Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbazie

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Nuovo galateo. Tomo II

195081
Melchiorre Gioia 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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Dalla cima delle loro rocche piombavano » su quanto si mostrava nelle pianure, taglieggiavano » i vincitori, saccomannavano i mercatanti, » rapivano le donne se erano belle: talchè sarebbesi » detto che il brigantaggio, il ratto e lo stupro » erano diventati i diritti del barone... » Le donne e le zitelle non erano più sicure » passando da costo alle abbazie, e i monaci sostenevano » più presto l'assalto che restituire la » preda; se erano troppo pressurati portavano sulla » breccia le reliquie di qualche santo, e quasi sempre » accadeva che gli assalitori, colti da rispetto, si » ritiravano e non ardivano proseguire la loro vendetta » (Ouvres tom. IV, pag. 6o, 6I). » Gettiamo uno sguardo sui costumi del tredicesimo » secolo. Ei fu macchiato da disordini che » si estesero fino ai secoli seguenti. Vedevansi ecclesiastici » aggiungere all' immodestia del vestire » una condotta non meno riprensibile, che frequentavano » le taverne, giostravano ne' tornei, mantenevano » pubblicamente concubine; vedevansi curati » che uscivano colla spada al fianco, che ricoveravano » donne sospette, che esercitavano uffici » nelle giustizie secolari, che prestavano ad » usura ecc. In alcune diocesi il fornicario pagava » ogni anno un quartaio di vino, tassa che non » doveva finire che colla vita. Una volta inscritto » sui registri, bisognava pagare in perpetuo, quantunque » o non si volesse più o non si fosse più » in istato di pagare ». (Idem, ibid., pag. 89). (XIII secolo). Da un lato il numero delle feste era quasi triplo dell'attuale, quindi maggior ozio; dall'altro il sentimento religioso, depravato dall'ignoranza, dalle leggi, dagli usi, non riusciva a reprimere la sfrenatezza de' costumi. I tempi (dal 1096 al 1291) ne' quali tante armate accese di zelo aula andavano a combattere per ricuperare e conservare il santo sepolcro, presentarono lo spettacolo della depravazione più abbominevole, e più universale. I pellegrini e i crociati portarono in Asia i vizi d'Europa, e in Europa quelli dell'Asia. San Luigi, durante la sua pia e memorabile spedizione, non poté colle sue virtù, col sue esempio, colle sue precauzioni impedire la dissolutezza e i disordini che lo circondavano. Egli ebbe il rammarico di vedere i bordelli stabiliti dinanzi alla sua stessa tenda. Joinville, Historie de S. Louis, pag. 32. Più scrittori fanno fede dell'uso tirannico e infame che dava ai feudatari il diritto di dormire la prima notte colle novelle spose vassalle di essi. Questo costume si mantenne in Europa sino al XVII secolo. (XIV secolo). Sotto Carlo il Bello la storia della Guascogna cita l'insurrezione de' bastardi, figli naturali della nobiltà. Il saccheggio e le rapine, lo stupro e il ratto, le frodi ed un coraggio disperato furono le armi con cui que' bastardi tentarono di togliere ai loro fratelli legittimi i castelli paterni. Questa guerra sanguinosa fu si viva ed ostinata, che consumò la prima armata speditavi dal re Carlo. Ne' racconti scherzevoli e ne' romanzi, che sembrano essere stati la principal lettura di chi sapeva leggere nelle età di mezzo, e di chi aveva tempo GIOJA. Galateo. Tom. II. 14 d'ascoltarla, regna uno spirito licenzioso che dimostra una dissolutezza generale nel commercio de' sessi. Questa osservazione, che è stata sovente volte fatta a proposito del Boccaccio e degli altri antichi romanzieri italiani, s'applica ugualmente ai racconti ed ai romanzi francesi si in prosa che in versi, ed a tutte le poesie de' Trovatori. La violazione delle promesse e dei diritti maritali vi è trattata come un privilegio del valore e della bellezza: ed un cavaliere perfetto sembra avere goduto senza ostacoli, ed in virtù d'un consenso generale, degli stessi privilegi a' quali nell'epoca della massima corruzione francese pretendevano i cortigiani di Luigi XV. (XV secolo). Filippo il Buono duca de' Paesi Bassi, il quale nel 1438 institui l'ordine del Toson d'oro ed assunse per patroni la B. Vergine e S. Andrea, volle che ventiquattro fossero i membri o cavalieri del suo ordine, in onore delle sue ventiquattro amanti. Annales