Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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XII legislatura – Tornata del 21 giugno 1876

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Biancheri 19 occorrenze
  • 1876
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Si sono fatti studi dai primi ingegneri, di cui dispone il Governo; vi è andato l'ingegnere Siben e l'ingegnere Imperatori, e vi si è pure recato il primo geologo che vanti l'Italia, il professore Moura, che ha studiato palmo a palmo la natura geologica dei terreni sui quali dovrebbe svilupparsi; di maniera che io sostengo, senza timore di essere smentito, che non esiste in Italia alcuna linea la quale sia stata così minutamente e completamente studiata come la linea di Montedoro; e sostengo e aggiungo che non vi è Governo, il quale abbia mai posseduto tanti elementi per giudicare una linea, quanti ne possiede felicemente il nostro Governo per dare il suo giudizio sulla linea di Montedoro.

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Ricorderà la Camera, pur troppo, come io abbia ogni anno fatto continue geremiadi al ministro per i lavori pubblici a proposito delle ferrovie siciliane; come ogni anno abbia parimente lamentata la diminuzione, direi quasi, delle costruzioni antecedenti. Quest'anno, invece della mia, si è levata molto opportunamente la voce dell'onorevole Di Rudinì, ed io non posso che fare eco oggi, interamente, senza ambagi, a quanto l'onorevole Di Rudinì ha detto la settimana passata, sebbene l'onorevole Di Rudinì avrebbe fatto certo molto meglio se avesse levata quella stessa voce quando erano al potere i suoi amici;

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Qui mi permetterà la Camera che io non segua l'esempio degli onorevoli preopinanti, e non faccia la descrizione dei diversi tracciati, tanto più che non è lontana la presentazione della relazione della Commissione d'inchiesta sulla Sicilia, dalla quale spero apparirà evidente il bisogno che il Governo porti sulla Sicilia l'attenzione sua con ispeciale cura, e si persuada del principio che egli è nel dovere di fare per la Sicilia molto più che non ne abbia lo stretto impegno legale.

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Questo paese, onorevoli ministri, merita che si abbia la vostra attenzione, specialmente Palermo, che ha fatto tanti sacrifizi e che, se non altro, ha dato lo spettacolo generoso di volere a forza risorgere dalla propria caduta; questa città di 250,000 abitanti che è una delle prime del regno, ed è un centro principale dell'isola, merita che voi facciate qualche cosa di più dell'impegno legale.

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Gli onorevoli miei amici hanno dimostrato come la legge organica del tracciato ferroviario siciliano, abbia stabilito questo supremo principio: «la città di Palermo dovrà congiungersi colla città di Catania, attraversando il centro della Sicilia, toccando Caltanissetta.» Però, diremo seriamente, onorevoli signori, che la linea delle Caldare s'informi a questo criterio legislativo? Certo che no, perchè la Caldare, rappresentano il tortuoso, la periferia, mentre al contrario la linea di Montedoro, di fronte a quella delle Caldare, rappresenta il retto, il centro; quindi quest'ultimo tracciato è più conforme a quel grande principio economico, il quale vuole che le ferrovie attraversino i centri più popolosi e più produttivi.

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Così mi sembra che abbia detto l'onorevole Morana.

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Ad ogni modo, rinunciando ora a questa comunicazione che era stata una volta accompagnata dal voto e dal plauso della città di Palermo e di gran parte della Sicilia, di guisa che ritenevasi come cosa fuori di discussione, è evidente che si debba pensare ad altra comunicazione, ed io credo che l'onorevole Di Rudinì, chiamando la Camera ad esaminare questa questione, abbia fatto cosa ottima, mostrando come il principale degli interessi che si debbono curare oggi nell'isola, sia quello di procacciare una comunicazione pronta più che sia possibile fra i due gruppi di ferrovie esistenti in Sicilia.

