Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbellisce

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Galateo popolare

183485
Revel Cesare 1 occorrenze
  • 1879
  • Vinciguerra
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Quando la stima conforta e abbellisce il matrimonio, presenta questa comunanza uno spettacolo sublime e caro di affettuosa concordia, succedendo all'amore, che inebbriò i primi anni, una deliziosa amicizia, una tenera intimità, un dolce bisogno di vivere insieme, di consacrarsi l'uno al bene dell'altro. Ma per godere delle dolcezze, piene di affetto, di questa vita, l'uomo deve guardarsi da dissipate costumanze e anche dall'abusare della sua autorità; e la donna deve dedicarsi tutta alla casa, rispettare i diritti del marito, e cercare di rendere soavi i vincoli matrimoniali. Devono l'uno e l'altro fare concessioni, e non mai rendersi colpevoli di villana rozzezza o anche solo di fredda negligenza e di trascuratezza nei loro rapporti. L'intimità coniugale vuol essere delicata e nulla deve togliere di quella riverenza e cortesia, che si dimostravano gli sposi prima di giurarsi amore e fedeltà sull'altare. Il marito si astenga dal far sentire autorità dispotica o anche solo dal correggere con asprezza. La dipendenza della moglie verso lo sposo sia dettata dall'affetto e dalla stima, non già imposta dall'alterezza. Non le comandare, diciamo al marito perchè tu sei più forte, il che sarebbe una gran viltà, ma sopporta eroicamente ogni suo corruccio pensando alle tante sue sofferenze come Donna, ma non declinare allorchè teco è la ragion morale del comando. Il più utile mandato, dice Frua, dell'uomo nel santuario di sua famiglia, sta in questo: che i figli fin dove l'abnegazione è culto di virtù, imparino da lui nella modesta epopea del matrimonio la virtù della civile malizia e del sopportare dignitoso; ma la tolleranza è scortata dalla prudenza, e questa guarda all'ordine e alla dignità. Il marito adunque si guardi dall'incuria, dallo sgarbo e persino dalla ineleganza; e sia pieno di attenzione verso la moglie; né mai dimostri al di lei fianco l'indifferenza e la noia; e la moglie renda attraente e cara al marito la casa, ponendo ogni studio per piacergli, concentrando su di esso e i suoi figli le sue tenerezze e le cure. Si ricordi la donna, che se con leggerezza di mente solo pensa agli acconciamenti e alle mode, se solo sogna feste e teatri, se il suo studio è soltanto quello di brillare in mezzo alle dissipazioni del mondo, non può a meno di finir male, con disdoro proprio e rovina della famiglia, rendendo se e tutti disgraziati. La ritenutezza e la prudenza, le virtù casalinghe e i gentili affetti soltanto possono rendere rispettabile e rispettata la donna, stimata ed amata la madre di famiglia, il genio tutelare della casa. E qui ci sia lecito di ricordare con Silvio Pellico i doveri dell'uomo e ripeterne i consigli. « L'obbligo, egli dice, è maggiore, perchè la donna è creatura più debole; e tu, siccome forte, le sei maggiormente debitore d'ogni buon esempio e d'ogni aiuto.» « L'anima della donna è naturalmente dolce, riconoscente, disposta ad amare in supremo grado quell'uomo che è costante in amarla ed in meritare la sua stima. Ma perch'ella è molto sensitiva, si sdegna agevolmente dell'inamabilità del marito e di tutti i torti che possono degradarlo. E questo sdegno può spingerla ad invincibile antipatia ed a tutti gli errori che ne conseguono. La sventurata sarà grandemente rea allora, ma cagione di sue colpe sarà di certo il marito.»

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