Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbattuta

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Le belle maniere

180064
Francesca Fiorentina 1 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
  • paraletteratura-galateo
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A una buona e umile figliola rimasta orfana potrete dare una scossa benefica facendole capire che sua madre soffrirebbe di vederla così abbattuta; un'altra, più ribelle, prenderebbe forse quest'adattamento per una forma d'egoismo. Meglio è dunque astenersi per non sbagliare. Anche le congratulazioni e gli auguri, per fortuna, non devono oltrepassare la pagina. La gioia rende un po'egoisti, e si corrererebbe il rischio, diffondendo troppo i nostri rallegramenti, di non essere neppur letti; quanto agli auguri, sono così esosi, che la spontaneità difficilmente s'accompagna con essi. Si finisce sempre col cadere nelle solite frasi fritte e rifritte e con l'immaginare, co'nostri"cento di questi giorni", una vita di poco men che dugent'anni. Per non essere ridicole, scrivete poche parole e buone; anzi è l'unico caso, questo, in cui sarei tentata di consigliarvi quelle comode cartoline illustrate che, però, vorrei escluse in altre occasioni. Quanti soldi sprecati ha sulla coscienza il loro inventore! La stessa parsimonia di frasi vi raccomando negl'inviti, e non troppa insistenza:chi vuol accettare non ha bisogno d'esser forzato. Siate anche brevi nell'accompagnare un dono, della cui pochezza vi scuserete, mostrando la vostra riconoscenza per il piacere che si fa con l'accettarlo. Ma abbandonatevi pure alla foga del cuore commosso, ringraziando chi v'ha fatto cosa grata, o v'ha dimostrato tenerezza e premura cortese. Dovrete sempre mantene l'umiltà, figliole mie:questa bella virtù v'aiuterà a trovar bellezza e bontà in ciò che vi si dona, in ciò che si fa per voi. Così, rivolgendovi per una domanda o un piacere a un vostro superiore, fatevi perdonare l'arditezza con una forma umile e cortese:"Permetta ch'io Le chieda un favore. . . ; Voglia scusare la libertà ch'io mi prendo. . . "Questa gentilezza non sarà soverchia neppure trattando con vostre pari:si deve pregare d'un piacere, non esigerlo, neppure fra intimi. E, soprattutto, scrivendo qualunque lettera, o familiare, o di raccomandazione, o di ringraziamento, o di cortesia, usate semplicità, chiarezza, spontaneità; scrivete come parlate, quando parlate bene, come se aveste lì davanti la persona, intima o di rispetto, a cui scrivete. Non frasi affettate, non ricercatezza di modi, non tentativi d'originalità o inutile sfoggio di cultura: urtereste la persona che deve rassegnarsi a leggere. Dimenticate voi stesse, nello scrivere, come nel parlare. E questo momentaneo sacrifizio tornerà a vostro vantaggio; perchè in esso è il segreto per ispirar simpatia e benevolenza. Come nel vestire la ricercatezza è contraria all'eleganza e al buon gusto, così nello scrivere i fronzoli vani sono nemici della finezza. I caratteri esterni devono corrispondere al contenuto della lettera:semplicità e chiarezza. Non vi consiglio, dunque, di sforzarvi d'alterare la vostra scrittura per seguire la falsariga della moda, e nemmeno di posare a superdonne, trascurando l'esteriorità dello scrivere, come se una bella calligrafia fosse soltanto la caratteristica dei cretini. C'è qualcuno che, dopo aver empito la pagina con cinque parole, la ricopre di righe trasversali, che formano una rete indecifrabile:pietà degli occhi e della pazienza umana! Tal sistema, secondo me, è non solo mancanza d'educazione, ma anche sciattezza. Marginatura in alto e di fianco, poca; non s'usa più neppure nelle lettere di rispetto. La carta sia, come il contenuto e la scrittura, semplice, senza esagerazione ne'colori e nel formato, senza fiorellini o piccole vedute nell'angolo; una sfumatura crema o grigio o viola pallido non nocerà, e per guarnizione basterà, tutt'al più il monogramma.

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Galateo per tutte le occasioni

187700
Sabrina Carollo 1 occorrenze
  • 2012
  • Giunti Editore
  • Firenze-Milano
  • paraletteratura-galateo
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. ✓ Gli applausi a scena aperta vanno centellinati: il teatro non è cabaret, esiste una quarta parete invisibile, quella tra gli attori e gli spettatori, che non deve essere abbattuta se non a conclusione del lavoro. Gli applausi tolgono concentrazione, interrompono il fluire del dialogo e impediscono agli altri di sentire. ✓ A parte qualche rara occasione, come la prima della stagione operistica e qualche concerto particolarmente importante, andare a teatro non è un evento mondano, ma un piacere personale. Evitate di sfoggiare mise da sera eccessive. ✓ Purtroppo può capitare che ci siano errori nella distribuzione dei biglietti e trovare qualcuno seduto sulla vostra poltroncina. Non perdete la calma, fate notare l'incidente alla maschera e aspettate che il personale del teatro vi offra una soluzione soddisfacente. ✓ Se siete voi seduti, almeno per cortesia, se si tratta soprattutto di persone anziane, proponete loro di sedersi. Sarete voi a spostarvi da un'altra parte. ✓ Lasciate sempre una buona mancia al personale che vi accompagna a sedere. Spesso il loro vero guadagno, oltre che dal godersi gli spettacoli, viene da lì. ✓ Non ci si alza fino a che la rappresentazione non è conclusa, né all'intervallo anticipando tutti per evitare la calca al bar o in bagno, né alla fine, disturbando gli altri e rovinando il finale mentre ci si infila il cappotto e si ostruisce la vista lungo il corridoio. ✓ Se si tratta di un concerto di musica classica, la consegna del silenzio è, per ovvi motivi, ancora più rigorosa.

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