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Ma se è principalmente nell'interesse dell'isola la costruzione della linea delle due Imere e di quella delle Caldare, la linea litorale che deve congiungere Palermo a Messina, come parmi abbia fatto osservare anche l'onorevole Di Cesarò, ha un carattere nazionale; imperocchè questa linea Palermo-Messina è destinata a provvedere la comunicazione la più pronta, la più rapida coll''Italia continentale. Infatti, una volta compiuta la linea Palermo-Messina saranno poche ore di tempo che divideranno Palermo da Messina.

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A me pare che la linea Palermo-Messina sia una linea che abbia un carattere tutto speciale, un carattere differente dalle altre due che oggi si vorrebbero costruire. La linea delle due Imere come quella delle due Caldare, rispondono alla soddisfazione di interessi interni dell'isola, e ai bisogno di alimentare in essa il commercio ponendo in comunicazione il suo centro, Caltanissetta, e tutte quelle regioni che sono così ricche di miniere, coi porti di Girgenti e di Palermo.

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L'onorevole ministro adunque, il quale ci ha detto or ora di non potersi pronunziare finchè non abbia raccolto gli elementi necessari, dovrebbe senza indugio rivedere gli studi esistenti e ordinarne dei nuovi, occorrendo, per la linea delle due Imere, e dovrebbe in pari tempo fare altrettanto per il tronco già stato studiato fra Cerda e Cefalù e per l'altro da Messina a Patti; e poscia intraprendere studi nuovi per il tratto da Patti a Cefalù.

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L'onorevole relatore della Commissione ha voluto spiegare come l'articolo 2 abbia patite quelle trasformazioni, le quali io ringrazio la Commissione di aver voluto accettare; il che veramente diventava una necessità come era stato un pensiero di questo Ministero appena vide andare innanzi agli uffici, ed essere soggetto delie loro discussioni il presente progetto di legge.

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Ma io sono grato alla Commissione perchè essa abbia assecondato il mio desiderio o obbedito alle condizioni presenti, determinandosi a compiere quello che una precedente legge aveva promesso ed iniziato.

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Noi abbiamo la Università di Napoli che è la più grande Università del regno, la più grande Università dell'Europa, perchè in Europa non vi è nessuna Università che abbia tanti scolari quanto quella di Napoli. Ebbene in quella città, questi gabinetti di queste tre scienze non corrispondono affatto ai bisogni ed ai portati della scienza attuale. Il tetto minaccia rovina con evidente pericolo del professore e degli scolari. Il professore insiste perchè si ripari questo tetto, il ministro dell'istruzione pubblica risponde che non vi sono denari.

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Signori, io considero questo progetto di legge non come un fatto isolato, ma lo discerno come la manifestazione di un sistema; credo che la capitale abbia, per il fatto di essere capitale, immensi vantaggi, ed il costituirne artificialmente, ed il venire sempre innanzi con delle leggi di questa natura, non avrebbe per risultato altro che creare un dualismo che sarebbe pericoloso per l'unità nazionale; ma pur troppo vedo un sistema; il sistema per me consiste nel venire innanzi alla Camera oggi con una legge, domani con un'altra, e giacchè vedo l'onorevole Sella che prende degli appunti, dirò che si mira a fare il palazzo delle finanze, palazzo numero uno, palazzo direzione generale delle ferrovie, palazzo officina di tutte le ferrovie dello Stato, financo una Banca di Stato, Cassazione unica, Università a Roma preponderante sulle altre Università, prevalente ed assorbente.

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È per queste ragioni, ripeto, che vorrei una risposta in proposito dall'onorevole ministro, dopo di che vedrò se sarà il caso d'introdurre nella legge qualche aggiunta la quale valga a far protrarre la vendita dell'orto botanico, finchè non sia provveduto in modo che l'insegnamento non abbia a scapitarne.

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Non starò a leggere il seguito del periodo, imperocchè il suo è un giudizio retrospettivo; ma egli accenna come pure spodestato da oggi dell'orto della Longara, il suo insegnamento non abbia a riuscire meno completo e fecondo.

Pagina 1707

Banca di Stato, egli dice; ma ho forse votato io la legge del consorzio delle Banche perchè egli mi abbia a fare un appunto di questa natura?

