Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La freccia d'argento

212122
Reding, Josef 16 occorrenze
  • 1956
  • Fabbri Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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QUALCUNO SA RISOLVERE QUESTO DILEMMA CHE PARE NON ABBIA VIA D'USCITA?

A me pare che distribuendo tutti i regali tu abbia già fatto abbastanza. - Me l'ha detto anche il mio «diavoletto» nascosto, signor cappellano, e ce n'è voluto per chiudergli il becco! - Ma bene! Si vede che alle nostre riunioni serali non ti sei distratto. Però, però... Questo invito puoi accettarlo con la coscienza perfettamente tranquilla. Il vincitore del derby di quest'anno sei tu, e io non credo che un altro possa prender parte al posto tuo alla gara in America. Quanto poi alla speranza che Jörg e Hai possano venire con te, non è probabile che gli Americani sgancino così facilmente i loro dollari da mandar viaggi gratuiti a mezza tribù di San Michele! - Non è necessario. Invece del sottoscritto possono prender parte alla gara di Akron o Hai o Jörg. Il vero vincitore della corsa è la Freccia d'argento, e che sotto il casco ci sia la mia testa o quella di Jörg o di Hai, se non è zuppa è pan bagnato! - Uhm... Non so se oltreoceano si accontenteranno di questa esauriente spiegazione... Ad ogni modo, tenta! - Grazie tante, signor cappellano! Voglio tentare. Spedisco la lettera stasera stessa. - Buona notte, Stucchino! - Buona notte, signor cappellano! - Ma che ragazzo! - mormora il cappellano ridendo compiaciuto, dopo che la porta si è richiusa dietro le spalle di Stucchino. - Di una razza tutta speciale: scavezzacollo e cuor d'oro nello stesso tempo... * * *

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Masters, non può immaginare quanto piacere mi abbia fatto la Sua lettera del 15 maggio. È per me un grande onore essere invitato con la nostra Freccia d'argento alla gara che si disputerà ad Akron. Però vorrei pregarLa vivamente di permettermi di cedere il biglietto per l'aereo e il diritto di partecipazione alla corsa a uno dei due ragazzi di cui ora Le dirò. Questi miei compagni della tribù di San Michele hanno tutti e due sofferto molto per la guerra e meritano più di me un viaggio in America. Tra l'altro io devo per massima parte all'opera loro la mia vittoria di Amburgo. Uno è Hai Stuhm, di tredici anni, profugo del Memel: durante la fuga gli si sono congelate alcune dita. L'altro si chiama Jörg Imhoff, lui pure tredicenne: suo padre è caduto in Africa, a Tobruk, ed egli deve fare lavori d'ogni genere per riuscire a sbarcare il lunario con la sua mamma. Io spero che sul biglietto di viaggio si potrà mettere il nome di uno dei due e che gli sarà concesso di prender parte alla gara. Le sarò grato di una risposta sollecita, perché il tempo stringe. Con rinnovati ringraziamenti per la Sua cortesia, mi dico devotissimo Rolf Ramthor Ecco fatto! Con energia Stucchino verga la sua goffa firma che vorrebbe essere da uomo, scrive rapido l'indirizzo e sul retro della busta nome e indirizzo del mittente; dà poi una leccatina al lato gommato... Puah, che saporaccio! E ora via a impostare. Quando Stucchino giunge davanti alla cassetta rossa e sta per imbucare la lettera, ha ancora un attimo di indecisione: è il «diavoletto» nascosto che di nuovo si fa vivo. E che dice? - Non lo fare! Sei ancora in tempo? Ripòrtati via la lettera e scrivine un'altra. Accetta l'invito. Che ti importano gli altri? L'America ti chiama. Su, sbrigati! Rimetti la lettera in tasca! Invece... patapùnfete!... la lettera è già nella cassetta insieme con altre sue pari. Va a cascare per l'appunto su una lettera d'affari piena di boria che, furibonda, caccia un urlo. Ma ce ne sono altre della gran famiglia della corrispondenza: letterine color di rosa e, senti senti, profumate; stampe e cartoline illustrate di pessimo gusto. La lettera di Stucchino viene subito sommersa da una valanga di domande. Sorridente, si pavoneggia nel fuoco di fila degli interrogativi che incalzano. Del resto, non ha tutti i torti: non è cosa di tutti i giorni una lettera al comitato del derby delle casse da sapone di Akron, negli Stati Uniti d'America! Durante la notte, essa rivela alle altre lettere buona parte del suo contenuto. E quelle rimangono più che mai sbalordite. * * *

