Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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L'indomani

246130
Neera 2 occorrenze
  • 1889
  • Libreria editrice Galli
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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. - Abbi pazienza mamma. Già non si parla di noi, è una supposizione, nevvero? Lasciami dire. Se, entrando nella vita, quella ragazza non trova le due aspirazioni riunite, se vede che l'amore non è sempre il premio e il compagno dell'onestà, che, legati insieme barbaramente come gemelli mostruosi, non sempre vanno d'accordo, non sempre si intendono e viene il momento in cui uno dei due... La signora Oldofredi scandagliò l'abisso e non la lasciò terminare; ma trascinata dall'impeto che Marta frenava invano, ella pure si sentì donna, ella pure colle guancie arrossate, l'occhio ardente, le labbra che tremavano urtandosi al placido sorriso abituale, ella pure illuminata da una arcana bellezza, esclamò: - L'amore è una illusione! Credi tu che vi sarebbe tanta attività nel mondo, che l'arte produrrebbe i suoi capolavori, che la pietà innalzerebbe i suoi monumenti, che il patriottismo darebbe i suoi eroi e la religione i suoi martiri, se l'amore come lo intendi tu esistesse? Perchè si coltivano tanti fiori nei vasi e si tengono dei canerini in gabbia, perchè si riempiono le case di ricami e di lavori all'uncinetto, perchè leggiamo i romanzi e i giornali di mode, perchè andiamo ai concerti, perchè vi è si gran numero di istituzioni filantropiche dove le donne sono patronesse, ispettrici, visitatrici, se l'amore fosse una realtà, se l'amore potesse bastare almeno alla vita di una donna? - Eppure - ripetè Marta scuotendo il capo - è l'amore che ispira l'arte, è l'amore che riscalda la carità... - Sono i disinganni dell'amore, è l'impotenza, l'assoluta impossibilità di estrinsecare nell'amore, nel solo amore, quella tendenza al sublime che c'è in noi. Oh! ma tutto il mondo perirebbe, non vi sarebbe più posto per nulla, per nulla capisci, se il lampo dell'amore potesse durare? Marta fu colpita, dalla luce straordinaria che brillava negli occhi di sua madre, rivelandole un fondo di ardore che ella non avrebbe mai sospettato; come l'eco di battaglie lontane, di lotte, di pianti, di morti, su cui era passata la grande, la benefica ala del tempo; e sentì di amarla doppiamente; si sentì sua eguale, sua compagna. Forse l'amore non è per tutti, forse è il più gran dolore della vita, forse non dura, forse è un miraggio; ma ella aveva visto, aveva visto!.. e cogli occhi gonfi di lagrime, mormorò, quasi parlando a se stessa: - Esiste. Nel silenzio raccolto dell'alcova quest'unica parola cadde con un mormorio solenne di responso. - Senti - disse la signora Oldofredi prendendole le mani e abbassando la voce in ragione inversa dall'emozione crescente - facciamo un'altra supposizione. Mettiamo una donna, una giovane donna libera di sè, e mettiamo pure che ella incontri sulla sua via l'amore. - Dunque c'è. - Ma Dio! - gemette la signora Oldofredi con tutta l'anima negli occhi - c'è il desiderio, il sogno, l'illusione! C'è l'istante del delirio, c'è la febbre che fa dimenticare tutto, lo spasimo per cui il piacere rasenta il freddo della morte; ma poichè tutto ciò passa, poichè non resta nulla dei più sinceri trasporti, poichè gli amanti finiscono col diventare stranieri l'uno all'altro e incontrarsi senza che più nulla trasalisca del loro cuore nè dei loro sensi, bisogna rinnegare l'amore, bisogna dire l'amore non esiste! Credi a me... credi, credi. Colle mani strette nelle mani si guardarono in fondo all'anima, misurando le loro disperazioni; la madre violentata per non poter dire di più, la figlia temendo di indovinare troppo. - Allora - fece Marta, tergendosi la fronte quasi un sudore improvviso l'avesse bagnata - non c'è nulla. In quel momento si arrestò ascoltando. La stessa sensazione che l'aveva fatta trasalire il giorno prima nella casuccia dei due contadini, si rinnovava. Sentiva le sue viscere commoversi sotto un impulso di persona viva, colla strana rivelazione di un altro essere in se stessa. Sembrava una piccola mano che battesse contro il suo seno, una piccola mano che voleva dire: Aprimi, io sono l'amore e la verità. - Gli uomini - continuò la signora Oldofredi, presa nella foga vertiginosa delle proprie' parole - conoscono presto l'amore, lo valutano per quello che è e passano oltre, attratti dalla ambizione, dagli affari, della vita pubblica. Ma anche noi non possiamo vivere nella continua illusione dell'amore; per questo abbiamo la religione e la maternità. E ancora l'amore, ma l'amore che si trasforma; l'ideale risale al cielo, mentre la parte materiale di noi si anima e vive della nostra stessa carne... Marta non udiva, delle parole di sua madre, che il bisbiglio. Colle mani raccolte sul grembo, le palpebre socchiuse, il corpo abbandonato nei guanciali, aveva l'apparenza della più gran calma, ma un brivido la scuoteva internamente, un brivido e una puntura. Vedeva ancora quell'amplesso, quel bacio... come dubitarne, se tutto il suo essere ne era stato scosso, se all'improvvisa rivelazione aveva compreso, lei già donna, il mistero della virginità, quel mistero che è il segreto di Dio e che l'amore solo comunica agli uomini? Lievi lagrime brucianti sfuggivano dalle sue palpebre. - Marta! Marta! - Chiamava la mamma, curva su di lei, divinatrice amorosa della lotta che si combatteva nel di lei cuore. Marta, senza parlare, ripeteva fra sè: Sarà il raggio che sfolgora e muore, sarà l'illusione che passa, sarà il sogno, il delirio di un istante; pure esiste. Raggio che non scalda tutti i cuori, sogno che non rallegra tutte le notti... Ma intanto la piccola mano ripeteva con insistenza: Apri, io sono l'amore e la verità. E Marta rivedeva, in una specie di visione magnetica, la bella campagna estiva, gli alberi frondosi ramificanti sopra lo sfondo azzurro e un meschino insetto che tendeva i suoi fili d'argento. Spezzato un filo gettava l'altro, e un altro ancora e ancora, sempre avanti, la tela prendeva proporzioni gigantesche, i fili abbracciavano tutto il creato, salivano ad altezze vertiginose, toccavano il cielo. Era la vasta tela della vita umana, il lavoro ogni giorno rinnovato di chi soffre e combatte; il lavoro temerario che poggia nel vuoto guardando arditamente la luce; lo sforzo immane di milioni di esseri, intelligenze torturate, cuori spasimanti, schiavi in pena, tutti sorgenti dalle loro catene, tutti lanciando il loro filo d'argento al misterioso Ignoto. E i fili si spezzano, e la tela si strappa e la felicità dondola sempre sospesa all'impalpabile bava di un aracnide. Che importa? Tutto muore, tutto nasce, tutto cambia, tutto si rinnova, le tombe scoperchiate servono di culla, i cuori insanguinati e piangenti danno nuovo sangue e nuove lagrime alla vita. Avanti, coraggio! FINE.