des voyages, t. IX, pag. 182 (XV e XVI secolo). Era si estesa la corruzione in questi tempi, che fu proposto da Enrico VIII re d'Inghilterra la pena di morte qual unico freno contro l'adulterio. Allorché nel clero, il quale serve ad altri di scorta e d'esempio, si veggono segni di corruzione, si può a buon dritto conchiudere che maggior corruzione è diffusa nella massa popolare. Ora se prestiamo fede agli storici ecclesiastici, che, avendo a cuore l'onor del clero, avrebbero desiderato di scioglierlo da que' vizi che atteso l'infelicità de' tempi lo screditavano, dobbiamo dire che ne' secoli XV e XVI « il clero, si secolare che regolare, era composto d'individui ignoranti e corrotti, i quali, » trascurando i doveri del loro stato, andavano in » giro con meretrici, e dissipavano le rendite dei » loro beneficai in banchetti ove pubblicamente alla » fornicazione abbandonavansi e all'adulterio» Wilkin, Concil., pag, 573. Sulla porta d'un palazzo appartenente al Cardinale di Wolsey si leggeva: Domus meretricurn domi curdinalis.(Stuart, Tableau des progrès de la sociètè en Europe, t. II, pag. 192-193). Gli storici accertano che il concubinato e la simonia erano delitti comuni, e perciò risonarono sì forte i gridi di riforma negli stessi concili di Costanza e di Basilea. Se crediamo a Clemangis, la corruzione in quegli sgraziati secoli continuava ancora ne' chiostri femminili, giacchè egli accerta che al suo tempo dare il velo ad una giovine era lo stesso che abbandonarla alla prostituzione. - Nissuno ardirebbe fare questo lamento a' tempi nostri. (XVII secolo). Nella vita di S. Carlo Borromeo si scorge a quale depravazione di costumi era giunto il clero secolare e regolare in Lombardia: basterà dire che il santo arcivescovo fu costretto a sopprimere più monasteri di monache, atteso la loro sfrenata scostumatezza. L'ordine religioso degli Umiliati, che si era renduto celebre per la sua condotta scandalosa, mal soffrendo le riforme che andava facendo S. Carlo, suscitò il fratello Farina, acciò con un colpo di fucile, che fortunatamente andò fallito, lo ammazzasse nella cappella arcivescovile. E' noto che l'autore di questo attentato e tre religiosi furono puniti di morte. L'anno 1659 sotto il pontificato d'Alessandro VII fu osservato a Roma che molte giovani spose erano rimaste in breve tempo vedove, e che molti mariti morivano dacchè non piacevano più alle loro donne. Nacquero da ciò più sospetti sopra una società di donne giovani. Garelli, medico di Carlo VI re delle due Sicilie, scrisse verso quel tempo al celebre Hoffmann ciò che segue: » La vostra elegante dissertazione sugli errori » relativi ai veleni ha richiamato alla mia memoria » un certo veleno lento che un infame avvelenatore, » tuttora esistente nelle prigioni di Napoli, » ha adoperato per la distruzione di più di 600 » persone.» Non si può dubitare che l'arte infame di preparare ed amministrare segretamente differenti specie di veleni non sia stata estremamente diffusa verso la metà del XVII secolo a Roma e a Napoli. In Francia, e principalmente a Parigi, ella giunse al più alto grado verso il 1670. Nel 1679 per punire questa specie di delitti fu eretta una corte di giustizia speciale detta chambre de poison, o chambre ardente (camera del veleno o camera ardente). Un certo Exili, italiano, compositore e venditore di veleni, è accusato d'avere fatto perire a Roma più di 150 persone sotto il pontificato d'Innocenzo X (XVII secolo). In Francia, dove diviene oggetto di ridicolo anche ciò che ne è meno suscettibile, il veleno fu chiamato, al tempo d'Exili, poudre de succession. In quel secolo perirono sul rogo due avvelenatrici, la Toffana in Italia, la marchesa di Brinvilliers in Francia. Giusta la testimonianza del celebre Flechier, vescovo di Nimes « ne' bei tempi di Luigi XIV (nel » 1665) furono portate 12,000 accuse per delitti » d'ogni specie davanti ai commissari reali nelle » sessioni chiamate le grands jours d'Auvergne. » Riferendo questo fatto, l'autore osserva che l'accusatore e i testimoni erano talvolta più rei che l'accusato. -» Un de ces terribles chatelains (dic'egli) » entretenait dans des tours, à Pont-du-Chàteau), » douze scélérats dévoués à toutes sortes de crimes, » qu'il appeloit ses douze apoires.» L' abate Ducreux, editore delle opere di Flechier, riporta in quella occasione « l'exécution d' un curé condamné » pour des crimes affreux, et il déplora l'état où » l'ignorance et la corruption des moeurs avoient » fait tomber la societé à cette époque: il y eut » dans un seul jour plus de trente exècutions en » effigie». « Uno di cotesti terribili castellani manteneva » nelle torri a Ponte di Castello dodici scellerati » devoti a ogni specie di delitti, cui chiamava » i suoi dodici apostoli.» -« Il supplizio di un curato condannato per delitti » orribili, e rimpiange lo stato in cui l'ignoranza » e i corrotti costumi avevano degradata la » società a quel tempo. In un solo giorno vi furono » più di trenta esecuzioni in effigie. » * Se fosse vero il principio che la mancanza di felicità conduce alla corruzione, converrebbe dire che i secoli scorsi furono mille volte più corrotti del nostro, giacchè la somma de' mali cui quei secoli soggiacquero, fu infinitamente maggiore dell'attuale, del che parlerò nel capo VIII. *

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Eva Regina

203280
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
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« Beata solitudo, sola beatitudo » scrivevano un tempo i monaci sulla porta delle loro abbazie, fabbricate con profondo sentimento poetico nei luoghi più deliziosi per panorama e per bellezze di natura vergine e romita. La vita solitaria e appartata dà infatti, nella sua severità, dei compensi e delle soddisfazioni spirituali che non conosceranno mai coloro la cui esistenza si svolge tutta fra il contatto della folla e il movimento febbrile delle città popolose. « Bisogna saper vivere in compagnia, ma più ancora saper star soli » ha detto un grande spirito, il Tommaseo. Infatti è una scienza che bisogna acquistare, che le anime frivole, tutte date alla vita fittizia ed esteriore dell'attimo che passa, non impareranno mai, ma che rinvigorirà, invece, e maturerà altre creature che abbiano nel cuore e nell'intelletto i germi fecondi d' una ricca fioritura di sensibilità e di pensiero. La solitudine insegna a riflettere, insegna a meditare, insegna a bastare a noi stessi, sviluppa tutte le tendenze del nostro ingegno, ci fa più attivi e utili, rende la vita più intima e profonda. Soli, ci apparteniamo di più, la corrente non trascina, la nostra individualità morale si afferma con maggior originalità. Tutte le grandi cose: azioni, opere, sacrifizii, conversioni, furono preparate e compiute nella solitudine. Essa ridona la pace e talvolta la salute, perdute fra gli uomini: insegna a contemplare, ad amare la natura, a vincere le battaglie dell' anima, ad adorare Iddio... Eppure so che la solitudine fa orrore alla maggior parte delle donne. E non la solitudine assoluta ma, per esempio, la vita di famiglia in qualche villetta remota, in qualche villaggio abitato da gente zotica che obbliga all' isolamento. Molte sposine prendono degli atteggiamenti di vittime perché il marito, medico condotto, ingegnere, maestro rurale, o agente di campagna, le rapisce alla città per seppellirle, coi vestiti nuovi del corredo, in qualche landa inospite o in qualche « borgo selvaggio ». E pensare che io, quando ho sognato la felicità, l'ho sognata proprio così : la solitudine in due, fuori dal mondo ! Ma non sentite voi la dolcezza, l' ebbrezza, l'orgoglio di essere tutte al nostro amore, tutte alla nostra opera di felicità? di fare della piccola casa che abitiamo un porto di pace per le fatiche del nostro compagno, un faro di luce per il suo intelletto, un' oasi per il suo cuore? Tenersi vece l' un l' altro di società, di amicizie, di divertimenti, di distrazioni: concentrare tutte le energie fisiche e morali per il nostro ideale di dedizione, per il nostro nido, per la tenera famiglia ch' è già composta o che si comporrà! Beata, beata solitudine, dove l'arte e l'amore brillano, dove le romite passeggiate lasciano le anime espandersi e fondersi, dove nessuno interrompe le lunghe, le soavi intimità, dove insieme si leggono i libri buoni e belli e nessuna corrente malsana, nessuna tentazione perfida turba e disgrega e separa; dove nessun pettegolezzo maligno, nessun esempio pericoloso, avvelenano la nostra pace, dove s' accolgono solo i veri, i fedeli amici che vengono come a un pellegrinaggio e partono con la visione della vera felicità che noi abbiamo lor data — nel cuore...

