Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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X legislatura – Tornata del 27 maggio 1867

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Mari 19 occorrenze
  • 1867
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ella sa bene che non possono discutersi i bilanci senza che la Commissione, che si è sempre occupata con tutta alacrità, abbia presentate le sue relazioni. Già ne sono state presentate tre, quella dei lavori pubblici, quella di agricoltura e commercio, ed oggi quella del bilancio di grazia e giustizia.

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Conseguentemente io credo che oggi la Camera abbia ben meritato del paese, come credo abbia sempre ben meritato per la sua assiduità e costanza nel lavoro, e debba quest'elogio meritare nell'attuale scorcio di Sessione, nella quale non mancò mai alcuno dei nostri colleghi d'intervenire negli uffici e nelle Commissioni e nelle pubbliche tornate: sicchè mancarono lavori interessati all'operosa volontà di tutti i deputati.

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Ho domandata la parola, non per oppormi alle massime, ma siccome la prima massima parla degl'impiegati ed io credo che la Commissione abbia sbagliato sul numero degl'impiegati medesimi, così fo questa riserva, e a tempo opportuno parlerò.

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Il professore universitario per se stesso è eleggibile; solo cessa dall'essere deputato quando il numero dei professori abbia raggiunto quello che la legge ammette.

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Innanzitutto domando uno schiarimento, se cioè il professore impiegato il quale abbia date le dimissioni prima del sorteggio rimanga deputato. Io opino affermativamente, ma vorrei che la Commissione esternasse pure il suo parere. In secondo luogo io credo che la Camera potrebbe abolire quest'ultima massima, o almeno potrebbe adottare una massima contraria.

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Ma se io approvo ed apprezzo con tutte le mie forze la proposta Sanguinetti, acciò non si ponga in votazione la prima massima, non approvo l'altra di lui opinione, vale a dire, che colui il quale prima del sorteggio abbia rinunziato all'impiego di cui è rivestito, non debba nel sorteggio stesso cadere; imperciochè tutti sappiamo essere massima sancita da tutti i Parlamenti, nonchè dal nostro, che bisogna considerare la qualità dell'eletto al momento dell'elezione, perchè in caso contrario ne verrebbero inconvenienti ed arbitrii infiniti; ne verrebbe, per esempio, che il Ministero potrebbe, ad un impiegato che gli fosse beneviso, dare una qualità che lo rendesse eleggibile, laddove non lo era al tempo della sua elezione: quindi approvando una parte della proposta Sanguinetti, io disapprovo l'altra.

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La massima è questa: di doversi annullare l'elezione di un impiegato eleggibile, se questi, non rivelando la sua qualità, abbia evitato il cimento del sorteggio.

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La Commissione insiste, perchè per quanto essa abbia fatto per raccogliere le notizie relative ai deputati impiegati, non può dire con tutta certezza d'avere stabilito la vera posizione d'ogni deputato, specialmente a causa di mancanza totale o parziale delle indicazioni che il deputato sarebbe tenuto di scrivere nelle schede trasmesse dalla Segreteria della Camera.

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Diffatti nella relazione, nel paragrafo II, sta scritto: «epperciò la Commissione vi ripropone la sanzione della massima: di doversi annullare l'elezione d'un impiegato eleggibile, se questi non rivelando la sua qualità, abbia evitato il cimento del sorteggio.»

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Per conseguenza, io non accetterei il rigorismo al quale accennava l'onorevole Valerio, parendomi che già sia abbastanza e anche troppo che professori dei quali ho tenuta parola abbiano date le loro dimissioni ed il ministro le abbia accettate. E poi, costituzionalmente parlando, l'accettazione di un ministro è ciò che noi qui dobbiamo richiedere; non dobbiamo indagare se un decreto sia o no firmato dal Re. Davanti alla Camera, la Corona disparisce: la dimissione è da noi ritenuta come accettata. Spero che non si vorrà aggravare la posizione di illustri colleghi che certo non senza sacrificio si separano da quel nobile ufficio di che altamente si onoravano.

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Ma ciò non toglie che io non abbia creduto di dover osservare come nè bene, nè regolarmente si venga ad enunciare dal banco della Presidenza nostra che il Ministero ha accettata una dimissione.

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Mi pare che sulla questione che riguarda particolarmente l'onorevole Ducati abbia domandato la parola l'onorevole Righi.