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- C'è qualcun altro che abbia sottratto cose superflue? - domanda il cappellano in tono reciso. In apparenza severo, ma dentro di sé divertito, egli squadra i crociati, che si son fatti piccini piccini. - Sì, anche noi? - si fanno avanti con la coda fra le gambe Mikro e Makro. - Le ruote della nostra vecchia carrozzella da bambini. - La carrozzella è veramente fuori uso? - Sì... cioè... no. Il padre di Klaus l'avrebbe voluta, ma non ci sono più le ruote? - Così non va, cari i miei prodi rapinatori! Oggi stesso rimetterete tutto al suo posto! - decide il cappellano. Alo non sorride più quando commenta: - Allora la nostra gara se ne va in fumo? - Va tutto in fumo! - gli fa eco Hai. Un silenzio pesante si abbatte sulla delusione dei ragazzi, e dura a lungo. Il cappellano invece ha un lampo malizioso negli occhi quando infine riprende: - Ragazzi, statemi a sentire! Un mezzo c'è! - E mentre illustra il suo piano ai crociati, tutti quei volti giovanili, prima aggrondati, poco per volta si rischiarano. E il sorriso ritorna sulle labbra di Alo.

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É ASSAI PROBABILE CHE IL CAPOGRUPPO ALO ABBIA SORRISO TROPPO PRESTO, PERCHÉ ED-MASTICA-GOMMA NON SORRIDE AFFATTO QUANDO SOBILLA LA BANDA DEL NORD. QUEI boys mi diventano troppo vispi. Se vanno avanti a quel ...- modo riusciranno a terminare in tempo la loro idiota Freccia d'argento! - bofonchia Ed-mastica-gomma, sputando in un angolo la solita cicca e appiccicandosi al grosso labbro inferiore un'esile sigaretta. Strofina un fiammifero, e per qualche istante una luce fumosa fruga la cantina, investe guizzando una ventina di ragazzi, lambisce una vettura verniciata di rosso scarlatto e va a cadere sulla parete dove sono appesi due pugnali incrociati e un drappo nero su cui campeggia un teschio giallo che digrigna i denti... Poi l'oscurità ripiomba improvvisa nella cantina, e solo là in fondo, rivelata sommariamente dalla brace della sigaretta, fluttua la grinta sfrontata di Ed-mastica-gomma, come una maschera diabolica. Quand'egli riprende a parlare, la sua voce suona roca: - A quei crociati bisogna mettere i bastoni fra le ruote: sono gli unici concorrenti temibili. Bulle e Janko sono riusciti a scoprire i nascondigli delle altre macchine, che quello scimunito del Municipio non aveva voluto rivelare: quelle carrette non valgono un gran che, ed è inutile occuparsene. Invece mi dà fastidio quella banda di mocciosi con la loro Freccia d'argento. Jörg, tu che ieri eri al posto di osservazione al capannone dei crociati, di' un po': a che punto è l'intelaiatura? Gli risponde una fresca voce giovanile: - È quasi terminata. La vettura di quei ragazzi è bellissima: più bella ancora del nostro Airone. Ha una linea aerodinamica, e mi pareva tal quale una macchina da corsa sul Nürburgring. - Al diavolo tutti! - Ed-mastica-gomma, furioso, dà in escandescenze. Dopo aver vuotato il sacco delle imprecazioni, sporge soprappensiero la mascella inferiore, il che gli dà un aspetto anche più volgare e brutale del solito. Ecco, pare che gli sia balenata un'idea. Con un gesto deciso che non ci si sarebbe aspettato da quel perticone smidollato, scaraventa a terra la sigaretta appena accesa, così che le faville sprizzano all'intorno. Poi con poche frasi rapide spiega come si propone di intralciare l'opera dei crociati. In qualcuno dei ragazzi si risveglia istintivo lo spirito di ribellione, ma poi i propositi velenosi di Ede finiscono con l'elettrizzare tutti quanti. Soltanto la voce di Jörg si leva contro Ed-mastica- gomma: - No, Ed, non lo dobbiamo fare! Non è giusto! I crociati non ci hanno fatto niente di male! Perché la nostra non dev'essere una gara leale? - Citrullo integrale che non sei altro! - lo investe Ed-mastica- gomma. - Qui non si fanno storie! È in gioco il buon nome della banda del Nord! Con la forza si ottiene tutto. Anche in questo caso. Per che cosa abbiamo il teschio sulla nostra bandiera? Se già hai la tremarella, vigliacco, puoi andartene quando ti pare! Il mio piano sarà attuato ad ogni modo. E fatela finita! Ve lo dico una volta per tutte: non ammetto che si intrufoli il becco nei miei progetti! Volete sapere altro? Un mormorio gli risponde che no, non han più nulla da chiedere. - Allora toglietevi dai piedi! Dunque tutto è chiaro. Mi raccomando, puntuali! Una porta cigola sui cardini arrugginiti e, poco per volta, si dileguano lo scalpiccio e le voci confuse. Soltanto un passo risuona ancora nella cantina e di nuovo si accende un fiammifero. Ed-mastica- gomma è rimasto solo. A quella luce fioca egli accarezza quasi con tenerezza il cofano rosso scarlatto dell'Airone; ma il suo ultimo sguardo è per il teschio giallo della bandiera. - Dobbiamo vincere! - sibila tra i denti. - Ed-mastica- gomma vincerà sull'Airone rosso! Così dev'essere e così sarà! Poi se ne va, arrancando pesantemente tra le nere macerie, mentre sferzate di una pioggerella minuta entrano dalle occhiaie vuote delle finestre. Lontano echeggiano dodici rintocchi di campana. Come Ed-mastica-gomma, anche un altro se ne va solo soletto verso casa. È Jörg, a cui il perfido piano di Ede non garba affatto. È mai possibile che Ede abbia ragione e che nella vita tutto si debba conquistare soltanto con la forza? In realtà Ede, negli ultimi anni, aveva fatto della banda del Nord il gruppo più temuto di tutta la città. Ma quel che ora si propone di fare!... Jörg non riesce a sbrogliare i suoi pensieri tormentosi. Sente di trovarsi a un bivio, ma non sa quale sia la strada da prendere.

