Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIFI

Risultati per: abbattuti

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Le tre vie della pittura

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Caroli, Flavio 1 occorrenze

I grandi traumi, l’illuminismo e il Romanticismo, si sono abbattuti l’uno sull’altro, la società deve riorganizzarsi su principi del tutto nuovi, e gli individui devono fare i conti con nuove consapevolezze e con nuovi misteri.

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L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte

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Sgarbi, Vittorio 1 occorrenze
  • 2012
  • Grandi Passaggi Bompiani
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Esemplari in tal senso furono i tre bambolotti impiccati a un albero di Milano, che poi furono brutalmente abbattuti, determinando tra le diverse reazioni - non sempre composte - anche la solidarietà di chi come me sostiene la libertà creativa dell’artista, che non ammette censure o cancellazioni. Già è infausta la memoria dell’“arte degenerata”, e proprio a quella sembra volersi riferire Cattelan, nella speranza che la sua venga riconosciuta come tale. Nulla è infatti più remunerativo che produrre “arte degenerata” in un’epoca in cui il riconoscimento della degenerazione comporta non punizioni bensì utili Maurizio Cattelan, Senza titolo: bambini appesi, 2004. censure, che contribuiscono ad aggiungere aura all’artista, il quale finge di patire una mortificazione e invece viene esaltato come straordinario creatore incompreso (in realtà compresissimo); e di questa condizione è tutto meno che vittima. Raccolto in una mostra che copre quasi sedici anni di attività, il guazzabuglio di idee elaborate da Cattelan restituisce l’impressione di una rappresentazione teatrale, di una scenografia per una messa in scena di Ionesco affidata a un regista spericolato ma totalmente incapace di trasmettere emozioni. La contrapposizione tra autentico e inautentico, ovvero tra arte implicata e arte applicata, si manifesta ancor più chiaramente mettendo a confronto i due artisti nelle concomitanti mostre. Laddove López García esalta ogni sua opera come un organismo vivente in cui c’è memoria e coscienza come in una pagina di letteratura, come in Dostoevskij o in Proust, l’impresa di Cattelan è dominata da una visione inerte, necrofila, incapace di trasmettere alcunché di vivo e vitale: la sua mostra è come un paese dei balocchi, il disperato tentativo di un amarcord personale da cui manca qualsiasi emozione, con il riferimento a momenti di illusione collettiva rappresentati in singoli colpi riusciti sul piano dell’autopromozione, ma privi di ogni necessità e verità.

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