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Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta

222344
Misteri del chiostro napoletano 1 occorrenze
  • 1864
  • G. Barbèra
  • Firenze
  • Paraletteratura - Romanzi
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In Francia, a' tempi or ora accennati, eranvi 1,081 abbazie, di cui 800 d’uomini, e 281 di donne; e 619 capitoli, fra cui 24 di nobili donzelle. - Vediamo l'Italia! L'Itaia con poco più di 24 milioni di popolazione, contrapposta a' 37 milioni della Francia, è coverta da 82 ordini religiosi, e da 2,382 conventi: il che torna a dire ch'essa continua nel 1864 a possedere il doppio numero de' conventi, che nel 1789 esistevano in Francia, paese notabilmente più grande e più popolato. L'ingente cifra di questi 2,382 conventi si spartisce così: 15,500 religiosi professi, 18,198 religiose professe, 4,474 fratelli conversi e 7,671 converse; in tutto 45,843 religiosi, ovvero la popolazione intera d'uno Stato inferiore della Confederazione germanica. Ponendo in confronto, continua a dire il Débats, i beni del clero in Francia nel 1789 e quelli del clero in Italia nel 1864, troviamo che in Italia, tanto le corporazioni, quanto i vescovadi, le fabbriche, le prebende, ec., godono d'una rendita, calcolata officialmente ad italiane lire 75,266,216, mentre il clero in Francia percepiva allora 133 milioni di sola decima, e le sue rendite potevano calcolarsi, senza esagerazione, un quarto di quelle di tutta la Francia. Del resto, allorchè il decreto 2 novembre 1789 dichiarò proprietà nazionale i suoi beni, essi furono stimati un miliardo e cento milioni. I beni del clero in Italia elevansi a quasi due miliardi, ossia un decimo meno del doppio di quello, che innanzi alla rivoluzione possedeva l'opulente clero di una delle più opulenti e potenti e popolose nazioni della terra! Dalle cifre speciali passiamo ora alle generali. La complessiva enumerazione che segue, é tratta da' computi statistici, or ora pubblicati dal Giornale officiale di Napoli. Il clero secolare e regolare in tutta l'Italia ammontava nel 1857-58 a 189,800 membri, cioè 1 su 142 laici! Della qual somma a cifre tonde: 82,000 nel Napoletano e nella Sicilia. 40,000 negli ex-Stati Pontifici. 31,900 nell'Italia centrale. 16,500 negli ex-Stati Sardi. 10,700 nelle Lombardia. 8,700 nel Veneto, ossia 2/3 di quanti ecclesiastici ne conteneva la sola Roma, che pur ne contava 12,000! Inoltre avevamo nella sola Italia 269 tra arcivescovi e vescovi, il che equivale a poco meno della metà delle sedi vescovili d'Europa, ed a niente manco che ad 1/3 delle sedi vescovili dell'intero orbe cattolico, le quali erano da 814 a 816. A questa cifra di 189,800 eccleslastici, dimoranti in Italia, volendo ora aggiungere gli altri della stessa nazione, che non vi dimorano, perchè distribuiti nelle diverse missioni, ed arrogere eziandio i chierici d'ordini minori, i novizi, le monacande, e la classe delle così dette monache di città, si avrà a numero tondo la totalità di 200,000 in circa, il che risponde ad un ecclesiastico sopra 46 uomini adulti! Considerata la statistica generale, veniamo finalmente a quella di Napoli. Ecco come vent'anni fa eravi distribuito il clero secolare per qualità e per numero: Arcivescovi............................................................................. 3 Vescovi................................................................................... 7 Capitolo de' Canonici dell'Arcivescovado........................30 Collegio degli Ebdomadairi.............................................. 