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Peccato che non abbia il motore! Ma i ragazzi sanno che, per far correre le casse da sapone, non occorrono né motori, né pedali: basta la ripida pista ove si svolgerà la gara. I crociati stessi sono stupiti del risultato del loro lavoro. Hai non si stanca di contemplare il tachimetro che gli è stato regalato durante la raccolta dei rottami e che lui stesso ha messo in opera. Con circospezione i crociati sollevano la loro Freccia d'argento e la posano su cavalletti di legno in precedenza preparati. Eccola lì, maestosa e nello stesso tempo minacciosa come una pantera che, rannicchiata, si prepari allo slancio. I ragazzi sono stanchi morti: mezzanotte è passata da un pezzo. Sfiniti, ma sodisfatti, si guardano l'un l'altro: ce l'hanno fatta! - La nostra Freccia d'argento! - esclama Alo, uscendo per ultimo dal capannone e chiudendone con cura la porta. Ancora uno scrollone alla serratura, per maggior sicurezza... e la baracca resta vuota e silenziosa. Sulle brevi onde del canale si riflettono innumerevoli stelle... Improvvisamente lunghe ombre nere cadono sui luminosi riflessi dell'acqua. Dai cespugli che fiancheggiano le rive sbuca una dozzina e più di individui che, chini, corrono verso il capannone. Un fischio! Poi una spallata alla porta, che resiste... Il vetro della finestra, colpito da due, tre ciottoli, va in frantumi. La masnada dei loschi figuri entra nella baracca dalla finestra. Il raggio di una lampadina tascabile fruga negli angoli, scivola sulle pareti, ghermisce la Freccia d'argento che, ancor fresca di vernice, manda riflessi abbaglianti. Per qualche attimo gli intrusi la contemplano senza respiro Poi sul sottile rivestimento si abbattono pesanti colpi di randello. Legno che vola in schegge; metallo che cigola. E la gragnuola dei colpi continua a cadere fitta sulla Freccia d'argento. Respiri affannosi, ordini soffocati, richiami, rumor di passi, e infine silenzio. Le ombre, come sono venute, così se ne vanno.

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CHE ABBIA BUON FIUTO?

