Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbattuti

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Milano in ombra - Abissi Plebi

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Corio, Ludovico 1 occorrenze

I materiali, quando saranno abbattuti a terra, non si distingueranno affatto dai detriti che oggi li circondano. Non sono che delle assicelle mezzo ammuffite, del cartone spalmato di bitume della terra, del traliccio da imballaggio, di quanto la fortuna feconda fa capitare nelle mani del Krumiro. Egli si rannicchia sotto questo ammasso di rimasugli, colla sua famiglia, se ne ha, oppure coi suoi conigli e può dire: Io sono in casa mia. La sua casa non è confortevole più della camera d'un locatario del quartiere Doré. Essa non è più grande, nè più illuminata nè più difesa contro i torrenti, che cadono dal cielo, e contro quelli che in tempo d'uragano scorrono davanti alla porta. Essa non è abbastanza solida: capita talvolta di cadere addosso al suo proprietario, che la rialza o la rifà all'indomani. Siccome all'interno della stamberga vi è una specie di cucina, così questa spesso è piena d'un fumo denso, nauseabondo per la natura dei combustibili che là dentro vi si bruciano. Certi Krumiri passano là le loro giornate, poichè non hanno tutti delle professioni ambulanti, e in mezzo a loro ve ne sono molti, che cominciano le proprie escursioni al cadere della notte e le terminano all'aurora. Quasi tutti hanno davanti alla rispettiva casa un giardino. Invano però vi cercheresti o alberi, o arbusti, o fiori, o legumi; non vi si trova neppure un'umile zolla erbosa. Siccome l'uso. dei cessi è sconosciuto nel quartiere dei Krumiri, e siccome vi sono delle specie di fogne e dei canaletti di scolo, così il suolo dei giardini come quello della via riesce un composto d'escrementi, di residui senza nome, di schifezze d'ogni sorta, emergenti da un pantano fetido. Tali, sovrapposizioni successive, alzando continuamente il suolo dei giardini o dei cortiletti, fa si che il suolo del pian terreno è d'altrettanto più basso e non tarda, grazie alla vecchiezza e all' insufficienza delle porte, a trasformarsi in vera cloaca. Gli abitanti della città dolente hanno discreto viso alla sera, quando partono alla conquista del mondo, colla bisaccia sulle spalle, la loro lancia in una mano e la lanterna nell'altra. Ma è un triste spettacolo vederli rientrare come ombre ai primi albori del giorno, cogli occhi socchiudentisi , le ginocchia tremanti, il petto anelante , per spiluccare le sozzure riportate, in mezzo alle sozzure che li aspettano e colle quali si direbbe eh'essi vanno a confondersi. E questi Krumiri sono Parigini, sono cittadini, elettori ed eleggibili. Tra costoro vi sono uomini rispettabili per la loro triste sorte, e per gli sforzi che fanno per lottare contr'essa. Né Haussmann, nè i suoi successori non hanno certo impiegato il bilancio della città ad aprir per loro le vie, a selciarle, a fornirle di marciapiedi, a scavare nel sottosuolo dei tubi di scolamento, nè li hanno fatti approfittare delle scoperte di Jablochkoff. Quando alcuno si arrischia la notte a recarsi nei loro paraggi, si trova piombato nell'oscurità la più completa. Gli stessi guardiani della pace che girano attorno al quartiere dei Krumiri, la guardano da lontano, come una terra sconosciuta e misteriosa, nè si curano di porvi il piede. Del resto i Krumiri sono d'indole pacifica; sono troppo stanchi per aver voglia di litigare. Essi non pagano imposte; pagano solamente un tributo al loro feudatario, se così è lecito chiamare il proprietario del suolo. Questo proprietario non è un personaggio di mediocre importanza, poichè è nè più nè meno che l'amministrazione generale de l'Assistance publique a Parigi. Chi ha richiamata l'attenzione dell'autorità politica sopra l'esistenza dei Krumiri in Parigi fu il proprietario di un grazioso palazzino, costrutto per l'appunto sui confini del quartiere dei Krumiri. Ne è stata sporta all'autorità querela o protesta il giorno 8 ottobre 1881. Essa fu immediatamente comunicata all'ingegnere ordinario ed all'ingegnere in capo del servizio stradale, che ne hanno fatto l'uno e l'altro oggetto d'un rapporto. Nessuno quindi può addurre a propria scusa l'ignoranza. Ecco come s'esprime l'ingegnere ordinario: " Il signor X... passaggio Doré N.. . si lagna perchè l'amministrazione dell'Assistance publique abbia lasciato fabbricare sopra un terreno, ch'essa possiede tra la piazza Pinel e la via Jenner, una specie di quartiere composto di capanne e di case mal costrutte senza scoli per le acque, senza latrine, e che sarà tale, per le sue tristi condizioni igieniche, da creare, al momento del maggior caldo, un vero pericolo per la salute pubblica. " La condizione tratteggiata dal signor X... è sfortunatamente esatta, e noi possiamo