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Ora se si volesse andare fino al punto di stabilire come lo vorrebbe l'onorevole Valerio, che quando il ministro ha risposto, accettando le dimissioni, queste non debbano ritenersi per valide fino a che il decreto reale ed il visto della Corte de' conti non le abbia in tutta la interezza delle legali prescrizioni rese tali, si verrebbe a stabilire, come ho già detto, una massima le cui conseguenze possono incerti casi essere molto gravi e nell'ordine militare gravissime. Qui vi sono molti giureconsulti che potranno prendere la parola; io sono preoccupato, come ho detto, delle conseguenze che potrebbe produrre questa massima in certi casi, e che ha già prodotte in una disgraziata eventualità. Ci pensi la Camera.

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Per rispetto delle rimunerazioni, gratificazioni o stipendi, io credo che non si possa riconoscervi vera dipendenza, poichè si capisce che chiunque presti opera pubblica o privata ha diritto a rimunerazione; noi non crediamo che colui il quale lavora, e riceve una rimunerazione congrua, abbia a ritenersi per ciò alla dipe[nde]nza di chicchessia.

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Nel caso nostro io mi permetto di osservare che il testo tedesco (e qui vi hanno molti che conoscono la lingua tedesca anche più di me, sebbene io stesso mi abbia avuta la sciagurata occasione di apprenderla a pura fonte), il testo tedesco non parla d'innalzamento di grado, di vera promozione, ma dice semplicemente «ordinato ad una data posizione, cioè a professore ordinario;» ed il professore straordinario, secondo la ordinanza imperiale 23 ottobre 1857, è bensì creato membro del corpo accademico dell'Università, ma siccome è assegnato a delle cattedre le quali ponno anche non essere ritenute come indispensabili, per questo appunto riceve la dovuta consacrazione de' suoi meriti e de' suoi servigi, quando viene passato nel posto di professore ordinario. Ma con ciò egli non viene elevato di rango, e neppure è determinato che debba riuscire meglio rimunerato.

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.… noi non troviamo che abbia innanzi a sè precedente alcuno, perchè noi non abbiamo giudicati mai casi consimili nel seno della nostra Assemblea. E credete voi d'altronde che un giudizio che noi daremo oggi, potrà aver conseguenza al di là del fatto che noi contempliamo sul momento? Neppure. Quanto prima l'Università di Padova verrà regolata certamente colle norme stesse che imperano nel resto del regno d'Italia; ed allora il nostro giudizio avverso, quando volessimo seguire l'impulso della maggioranza della Commissione, verrebbe ad acquistare carattere di giudizio ad hominem, e questo giudizio ad hominem andrebbe a colpire ve l'ha detto l'onorevole Righi, andrebbe a colpire qualche cosa che noi consideriamo sacra, la simpatia che dobbiamo al Ducati come figlio di quella terra che desideriamo, e dalla quale siamo desiderati.

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In secondo luogo è necessario sapere se il professore d'una cattedra straordinaria, ancorchè fosse soppressa cotesta cattedra, conserverebbe tuttavia la sua posizione di professore, e quindi tutti i diritti e stipendio ed altro annessi all'ufficio, ovvero altrimenti se, rimanendo in facoltà del Governo il sopprimere la cattedra straordinaria, sarebbe ipso facto anche privato il professore delle sue funzioni, senza che perciò nulla abbia ad opporre o reclamare intorno alla sua posizione. In terzo luogo si desidera conoscere dalla Commissione se il professore Ducati fosse stato promosso dalle facoltà universitarie, ovvero fosse stato nominato senz'altro dal Ministero. A questa dimanda mi muove la considerazione che, a norma delle leggi austriache, la nomina alle cattedre dei professori ordinari dovrebbe essere promossa dalle facoltà, piuttosto che dal Governo.

Pagina 877

Io credo che la questione non abbia di per sè quella lucidità che molti vi scorgono, amici ed avversari di quest'elezione, disposti ad approvarla o disposti a combatterla; non abbiamo un punto di diritto tanto fermo da potere assolutamente assumere con molta sicurezza sopra di noi la responsabilità di dire: il torto o la ragione sono da una parte o dall'altra.

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La Commissione non si oppone a che la Camera tratti anche oggi, se lo crede, la questione della legalità del decreto; ma essa non può aderire alla domanda dell'onorevole Lazzaro, cioè che sia trattata con precedenza la questione della eleggibilità di quei tre nostri colleghi, senza che prima la Camera abbia decisa la questione della legalità del più volte rammentato decreto.

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IX Legislatura – Tornata del 17 gennaio 1867

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Mari 3 occorrenze
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Ed è per questa principale considerazione che io penso che dei 185,000,000 di disavanzo si abbia a provvederne 85, parte con qualche espediente e parte con imposte complementari di quelle presentemente in vigore, e con altre che devono concorrere allo assetto generale del nostro sistema de' pubblici tributi.

