qualunque, cioè quello in cui abbia meno lavoro da spedire, profittando di qualche ritaglio di tempo.
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Io non so se le sètte abbiano favorito il contrabbando o se il contrabbando abbia generato le sètte; il certo si è che sono due piaghe sociali che infestano quell'infelice paese. La prova si è che queste due illegalità sempre si sono data la mano, e che, mentre nel resto delle Marche le sètte hanno poco attecchito, hanno preso invece delle radici profonde nella misera città d'Ancona. Ogni tanto i funesti effetti se ne fecero sentire; appena l'autorità si riconosce indebolita, quest'idra rialza le sue teste schifose, e nel 1848 e 1849, durante pochi mesi, fece inorridire l'Italia tutta e l'Europa con 600 conati d'assassinio, di cui molti purtroppo seguiti da effetti funesti. A me duole di non avere autorità nel paese; se io mai rimpiango di non avere una voce eloquente, si è in quèsta occasione.
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Non sta punto in fatto che il prefetto abbia riconosciute valide quelle dimissioni; le ha riconosciute così poco valide che, appena giunto in Ancona, ha fatto gli uffici i più energici, perchè il sindaco e la Giunta municipale non vi insistessero, ma ritornassero all'amministrazione del comune, abbandonata fino dal momento in cui avvennero i disordini, dal mattino del 22. E fu soltanto dopo che le insistenze e le preghiere del prefetto, di cui l'onorevole Bellini ha dato già un cenno alla Camera, leggendo una lettera del prefetto stesso al sindaco, rimasero senza effetto, che il prefetto dovette invitare il Consiglio municipale a radunarsi, onde provvedere all'amministrazione del comune.
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Un'ultima lagnanza ha fatto l'onorevole Briganti-Bellini, ed è che il magistrato incaricato di reggere temporariamente l'amministrazione del comune d'Ancona, nell'annunziare alla città che egli assumeva le sue nuove funzioni, non abbia parlato degli avvenimenti accaduti il 22 marzo, non abbia disapprovati questi fatti.
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Io convengo pienamente coll'onorevole interpellante che il Governo mancherebbe altamente al suo dovere se in tutti i suoi atti non dimostrasse la ferma volontà di sostenere l'autorità municipale; ma veramente io non posso accettare il rimprovero che il Governo ciò non abbia fatto in Ancona.
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Il commissario straordinario ha una missione puramente amministrativa; esso deve curare la gestione del comune onde non vengano danneggiati gl'interessi dei cittadini, ma deve, per quanto è possibile, astenersi da ogni atto il quale vincoli menomamente gli amministratori che verranno dopo di lui, o che abbia un carattere politico. Come vuole l'onorevole Briganti-Bellini che questo funzionario, venuto di fuori, nuovo al comune di Ancona, che non ne conosce l'amministrazione, che non conosce i partiti che agitano il paese, che non sa quali fossero le cause che hanno prodotto gli sconci per cui egli è chiamato a quell'amministrazione, cominci a dar opera al suo mandato col deplorare atti e col condannare avvenimenti sui quali egli non è chiamato a portare un giudizio, e che escono affatto dalla sfera delle attribuzioni amministrative che gli sono assegnate?
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Deploro un'altra volta che il fatto sia avvenuto, ma non posso associarmi all'opinione dell'onorevole Bellini, che il Governo abbia mancato così gravemente, come egli ha voluto annunziare in questa Camera, e spero che la Camera vorrà assentire alle mie parole.
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Quanto ai fatti, mi duole che il ministro abbia fatto ai pubblici funzionari un rimprovero di più. Io aveva affermato, e mi lusingo ancora di essere nel vero, che l'autorità militare aveva fatto il suo dovere, che aveva fatto bene, che aveva preveduto quello che altre autorità non avevano saputo prevedere nè impedire.
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della provincia di Ancona, coll'arresto dei principali autori e promotori del disordine avvenuto il 22 marzo e colla loro denunzia all'autorità giudiziaria, colla ripetuta preghiera ed insistenza ai membri del cessato municipio, perchè volessero ritornare al loro posto, ritenendo come non avvenuto tutto ciò che, sotto l'impressione della violenza e della forza, era stato loro imposto, mi pare che il Governo abbia altamente dimostrato quanto apprezzi i sentimenti di patriottismo, dai quali sono animati quegli onorevoli cittadini, e quanto egli stia fermo nel volere repressa e punita ogni infrazione alla legge.
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Se l'onorevole Bixio avesse prestato attenzione alle mie parole, avrebbe sentito come io abbia convenuto che il rappresentante del Governo il 22 marzo non aveva fatto il suo dovere, e che io lo avessi immediatamente punito.
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Quando, dopo i fatti d'Ancona, l'autorità politica fece arrestare tutti i promotori e gli autori principali dei disordini, e li denunziò all'autorità giudiziaria, credo che abbia impiegato quel ferro rovente che l'autorità deve impiegare in un Governo costituzionale.