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. - Abbi pazienza - disse ancora, tornando all'attacco con una tenacità tranquilla, ma decisa - vi sono proprio alcune cose che io non arrivo a capire. Dimmi almeno questo. Quelle donne, le amavi? - Ma che! È un assurdo solamente il pensarlo. - E allora... Si fermò cercando la parola inutilmente e ripetè arrossendo: - Allora... come potevi? - Che diavolo! - esclamò Alberto gettando via il tovagliuolo. - Fa bisogno di amare per questo? Marta rimase impietrita, nè per quel giorno disse altro, ingolfandosi sempre più nelle sue astrazioni, concentrando tutta sè stessa verso quell'ignoto che sempre le sfuggiva, chiedendosi angosciosamente: Ma che cos'è dunque l'amore? Dopo suo marito e la signora Merelli, il dottorone era quegli che offriva maggior pascolo alla sua smania di sapere. Egli veniva quasi tutti i giorni a trovarla, ora montato sul trespolo della poesia, ora diguazzando nella prosa grossolana, ma originale sempre nelle sue opinioni; misto curioso del suo carattere che trovava un perfetto riscontro nella faccia dai lineamenti volgari, sensuali, tagliata a mezzo da un naso carnoso, sul quale gli occhiali avevano lasciato il solco, e illuminata in alto da una fronte larga, dove gli occhi brillavano con tutto il fuoco dell'intelligenza. - Per le donne oneste - egli aveva detto una volta, prendendo vivamente il braccio di Marta sotto il suo - l'amore non può essere che un dovere o, un peccato; un contratto stipulato, firmato, reso sacramento, reso dovere civile, eguagliato all'estrema unzione ed alla vendita di un podere; oppure uno strappo alle convenienze, alle leggi, alla religione, all'onore... Nel primo caso l'uomo furbo lo idealizza. Egli dice alle sue vittime: «Siete la gioia del focolare domestico, le depositarie del nome e dell'avvenire nostro, le regine della nostra casa; siete la pace, siete la sicurezza.» Potrebbe soggiungere: Siete il minor male che noi scegliamo dopo d'aver conosciuti tutti gli altri, siete la panacea delle nostre infermità, il letto di riposo dopo il letto di campo, la sinecura dei nostri vecchi giorni. Per cambio della vostra gioventù, del vostro candore, dell'ideale di tutta la vostra vita, noi che non abbiamo più nè giovinezza, nè candore, nè ideali, vi offriamo una cosa così comune, così facile, una cosa che trovereste sul canto d'ogni via, se noi non ce ne fossimo fatto un esclusivo monopolio, crescendola di valore col negarvene la libertà, sostituendo il decoro, il pudore, la virtù umana alle divine leggi della natura. E fin da bambine, all'età degli zuccherini, vi si fa balenare davanti agli occhi quest'altro zuccherino, ammonendovi «se ve lo meriterete con la docilità, la modestia, la pazienza, l'abnegazione...» Marta rideva, ma quando il dottore era partito meditava le di lui sfuriate filosofiche e una lieve tristezza, che non era ancora scetticismo, ma che già scalzava la fede, si deponeva nell'animo suo. Tutta sbigottita udiva una voce interna che diceva: Costui l'hai tu scelto in mezzo alla folla, od è piuttosto quello che ti presentarono, il solo che hanno potuto pigliare e che tu, perchè buona e docile, perchè aspettavi da tanto tempo, ti persuadi essere veracemente colui che deve formare la tua felicità? Si disperava allora, correndo inquieta per la casa, urtando sempre nella freddezza dolce di Alberto che non comprendeva nulla di queste agitazioni, che le compativa però, suscitando così mille rimorsi nella coscienza di Marta; per cui ella si gettava di nuovo fra le braccia di suo marito singhiozzando.

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