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. - Credo che anche questa volta lei abbia ragione, signor cap- pellano! Siamo stati troppo impulsivi e sconsiderati. Però dobbiamo pur difenderci dagli attacchi di quella banda! Che laggiù nella cantina diroccata si mediti un'altra birbonata, è poco ma sicuro. Ed- mastica-gomma l'ha detto chiaro. Quei gangsters ritorneranno senz'altro e ci fracasseranno tutto! - Mi viene un'idea... - dice il cappellano con un sorrisetto. - Siamo tutti orecchi! - Andiamo a scovare il leone nella sua tana! Io... - Non vorrà mica andare in quel covo di delinquenti, signor cappellano! Quelli non rispettano nessuno! Sono capaci di saltarle addosso tutti quanti e conciarla per le feste, come han fatto col nostro Stucchino! Quelli... - scatta Alo eccitatissimo. - Se penso allo sguardo bieco del perticone, sento che è capace di tutto, perfino di un delitto, di un assassinio! - Be', facciamo metà della metà! Io ti capisco, Alo. Però, tu lo sai, sono stato per anni cappellano alle carceri: una certa praticaccia ce l'ho dei «delinquenti», come tu, troppo impulsivo, hai chiamato quelli della banda del Nord. Saprò cavarmela anche con questa gente e con Ed-mastica-gomma. Domani sera vado a parlamentare nel quartier generale della banda malfamata. Vediamo che cosa ne vien fuori. Dove hanno il loro nascondiglio, Alo? - Nelle rovine del macello. In una cantina. - Benissimo! Allora per oggi leviamo la seduta. Domani sarà una giornata faticosa per tutti. E voi dovete montare la guardia. Però, mi raccomando, un po' più marziali voi due, Mikro e Makro!... Buona notte, ragazzi! - Buona notte, signor cappellano! - Senti, non lasceremo che il cappellano vada solo da quei manigoldi! - dice Stucchino ad Alo, dopo un momento di riflessione. - Certamente no! - approva Alo. Il suo viso esprime decisione e rabbia. - Domani sera ci apposteremo nei pressi della cantina, in modo da non esser visti, tu, Winnetou 4, Hai ed io! Non si sa mai!

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. - Che la vettura abbia in lui un protettore che la difenda dagli attacchi dei nemici! Che essa possa trionfare di tutte le difficoltà e, sotto la tua guida, conseguire la vittoria! - Amen! Il cappellano tende a Stucchino il distintivo con l'effige di San Cristoforo, e il ragazzo sa bene che non si tratta di un talismano qualsiasi. Questo pezzetto di metallo gli dice che, nella lotta per la vittoria sua e dei compagni, egli ha un protettore e un difensore. E una fervida preghiera sale dal suo cuore: egli chiede a Dio di sapersi dimostrare coraggioso e leale nella gara che sta per essere disputata... Sulla via del ritorno, Cosino chiede preoccupato: - Non sarebbe bene, stanotte, cosare la nostra cosina? - Che si dovrebbe fare? - Io penso che in quest'ultima notte prima dell'eliminatoria sarebbe bene montare la guardia alla Freccia d'argento. - Ma quante storie! Uccello del malaugurio! Ora non esageriamo? Ed-mastica-gomma ha dato la sua parola d'onore, e all'infuori della banda del Nord non c'è nessuno che voglia fracassare la nostra Freccia d'argento. Io poi ho barricato il capannone a prova di bomba. Anche la finestra è sprangata con nuove imposte. Lì non c'entra né una zanzara, né un rinoceronte! Vedi che non c'è da temer nulla, profeta di sciagure! - Sarebbe da spararsi, se proprio ora dovesse succedere qualcosa alla Freccia d'argento! - sospira Winnetou 4. - Non si capisce niente, Winnetou. Alza la voce! Che cos'hai detto? Alo interviene: - Winnetou ha ragione. Sarebbe terribile se dovesse capitar qualcosa alla nostra Freccia d'argento! Già mi faceva pena oggi, quando è venuta la commissione dei ficcanaso: tira, picchia e mena, come fosse stato un elefante adulto e non una tinozza di compensato! Ma la nostra carretta ha superato brillantemente la prova. Non credo che ce ne sia un'altra così bella come la nostra! - Be', però anche l'Airone rosso non è da buttar via!