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Chiedo io perchè il ministro non abbia risposto ai concessionari nella stessa guisa quando non vollero stabilire gli orari, come egli chiedeva, ed a termini della legge era in diritto di fare.
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Ove l'onorevole signor ministro dei lavori pubblici creda ch'io non sia nel vero, non potrei che invitarlo a deporre sul banco della Presidenza documenti atti a poter constatare che realmente il personale del commissariato di sorveglianza abbia fatto qualche cosa.
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È bensì vero che la società dell'alta Italia esercita anche questi tronchi; ma è altresì probabile che abbia una preferenza per le linee che a lei appartengono e da essa sono possedute, e che in luogo di sviluppare il traffico sul tronco di Voghera che mette a Pavia passando il Po a Mezzanacorti, cerchi di attirare il movimento sul tronco di Torreberretti a Pavia, e in avvenire su quello da Vigevano a Milano, che pure diverrà di sua proprietà.
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dare a questa parola il suo vero significato, quello cioè che siffatto treno abbia a percorrere la distanza indicata, con quelle sole interruzioni assolutamente necessarie al servizio.
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Io non mi fermerò a dimostrare come il commissariato di sorveglianza abbia prestato utili servizi. Basta osservare che esso deve rivedere ed approvare tutti i progetti per nuove ferrovie, stipulare le relative convenzioni, sorvegliare i lavori che vengono eseguiti, sia per conto dello Stato direttamente, sia dalle società concessionarie, sorvegliare l'esercizio delle ferrovie sotto il punto delle garanzie che deve pagare lo Stato, e verificarne esattamente i prodotti, acciò lo Stato, nel corrispondere alle società le somme garantite, non abbia a pagare più di quanto gli compete, esaminare il modo con cui le strade ferrate sono tenute in esercizio, e provvedere a che non accadano inconvenienti, e siano al caso tolti tutti i disordini.
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Intanto pregherei la Camera di voler sciogliere la questione, acciò non vi si abbia a tornar sopra lunedì, quando dovrò rispondere al discorso dell'onorevole Sormani-Moretti e passare in rassegna le molte proposte che egli ha fatte per migliorare il servizio delle persone e delle merci sulle nostre ferrovie.
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Mi pare che l'onorevole preopinante abbia diretto particolarmente i suoi attacchi a quella parte degl'ingegneri, addetti alle strade ferrate che sono presentemente assegnati alle ferrovie liguri. Credo che prima di emettere le accuse che egli ha emesso contro quegl'ingegneri in modo così solenne, avrebbe dovuto presentare qualche documento che ne dimostrasse la sussistenza.
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Ma non è così, io intendo invece che si abbia a sopprimere un capitolo senza crearne un altro, poichè pel personale del Genio civile ritengo che siano già sufficienti i due milioni stanziati nel bilancio del 1869.
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Aveva già invitato l'onorevole ministro dei lavori pubblici a deporre sul banco della Presidenza i documenti atti a constatare che il commissariato in parola abbia dato qualche risultato utile, certo, reale, non equivoco o ingiustificabile, ma giacchè ha voluto in certo modo giustificarlo lui stesso a parole, ripeterò la frase della Commissione: il commissariato di sorveglianza alle ferrovie di società private è, non solo inutile, ma dannoso all'erario.
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Io ho inteso di fare una interrogazione al signor ministro affinchè voglia spiegare i motivi per cui ha tolto queste corse, e se intende reintegrarle, Napoli è di sua natura il mercato centrale della Sardegna, il punto di gravitazione commerciale; ed io non posso nascondere che l'intendimento segreto, di sopprimere questa corrispondenza abbia per fine d'impedire che il commercio si ravvivi, come in altri tempi, verso quel punto, ed abbandoni in
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Si stabilisce che la Sardegna abbia qualche comunicazione col continente, poi ad un tratto si dà un colpo e si sopprime la cifra, invece di fare economia sulle corrispondenze che percorrono il littorale
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In quanto alle tariffe io non saprei che dire, perchè, secondo i contratti, sta nell'arbitrio, in certo modo, delle compagnie di navigazione, di stabilire queste tariffe; se le compagnie intendessero meglio il loro interesse, potrebbero veramente, in alcuni casi, ribassarle come propone l'onorevole Asproni; ma io non credo che il Governo abbia la facoltà di obbligare le compagnie ad abbassare queste tariffe.
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Io spero che la Camera prenderà a cuore i desiderii della Sardegna; ma fino a tanto che essa non abbia revocato il voto dato colla legge del 30 dicembre, approvando il bilancio provvisorio, il Ministero, sotto pena di essere accusato d'inobbedienza, deve mantenere intatta questa disposizione.
