Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Teoria della relatività dell'Eistein. Esposizione elementare alla portata di tutti

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Harry Schmidt 17 occorrenze

Dopo che Oo abbia ottenuta, per mezzo dei suoi

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A tal uopo: inviamo nel sistema O un osservatore, che si porti nel punto M ed abbia l'aiuto di due persone, poste nei punti A e B, ed un altro osservatore nel sistema O' che si ponga innanzi agli specchi M' ed abbia anch'esso due persone che lo coadiuvino, poste nei punti A' e B', che osservino i rispettivi orologi.

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coadiutori, la regolazione degli orologi, nel modo già noto, e dopo che abbia date le necessarie disposizioni, pure note, egli constaterà il simultaneo lampeggiare dei segnali luminosi inviati da A e da B, come pure la simultaneità delle indicazioni delle sfere dell'orologio. Ma errerebbe chi ritenesse che anche O'o giunga agli stessi risultati. Per O'o il sistema O è in moto rettilineo ed uniforme, rispetto al sistema O' e, precisamente, la sua direzione sia quella B' A' (indicata dalla freccia superiore nella figura 10). Per ciò il sistema dispecchi posti in M si muove in senso opposto a quello del raggio di luce proveniente da A. Siccome la velocità del raggio di luce deve esser sempre la stessa, sia per rapporto ad O' che per rapporto ad O, il raggio per O'o deve giungere in M prima che quello emesso da B, per il che - sempre secondo il giudizio di O'o - il sistema di specchi in M deve spostarsi.

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La teoria della Relatività, però, conduce ad ammettere — lo dico per incidenza —che un grammo di materia per un osservatore in quiete abbia una energia interna pari a quella posseduta da 3 milioni di chilogrammi di carbon fossile. Riprendiamo la formula che abbiamo riportata nella nota riguardante la contrazione del Lorentz: Se v diventasse uguale o maggiore di V l'espressione sotto il segno di radice diventerebbe zero o negativa: in ogni caso la radice non avrebbe alcun senso pensando che il suo valore deve essere riferito ad un corpo solido. Di qui la impossibilità di concepire che la velocità della luce possa essere raggiunta o superata. È questa una dimostrazione «per assurdo» che può valere.

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Se la possibilità di esaminare sperimentalmente il principio di Relatività, costituisce già di per sè un grande vantaggio, che molte delle teorie costrutte sino ad oggi non poterono avere, il fatto che quest'esame abbia condotto a risultati che coincidono con quelli nei quali culmina la teoria, è un altro vantaggio di gran lunga più importante, e giustifica il valore che si attribuisce alla teoria einsteiniana.

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Ben si comprende perché in principio io abbia detto che Spazio e Tempo devono tramontare per cedere il posto ad un mondo in sè».

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Ma, ora, ci si può chiedere, quale scopo abbia questa incessante generalizzazione delle nostre rappresentazioni dello spazio. E, peranco, può credersi che essa non sia se non l'espressione del nostro desiderio di sempre più vaste astrazioni delle quali si compiacciono i matematici: il fisico ne ha veramente bisogno?

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. — Ci rimarrebbe ora da considerare la ipotesi che la nostra stanza, da prima in quiete, si sia posta in moto per una causa ignorata ed abbia assunta una velocità sempre crescente, mentre i corpi, per la loro inerzia, ci avrebbero erroneamente fatto pensare ad una accelerazione di senso contrario, quindi ad un proprio movimento di caduta. In tal modo ci troviamo nella condizione di ritenere che uno stesso fenomeno sia dovuto tanto all'inerzia quanto ad un campo di gravitazione. In tale condizione è

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Il principio di Relatività generale, secondo il suo semplice significato, vuole che anche in questo caso si ammetta che chi abbia cambiato di velocità sia l'intorno e che il frantumarsi degli oggetti del treno sia conseguente alla scossa del mondo esterno, impressa da una azione di gravitazione dello stesso mondo esterno su l'interno del treno. Il principio non dà alcuna risposta che menomamente soddisfi l'intelletto, quando si chieda perché non sia caduto il campanile insieme con il treno quando il mondo esterno al treno ha dato la scossa». L'Einstein rispose daprima che il Lenard non

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Poi che il treno si muove, a meno che non abbia la lentezza di una chiocciola, e corre, quindi, innanzi, mentre la palla prima sale e poi discende, vien fatto di rispondere che questa debba cadere sur uno dei carri retrostanti, e che, quindi, il viaggiatore debba, per riprendere la palla, camminare indietro, verso quel carro. Un osservatore, superficiale, che non tenesse conto di tutti gli elementi che entrano in gioco nel fatto considerato, non risponderebbe altrimenti.

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Devo ritener nota la regola del parallelogramma per la composizione di due movimenti (vedi figura 3) ed il principio della indipendente coesistenza dei movimenti, dovuto a Galileo; mi limito Fig. 3 ad enunciarli opportunamente combinati: «se un corpo è animato da due moti contemporanei, ed i lati di un angolo rappresentano ciascuno la trajettoria di un moto, se l'angolo è lo stesso che fanno le due trajettorie, dopo un certo tempo il corpo si trova nel punto istesso in cui si troverebbe se i moti fossero, anzi che contemporanei, successivi; costrutto un parallelogramma, che abbia per lati quelli dell' angolo sopradetto, la posizione del punto è determinata dall'estremo della diagonale passante per il vertice dell'angolo considerato». È chiaro, ciò premesso, come, dopo un secondo la palla debba trovarsi nel punto P1 dopo due secondi in P2, dopo tre secondi in P3. La trajettoria della palla ci sarà data da una linea che passi per detti punti.