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Ora Mikro e Makro sono ben contenti che il babbo li abbia costretti a fare quella maratona per via del pane, e in fretta e furia tirano a sorte chi debba rimanere qui la notte a far la guardia. Chissà che a quell'individuo non venga in mente di calarsi di nuovo dal foro del tetto! - Ambarabàm ciccì coccò, tre civette sul comò... Ambarabàm ciccì coccò! Tocca a Makro. Mikro allora afferra la rete con le pagnotte e a gambe levate corre verso casa.

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Non ti pare che abbia dato una spinta con la mano a una delle altre vetture? - Davvero?! Io non ho visto niente! Dev'esser stata cosa di un attimo! - Ecco! Ed-mastica-gomma taglia il traguardo per primo, tronfio come un tacchino! È proprio vero. Però non si sa se realmente Ed-mastica-gomma abbia barato. Poiché prove non ce ne sono, il tempo realizzato da lui viene omologato. * * *

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Sono lieto che tu me li abbia sgraffignati! Il cappellano ha una sola parola. - Già, si sa: l'uomo ha una parola; la donna ne ha centomila! - replica ridendo Stucchino che ora soltanto è veramente felice della sua vittoria. Avrà domani altrettanta fortuna? Il Tifone dei giovani esploratori è una magnifica vettura, e anche da Ed-mastica-gomma sull'Airone rosso c'è da aspettarsi il possibile e l'impossibile. Però fra i crociati regna la massima fiducia e una sfrenata allegria. La Freccia d'argento deve avere uno speciale santo protettore. Basta quel che è avvenuto la notte scorsa per dimostrarlo: che Mikro e Makro entrassero nel capannone proprio nell'istante in cui quel delinquente stava per dar fuoco alla Freccia d'argento non può essere stato un puro caso! Domani Stucchino ce la farà ad ogni costo! Tutti ne sono fermamente convinti. Ecco il grasso Segantino che viene lui pure, col suo passo pesante, a congratularsi con Stucchino. Quando poi, tutto gongolante, egli offre a ciascun crociato un enorme cono gelato, l'allegria non ha più limiti. - Coni gelati, coniii! Alla crema e al lampone! Alla fragola e al limone! Coni gelati, coniii! - urla Winnetou 4 come un gelataio di professione. - Bene, Stucchino! Mi caschi il naso se tu domani non sarai vittorioso! - sbuffa il Segantino. - Nel venire quassù ho trovato un ferro di cavallo e un soldino bucato. Non è possibile che vada male! Eccoti i portafortuna! - Lasci stare, Segantino! Io non sono superstizioso e agli amuleti - non ci tengo. Però il soldino lo prendo e lo dò a Cosino per la cassa del gruppo. Lei mi insegna, Segantino: chi non bada al quattrino, ci lascia lo zampino! Fra le risate i crociati spingono la Freccia d'argento in un'autorimessa comunale, dove appositi boxes sono stati riservati alle tre macchine vincitrici. Nessuno dei ragazzi può scorgere il viso torvo di Ed-mastica-gomma, che pare stia armeggiando intorno allo sterzo dell'Airone rosso; egli però non perde una sola delle mosse dei crociati Ora i ragazzi coprono la Freccia d'argento con un telone, si lanciano e rilanciano ancora qualche frizzo e se ne vanno. Nell'autorimessa, oltre a Ede, sono rimasti un paio di esploratori, che tirano a lucido e lubrificano il loro Tifone. - Be', ora soniamo la ritirata, campioni del volante che non temete né la morte né il sonno! Non capisco come mai i vostri genitori vi lascino in giro a queste ore... Ai miei tempi, alle sette in punto i pantaloni dovevano esser ripiegati sulla sponda del letto, ed erano inutili le preghiere e le suppliche! - così dice il Vecchio guardiano notturno che prende servizio in quel momento e vorrebbe chiudere l'autorimessa. - Già, a quei tempi!... Ma a quei tempi i canonici si vestivano di legno e le strade erano acciottolate con semi di carrube! - replica ridendo uno degli esploratori, citando una locuzione regionale. - Siete dei mattacchioni, voialtri! - esclama il guardiano con un riso che gli illumina il volto inciso dalle rughe come la corteccia di una vecchia quercia. E mi sapete dire che cosa fa la gente, al giorno d'oggi? - Oggi la gente non le usa nemmeno più le strade... perché vola! Il guardiano ride; poi comanda in tono marziale: - Dominatori delle piste, rompete le righe! Marsch! - Ai suoi ordini, signor nottolone! E buona notte! I giovani esploratori si calcano in testa i cappelli a larghe tese e se ne vanno. Il guardiano agita il grosso mazzo di chiavi e chiude accuratamente la gran porta metallica. Poi di fuori echeggia il suo passo cadenzato che si fa sempre più indistinto: il vecchio fa il suo solito giro di perlustrazione. Il locale abbandonato dorme, e dorme tutto ciò che vi sta dentro: le casse da sapone coperte dai teli, le latte di benzina, gli arnesi, il trattore e i possenti autocarri. Ma riposa davvero il garage con tutto il suo armamentario?... Guarda, guarda! Là nell'autocarro, dietro il vetro della cabina di guida, adagio adagio fa capolino un viso: è Ed-mastica-gomma! I cardini dello sportello cigolano lievi, ed Ede esce fuori, evitando anche il più piccolo rumore. - Coraggio, Ede! - si rincuora sottovoce lo spilungone. - È questa l'ultima occasione propizia per eliminare gli altri! Stavolta la maledetta Freccia d'argento non ti sfuggirà! Egli sta in ascolto con tale tensione, che le sue orecchie a ventola fremono e tremano: ma non si sente alcun rumore. Ancora una volta la faccia di Ede si contrae in un ghigno perverso... Quatto quatto egli striscia verso la Freccia d'argento.