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Ma non posso non insistere sopra una parte che era veramente essenziale di quel progetto; io non potrei non insistere contro quella parte del sistema contrario, che credo erronea: perchè io penso che l'errore non frutti a nessuno, e che quando l'errore diventi pratico abbia nel campo economico perniciosi effetti.

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Ma, coloro i quali hanno pratica del bilancio dello Stato, hanno potuto notare come, mentre io ho preveduto in qual modo si verrebbe ammortizzando la partita dei 400 milioni del debito nazionale, che è una delle partite che potrebbe dirsi scoperta, e come si viene colmando il deficit e si provvede all'estinzione di due debiti, abbia quasi dimenticato di parlarvi di un terzo debito che rappresenta anche uno scoperto, il debito cioè colla Banca Nazionale, il quale è destinato a cessare contemporaneamente al corso forzato dei biglietti.

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X Legislatura – Tornata del 23 marzo 1867

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Polsinelli 6 occorrenze
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Si tratta di vedere s'egli abbia o non abbia riportato il numero dei voti prescritto dalla legge; l'altra questione riguarda il dispaccio telegrafico che fa letto dal deputato Nicotera. Ora questa seconda questione che si vuole involgere colla prima, secondo me, è perfettamente oziosa, finché la Camera non ha sciolto la prima. S'è vero che il candidato non ha riportato il numero dei voti prescritti dalla legge, l'elezione è nulla. Dunque decida prima la Camera sulla legalità del numero dei voti.

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Credo che le obbiezioni fatte contro l'elezione dell'onorevole commendatore De Martino non possono essere prese in alcuna considerazione dalla Camera, perchè contrarie al secondo comma dell'articolo 4 del regolamento provvisorio, il quale prescrive che, allorquando vi è una elezione riferita come regolare insieme ad altre senza che abbia dato luogo ad alcuna protesta, ed il telegramma, di cui parla l'onorevole Nicotera, non è mica una protesta, e che l'ufficio sia unanime a proporne la convalidazione, come è il caso presente, la Camera deliberi in complesso su di essa elezione e sulle altre.

Pagina 10

Debbo rischiarare una questione la quale parmi abbia ancora voluto sollevare l'onorevole Nicotera. Torno a ripetere che dai verbali risulta che gli elettori iscritti nel collegio di Sorrento sono 1248, che l'onorevole De Martino ha ottenuto alla prima votazione 418 voti, voti che costituiscono più del terzo degli iscritti e più della metà dei votanti.

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Riferisco poi separatamente sull'elezione stata fatta dal collegio di Nizza Monferrato, perchè, quantunque l'ufficio abbia trovate regolari le operazioni elettorali, non pertanto in seno del medesimo è sorta qualche obbiezione sulla eleggibilità del commendatore Giovanni Visone.

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Si è osservato che egli abbia impiego nella casa reale, e perciò stipendiato. Ma la maggioranza dell'ufficio non si è fermata punto su tale eccezione riflettendo che l'articolo 97 della legge elettorale esclude gli aventi stipendio sul bilancio dello Stato, e che l'onorevole Visone invece ha lo stipendio dalla Casa reale.

Pagina 14

Domando adunque che si abbia a soprassedere a qualsiasi deliberazione intorno alla elezione del collegio di Sorrento, procedendosi alla approvazione delle altre elezioni stateci riferite a nome del I ufficio.

Pagina 8

X legislatura – Tornata del 19 giugno 1867

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Mari 19 occorrenze
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Io credo che il Ministero non abbia facoltà di provvedere di cotal guisa.

Pagina 1432

Il rimedio radicale, secondo lui, consisterebbe in questo, che il Ministero abbia ad emanare un decreto reale che obblighi i parroci a trasmettere tutti i registri all'autorità che ora è la vera governatrice dello stato civile.

Pagina 1432

L'altro rimedio, proposto dall'onorevole Sanguinetti, non parmi che abbia bisogno di essere attuato; perchè ho già dichiarato come per le istruzioni date dal Ministero, gli ufficiali dello stato civile abbiano e diritto ed obbligo di tenere per buone e valide le legalizzazioni che rispetto agli estratti dei registri dei parroci provengano anche solamente dai sindaci, senza che tornino necessarie le legalizzazioni della curia ecclesiastica.

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Il suo voto sarà tenuto nel debito conto dal guardasigilli; il quale, ove il voto fosse conforme alla proposta dell'onorevole Panattoni, e la somma inscritta nel bilancio tornasse nel fatto insufficiente allo scopo, dovrebbe poi venire innanzi alla Camera per domandare un supplemento di fondo, e intende di essere guarentito sin d'ora che quella eventuale domanda non gli sarà imputata quasi come una conseguenza di computi meno esatti che egli abbia fatto al momento della discussione del bilancio.

