Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbi

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Galateo popolare

183513
Revel Cesare 1 occorrenze
  • 1879
  • Vinciguerra
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Abbi di te, diciamo al padre, si elevata idea e conduci in modo la vita, che i figli, dalle nobili tue azioni ritraggono il modello del loro futuro; pensa che i figli sono la miglior parte di te medesimo, alla quale è raccomandato l'onore del tuo nome e la tua potenza morale sulla terra, che per essi vi può essere l'ospedale e la prigione. Amali perciò nell'ordine, interessali all'ordine, in affettuose cascaggini non li idolatrare. Abbiamo da Numa, doversi dai genitori ai figli una affezione illuminata, una severa educazione ed ottimi principii. E' dovere che tu li corregga con giusta tolleranza pensando che tu stesso provetto nella vita per vecchi incentivi, tuttodì arrossire dovresti innanzi a loro, e tramare che sia per essere la loro inesperienza in futuro pari alla tua passata. Nel correggerli, attendi ove il possa, che in essi non meno che te sia cessata la passione, se desideri che il loro cuore fatto compunto, confessi l'errore al cospetto della ragione. Scruta il nascente loro carattere, quali siano le buone e quali le cattive inclinazioni e saggiamente provvedi. Frua. Il marito e il padre. L'uomo si ammoglia per avere dei figli e questi sono la cosa più cara che Iddio gli concede quaggiù. Il credeste? Sonvi pure quei disgraziati cui manca il buon senso e la educazione, la gentilezza di costumi e la civiltà che si reputano sventurati perchè hanno figli, e per annunciare che loro è nato un bimbo dicono « mi è accaduta una disgrazia. » Curane piuttosto con ogni sollecitudine la educazione morale e giunti in età di scegliere una professione, rispetta la loro vocazione; trattandosi poi di figlie, non crederti lecito, come molti parenti fanno, di destinarle lo sposo; più che a te, padre sconsigliato, deve convenire alla figlia, ricordando di quali e quanti guai è fonte un matrimonio che non abbia per base l'affetto e la stima. Ecco quanto t'insegna il grande apostolo Mazzini: Amate i figli che la provvidenza vi manda; ma amateli di vero, profondo, severo amore; non dell'amore snervato, irragionevole, cieco, che è egoismo per voi, rovina per essi. In nome di ciò che v'è di più sacro, non dimenticate mai che voi avete in cura le generazioni future, che avete verso quelle anime che vi sono affidate, verso l'Umanità, verso Dio, la più tremenda responsabilità che l'essere umano possa conoscere; voi dovete iniziarle, non alle gioie o alle cupidigie della vita, ma alla vita stessa, ai suoi doveri, alla legge morale che la governa. Poche pochi padri, in questo secolo irreligioso, intendono, segnatamente nelle classi agiate, la gravità, la santità della missione educatrice: poche madri, pochi padri pensano che le molte vittime, le lotte incessanti e il lungo martirio dei nostri tempi sono frutto in gran parte dell'egoismo innestato trenta anni addietro nell'animo da madri deboli o da padri incauti i quali lasciarono che i loro figli s'avvezzassero a considerare la vita non come dovere e missione, ma come ricerca di piaceri e studio del proprio benessere. Per voi, uomini del lavoro, i pericoli sono minori; i più fra i nati da voi imparano pur troppo la vita dalle privazioni. E minori sono dall'altra parte in voi, costretti dalla povera condizione sociale a continue fatiche, le possibilità di educare come importerebbe. Pur nondimeno potete anche voi compiere in parte l'ardua missione. Lo potete coll'esempio e colla parola. Lo potete coll'esempio: « I vostri figli saranno simili a voi, « corrotti o virtuosi che sarete voi « stessi virtuosi o corrotti. « Come mai sarebbero essi onesti, pietosi, « umani, se voi mancate di probità, se siete « senza viscere pei nostri fratelli? come « reprimerebbero i loro grossolani appetiti, se « si vedono abbandonati all'intemperanza? « come serberebbero intatta l' innocenza « nativa, se voi non temete d'oltraggiare « davanti ad essi il pudore con atti indecenti « o con oscene parole? « Voi siete il vivente modello sul quale « si formerà la pieghevole loro natura. « Dipende da voi che i vostri figli riescano « uomini o bruti ». E potete educare colla parola. Parlate loro di patria, di ciò che'essa fu, di ciò che deve essere. Quando la sera, dimenticate, fra il sorriso della madre e l'ingenuo favellìo dei fanciulli seduti sulle vostre ginocchia, le fatiche della giornata, ridite ad essi i grandi fatti dei popolani delle antiche nostre repubbliche: insegnate loro i nomi dei buoni che amarono l'ltalia e il suo popolo e per una via di sciagure, di calunnie e di persecuzioni, tentarono migliorarne i destini. Instillate nei loro giovani cuori, non l'odio contro gli oppressori, ma l'energia di proposito contro l'oppressione. Imparino dal vostro labbro e dal tranquillo assenso materno, come sia bello il seguire le vie della virtù, come sia grande il farsi apostoli della verità, come sia santo il sacrificarsi, occorrendo, pei propri fratelli. Infondete nelle tenere menti, insieme ai germi della ribellione contro ogni autorità usurpata o sostenuta dalla forza, la riverenza alla vera, all'unica autorità, l'autorità della virtù, coronata dal genio. Fate che crescano, avversi egualmente alla tirannide e all' anarchia, nella religione della coscienza inspirata, non incatenata, dalla tradizione. La nazione deve aiutarvi in questa opera E voi avete, in nome de'vostri figli, diritto di esigerlo. Senza educazione nazionale non esiste veramente nazione.

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