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Che non abbia limato abbastanza? Che la Freccia d'argento riesca a tagliare il traguardo ancora intatta? Divorato dalla rabbia, digrignando i denti, Ede fissa stralunato la Freccia d'argento che lo precede. Stucchino riesce a mantenere il suo vantaggio: leggera e sicura la Freccia d'argento corre sulla pista. Ma ecco che il pilota si turba... Che cosa succede? I suoi inseguitori accelerano l'andatura oppure è la Freccia d'argento che rallenta?... L'Airone rosso e il Tifone avanzano sempre più e gli son quasi a ruota. Stucchino sente che nella parte anteriore della Freccia d'argento c'è qualcosa che non va: mentre prima percepiva soltanto una lieve vibrazione sotto i piedi, ora è scosso da sobbalzi violenti. Attraverso gli occhiali appannati dalla pioggia, egli intravede confusamente l'Airone rosso che guadagna terreno. A un tratto, un urto scuote Stucchino dai piedi alla testa come una scarica elettrica. Lentamente la parte anteriore della macchina si piega verso sinistra Stucchino ormai non vede più quel che avviene sulla pista. Un unico pensiero lo domina ancora: la Freccia d'argento dev'esser tenuta in equilibrio ad ogni costo! Con tutte le sue forze si butta sul lato destro sporgendosi dalla carrozzeria perché l'equilibrio possa esser mantenuto... E per qualche secondo ci riesce... Ecco lo striscione bianco del traguardo che ingigantisce sempre più e gli viene incontro... Però, pochi metri prima, malgrado gli sforzi disperati di Stucchino, la vettura non può più esser tenuta in sesto e tracolla in avanti e a sinistra. Ciò che rimane dell'asse anteriore raschia con un orribile stridio l'asfalto bagnato... Ora la macchina minaccia di ribaltare in avanti, ma si riprende subito, perché Stucchino si butta fulmineo all'indietro. La Freccia d'argento slitta, continua a slittare fin oltre il traguardo! Soltanto ora un'ombra azzurra sorpassa la Freccia d'argento alla sua destra: è il Tifone degli esploratori. Ed ecco due, tre, dieci persone si slanciano su Stucchino esausto e lo strappano dalla vettura. Ognuno vuol essere il primo a stringergli la mano. Scatta un lampo al magnesio. Tutti coloro che circondano Stucchino, e più degli altri i compagni del suo gruppo e i ragazzi di San Michele, scandiscono in coro: - La Frec-cia d'ar-gen-to ha vin-to! La Frec-cia d'ar-gen-to ha vinto! Ancora sbigottito pel susseguirsi degli avvenimenti negli ultimi istanti e per le grida subitanee e impreviste, Stucchino si strappa gli occhiali appannati dal naso e si guarda in giro. E allora sgrana tanto d'occhi, sbalordito: al centro della pista, a breve distanza dal traguardo, giacciono sparsi i rottami dell'Airone rosso, ed Ed-mastica- gomma, disteso su una barella, viene caricato su un'autoambulanza! Stucchino non si raccapezza più in tutto questo guazzabuglio... Sfinito com'è, la debolezza e lo sgomento lo vincono, e per il momento non trova di meglio che mettersi a sedere sulla pista bagnata. Ma i compagni non lo lasciano lì. Lo rialzano e, a braccia, tenendolo alto sopra le teste degli spettatori esultanti, lo portano fino al comitato del derby. Là riceve le congratulazioni in forma solenne e gli vien consegnato il primo premio, costituito di un'artistica pergamena, una candida tuta da automobilista, un casco nuovo di