Egli, sebbene non abbia sviluppato questo argomento qui nella Camera, ha però in un suo scritto importante, fin da anni addietro (ed io lo rammento perchè l'ebbi compagno nel Consiglio superiore di industria e commercio di cui avevo allora l'onore di far parte), fatto toccar con mano i gravi danni che al paese derivavano per certe importazioni dall'estero in Italia, le quali venivano a pesare troppo sui nostri fabbricanti, attesochè le materie di cui si componeva l'oggetto munifatturato venissero a costare assai più che l'oggetto medesimo, e rendevano così impossibile nonchè una esportazione, la stessa fabbricazione, per cui l'importazione di tutti questi prodotti manufatti dall'estero era una necessità.
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Non ho difficoltà d'accettare, come credo abbia fatto la Commissione, questa raccomandazione dell'onorevole Giambastiani. L'industria dei marmi, come tutti sanno, è importante per l'Italia, e se il Governo può dar mano a far sì che essa non patisca detrimento nel suo commercio colle altre nazioni, il Governo adempirà ad uno dei precipui suoi compiti.
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Quanto all'articolo addizionale che l'onorevole Minghetti propone, autorizzando il Ministero a modificare d'accordo con la Francia la tariffa dei tessuti stampati, in guisa che l'industria della stampatura abbia le stesse condizioni di cui godeva colla tariffa precedente, regolamentarmente non sarebbe il luogo di discuterne ora, mentre si chiude la discussione generale; perchè come articolo addizionale dovrebbe far seguito all'unico articolo della legge, se sarà votata.
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E l'onorevole Depretis mi pare che abbia affermato tale essere stato il suo preciso intendimento.
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Io era lontano le mille miglia dal muovere un rimprovero all'onorevole presidente, il quale so quanta benevolenza abbia per me e per tutti quelli che fanno parte di questa Camera; io voleva soltanto spiegare il mio pensiero, e giustificarmi dal rimprovero che mi si potesse fare di un pentimento, di avere cioè voluto far rivivere una proposta che io avessi ritirata, mentre in verità io non aveva che condizionatamente dichiarato di ritirarla.
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.… Io ritengo che la Camera abbia con quel permesso accordato a me anche la facoltà di poter mantenere il mio ordine del giorno.
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Mi duole che l'onorevole Mancini non abbia assistito al discorso dell'onorevole ministro delle finanze, il quale, allo stringer dei conti, ha parlato in questo senso.
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Non ne trovate uno solo che abbia il coraggio di combattere apertamente la bontà e la giustizia di codesti principii; non si combattono, ma in concreto se ne impedisce l'applicazione.
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Io ho motivo di credere che il mio amico Pissavini abbia formulato questo ordine del giorno prima delle dichiarazioni dell'onorevole Seismit-Doda. Chè non si può ammettere…
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«Il Ministero è invitato a modificare, d'accordo colla Francia, la tariffa dei tessuti stampati, in guisa che l'industria della stampatura abbia le stesse condizioni che aveva colla tariffa precedente.»
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Spero che l'onorevole ministro consentirà, quantunque egli non abbia bisogno del mio aiuto, che io venga ad appoggiare quanto ha detto, perchè io pure intendo rivolgermi all'onorevole Bordonaro sull'incidente sollevato per ottenere che egli non insista. Io partecipo interamente all'avviso dell'onorevole ministro e credo che non sia della dignità della Camera di dare tanta importanza ad una lettera pubblicata da un giornale francese.
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Il testo del verbale è in questi termini; io credo che l'onorevole Luzzatti lo abbia già letto alla Camera, ma non è male che io lo rilegga:
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E quantunque il signor ministro non abbia risposto ad una mia preghiera riguardante i dazi di esportazione, probabilmente perchè si riservava di farlo nella discussione della tariffa generale, io raccomando ancora a lui, (e sono certo di avere in proposito l'appoggio dell'onorevole Bordonaro) di prevenire qualunque ulteriore danno che ci potesse venire dall'estero, sgravando al più presto questa nostra merce così importante dal dazio di esportazione.
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Voglia il cielo che non abbia a pescarlo il Governo del mio paese.
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Io intendo bene che, non parlando lo Statuto delle associazioni, lo spirito liberale di esso ci obbliga ad interpretarlo in guisa che siano permesse; io credo anzi che l'associazione possa produrre dei grandi benefizi ed abbia un avvenire molto più grande di quello che noi stessi oggi pensiamo. Ma per lo spirito della legge non posso immaginare che quel che si è definito reato pel cittadino, possa essere esente da ogni pena, immune da ogni provvedimento
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Per me, credo che il Governo abbia come l'individuo il diritto di difendere la propria incolumità e gli attribuisco il potere, quando un'associazione sia pericolosa all'esistenza dello Stato, di scioglierla.
