Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Galateo morale

196348
Giacinto Gallenga 1 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Risponde il messere bruscamente a ogni domanda che gli venga fatta: il suo, se pure può chiamarsi discorso, è di quando in quando abbellito da sconcie invettive, da luridi intercalari: nel volto acceso, nel concitato linguaggio tu andresti invano cercando quell'affabile sorriso, quel melato accento che ti avevano così favorevolmente disposto a giudicarlo nei pubblici convegni, ne'crocchi degli amici. Tu lo vedi, l'uomo che ti parve già sì affabile e gentile, impazientarsi per ogni menomo ritardo del pranzo o della cena: irritarsi d'ogni contrattempo, d'ogni minuzia urlare tu lo senti contro la moglie, contro i figli, contro i servitori che egli mette nella sua collera allo stesso livello, e guai che uno ardisca frammettere la più piccola osservazione ai suoi, non sempre giusti, rimproveri, o cercar di scusarsi di qualche leggerissimo fallo. Egli ha il diritto, come capo di casa, di non aver mai il torto dalla sua parte: così voglio così comando, la mia volontà deve tener luogo della ragione. In casa sua tutto deve camminare in fil di ruota...per lui. Se no guai! E mostra intanto alla cara famigliola la bella coppia di pugni che ebbe in regalo dalla natura. Costui, come vedete, non avrebbe ragione di chiamarsi gentile. La sua gentilezza nelle altrui case, in ufficio, al banco, in piazza è una gentilezza d'accatto che indossa e si mette a seconda delle circostanze come un abito da commedia. «Aspettare, dice il buon Pellico, l'istante in cui esce di casa per mostrarsi osservante delle regole di gentilezza, mancando colla più schifosa indifferenza ai riguardi dovuti ai parenti e più che una pazzia, è una colpa».

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