zecca ed una bicicletta. Infine, come sbucato di sotterra, ecco anche il cappellano Holk, che stringe forte la mano bagnata e sporca di Stucchino e gli dice: - Ragazzo, ragazzo! - Per il momento non riesce a dire di più... Ma in quella parola c'è tutto: la gioia, la riconoscenza verso Dio, l'orgoglio per i suoi ragazzi. Però poi soggiunge, indicando l'Airone rosso in frantumi e l'autoambulanza che sfreccia via veloce: - Quella fine era destinata alla Freccia d'argento e a te! Ora anche Jörg, che sta a fianco del cappellano, tende la mano a Stucchino: osservandolo bene, gli si vedono brillare lacrime di gioia tra ciglio e ciglio. Ma non mettiamolo in imbarazzo: quelle che adesso gli ruzzolano lungo le guance potrebbero essere gocce di pioggia... E lo saranno certamente! Ora soltanto Stucchino comincia a rendersi conto del grave pericolo corso. I particolari dell'incidente però li viene a sapere qualche ora più tardi, quando nel capannone si radunano i crociati, Jörg e altri componenti della banda del Nord, un mucchio di ragazzi di San Michele, alcuni esploratori, e ancora il grosso Segantino e il cappellano. Vi ha ripreso il suo posto anche la Freccia d'argento, assai malconcia, ma vittoriosa. Il cappellano Holk racconta a Stucchino come si sono svolti gli avvenimenti. -...Tu capisci che quello che Jörg mi ha riferito sulla soglia di casa mi ha colto di sorpresa. Per quanto lanciassi la mia moto a velocità pazzesca, Jörg e io siamo arrivati troppo tardi. Di pochi secondi, è vero, ma non più in tempo per impedire che fosse dato il via! Tu partivi già come un razzo sul lato destro della pista. Al centro correva l'Airone rosso e a sinistra il Tifone degli esploratori. Ben presto ti sganciasti dalle altre vetture, acquistando un notevole vantaggio. Poi gli eventi precipitarono. Per un motivo dapprima inspiegabile, tu rallentasti sempre più, e gli altri ti raggiunsero, anzi lo spilungone quasi ti oltrepassò... Quando Ede con l'Airone rosso si trovò affiancato alla Freccia d'argento, avvenne la catastrofe. Fu cosa di un attimo! La tua ruota anteriore di sinistra si staccò e, data la velocità della vettura, venne scaraventata in alto, andando a colpire con violenza Ed-mastica-gomma alla mandibola. Ede, a cui subito sprizzò il sangue dalla bocca e dal naso, perdette il controllo dell'Airone. Bastò che si premesse le mani sulla bocca perché la sua auto uscisse dalla pista e, sfibrando il Tifone, andasse a fracassarsi contro un palo dello steccato di protezione. Ede venne estratto dai rottami dell'Airone: per l'urto della ruota e del pezzo di assale si è buscato una doppia frattura alla mandibola. E anche cinque denti può ormai considerarli perduti. Il destino gli ha giocato un tiro mancino! Naturalmente l'hanno portato subito all'ospedale. Be', in fondo deve recitare il meaculpa... Il resto ti è noto: Stucchino sulla Freccia d'argento ha conquistato il primo premio messo in palio dalla città di C. e può quindi partecipare al campionato germanico; il Tifone degli esploratori si è piazzato secondo, mentre Ed-mastica-gomma, che neppure è giunto al traguardo, si è piazzato in ospedale. - Eh, già! Chi la fa l'aspetti, e i cocci sono suoi! Naturalmente non abbiam bisogno di dire chi commentava in tal modo l'accaduto.

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