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Quello adunque che mi fa maravigliare si è che il Ministero non abbia saputo dove applicare l'economia, a lui imposta dalia Commissione, ad altra parte che all'impoverita e sempre flagellata Sardegna. Mi basta denunziare i fatti; il resto lo farà la pubblica opinione, e lo dirò e proporrò io stesso a suo tempo.
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La Commissione d'inchiesta sulle condizioni della Sardegna vi farà senza dubbio conoscere, per poco che voglia parlare, qual peccato enorme abbia commesso il Ministero trascurando quell'isola, trascurando il porto di Terranova dove non ha messo mai un cavafango almeno per aprire l'imboccatura del porto. Spero però che la Camera farà sì che le corse abbiano almeno luogo, come prima, due volte al mese toccando i punti ai quali ho accennato. Allora la società cui sta a capo l'amico mio Robattino, che è pur benemerita per tanti altri titoli, sentirà la necessità di ribassare le tariffe per rendere fruttifere le corse come è la comunicazione fra Cagliari e Palermo.
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Io, per verità, non so come tale idea abbia potuto venire in mente a qualcuno, tanto è poco pratica.
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Ma, se è vero che il signor ministro abbia stabilito maggiori difficoltà appunto perchè non vuole ammettere molti di questi allievi, allora mi permetta che gli dica francamente che meglio sarebbe dichiarasse che non se ne vogliono, ma non si seguiti a lasciar in vigore un programma di esami di ammessione, che non so come giovani di dodici a sedici anni possano, senza grandissima difficoltà, superarli.
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Vi è noto, o signori, e ve lo accennò d'altronde l'onorevole D'Amico nella sua relazione, come il commercio specialmente delle sete abbia preso un grande sviluppo nel Giappone, e come moltissimi nostri commercianti ed industriali si rechino in quei luoghi, collo scopo d'incettare il seme dei bachi. Inoltre egli vi accennò come molti atti di pirateria avvenissero in quelle acque.
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Io sottoscrivo di buon animo a questa proposta; solamente mi duole che questo concetto, il quale, a parer mio, è così altamente utile e proficuo al nostro commercio, debbasi rimandare ancora di qualche anno, od almeno non abbia luogo nel corrente esercizio; talchè per quest'anno, in quella sterminata quantità di mari e di coste, noi non avremo che una sola corvetta, a difesa e tutela degl'interessi del nostro commercio.
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Ella è frattanto una condizione di cose molto deplorevole che continuamente abbia il nostro debito vitalizio a vedersi così di molto e di molto aumentato.
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Io non so a quanti ministri mi sia raccomandato, quante volte abbia dovuto ascendere le scale del Ministero dei lavori pubblici, con quanti direttori generali e segretari generali abbia dovuto tenerne parola! Io non sono ancora sicuro al giorno d'oggi della vittoria.
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Noi abbiamo, se non erro, quattro compagnie, le quali hanno un contratto determinato che dura per un certo tempo; locchè vuol dire che, quando quelle compagnie crederanno conveniente di non più continuare nel servizio postale negli ultimi anni, non rinnoveranno più il loro materiale e disdiranno il contratto, e così, malgrado che l'Italia nel periodo di dieci o dodici anni abbia speso sessanta o settanta milioni per sussidiare questi vapori postali, può darsi che un bel giorno essa
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Io aspetterò che l'onorevole Maldini abbia pronunziato il suo discorso onde poter in una sol volta rispondere ai diversi oratori che hanno parlato quest'oggi.
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moltiplicando per 60 il tributo diretto verso lo Stato, se si tratti di beni dei quali il debitore abbia la piena proprietà;
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moltiplicando per 30 il tributo stesso se si tratti di beni sui quali il debitore abbia soltanto la nuda proprietà o diritto d'usufrutto;
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sulla base di sei decimi del capitale corrispondente all'annuo canone sulla norma dell'interesse legale, od al valore dello stesso canone, se è in derrate; sulla base del prezzo medio di queste negli ultimi 10 anni, quando si tratti di beni concessi in enfiteusi e dei quali il debitore abbia il dominio diretto.
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Mi permetterò di richiamare la sua attenzione sulla convenienza di esaurire questa pratica al più presto; è mestieri che noi abbiamo sott'occhio quei conti affinchè, dopo il loro esame, nell'apprezzamento della sua condotta, come amministratore dello Stato, possiamo ravvisare se egli abbia tenuto cura dei veri interessi dello Stato medesimo, nel modo con cui permise l'emissione di quelle obbligazioni.
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Quindi mi rincresce di aver veduto che l'onorevole preopinante abbia creduto intendere che io mi riservassi di aspettare all'ottobre del 1870 per presentare questo rendiconto, cosa che non ho sognata mai.
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Cambray-Digny, ministro per le finanze.Io farò solo una rettificazione alle cose dette dall'onorevole preopinante, il quale mi sembra che non abbia, forse per colpa mia, ben afferrato il concetto che io aveva avuto l'onore di esprimere.
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Accademia della crusca