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Dobbiamo ritenere che durante il tempo trascorso dalla prima alla seconda serie di misurazioni il sistema di coordinate abbia girato nella direzione che indica la freccia della figura 8a, in modo che la retta AB assuma la direzione della CD. Tutto ciò non significa se non che la Terra gira intorno al suo asse passante per i due poli Nord e Sud. Con altre parole l'esperienza del pendolo del Foucault dimostra la rotazione giornaliera della Terra intorno al suo asse (3).

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A traverso questo spazio, un veicolo, in cui prenda posto un fisico, che abbia con sè tutti gli istrumenti necessari per eseguire le più esatte misurazioni scientifiche, possa muoversi, senza attrito e senza incontrare altre resistenze, in una trajettoria rettilinea, percorsa in tutta la sua estensione con velocità costante, ad esempio di 10 metri al secondo. Poi che nello spazio assoluto tutte le leggi della Meccanica hanno piena validità, il moto, ubbidendo alla legge di inerzia, dovrà permanere rettilineo ed uniforme.

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Tale ipotesi fu formulata dal Newton, nell'opera più importante che egli abbia scritta: Ottica, pubblicata già, in parte, nel 1675, e completamente, nel 1704; la si chiama anche ipotesi del bombardamento.

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Tale ipotesi fu formulata dal Newton, nell'opera più importante che egli abbia scritta: Ottica, pubblicata già, in parte, nel 1675, e completamente, nel 1704; la si chiama anche ipotesi del bombardamento. La ipotesi delle ondulazioni, abbozzata da un italiano, padre Francesco Maria Grimaldi (1618-1663), è dovuta a Cristiano_Huyghens, esposta nell'opera pubblicata a Leida, nel 1690: Traité de la lumière. Per lungo tempo non ebbe fortuna, si grande era l'autorità che godeva il Newton . Nel 1746, il matematico tedesco Leonardo Eulero (1707-1783), nel 1801, l'archeologo, medico e fisico Tomaso Young (1773-1829), ripresero le ipotesi dell'Huyghens, e, su le loro orme, intorno al 1820, l'ingegnere normanno Agostino Fresnel (1788-1827) diede forma completa, spiegando con essa i fenomeni ottici conosciuti, alla teoria meccanica delle ondulazioni.Il colpo di grazia all’ipotesi newtoniana fu dato dall'esperienza. Secondo quella la luce avrebbe dovuto propagarsi più velocemente nell'acqua che non nell'aria, secondo l'ipotesi Huyghens-Fresnel, in vece, più velocemente nell'aria che non nell'acqua: conclusioni espresse nell'esame del fenomeno di rifrazione che si verifica quando un raggio di luce, passando da un mezzo ad un altro di diversa intensità, incontri la superficie di separazione con un angolo diverso da 90°, per il quale il secondo raggio devia. Le esperienze di Leone Focault (1819-1868), istituite per suggerimento dello spagnuolo Francesco Arago (1786-1853) provarono che l'andamento delle velocità della luce relative all'aria ed all'acqua è quello previsto dalle ipotesi delle ondulazioni, cioè, come trovò nel 1850 Ippolito Luigi Fizeau (1819-1896), la velocità nell'acqua è minore di 1/4 della velocità nell'aria. La moderna teoria elettromagnetica della luce non differisce da quella meccanica se non in quanto, anzi che a vibrazioni meccaniche, la luce si ammette dovuta ad oscillazioni elettriche. Tale teoria, dovuta all'inglese Michele Faraday (1791-1867) fu successivamente sviluppata da James Clerk Maxwell (1831-1879) (che dalla eguaglianza del numero esprimente la velocità della luce con quello del valore del rapporto tra i numeri che esprimono il valore della intensità di corrente elettrica nel sistema di misura elettromagnetico e lo stesso valore nel sistema elettrostatico, dedusse che la luce non è se non un fenemeno della stessa natura di quelli elettro-magnetici, e da Enrico Hertz (1857-1894) e trovò in Augusto Righi (1850-1920) un autorevolissimo assertore (L’ottica delle oscillazioni elettriche, Zanichelli, 1897).

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È noto come la trajettoria che segue la Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, ossia la sua orbita, abbia la forma di un ellisse. Il moto della Terra è, quindi, curvilineo e, ubbidendo alle leggi del Keplero, non conserva in tutto il suo percorso, una velocità uniforme. Ma per le esperienze che noi dobbiamo fare, possiamo considerare che il moto della Terra sia rettilineo ed uniforme, e ciò senza assumere alcuna gratuita ipotesi, poi che i matematici possono dimostrarci, rigorosamente, che la trajettoria della Terra, da noi considerata, può scomporsi in un numero grandissimo di segmenti rettilinei, percorsi tutti con velocità uguale.

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