Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbellirsi

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Come presentarmi in società

200222
Erminia Vescovi 1 occorrenze
  • 1954
  • Brescia
  • Vannini
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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La fanciulla ha istintivo il culto della propria persona, il desiderio di abbellirsi. E' la natura che glie lo ha messo nel cuore, come ha dato i petali variopinti ai fiori, e le ali screziate alla farfalla. E' il desiderio di attirare, di piacere: desiderio spesso inconscio, e che si accompagna spesso, senza contraddirle, con le doti più belle dell'anima. Ma accade talvolta che, dopo il matrimonio, la cura della propria persona, il desiderio di piacere cedano alla negligenza e alla svogliataggine. E allora la sposina, la giovane madre, girano per la casa spettinate e malvestite, o in pantofole o in veste da camera, scusandosi colle faccende domestiche, e dichiarando che non hanno ambizione... che ormai son piaciute a uno e basta così. Ma proprio quell'uno prova un senso di disgusto e di mortificazione nel veder così sciatta la bella personcina che aveva presentato, a lui, la incarnazione del suo ideale. E' una caduta lacrimevole dalla poesia alla prosa! E sarà feconda di molti guai se egli farà, forse anche involontariamente, il confronto colle signore che vede fuori, linde, agghindate, eleganti. La saggia sposa, dunque, non creda che soltanto le sue virtù domestiche possano bastare: procuri di conservar sempre le sue attrattive fisiche; si pettini con garbo e si mostri sempre con un vestitino accurato e grazioso. Se vuol attendere alle faccende domestiche si copra d'un ampio grembiulone, se non vuol sciuparsi le mani faccia uso di grossi guanti. Ma procuri di mostrare al marito, quand'egli la ritrova tornando dalle sue occupazioni, una donnina graziosa e piacente. E i suoi modi siano sempre gentili, il suo aspetto sempre sereno. Bisogna pensare che l'uomo che talvolta rincasa, stanco e di cattivo umore, ha bisogno di chi l'aiuti a dimenticare i guai della vita, e che proprio a lei è affidato questo ufficio gentile. Largheggi pure di saluti e d'accoglienze affettuose, e insegni ai figliuoli a fare altrettanto. Se lo vede burbero, se riceve qualche parola pungente, non s'indispettisca, non ribatta: lasci passare quel momento, e la serenità non tarderà a comparire. E procuri che la mensa abbia un gaio aspetto, e che nei cibi sia accontentato il suo gusto. Talvolta basta un'inezia di questo genere per rasserenare un animo torbido. Se ella ha avuto qualche fastidio domestico, se la donna di servizio si è licenziata, se i bambini sono petulanti, procuri di dimenticare queste piccole contrarietà e di frenare il malumore. Ma che dire, invece, di quelle mogli che, appena il marito rincasa, lo assalgono col racconto di ogni spiacevolezza, e guastano al pover'uomo quel poco riposo che gli è concesso? S'intende che negli affari domestici esse devono prendere consiglio dal marito, e partecipargli ciò che riguarda la servitù o i figliuoli, ma devono saper scegliere il tempo, e farlo con modi discreti. La saggia moglie gli risparmi tutto quello che può inutilmente infastidirlo; non gli introni il capo con pettegolezzi di vicini, con ciarle sconclusionate. Cerchi invece di portare il discorso su argomenti piacevoli e cari ad entrambi, cerchi d'interessarsi a quanto egli racconta, e se le par il caso di esprimere un giudizio e di dargli un parere, lo faccia con modi prudenti e cortesi e non manchi mai di ringraziare alle piccole cortesie ch'egli le usa a mensa o altrove, e cerchi alla sua volta di mostrarsi servizievole e pronta ad ogni suo desiderio. Talvolta il marito desidera uscire a passeggio o passar una serata al teatro, ma da solo, dice, non si divertirebbe: ci vuole la compagnia della moglie. E allora essa sappia apprezzare quel sentimento, e lo assecondi: anche se il suo desiderio sarebbe stato invece di rimanersene a casa, si vesta ed esca, e procuri di fargli buona compagnia. Solo nel caso che avesse bambini piccoli, il dovere verso di loro l'assolverebbe da ogni altro. Ma, del resto, bisogna ricordarsi che la vita in comune è fatta tutta di piccole condiscendenze e di piccoli sacrifici, i quali però trovano sempre ampio compenso. E a questo mondo non c'è nulla che valga la pace domestica. Se il marito è uomo di studi, se occupa un posto pubblico molto elevato, la donna si ricordi che sarebbe una vera colpevolezza da parte sua molestarlo con esigenze personali, turbargli l'ordine delle sue occupazioni. Sappia comprendere e rispettare il raccoglimento che spesso egli impone intorno a sè, e non mostri un volgare egoismo nel pretendere che i grandi interessi della scienza o della cosa pubblica cedano alle sue voglie e ai suoi gusti. Mostri in tal caso una onesta compiacenza dei meriti di suo marito: si guardi però bene dal forzare le sue confidenze o, peggio, di darsi importanza in pubblico. La casa è il regno della donna. Nel farla bella, ella non deve soddisfar solo una sua personale inclinazione, ma deve anche pensare di gradire al marito, assecondando le sue inclinazioni. Se a lui piacciono i fiori, le piante, gli oggetti d'arte, è una vera fortuna: sarà tanto più facile a lei accontentarlo in cose sì facili e belle e guadagnarsene la gratitudine e l'ammirazione. Abbia poi la moglie tutta la cura verso la biancheria e i vestiti del marito. Anche se vi fossero persone di servizio in abbondanza, ella si riservi di sorvegliar la sua guardaroba, perchè nulla vi manchi. E se il marito ha a questo proposito una qualche mania, una esigenza un po' esagerata, procuri di compatire di assecondare. E' forse meglio che un uomo pecchi di soverchia ricercatezza che di trascuratezza volgare. E, del resto, quando un uomo si presenta in società, si giudica spesso dal suo vestire l'abilità della moglie il grado del suo affetto per lui... Un bottone ciondolante, una camicia male stirata sono stati origine, talvolta, di scene domestiche assai disgustose, e di commenti estranei molto... pungenti per la signora.

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