Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Passa l'amore. Novelle

241544
Luigi Capuana 1 occorrenze
  • 1908
  • Fratelli Treves editori
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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S'irritava, quasi si sentisse insidiato, quasi scorgesse attorno a lui le fila di una congiura per abbattere la sua prosperità, raggiunta con tanto lavoro, tanti stenti, tanti sacrifizi, con tanta onestà sopratutto. Non aveva fatto male a nessuno, eppure sapeva di aver molti invidiosi, molti nemici che avrebbero gongolato di gioia se i suoi affari, finalmente, fossero andati male. Lo invidiavano perchè, grazie alla Madonna e al fazzoletto di sua madre, non aveva mai sbagliato la minima speculazione. Di lui dicevano: Se mettesse acqua nel lume, invece di petrolio, l'acqua arderebbe ugualmente. - Ed era quasi vero! Ma non aggiungevano mai ch'egli non barava nel peso e nella misura, come loro! Non aggiungevano ch'egli non ingannava la clientela per la qualità delle merci, come loro! Di quel che dicevano gli altri, anche per screditarlo, egli non si era mai curato nè si curava. Il vedere però che ora l'insidia, il pericolo gli veniva da sua moglie e dal suocero che dava ragione alla figlia, gli faceva perder la calma. Ah! Se quel fazzoletto fosse stato un fazzoletto qualunque.... Ma era quello di sua madre, quello della buona fortuna stracciarlo, buttarlo via, bruciarlo, disperderne le ceneri per dare una stupida soddisfazione a sua moglie, sarebbe stata tale infamia!... Gli sarebbe parso di dissotterrare la sua povera morta e profanarne le ossa.... E più sua moglie e suo suocero si incaponivano a vedere in quel fazzoletto un ricordo di amore - aveva egli mai avuto tempo di pensare all'amore? - più egli diventava duro, intrattabile su questo punto. Così, soltanto così poteva spuntarla! E infatti si lusingò di averla spuntata. Due giorni dopo, Marina riapparve nel negozio accompagnata dal padre. Entrò, salutò, si tolse lo scialle e cominciò, come se nulla fosse stato, a servire gli avventori che attendevano. Giovanni non era svelto nei movimenti; pareva che riflettesse su ogni cosa, quasi avesse sempre paura di sbagliare. Marina, invece, sbrigava gli avventori in un batter d'occhio; prendeva la moneta, rendeva il resto con un sorriso, con una buona parola, con un motto scherzoso; e gli avventori andavano via contenti, senza accorgersi che quella buona parola, quel sorriso, quel motto eran costati grammi o centimetri di meno secondo la merce. Giovanni se n'era accorto una volta, e l'aveva, ammonita: - No, non sta bene. Ci vuol coscienza nel vendere.... - Il po' di meno che do io va pel più che dài tu. A loro non fa niente; ma tanti più e tanti meno, messi insieme, per noi fanno una somma. E quella volta Giovanni aveva avuto rimorso di aver riso alle parole della moglie, che gli aveva picchiato carezzevolmente su la spalla, ripetendo le parole: - fanno una somma - quasi per avvertirlo di pesarle bene. Marina intanto evitava fin di guardare lassù, in cima allo scaffale di fondo; in casa ciarlava, rideva al suo solito; o mai più, mai più una lontana allusione a quel che era accaduto tra loro settimane addietro. Nei primi giorni, Giovanni l'aveva osservata con un po' di diffidenza, messo in guardia dall'improvviso rabbonimento di lei. Poi aveva pensato che suo suocero doveva aver fatto una bella paternale alla figlia; e si era messo il cuore in pace. Quella mattina erano venuti insieme al negozio; e Giovanni, nell'aprire la porta, aveva sentito più forte l'ansietà di accertarsi che il fazzoletto fosse al suo posto, e più forte la soddisfazione di ritrovarlo colà! Cosa strana! Gli era però rimasto nel cuore un senso di pena, sottile sottile, un che di irrequieto e di smanioso che stava per fargli mandare a monte la compra di una grossa partita di mandorle amare. Il mediatore aveva insistito: - Non ve la lasciate scappar di mano, mastro Giovanni! Così era andato a veder la merce nel magazzino della vecchia signora Campanazzo, non a torto soprannominata Ciaula perchè ciarlava peggio di una cornacchia e quando cominciava non finiva più. Giovanni, due o tre volte, aveva fatto cenno di licenziarsi; l'affare era già concluso e la caparra consegnata per mano di mediatore; ma quella vera ciaula aveva voluto intrattenerlo con le confidenze dei guai di casa sua: un fratello dissipatore; la cognata con le braccia cionche; due nepoti uno più scavezzacollo dell'altro! Senza di lei, la casa sarebbe già sossopra da un pezzo. Faceva quel che poteva. Avrebbe dovuto infilarsi i calzoni.... ma!... - Due ore e mezzo! - esclamò Giovanni guardando l'orologio e affrettando il passo per arrivar più presto al negozio. - Due ore e mezzo, sì; ma avrete il guadagno di almeno tre cento lire, a dir poco! Giovanni crollò la testa alle parole del mediatore. Ogni volta che concludeva un affare, egli sentiva in fondo al cuore un battito di lieto presentimento che lo assicurava della buona riuscita. Quel giorno invece tornava al negozio ancora sotto la impressione di quel sottile senso di pena, di quella irrequietezza, e nessun battito lieto gli si era mosso in fondo al cuore. Il negozio rigurgitava di avventori. Pareva che si fossero dati la posta per trovarsi colà nell'assenza di lui. - Credevo che non tornassi più! - gli disse Marina. Egli non rispose e si diè a servire gli avventori che mostravano di aver più fretta degli altri. Badate! La Madonna sta per cascar giù. Alle parole e al gesto di quella ragazzina, Giovanni si voltò così rapidamente che urtò Marina, intenta a cavar lo zucchero da un cassetto. E appena vide.... diè un urlo, a cui seguì l'urlo di Marina sentitasi afferrare, di dietro, pel collo da due mani convulse che tentavano di soffocarla. Le donne e i ragazzi che erano presenti si misero a gridare, e un giovane operaio scavalcò il pancone, per strappar la moglie dalle granfie del marito! Pallido, con gli occhi sbarrati, con la fronte imperlata da fredde gocce di sudore, le labbra e la lingua così aride da non poter pronunziare una parola, Giovanni si era rovesciato sur una seggiola, coprendosi il capo con le mani, quasi avesse paura che la vôlta del negozio stesse per crollargli addosso. Poi scattò, coi pugni tesi verso Marina piangente, ritta in un angolo, tra due donne che la confortavano, trattenuto appena dal giovane operaio che cercava di calmarlo. - II fazzoletto! Il fazzoletto! - balbettava. - Dove lo hai buttato il fazzoletto? - Mastro Giovanili! Eh, via! Non mi sembrate più voi !... Per un fazzoletto.... Eh via! - Scellerata!... Tu non sai che danno hai fatto!... Dove lo hai buttato? - egli continuava a balbettare, coi pugni tesi e gli occhi sbarrati. - E diteglielo dove lo avete nascosto! Non lo fate irritare di più! - soggiunse rivolto a Marina, il giovane che non capiva come mai per un fazzoletto potesse esser nata tanta lite. - Il fazzoletto?... L'ho stracciato! rispose Marina, con mossa di sfida, asciugandosi il viso, e cessando di piangere.

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