Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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In Toscana e in Sicilia

245977
Giselda Fojanesi Rapisardi 4 occorrenze
  • 1914
  • Cav. Niccolò Giannotta, Editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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- Venga avanti, venga avanti; non abbia timore; non mangio mica le belle ragazze, sa!? - La fanciulla entrò come un automa, attirata ed incantata da quell'ammasso, da quel miscuglio di oggetti, tanto nuovi per lei. Víde tutto in confuso; rimase estatica ed intontita in quel caos di colori, di quadri, di stoffe che l'abbarbagliavano. Poi quello che attirò maggiormente la sua attenzione, turbandola, fu il quadro grande, più largo che lungo, che divideva la stanza quasi per metà e che rappresentava una donna di forme splendide, punto vestita, distesa su di un canapè, in una posa languidissima, che pareva la guardasse. La Virginia volse subito altrove gli occhi, facendosi rossa fino alla radice dei capelli e, vergognosa, stava per scappar via di nuovo. - Perchè fugge? Di che cosa ha avuto paura? Le domandò il giovane sorridendo. - Di nulla, di nulla; ma mi pare che l'Assuntina chiami. - Io non ho sentito e sì che gli orecchi li ho fini. Andiamo, sia buona, non se ne vada, mi faccia un po' di compagnia; eppoi; se vuole, le farò il ritratto. La spingeva, così dicendo, più avanti, verso un canapè. La Virginia confusa non seppe che cosa dire. - Via, si metta un pochino a sedere e mi guardi in viso, non sono po poi il diavolo da fare scappare a quel modo. No, no, purtroppo non era il diavolo! La fanciulla si sentiva sconvolta nel trovarsi lì sola con quell'uomo giovane, magro, dal viso bianco e fine, contornato da una barbetta bruna, dalla fronte ingombra di capelli nerissimi e ricci, che la fissava con certi occhi, certi occhi, che pareva volessero entrarle giù giù fino in fondo al cuore. Di certo era più bello di Cencio. Curiosa! A Cencio non ci aveva più pensato, come se non lo avesse più visto da tanti anni. Che differenza, Dio mio! A colazione il signor Ettore le domandò se si sarebbe trattenuta un pezzetto. Avrebbe dovuto restare addirittura colla sora Assuntina, che le voleva tanto bene. Questo era impossibile; il babbo le aveva dato il permesso soltanto per otto giorni. - Per otto giorni?! Ma non meritava conto di muoversi per così poco: almeno almeno un mesetto. L'Assunta approvava e prometteva di scriver lei. Adagio adagio la Virginia pigliò coraggio: affascinata, rispose alle domande del giovane e lo lasciò fare quando, prendendole una mano, due o tre giorni dopo, il pittore le disse che l'aveva bellina e che gliel'avrebbe disegnata volentieri; anche il ritratto glielo aveva promesso e voleva farglielo; ma bisognava si trattenesse più di una settimana. - Il ritratto ? - Dio ne guardi! Non lo voleva davvero, lei. Se non si arrischiava neppure a guardare il quadro grande della donna sul canapè! Tanto che il sor Ettore capì e l'assicurò, ridendo, che le avrebbe fatto la sola testina, con quei bei capelli biondi e quegli occhi tanto dolci, senza che si dovesse togliere neppure il fazzolettìno dal collo. Era contenta a quel modo?

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- e accennò la bimba col dito pollice, senza voltarsi a guardarla, sempre curvo sul focolare; poi riprese: - Ora invece pare che abbia mutato idea e si voglia far monaca: buon prò gli faccia; vuol dire che l'abbadessa, se la prende, ha buono stomaco. Il su' fratello maggiore ci s'è arrabbiato, è andato su tutte le furie, il grullo... Come se non fusse una bocca di meno a mangiare... tanto per quel che faceva in casa, da un pezzo in qua..... Roberto Catalani fremeva; capì che non aveva più nulla da fare in quella casa, e se ne andò con un saluto asciutto asciutto. Dopo pochi giorni il giovane pittore riappariva in città, in mezzo ai suoi amici, triste e taciturno. Quelli lo credevano già pentito del passo inconsiderato che stava per fare; nessuno osava perciò di interrogarlo e dirgli qualcosa su tale argomento. Ma il Catalani, natura franca e espansiva, non potè frenarsi a lungo e scoppiò a dire: - Non sapete, eh? non sapete che son tornato con le pive nel sacco? Non m'ha voluto sposare... siete meravigliati, eh? Vi pare impossibile... i preti, cari miei, le monache le han messo per la testa tanti scrupoli, che l'han persuasa a rinunziare a me, e, quello che è peggio, che è mostruoso addirittura, alla sua figliolina..... L'han fatta entrare in convento..... tutto è stato inutile, tutto: preghiere, minacce, ragionamenti, tutto... Non m'ha neppure guardato in viso, capite? Me l'hanno ammazzata... se vedeste... era un fiore... e la mia bambina, la mia povera bambina non avrà mai la madre..... A quest'ultimo grido, il nodo che gli stringeva la gola si sciolse e potè finalmente dar libero sfogo al suo dolore, piangendo a calde lagrime.

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