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Onorevole Toscanelli, perchè questo organismo, perchè questa nostra cara patria sia perfetta, dobbiamo volere che sia armonica, dobbiamo volere che abbia un capo che corrisponda al corpo, in guisa che entrambi possano funzionare bene; quindi nel mio modo di vedere le funzioni direttive, il cervello deve essere nella testa, e la testa è Roma.

Pagina 1710

Quindi io credo che abbia fatto bene il Ministero precedente a presentare, e faccia bene il Ministero attuale ad appoggiare questo disegno di legge, per cui qualche cosa si comincia a fare. Qualche poco si è fatto per l'istituto di chimica, e qualche poco si farà ora per l'istituto di fisica, e per quelli di fisiologia e di botanica, e tuttavia molto rimarrà ancora a fare.

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XII legislatura – Tornata del 1 maggio 1876

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Biancheri 19 occorrenze
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Sono dolente che in occasione di una sventura l'onorevole Bonfadini abbia creduto di sollevare una questione politica.

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.… che non doveva essere che una questione di cuore; io sono dolente che l'onorevole ministro guardasigilli non abbia capito che al disopra del trionfo della sua opinione c'era il trionfo dell'opinione della Camera; che un onore che si dava ad un estinto non doveva essere mischiato con altre passioni.

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abbia a finire come ha finito l'onorevole Asproni; ma se accadesse, proporrei io stesso questa dimostrazione.

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Permetta l'onorevole Sella io deplori che egli abbia presa la parola in cotesta questione. Perchè si vuol fare una questione politica di questo fatto?

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Noi vogliamo che la proposta non abbia un significato comune, vogliamo invece che abbia un significato eccezionale; eccezionale era l'uomo che vogliamo onorare. Non tutti i deputati, per quanto onorevoli, hanno dei titoli speciali di patriottismo.

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Quindi per ora la Camera deliberi per il fatto speciale: se poi si crede di mettere nel regolamento la regola comune, che desidera l'onorevole Sella, si faccia pure, ma per oggi la dimostrazione si abbia quel significato che deve avere, cioè di onorare un

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Io non avrei creduto opportuno di rilevare l'accusa che l'onorevole Nicotera ha fatto al Gabinetto precedente, ma poichè si è fatta testè allusione alla detta accusa, risponderò francamente che non credo che appartenga agli uomini che siedono al Governo il proporre onoranze per quei colleghi di cui si abbia a deplorare la perdita.

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Or bene, non c'è nessuna delle mie parole da cui si abbia potuto rilevare che io abbia trattato l'onorevole Asproni come un uomo di Sinistra; l'onorevole

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Io non so come non si abbia l'abnegazione di far tacere le ire di parte tra noi davanti ad una bara!

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perchè non sentiate altamente il decoro della Camera italiana nel patriottismo della proposta del Ministero, la quale non è un atto politico, ma di pura onoranza ad un rimpianto collega, senza guardare alla parte politica cui abbia appartenuto. Io fo appello al vostro patriottismo e vi prego di accogliere la proposta dell'onorevole guardasigilli, nell'interesse della dignità della Camera, nell'interesse di quel rispetto che tutti i partiti devono a loro stessi, di fronte ad una sventura, al cospetto di un appello al patriottismo nazionale!

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Io credo vani questi timori, credo anzi che essi non abbiano nessuna ragione, ma credo del pari che non abbia ragione l'ordine del giorno dell'onorevole Pierantoni, che l'effetto di quell'ordine del giorno non sarebbe quello di affrettare neppure di un momento la intiera attuazione della riforma del 1865 che intendiamo dare all'Italia.

