Neppure alcun nome scrisse sinora la Storia dell’arte che accoppiasse le due virtuosità di cui si abbellirono d’autoconsenso parecchi restauratori. Duplice esercizio che non si potrebbe condurre di pari passo senza che l’uno finisse per prevalere sull’altro; non consentaneo alla costituzione fisiologica dell’artista, il quale non è chi da solo forma teorica alle sue concezioni, ma colui che le estrinseca in forma sensibile. Duplice esercizio — per fortuna dell’arte nuova e che fu — non necessario alla conservazione dei dipinti e alla razionale esecuzione del restauro presente ed avvenire.
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