ancora aggiungere che la sua descrizione resta molto al disotto dell'impressione che abbiamo provata, quando abbiamo visitato quel quartiere. S'immagini un terreno di trenta metri di larghezza sopra cento cinquanta circa di lunghezza, inclinato verso la rue Jenner ma senza scolo d'acqua verso questa via. In mezzo a questo terreno, vi è una strada in terra grassa, molle alla minima pioggia e resa infetta dai detriti e dalle deiezioni d'ogni specie che vi si sono incorporate. Lungo questa strada, delle capanne o delle baracche costrutte con vecchi materiali, con stoie, con assicelle, con tutto ciò che l'ingegnosità della più pungente miseria può raccogliere e comporre insieme per difendersi contro le intemperie delle stagioni. Presso alcuni di questi ricoveri, una fossa in terra, qualche volta una botte sfondata nel suolo, serve di cesso. Un po' dappertutto lordure, materie fecali, rimasugli d'ogni sorta ... Si legga ora, e si mediti l'avviso dell'ingegnere in capo. I funzionarii pubblici, l'amministrazione stessa de l'Assistance publique che noi non pensiamo neppure a trarre in campo, possono essere vincolati dalla legge; ma i poteri pubblici sono padroni di modificare la legge, e noi presentiamo loro questo dilemma: Se la legge basta, applicarla; se essa non basta, rifarla. Ecco l'avviso dell'ingegnere in capo: La condizione già orribile del rione Doré s'è aggravata per la vicinanza del quartiere dei Krumiri, stabilito sopra un grande terreno appartenente all'Assistance publique il che dà luogo ad una questione importante. Secondo l'Assistance publique una parte dei suoi terreni non può essere venduta. Questa amministrazione si limita ad affittarli, il più spesso senza canone serio, a prezzo vile. I locatarii subaffittano alla loro volta a povera gente, che innalza sopra questi terreni delle costruzioni sordide, le quali sono fabbriche di febbri tifoidee È una disgrazia per una via la vicinanza dei terreni dell'Assistance publique in queste condizioni. Non ci spetta indicare il rimedio: additiamo il male. L'Assistance publique possiede a Parigi molti terreni poco o male utilizzati. Sarebbe desiderabile che questi terreni fossero venduti, quando sono allo stato di piccole porzioni isolate; si potrebbe così innalzarvi delle costruzioni salubri in luogo di baracche spaventevoli che vi si stabiliscono contro tutte le regole dell'igiene e della salubrità fisica e morale. Vi è specialmente sul punto indicato delle vere stamberghe, le quali producono una certa impressione, quando si pensa, che sono fatte colla complicità apparente d'una amministrazione, che dipende dalla prefettura di polizia, mentre questa s'adopera con grandi sforzi ad assicurare la sanità generale e particolare. Che potremmo noi aggiungere a queste parole? Il signor Du Mesnil descrive una per una, le trenta baracche che compongono il quartiere dei Krumiri. Esse sono, dice egli, separate da una strada di terra fangosa, nella quale si sprofonda fino alla nocca del piede; questa strada è sparsa di larghe pozze di una fanghiglia nerastra e fetente. È insomma una cloaca a cielo aperto. E più innanzi aggiunge: Se alcuni casi di febbre tifoidea apparissero nel quartiere, sarebbe impossibile, cogli andamenti dei suoi abitanti, di prevenire le stragi, che le malattie menerebbero tra questa popolazione, nella quale la resistenza vitale è considerevolmente diminuita dalle privazioni e dall'abitare in questi orribili stambugi. Tutti gli esseri umani, che vi risiedono, presentano i caratteri di una decadenza fisica molto avanzata; i fanciulli vi sono pallidi, macilenti, scrofolosi; gli uomini e le donne invecchiati innanzi tempo. In una di queste case il padre e un fanciullo sono malati in letto, e qual letto! in un'altra il marito è all'ospitale, e la donna è in casa sola con un fanciullo infermiccio; più in là vi è una casa vuota, il fanciullo è in prigione la madre è morta di crepacuore. Se l'Assistance publique dice più oltre il signor Du Mesnil, volesse darsi la briga di creare degli ammalati per mantenere attivi i suoi servizii ospitalieri, essa non potrebbe agire diversamente. Nel contratto fatto col principale locatario, l'amministrazione s'è riservato il diritto di rientrare nel possesso del terreno prevenendolo sei settimane prima. Essa può dunque far sparire queste nefande costruzioni. Il farà, così dice, in ottobre, cioè dopo i grandi calori, dopo il pericolo. Ecco quanto essa ci promette per rassicurarci. L'operazione è difficilissima, e fu già tentata indarno una volta. Questi poveri sventurati hanno gridato, come dei naufraghi, ai quali si volesse strappare l'ultima tavola di salvezza, la trave che li sostiene galleggianti sulle acque. I Krumiri hanno gridato ad una voce: Dove andremo noi? Ecco il problema.

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