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E quando questi conflitti si sollevino, io credo che l'amministrazione non avrà nessun motivo di rammaricarsi della legge che ora stiamo per approdare, imperocchè non posso credere che l'amministrazione abbia a temere che delle questioni di diritto siano risolute dai magistrati con un criterio a lei opposto, quando l'amministrazione abbia veramente ragioni da vantare e da sostenere. Non vi hanno mezzi diritti o aliquote di diritto, ed uno è il criterio del giudizio, quando si tratta di diritto, sia che la questione verta fra privati, o fra l'amministrazione ed i privati. Abolito il contenzioso amministrativo, gli atti dell'amministrazione hanno potuto e possono procedere rapidi senza tema di ostacoli per parte dei tribunali chiamati soltanto a giudicare intorno ai diritti controversi sorgenti da questi atti. Credo quindi che l'amministrazione in Italia procederà parimente rapida, sicura e tranquilla quando questa legge sia promulgata.

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La facoltà di potere ricorrere ad un magistrato superiore non toglie che si debba deplorare che in primo grado il diritto individuale non abbia alcuna garanzia e sia lasciato in balìa d'un impiegato, di prefettura.

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Il contenzioso amministrativo più non esiste; esso fu interamente abolito; non esiste che la pura amministrazione; il conflitto si esercita quando l'amministratore crede che sia materia amministrativa, non giudiziaria, non ferisca un interesse, nè violi un diritto, ma abbia agito nella pienezza del suo potere e delle sue attribuzioni. Quindi, non essendovi materia contenziosa, evidentemente non vi è contenzioso amministrativo. La Corte di cassazione giudica della proponibilità od ammissibilità dell'azione; non giudica già sul merito dell'atto amministrativo, ma delle conseguenze giuridiche. Se noi facciamo giudicare il potere giudiziario dell'atto discretivo, non c'è più possibilità di amministrazione. Oggi si giudica una nomina fatta dal ministro, domani da un prefetto, noi avremo la confusione dei poteri. Ora, dal momento che noi vogliamo dare a ciascun potere ciò che gli appartiene, dare a Cesare quel che è di Cesare, è evidente che non possiamo andare più oltre di quel che si è andati colla legge di abolizione del contenzioso amministrativo e di quello che si fa colla legge attuale che vuole fare decidere in ultima sede quello che sia di competenza amministrativa.

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Ricorderete come un anno fa il principe Napoleone, essendo stato cancellato dai ruoli dell'esercito nella sua qualità di generale, abbia reclamato al Consiglio di Stato, e le sue domande furono realmente discusse ed esaminate, ed il Consiglio di Stato gli diede torto. Di questo egli potè essere scontento, ma almeno ebbe la soddisfazione di fare esaminare le sue ragioni, di discuterle regolarmente e di averne una sentenza.

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Io non credo che, svolgendo gli annali delle nostre decisioni giudiziarie, vi sia occasione di muovere rimprovero all'autorità giudiziaria perchè abbia giammai abusato di questa gelosa attribuzione, e non l'abbia adoperata con indipendenza quante volte il cittadino abbia reclamato il suo diritto offeso da un provvedimento dell'autorità amministrativa, querelandosi della illegalità ed incostituzionalità dell'atto, ed invocandone la protezione con una fiducia che non mai rimase delusa.

Pagina 427

L'amministrazione d'altronde può ragionevolmente chiedere che non si voglia obbligarla ad involgersi in centinaia di lunghi litigi, in cui non abbia propri interessi a difendere, ma solamente le proprie attribuzioni a reclamare.

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Ma quando l'autorità giudiziaria ciò abbia dichiarato, il suo giudicato in tutta l'estensione e sotto tutti gli aspetti è obbligatorio per l'amministrazione, esso la vincola, la costringe a rispettarlo e ad eseguirlo. Ciò è scritto esplicitamente nell'articolo 4 della legge nel 1865, in cui si legge: «L'atto amministrativo non potrà essere revocato o modificato, se non sopra ricorsi alle competenti autorità amministrative, le quali si uniformeranno al giudicato dei tribunali, in quanto riguarda il caso deciso.»

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Se in un fondo si viene a tracciare una strada, occupandosi la privata proprietà, ancorchè con la pretensione che ivi esistesse un'antica strada vicinale da ristabilirsi; io non dubito che il proprietario del fondo abbia il diritto di sperimentare, ed in via possessoria, e nella petitoria, una vera e propria azione giuridica avanti i tribunali ordinari.

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