Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbellire

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Da Bramante a Canova

250944
Argan, Giulio 1 occorrenze

Con audace figura rettorica, Borromini raffigura nell’ornato della chiesa la festa inaugurale della chiesa stessa, immagina che ad abbellire la «primitiva forma» siano stati gli stessi fedeli. Altro che monumentum aere perennius: l’immagine che si fa presente non è quella dell’eternità, ma di un giorno.

Pagina 227

La pittura antica e moderna

252649
Farabulini, David 1 occorrenze
  • 1874
  • Tipografia e Libreria di Roma del Cav. Alessandro Befani
  • Roma
  • critica d'arte
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Apri fin d’allora tutto l’animo suo a Papa Cappellari, chiedendogli facoltà di abbellire la biblioteca con una collezione storico-artistica di dipinti di sacro argomento, che rappresentassero i varii tipi di tutte le scuole di pittura, di modo che una tal collezione dovesse formare la intera storia dell’arte. Ed avendo ottenuto dal Pontefice non pur licenza, ma favore e protezione, mise tosto mano alla bella impresa. Mandò attorno per le città d’Italia una lettera circolare a personaggi autorevoli e intendenti, con altissimi inviti e preghiere, che non poteano non essere prontamente secondate per l’autorità del prelato e pel nome del Pontefice. Non corsero infatti molti anni, che da tutte le parti pervennero a Roma rarissimi dipinti d’ogni scuola, e in tanta dovizia, che il Laureani ne prese infinita allegrezza e maraviglia: e perchè vide che di molti o del medesimo autore o di somigliantissimo subbietto era duplicato il numero, stimò soverchio adunarli tutti indistintamente nella biblioteca; onde ne raccolse e serbò gran parte altrove, con intendimento forse di formarne per sè una privata collezione. La quale, al sopravvenire di molti altri che s’aspettavano, e ch’eran necessarii a compiere in tutto il suo disegno, gli sarebbe certamente riuscita assai ricca secondo il suo desiderio, e tale da poter gareggiare di copia e di eccellenza con quella che avea in animo di comporre nella Vaticana.

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Saggi di critica d'arte

261818
Cantalamessa, Giulio 1 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
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Egli avea nel cuore la fiamma sacra dell'arte; studiava il disegno e apprendeva l'oreficeria; e certo negli slanci più audaci della speranza pensava che un dì potesse prender posto nel superbo palazzo, che il Bentivoglio erigeva, un suo vaso cesellato, un bel piatto, o che negli arredi della gentilizia cappella, che la doviziosa famiglia avrebbe voluto senza dubbio abbellire, potesse annoverarsi una Pace niellata da lui una croce sfolgorante d’oro, di gemme e di smalti. Ma, lungi dall’idea di divenir pittore, non prevedea certo che uno dei più pregiati ornamenti del palazzo sarebbero stati i suoi affreschi, principalmente quelli della storia di Giuditta, e che, maturo negli anni, egli avrebbe avuto la consolazione di saperne conservato gelosamente il disegno del giovane pittore, di cui il rinascimento non avea prodotto il più grande. Non prevedea che noi posteri tardi, a distanza di quasi quattro secoli dopo la distruzione di quegli affreschi, ne avremmo considerato la perdita come grande sventura, e ne avremmo mosso severa accusa all’ira improvvida di Giulio, che pur ebbe in arte fiuto sottile, proteggendo, cardinale, gli artisti che Sisto IV, suo zio, avea chiamati a decorar la Sistina, e, divenuto pontefice, preferendo e favorendo Bramante e Michelangelo. Un anno dopo la distruzione del palazzo Bentivoglio, colui che volle tanta barbarie indovinerà il genio di Raffaello. Quanto al nostro fanciullo decenne, se la previsione d’una Pace niellata per la cappella in San Giacomo dovea verificarsi, egli certo non seppe che avrebbe un giorno dipinto la tavola dell’altare, opera fortunatamente superstite, dopo tanti disperdimenti; fortunatamente al vecchio suo posto, dopo tante mutazioni e tante rapine di oltramontani; opera meravigliosa, per cui l’arte bolognese, rimasta fino a quel punto sempre più in basso di tutte le altre germinate nel bel paese, se ne aderge improvvisamente alla pari; vero capolavoro che questa città ha la nobile alterezza di poter conservare, conscia che quelle figure spiegano e giustificano l'inno di lode che tutto il mondo incivilito consacra al più insigne artista che sia nato dentro queste mura.

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Scultura e pittura d'oggi. Ricerche

265660
Boito, Camillo 1 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Bocca
  • Roma-Torino- Firenze
  • critica d'arte
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Esso trasforma la natura; ha la ridevole ed empia pretensione di volere correggere, di volere abbellire le cose create da Dio.

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