Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbattersi

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Taluni scritti di architettura pratica

267081
Pietrocola, Nicola Maria 2 occorrenze
  • 1869
  • Stamperia del Fibreno
  • Napoli
  • arte
  • UNIFI
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Avvenne da tale disquilibrio che costruitovi un tamburo di cupola superiormente, questo dovette abbattersi interamente, perchè minacciava imminente ruina, essendosi screpolati tutt’i tre muri circostanti da cima a fondo nell’altezza totale di circa i cento palmi. Dovetti rimediare a questo disastro quantunque di mal animo, ma pure lo feci per amore alla nostra santa Chiesa, e per affetto al cugino D. Luigi Pietrocola primo agente e ’l più benemerito di tal nuovo edilizio. Il rimedio fu di passarvi una robusta catena di ferro dietro le quattro arcate, componendo così un solo sistema di concatenazione. Delle quali 4 catene 3 potei nascondere dietro le volte di copertura alle tre Cone circostanti; e solo mi rimaneva a porre la quarta all'arcone d’ingresso a siffatto nuovo Coro della navata grande della Chiesa istessa. Questa quarta catena, se metteasi ai reni dell’arco, sarebbe rimasta visibile: onde evitare tale turpezza io la misi alla cima del sottarco, incassala nella spessezza dell’arco ¡stesso, e ricoperto poi dallo stucco; ma qui un altro inconveniente. Le leste di siffatta catena rimaneano quasi scoperte, perchè 3 ovvero 4 palmi di altezza di muro e fragile vi rimaneano sopra: quindi niuna resistenza. Allora alle teste esterne della catena orizzontale adattai a piombo sulla faccia esterna dei muri della Chiesa due altri pezzi di catena verticale che io chiamai staffoni; e le teste inferiori poi degli staffoni frenai e fermai con altri pezzi di catena orizzontale che abbracciano sì la spessezza dei muri della Chiesa, che i due piloni che sorreggono l’arco istesso. Gli staffoni abbracciano tutto il volto dell’arco e più ancora. La catena orizzontale sopradetta alla cima dell’arco della lunghezza di circa i 60 palmi io tendei non con le viti comunemente adoperate, ma con piccioli cunei di ferro l’uno rovescio all’altro dentro l’occhio della testa della catena, dietro la zeppa grande che combacia col muro, battendo fortemente lo zeppino medio mobile fra la zeppa grande e l’altro zeppino fisso all’estremità dell’occhio, e fra dette zeppe adoprai una lastra di piombo a rendere corsoio lo zeppino di mezzo che battuto assottigliò quasi a zero il piombo; e sotto gli angoli retti superiori formati dalla catena orizzontale e dagli staffoni adoprai un cuscinetto di piombo ricurvo, affinchè i materiali della fabbrica che capitavano a detti angoli non si fossero stritolali alla forte tensione. Con tal rimedio da 15 anni la fabbrica regge saldissimamente senza il minimo pelo e reggerà molti secoli. Ma pria della calena caricai i piloni di molta fabbrica di pesanti pietre spenzolate in dentro verso il vano della Chiesa finchè lo permise la curva delle volte, al mio solito, per riacquistare così un poco dell’equilibrio perduto, e non fidarmi interamente alle stringhe delle catene. S’intende che tal carico di nuova fabbrica venne fatto sui piloni là dove mancavano della loro continuazione fino alla cresta del descritto muro di perimetro.

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Così penso io che furono costruiti quei molti ponti di legno sul Reno dall’ Imperatore Cesare, il quale ne’ suoi Comentarii racconta che tai ponti non potevano abbattersi dalle correnti le quali sempre più li stringevano: ciò che spiega chiaro che egli quel gran condottiero di armate e grande Architetto del pari faceva tai ponti ricurvi e non rettilinei. Se si dubitasse che le arcate di lai ponti venissero supine nella loro testa contro la corrente; o che tale curvatura sarebbe incomoda al passaggio delle vetture specialmente di una ferrovia, allora la pianta del ponte potrebbe essere rettilinea sopra-corrente, e curva soltanto sotto-corrente. E se in fine fosse cosa ingrata il vedersi un ponte di tal pianta rettilinea da un lato e curvilinea dall’altro, in quest’ultimo caso la pianta potrebbe stabilirsi a due curvo opposte l'una all’altra, tanto sopra, che sotto-corrente: così si avrebbe un ponte simmetrico che nel mezzo avrebbe un andito più stretto il quale man mano poi si andrebbe ad allargare alle due teste del ponte. Ed in questi due ultimi casi della pianta del ponte pria mistilinea e poi curvilinea, in tai due casi non vi sarebbe bisogno di fare le arcate più strette o di minor diametro alle teste del ponte, ma le arcate potrebbero essere del medesimo diametro, perchè le arcate alle teste del ponte essendo più lunghe, le acque vi correrebbero più lente, e lascerebbero il loro deposito in esse e non nelle arcate di mezzo più brevi, cioè di minore lunghezza, ove le acque correrebbero sempre più speditamente, e per la maggiore velocità non vi lascerebbero deposito, ed in conseguenza l’interrimento o deposito alluvionico succederebbe sempre sulle sponde del lume e non nel mezzo dell’ alveo. In qualunque modo però per risparmio di spesa, si potrebbe restringere verso il mezzo l’andito del ponte, allargandolo man mano verso le due estremità; ed alla parte media di restrizione surrogarvi un parapetto di ferro a quello di fabbrica per riguadagnare la larghezza dell’andito perduta col sopprimervi il parapetto a fabbrica. Insomma il lato sotto-corrente del ponte esser dovrebbe a curva rientrante; perchè vediamo che i muri così curvi resistono più de’ rettilinei contra l’urto de’ terrapieni.

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