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L'onorevole ministro dell'interno nel suo giudicio non dà valore sufficiente ai pericoli delle minoranze audaci, ma se egli legge la storia vedrà quante volte nel mondo è avvenuto che una debole minoranza infiltrandosi nascostamente nelle varie classi sgominando, e dissolvendo le forze del Governo, abbia potuto in certi momenti imporre la propria volontà al paese stupefatto ma non renitente, e trascinarlo alla rovina.
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Per tanto io pongo ancora all'onorevole ministro dell'interno le seguenti domande: crede egli che sia lecito di costituire una associazioni, la quale abbia il proposito deliberato di abbattere il presente ordine costituzionale e le istituzioni politiche e sociali? Crede egli che sia lecito d'istituire un'associazione per dividere di nuovo l'Italia in brani, oppure per ristabilire i Principi spodestati, o per sostituire la repubblica alla monarchia, per abolire la famiglia e distruggere la proprietà? Se non crede lecite queste associazioni, e se tale è l'opinione anche del ministro di giustizia, intende denunziarle al potere giudiziario e procedere verso di esse, come ha proceduto verso i circoli Barsanti?
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Noi, quanti più siamo, rappresentanti e rappresentati, popolo e Parlamento, non abbiamo che un concorde volere, quello dell'unità, dell'indipendenza e della libertà della patria; nè ci sono stati sacrifizi che il popolo non abbia fatti per servire a questa sua meta.
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Ma vi è un reato il quale, sebbene non abbia effetti immediati tanto gravi, e quindi sia soggetto a pena assai più mite, nonpertanto, a chi bene guardi, è indizio di un pervertimento anche più profondo, poichè tende a generalizzare e ad elevare a sistema quello che per l'onore e per la salute della umanità non è che un fatto isolato ed una rara eccezione.
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Vi diceva, potersi anche dare che il Governo abbia quest'obbligo, e non abbia la magistratura quello di procedere; imperocchè nessuno ignora, sono cose elementari, che in alcuni delitti istantanea è l'esecuzione, in altri lunga è la serie degli atti di preparazione, di esecuzione, di consumazione del reato; e gli atti preparatomi (lo sa meglio di me l'onorevole ministro dell'interno, fornito come
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E che quest'obbligo lo abbia, oltre le autorità che vi ho citate, vel dice espressamente l'articolo 9 della legge sulla sicurezza pubblica, il quale dichiara che gli ufficiali di sicurezza pubblica, i quali dipendono appunto dal ministro dell'interno, debbono vigilare all'osservanza della legge, al mantenimento dell'ordine pubblico, e specialmente (notate l'avverbio specialmente) a prevenire i reati.
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Poco tempo fa, una comitiva d'internazionalisti andò a battere (e pare che ne abbia preso questa vaghezza l'associazione, poichè sento a dire che ciò avvenne anche a Pesaro, se non erro), andò a battere, dicevo, alla caserma dei bersaglieri. Avevano proprio trovato chi li poteva servire e conciare pel dì delle feste.
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Dirà l'onorevole ministro: bisogna che io ne abbia notizia. È vero; non si può provvedere a necessità che non si conoscono. Ma veramente non posso ammettere che la polizia, co' suoi cento occhi d'Argo, ignori la esistenza di associazioni internazionaliste, dove esistono.
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Ho piacere che un mio lapsus linguae abbia eccitata l'ilarità di tanti dei miei colleghi; veramente però il concetto mio non poteva essere equivoco, non sono repubblicano; ed in una quistione sì grave, mi pare vi sia poco da ridere.
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Parmi che l'onorevole Mari abbia in qualche modo dedicato specialmente a me quella parte del suo discorso nella quale, con molta dottrina e citando vari scrittori, egli si è affaticato senza bisogno a dimostrare che non spetta soltanto al Governo provvedere alla repressione dei reati, ma che è anche uno degli essenziali uffìzi del Governo il prevenire i disordini ed i reati.
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Nè per queste ragioni soltanto, ma per un'altra, e gravissima, o signori, io credo che il Governo abbia l'obbligo di prevenire questi delitti, anco più che i reati comuni; e pertanto di sciogliere le associazioni repubblicane. Non solamente sono delitti più gravi, perchè si tratta ai vita e di morte per l'ordine costituito, ma per la loro natura sono tali, che, se non li previene il Governo, la giustizia punitiva non può fare più nulla. È notissima e ripetuta da tutti, la sentenza o l'avvertimento, che debba dirsi, di Catone al Senato romano. Per quanto sia remoto il pericolo, non è inopportuno che io vi ricordi questo precetto poichè Catoni siete, e siamo in Roma.
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Ella non ha punto accennato che la sua condotta sia stata intaccata; crede invece che l'onorevole Mari le abbia attribuito delle opinioni che non ha manifestate. Rettifichi questo, se lo crede.
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Accademia della crusca
