Apri fin d’allora tutto l’animo suo a Papa Cappellari, chiedendogli facoltà di abbellire la biblioteca con una collezione storico-artistica di dipinti di sacro argomento, che rappresentassero i varii tipi di tutte le scuole di pittura, di modo che una tal collezione dovesse formare la intera storia dell’arte. Ed avendo ottenuto dal Pontefice non pur licenza, ma favore e protezione, mise tosto mano alla bella impresa. Mandò attorno per le città d’Italia una lettera circolare a personaggi autorevoli e intendenti, con altissimi inviti e preghiere, che non poteano non essere prontamente secondate per l’autorità del prelato e pel nome del Pontefice. Non corsero infatti molti anni, che da tutte le parti pervennero a Roma rarissimi dipinti d’ogni scuola, e in tanta dovizia, che il Laureani ne prese infinita allegrezza e maraviglia: e perchè vide che di molti o del medesimo autore o di somigliantissimo subbietto era duplicato il numero, stimò soverchio adunarli tutti indistintamente nella biblioteca; onde ne raccolse e serbò gran parte altrove, con intendimento forse di formarne per sè una privata collezione. La quale, al sopravvenire di molti altri che s’aspettavano, e ch’eran necessarii a compiere in tutto il suo disegno, gli sarebbe certamente riuscita assai ricca secondo il suo desiderio, e tale da poter gareggiare di copia e di eccellenza con quella che avea in animo di comporre nella Vaticana.
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