di considerarla un dovere. Ma parliamo adesso dell'educazione dei bambini, che oggi è diventata un argomento alla moda. Lasciando da parte le teorie dei pedagogisti e degli psicologi, che non interessano il nostro galateo, ci limitiamo a raccomandare ai genitori una sola cosa: che i figli siano "veramente" educati. A volte l'eccessiva indulgenza porta conseguenze spiacevoli: i bambini, quando si sentono troppo importanti e osservati, tendono a diventare saccenti e petulanti. L'educazione di un bambino si concreta, anzitutto, nel rispetto per gli adulti. Per prima cosa la mamma abituerà suo figlio a rispettarla e a rispettare il padre, la nonna, i parenti, dosando nel giusto modo tenerezza e severità. Nessun bambino va picchiato, perché l'educazione non s'impartisce a suon di ceffoni e scappellotti. Ma una buona madre non si arrenderà a un capriccio e non cederà ai piccoli ricatti infantili: la miglior politica, in questi casi, è l'indifferenza. È evidente che non esiste un'età precisa dalla quale scatti l'operazione- educazione. Il bambino deve abituarsi subito a una disciplina, ed è sconsigliabile dargli la sensazione di essere il re della casa: un bambino è un bambino e non bisogna farlo diventare un tiranno.

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Una signora che abbia perso il marito può avere un biglietto di visita con scritto "vedova X"; però questo tipo di biglietto è un po' in disuso. Una signora appena sposata avrà il biglietto di visita recante prima il cognome del marito, quindi il proprio. La signora (o la signorina) laureata avrà' anch'essa due tipi di biglietti di visita; in uno ci sarà' soltanto nome e cognome (se è' sposata a sempre quello del marito), nell'altro, nome e cognome da signorina, preceduti dal titolo accademico. Il primo servirà per esprimere auguri, ringraziamenti, condoglianze, per rispondere o mandare inviti. Il secondo servirà' esclusivamente per i rapporti di lavoro e di affari. Chi ha un titolo nobiliare dovrebbe astenersi dal decorare il suo biglietto con corone o stemmi, ed evitare di far precedere il nome da un altisonante titolo. Regola prima: mandate le bomboniere soltanto a nozze avvenute e a chi vi ha già mandato un regalo. Inviarle prima delle nozze significherebbe quasi sollecitare un dono. Regola seconda: evitate di scegliere bomboniere troppo originali. Chi non può permettersi di comprare bomboniere in argento, scelga piattini o cestini di porcellana e di cristallo, o magari di ceramica e di vetro. L'importante è che siano semplici. L'eleganza non esige bomboniere diverse dalle solite, e se non siete sicuri del vostro gusto è meglio che non vi avventuriate tra le molteplici scelte, non sempre belle, che offrono i negozi specializzati in questo genere di articolo. Ai testimoni e a chi vi ha fatto un regalo molto bello è sempre consigliabile offrire una bomboniera più bella delle altre, in ricordo della giornata. Tuttavia non dovete neppure dimenticare l'amica che si limitata a regalare una dozzina di strofinacci spiritosi o qualche oggetto poco costoso. Meglio, perciò, calcolare un certo numero di bomboniere in più, e non tutte necessariamente dello stesso valore. I confetti devono essere sempre in numero dispari. Sono racchiusi generalmente in un fazzolettino di tulle, chiuso da un filo dorato nel quale è infilato anche un piccolissimo fiore bianco. Tra i confetti c'è un bigliettino bianco, rettangolare, di solito piegato in due, sulle cui facciate interne sono scritti i nomi degli sposi. Niente data di matrimonio né altra indicazione superflua.

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Se però qualcuno si alza per parlare, non assumete un'aria seccata: fate buon viso a cattivo gioco, e restate col bicchiere in mano ad aspettare che l'oratore abbia finito.

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