Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbi

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Il successo nella vita. Galateo moderno.

177943
Brelich dall'Asta, Mario 3 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Prima che si coppi abbi avvertenza di dir sempre in quante carte vuoi dare; e qualora tu voglia in progresso cambiar data, devi sempre chiederne permesso agli altri giuocatori, altrimenti ti faranno pagare la partita semplice. 5. Nel distribuirne le carte bada bene di non dar giuoco fallo, cioè una carta di più o di meno di quella che dar dovevi, perchè in tal caso ti farò pagare la partita, come la pagherò io, quando, coppando, andrò a vedere la carta che resta in fondo del mazzo coppato, se pur questo vizio non mi sarà passato per buono da tutta l'assemblea con cui giuoco, la quale ami praticare il simile. E' però inciviltà. 6. Prima di dare le carte dirai ancora ai compagni tuoi se giuocasi la rola, il marcio, quanti punti richiedansi per essere di smarcio; se avendo o il Folle o lo Scarto; o lo Scarto ed il Folle, si perde la partita rola, ecc., secondo si vuol giuocare a questo o a quell'altro giuoco. Tutto questo si deve conchiudere chiaramente prima di dar le carte, come pure di quanto si giuochi la partita semplice, qualunque sia il giuoco che facciasi. 7. Se darai o t'accorgerai d'aver dato giuoco fallo prima che abbi scartato, sarà bene che tu lo dica subito, perchè così non perderai la mano. 8. Debbo pur avvisarti che quando ti si porgono le carte a coppare, tu puoi, se ti piace, tralasciar di coppare; anzi per trattare civilmente, qualora vedessi che il tuo compagno sotto la tua coppa non avesse mai un giuoco di vaglia, farai bene una qualche volta a tralasciar di coppare, o far coppare da un altro. 9. Date le carte, non si deve nè parlare, nè guardare il giuoco d'altri, nè far segno nè cenno di sorta, massime se si giuoca tra più persone. Così si eviteranno parecchi litigi, e non si correrà il rischio di soggiacere ad alcuna penale. Chi parla o fa segni, pregiudica qualche volta sè stesso come gli altri. 10. Baderai pur bene di non dare le carte quando non ti spetti, e succedendoti, cesserai di dare al primo avviso che ti venga fatto, e rimetterai il mazzo a chi di ragione: così non soggiacerai ad alcuna penale, salvo che tu sia solito farlo per abuso o malizia. Se poi le carte fossero già date, e lo scarto fatto, saranno le medesime carte ben date, e tu che le desti pagherai il giro a suo turno come se non vi fosse stato sbaglio. Chi è stato saltato abbiasi il danno in pena della sua disattenzione. 11. Nel giuoco la parola vale tutto, così bisogna andar guardingo nel dire a monte, come usasi comunemente, e quando si è detto, bisogna adattarsi al danno che ne consegue. 12. Sta pur attento a non giuocare la carta, quando non ti tocca: e succedendoti, ritirerai subito la tua carta, se giuocasi in due persone; se in più, avrai pazienza e pagherai ciò che l'uso o l'accordo avrà stabilito. Studia pur bene prima di giuocare la tua carta, perchè, giuocata, non potrai più ritirarla. 13. Tu sarai sempre padrone di contare i tuoi punti, ma non quelli degli altri, cosicchè devi stare sempre attento alle carte non giuocate; da questa attenzione dipende mole volte il buon esito del giuoco. 14. Se dirai: ho scartato e poi volessi cambiare lo scarto, non potrai più, ancorchè t'accorgerai aver fatto errore; ed a questo proposito ritieni bene in mente che non si possono scartare gli onori, cioè nè il Re, nè l'Angelo, nè il Folle, nè il Bagatto, salvo che il Bagatto sia solo, senza il Folle ancora si potrà scartare, ma in un sol caso, cioè, quando si sia certo di far rola. In molti giuochi però, come a permesso, si potrà il Folle dar via quando torni in acconcio, cambiandolo in un'altra carta. 15. Se a bella posta o per inavvertenza rinnegherai, cioè non risponderai di quella sequenza o pallio che giocasi, avendone, sarai obbligato a pagare ai compagni la partita semplice, eccettochè le carte siano ancora in tavola da coprire; ed in tal caso chi ha giuocato il prima lascierà la sua carta, chi ha rinnegato la cambierà, e tutti gli altri appresso saranno ancora padroni di cambiarla. 16. Ti guarderai pur sempre dal prendere punti al tuo compagno, perchè se sarai colto sul fatto, pagherai, ancorchè avessi guadagnato. Farai dunque benissimo ad osservare che ciò non si faccia da altri con tuo danno.

Pagina 344

Pagina 416

Abbi rispetto alla sventura in tutti coloro che ne soffrono gli strali, se anche non giacciono in assoluta indigenza, se anche non ti dimandino alcun aiuto. Pellico, Doveri degli uomini. I grandi uomini sono figli delle sciagure e di un'avversa fortuna. La sorte lieta ed opulenta fa gli uomin dappoco. O Colecchi. Non ha l'animo gagliardo quell'uomo il quale non ha fatto sperienza di molti avversi casi. Gozzi. Molte sventure ci cadono addosso senza nostra colpa, ma noi possiamo moltissimo contro di esse colla forza d'animo e colla prudenza. Mantegazza, Il bene e il male. Gli uomini sono miseri per necessità, e risoluti di credersi miseri per accidente. Leopardi. La sventura è un dono divino: ella affina gli spiriti, e rinforza gli animi degni di portarla. Gioberti.

Pagina 430

Cerca

Modifica ricerca