Pagina 1435

Ad ogni modo, per qual ragione la Commissione si rifiuterebbe alla istanza mia, che la Camera abbia ad esprimere il proprio voto?

Pagina 1436

Conchiudo quindi che su questo proposito la Camera non abbia a prendere deliberazione alcuna. La Camera non deve inscrivere nel bilancio una spesa che non fu mai tolta. Del resto la Camera può fare quello che crede, ma io doveva giustificare l'operato della Commissione.

Pagina 1436

Del resto, signori, che sia facile cadere in errore su questa bisogna, me ne dà prova lo stesso onorevole relatore, il quale, quantunque abbia con tanta diligenza studiate le partite del bilancio e specialmente questa del capitolo 25, ha detto testè, se non erro, che la distribuzione non importerebbe che lire tremila, o poco più…

Pagina 1436

E così deve chiedere un ministro, il quale non voglia esporsi al pericolo che, ov'egli poi dovesse venire ad annunciare che la somma iscritta fu oltrepassata nella spesa, e quinci a proporre lo stanziamento di un fondo supplementare, la Camera abbia diritto di rifiutargli il fondo, di infliggergli una censura.

Pagina 1436

Credo che ora abbia la precedenza l'ordine del giorno dell'onorevole Salvagnoli.

Pagina 1438

Che si perda lungo tempo per trattare le questioni o per chiarirle lo intendo; ma che si abbia da spender tanto tempo per sapere come si deve deliberare, è cosa veramente deplorabile! Ciò io credo che venga appunto da questo linguaggio veramente strano che noi abbiamo introdotto, cioè da tutti questi ordini del giorno, che dovrebbersi chiamare piuttosto ordini della notte,

Pagina 1439

Io non so se l'onorevole guardasigilli abbia mai assistito ad un'udienza in materia civile tenuta dai pretori; ma, se mai ciò gli fosse avvenuto, avrebbe potuto convincersi che l'aula dei pretori mandamentali, invece di essere il santuario della giustizia, è convertita in un ufficio di esazione, o, per meglio esprimermi, in un'aula in cui nulla si dà, nulla si amministra senza che prima siasi pagato a pronti ed anticipati contanti.

Pagina 1440

È nell'animo mio che per togliere quegli abusi e quegli sconci non vi abbia che un mezzo: e questo sarebbe di sostituire alle tasse, che vanno pagandosi di mano in mano, l'apposizione di certi bolli ai vari atti giudiziali.

Pagina 1441

Io avrei sperato che l'amministrazione presente avesse immediatamente adottati provvedimenti i quali tendessero a menomare il male fatto dalla passata amministrazione, ma sono dolente di dire che, se si considera lo spirito con cui fu sottoposta alla Camera la proposta di legge Ferrara, anche questo Ministero accenna alle stesse debolezze, allo stesso vizio, a quello cioè di uno Stato che vuole stringere alleanza con i suoi nemici, di un Governo, il quale vuol farsi puntello dell'alto clero, non considerando che questo è il più gran nemico che abbia la libertà e l'unità stessa d'Italia.

Pagina 1442

Sono anche lieto che l'onorevole ministro abbia dichiarato che egli intende nella grave questione dell'asse ecclesiastico di prendere un'attitudine che nessuno di noi poteva supporre, considerando quanto si rassomigliassero il progetto Ferrara e la convenzione Erlanger col progetto Scialoja e la convenzione Dumonceau.

Pagina 1443

Io ritengo che il vescovo non abbia fatto il suo dovere, perchè mi sarebbe piaciuto veramente che il vescovo fosse uscito ad impedire…

Pagina 1444

Io, signori, non parlo certo perchè abbia una parzialità pel cattolicismo.

Pagina 1446

Quanto al fatto speciale che diede occasione all'interpellanza, dichiaro che colui che mi pare, se i fatti stanno come ci furono riferiti, abbia la parte minore della colpa, è l'arcivescovo di Trani.

Pagina 1446

Mi duole che colla mia interruzione io abbia impedito il signor presidente di esprimere quella sua preghiera la quale ha prevenuta la mia mozione d'ordine, che si risolve precisamente nella istanza che egli testè rivolgeva all'onorevole Del Zio ed alla Camera.

Pagina 1448

Se una delle cause per cui si domanda che sia rinviata questa discussione è il giusto riguardo dovuto al relatore, che è infermo, finchè non si sappia che l'onorevole Cordova abbia ricuperata la salute, mi pare che non si possa fissare la discussione.

Pagina 1449

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