22 Quarantisti della Metropolitana.........................................18 Cappellani della Real Cappella del Tesoro di S. Gennaro...................................................................... 12 Capitolo de' Canonici di San Giovanni Maggiore .........15 Parrochi dipendenti dall'Arcivescovado di Napoli........ 43 Clero palatino, cappellani, titolari onorari e straordinari...................................................................... 34 Sacerdoti........................................................................ 3027 ----- 3211 Il numero delle parrocchie in Napoli somma a 50; quello delle chiese è di 257; delle Confraternite 174, delle Congreghe di spirito 8, e delle cappelle serali 57. In quanto poi al clero regolare di Napoli, siami lecito d'intercalarvi il quadro intero dell'enumerazione, formato all'epoca medesima, distribuito per ordini, per numero di monasteri, per sesso, per novero di persone, per qualità, ed ora estratto dal censo autentico, che intorno a quel tempo fu pubblicato dall'opera portante per titolo:Napoli e sue vicinanze. MONASTERI DI UOMINI. NUMERO DELLE PERSONE per MONASTERO|ORDINE RELIGIOSO NUMERO DE' MONASTERI| Monaci | Novizi | Monaci | Novizi {di Gerusalemme a Montecalvario 11 Riformati. . {a San Pietro ad Aram.. 94 {alla Salute.................... 5 38 » 161 » { a Milano....................... 11 {a Santa Chiara............. 7 {a Santa Lucia del Monte 101 Alcantarini. . {a San Pasquale a Chiaia 3 49 8 197 8 {alla Sanità.......... 47 {a Sant'Efrem Vecchio . . 25 Cappuccini. . {a Sant'Efrem Nuovo . . . 3 66 6 97 6 {alle Trentatrè. . . . . . . . . 6 {a San Francesco a Santa Osservanti. . {Maria la Nuova. . . . . 2 197 7 233 7 { in San Severio Maggiore 36 Agostiniani calzi a Sant' Agostino la Zecca. . . . . . . . . . . 1 41 1 41 1 Agostin. calzi{a Santa Maria Maddalena de'Spagnuoli. . . 30 Id. scalzi {a Santa Maria della Verità . . . . . . . . . . 3 20 » 57 » Id. calzi {a San Carlo alle Mortelle. . . . . . . 7 {a Caravaggio. . . . . . . . . 2 10 » 22 » Bernabiti. . {a Pontecorvo. . . . . . . . . 12 _____________________________________________ Da riportarsi. . . . . 19 808 22 808 22 Segue MONASTERI DI UOMINI. NUMERO DELLE PERSONE per MONASTERO|ORDINE RELIGIOSO NUMERO DE' MONASTERI | Monaci | Novizi | Monaci | Novizi Riporto . . 19 808 22 808 22 Cassinesi San Saverio. . . . . . . . . . . . . . 1 6 » 6 » Camaldolesi Eremo del Salvatore . . . . 1 28 » 28 » Canonici Lateranensi a Santa Maria di Piedigrotta. . . . . . . . . 1 16 2 16 2 Carmelitani calzi al Carmine Maggiore 1 35 2 35 2 {a Santa Teresa a Chiaia 2 7 Carmel.scalzi {a Santa Teresa agli Studi 2 38 » 45 » Certosini a San Martino. . . . . . . . . . . . . 1 20 3 20 3 Chierici Regolari Minori di San Francesco Caracciolo. . . . . 1 15 7 15 7 Chierici Reg. {a Santa Maria in Portico 2 19 6 30 6 Semplici . . {a Santa Brigida . . . . . . . . 2 11 Sacra Famiglia di G. C. detta de' Cinesi 1 33 34 33 34 Padri della {nella Casa de' Vergini . . . . 2 45 13 57 29 Missione . . {a San Nicola Torentino. . . 12 16 Congregazione del Santissimo Redentore a S. Antonio di Tarsia 1 16 » 16 » Minori Conventuali a San Lorenzo Maggiore. 2 59 8 63 8 Idem Ospizio a Largo Santa Caterina a Chiaia. . . . . » 4 » ______________________________________________ Da riportarsi. . . . . 35 1172 113 1172 113 Segue MONASTERI DI UOMINI. NUMERO DELLE PERSONE per MONASTERO|ORDINE RELIGIOSO. NUMERO DE' MONASTERI | Monaci | Novizi | Monaci | Novizi Riporto . . 35 1172 113 1172 113 {a'Mannesi. . . . . . . . . . . 9 2 Crociferi. . . . {a Porta San Gennaro. . 2 6 1 15 3 Dottrinari, nella casa di San Nicola de' Caserti. . . . . . . . . . 