Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbattuto

Numero di risultati: 5 in 1 pagine

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La storia dell'arte

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Pinelli, Antonio 1 occorrenze

Ricordatevi di quell’antica pietra incisa che rappresenta la follia d’Aiace: non lo si vede nell’istante in cui, fuori di sé, sgozza le mandrie credendo di immolare i Greci; l’artista lo ha mostrato nell’istante in cui, riprendendo temporaneamente l’uso della ragione, stremato dalla fatica e vergognandosi di ciò che ha fatto, medita tristemente accanto ad un altare, in mezzo al bestiame che ha abbattuto.

Pagina 240

Leggere un'opera d'arte

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Chelli, Maurizio 1 occorrenze
  • 2010
  • Edup I Delfini
  • Roma
  • critica d'arte
  • UNIFI
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DAVIDE E GOLIA: È un’iconografia di origine medioevale che si presenta sostanzialmente in due diverse forme: il giovane eroe è raffigurato in piedi, tiene ancora in mano la fionda con cui ha abbattuto il gigante, la cui testa recisa appare in terra, oppure, in una scena più ravvicinata, Davide tiene per i capelli la testa di Golia.

Pagina 125

Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 1 occorrenze

Sistemato l’interno, si occupa dell’esterno: corregge la facciata maderniana ideando i due campanili laterali (fu costruito, ma presto abbattuto soltanto il sinistro) e, finalmente, costruisce il colonnato (1667).

Pagina 165

L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

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Sgarbi, Vittorio 2 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Per esempio con le sette torri che oggi si vedono all’Hangar Bicocca di Milano, erette da un grande artista che si chiama Anselm Kiefer, il quale ha inteso rimettere in piedi, in modo anche primitivo, ciò che è stato abbattuto a New York. C’è un nesso fra questi due accadimenti il primo dei quali, ricorderò, fu giudicato dal celebre compositore Stockhausen, con gran dispetto di chi lo ascoltava, come la più grande opera d’arte che un artista potesse concepire. Non in quanto la morte debba essere di per se stessa un’opera d’arte: in quanto ciò che noi abbiamo visto era una rappresentazione. In tempo reale. Ricordo che, come tanti altri, quando vidi quelle immagini in tv pensai subito che si trattasse di un film, ossia di una rappresentazione. Poi mi resi conto che era la realtà. Noi eravamo a casa nostra, a non più di dieci ore di volo, a mangiare, a bere, a dormire, a far l’amore, a parlare di vicende famigliari, e intanto laggiù ma davanti ai nostri occhi morivano duemilasettecentocinquanta persone. Quella era la realtà, ma noi ne abbiamo visto la rappresentazione, quindi nelle immagini c’era qualcosa di potentemente creativo per noi che in quel momento percepivamo quelle, come vedessimo un film.

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Perché in quello spazio industriale riutilizzato, un artista come Anselm Kiefer, nel 2004, ha creato I sette palazzi celesti, sette torri, quasi volendo restituire a Milano quello che era stato abbattuto a New York. Sette torri celesti, dunque, ricche di simbologia, costruite in un grande spazio della Bicocca, alla periferia nord di Milano, da un artista carico di emozioni e di sensibilità, e molto teatrale. Nel pieno del primo decennio del nuovo millennio, c’è stata, a Milano una risposta alla violenza di Al-Qaeda, di Bin Laden e di quanti hanno concepito l’orrida catastrofe delle Torri gemelle a New York. E idealmente ho pensato di partire di qui, perché con l'11 settembre 2011 e l’attentato alle Twin Towers, come scrivevo, si è inaugurato il nuovo millennio.

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