1 10 29 10 29 Compagnia di Gesù. . . . . . . . . . . . . . . . 1 117 » 117 » Mercendarii a Sant'Orsola a Chiaia . . . 1 16 » 16 » Minimi di S. {al largo di Palazzo. . . . . . 2 10 2 24 9 Fr. di Paola {alla Stella. . . . . . . . . . . . . 14 7 Pii Operai {a San Nicola alla Carità 2 18 1 27 1 {a San Giorgio Maggiore 9 Padri dell'Oratorio o Filippini a' Gerolomini. . . . . . . . . . . . . . . 1 28 6 28 6 Scolopi a San Carlo a Mortelle. . . . . . 1 32 » 32 » San Giovanni di Dio alla Pace. . . . . . . 2 22 3 27 3 Santa Caterina ad Colles. . . . . . . . . . . » 5 » » » Chierici Regolari Teatini a San Paolo . . 1 26 3 26 3 Congregazione del Beato Pietro da Pisa a Santa Maria delle Grazie Maggiore. . . . 1 18 6 18 6 ______________________________________________ Totali. . . . 52 1588 176 1588 176 MONASTERI DELLE DONNE. NUMERO DELLE DONNE per MONASTERO|ORDINE RELIGIOSO. NUMERO DE' MONASTERI| Monache | Educande | Monache | Educande {a Santa Caterina da Siena 29 12 Domenicane{a San Giovanni. . . . . . . . . 3 59 7 146 39 alla Sapienza. . . . . . 58 20 {San Francesco Iscariota { alle Fiorentine. . . . . . 45 2 Francescane {a Donnaregina. . . . . . . . . 4 69 3 234 24 {a Santa Maria di Gesù 42 7 {a Santa Chiara. . . . . . . . . 78 12 {a San Francesco a Cappuccine { Pontecorvo. . . . . . . . . . 2 29 12 60 12 {a Trentatrè. . . . . . . . . . . . 31 Teresiane Santa Teresa alla Salita del Vomero. . . . . . . . . . . . 1 21 9 1 21 Concezioniste al Divino Amore . . . . . . . 1 35 35 9 {a Donnalbina. . . . . . . . . . 43 6 Benedettine {a San Gregorio Armeno 3 56 20 132 32 {a Santa Patrizia. . . . . . . . 33 3 Sagramentiste Adoratrici perpetue. . . . . . 1 96 2 96 2 Carmelitane Santa Croce di Luca. . . . . . . 1 85 10 85 10 Teatine Suor Orsola. . . . . . . . . . . . . . . . . 1 RomiteSuor Orsola. . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 40 » 40 » Canonichesse Lateranensi a Gesù Maria 1 11 10 11 10 {S. Maria Egiziaca Mag. 47 7 Agostiniane {Santa Monica. . . . . . . . . . 3 28 13 117 31 {S. Andrea delle Monache 44 11 Sorelle della {Regina Coeli. . . . . . . . . . . 2 87 160 » » Carità. . . . . .{Costantinopoli. . . . . . . . . 8 _____________________________________________________ Totali. . . . 24 1094 330 1094 330 Dall'insieme di questo Censo risulta adunque come all'epoca della mia entrata nel monastero eranvi in Napoli persone, per voto religioso all'inerzia e al celibato dedicate, od in via di dedicarsi 6720 incirca, le quali ripartivansi nelle seguenti categorie: Preti e chierici d'ordini minori....... N. 3507 Monaci e novizi.................................. » 1707 Monache............................................. » 1094 Educande............................................ » 352 Alla quale cifra se vogliamo aggiungere le suore sparse ne' diversi conservatorii e ritiri della città, e la classe delle Converse, classe celibe per obbligo di professione se non per voto, e per computo approssimativo ammontante a più di 2,000, avrassi la somma totale di 9,000, indicante più della cinquantesima parte degli abitanti di Napoli, strappata allora dalla Chiesa alla cooperazione sociale e all'incremento della popolazione. Uno sopra cinquanta! Misericordia! Quale epidemia, quale micidiale calamità ha mai decimato un popolo in proporzioni tanto incalzanti, e con siffatta permanente intensità! Tre sole città d'Italia Roma, Napoli e Palermo contengono 30,000 cittadini de' due sessi, stranieri al passato, nemici del presente, sterili all'avvenire della loro patria.

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