Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbattere

Numero di risultati: 8 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Lo stralisco

208416
Piumini, Roberto 1 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
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Chiudere le finestre, abbattere i muri delle stanze vicine. Non rom- però il prato. L'ingresso potrà essere nella stanza delle montagne. Ah, tuttavia... Il burban si interruppe, confuso, e guardò il pittore. — Scusami, amico mio, — disse, — parlo come se il tuo corpo e la tua mente fossero i miei. Sakumat sorrise. — Il mio corpo e la mia mente sono ben vivi, e in mio possesso, signore. Non c'è un solo istante del tempo che passo in questa casa che non sia da me voluto ed amato. Ci fu un breve silenzio. — Ho notato, amico mio, che da quando sei giunto, ed è ormai molto più di un anno, hai lasciato crescere la tua barba, — notò il burban in tono leggero. — Quando arrivasti eri poco più di un giovanotto dal volto liscio. Ora la barba ti fa piú solenne. Per quanto tempo ancora crescerà? Non temi che i tuoi amici non ti riconoscano, quando ti presenterai a loro? — Signore, io dirò loro: «Eccomi qui, sono Sakumat! Sono io, il vostro amico! Vi piace la mia lunga barba?» E ai miei amici piacerà. E forse, il piú scherzoso di loro me la tirerà con affetto. Ganuan sorrise. — Il tuo cuore è grande, amico mio e fratello. — Signore, — si inchinò Sakumat, — io te l'ho detto: sono qui per la mia gioia.

Pagina 40

Il libro della terza classe elementare

210809
Deledda, Grazia 5 occorrenze
  • 1930
  • La Libreria dello Stato
  • Roma
  • paraletteratura-ragazzi
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Sarebbe stato più facile abbattere la Porta, davanti alla quale era stato innalzato un terrapieno per difesa. Ma quel generale Raffaele Cadorna, che tu Cherubino non ricordavi, preferì lasciare intatta la bella opera d'arte. - Raffaele Cadorna è parente del Maresciallo Cadorna, che ha combattuto nella nostra Grande Guerra? - interruppe Sergio. - Si: il padre. Quando fu aperta la breccia i soldati di Raffaele Cadorna si lanciarono all'assalto. Si vedevano in testa gli ufficiali con la sciabola in pugno, scintillante come un lampo, i trombettieri con la cornetta squillante fra le labbra gonfie, i bersaglieri, i fantaccini con le bocche rotonde, aperte nel grido della lotta. Vi furono caduti da una parte e dall'altra. La breccia fu conquistata. Durante questo episodio Pino, dopo aver detto al padre «Vado sino a Porta Pia e ritorno», aveva compiuto un atto eroico. Vi era una sorgente d'acqua nella campagna (in una località che oggi è un popoloso quartiere) che i nemici tenevano sotto il tiro delle loro artiglierie per impedire che i bersaglieri assetati potessero attingere. Era facile dall'alto delle mura scorgere i soldati del Cadorna che si sarebbero avviati alla sorgente e quindi fulminarli; di notte quel luogo dov'era l'acqua era continuamente fatto segno ai colpi di cannone.

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Eppure essi preferirono agli agi le fatiche ed i pericoli di un'audace spedizione nella Calabria, per tentare di abbattere il dominio del Re delle Due Sicilie. Attilio, poco prima di partire, scriveva al padre: Mio caro Padre, Tra poche ore, se non ci verrà impedito, partiremo per la Calabria, dove altri prodi figli d'Italia hanno proclamato la rigenerazione della Patria. Secondo ogni apparenza, soccomberemo; ma la esistenza non ci viene forse data per bene impiegarla? La nostra memoria suonerà benedetta fra quella dei generosi, che si dichiararono fautori dell'umanità e della Patria... Pur troppo quei generosi giovani furono assaliti da forze di gran lunga superiori, sopraffatti e catturati. Affilio ed Emilio Bandiera, con sette dei loro compagni, vennero fucilati nel vallone di Rovito, sotto Cosenza. Morirono come gli antichi eroi, e più forte del tuonar dei fucili suonò il loro grido estremo: «Viva l'Italia!»

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Pagina 263

L'Italia non si lasciò abbattere dalla sventura. Anche all'interno fu compiuto un bellissimo sforzo con esemplare concordia, perchè i soldati mantenessero alto l'animo ed avessero i mezzi di ricacciare il nemico dal Veneto, e di riportare il tricolore vittorioso nelle terre da redimere. Se ne accorsero gli Austriaci nel giugno 1918, quando sferrarono un'altra offensiva sul Piave e

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Essi spingevano operai e contadini a scioperare, a devastare le officine e i campi, ad insultare e percuotere i reduci dalla grande guerra, gli ufficiali, i sacerdoti, a lacerare ed abbattere il nostro bel tricolore. L'Italia era su l'orlo di un terribile baratro Ma su la sua salvezza vigilava Benito Mussolini.

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Tutti per una

214959
Lavatelli, Anna 1 occorrenze
  • 1997
  • Piemme Junior
  • Casale Monferrato (AL)
  • paraletteratura-ragazzi
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Lo farò abbattere, statene certi. - Questo si vedrà! - disse l'Ernesto, muovendo un passo avanti e sfidando il direttore con tutta la mole del suo corpo robusto. - Giusto - rimarcò la Pinuccia, con un coraggio che le venne in gola insieme al cuore. - Questo si vedrà! - La battaglia è appena cominciata, signor Bagliotti - aggiunse calmo il professore. - E adesso se ne vada. Questa, fino a prova contraria, è la nostra stanza. Lei qui non è gradito. - Via! Via! Vada via! - gridarono tutti gli altri, mentre Argo principiava a mostrare di nuovo i denti. Il direttore si massaggiò la gamba, che aveva cominciato a sanguinare, e giudicò miglior partito ritirarsi, almeno per il momento. Uscì dunque dalla stanza, zoppicando e farfugliando oscuri propositi di vendetta.

Pagina 92

Quartiere Corridoni

216853
Ballario Pina 1 occorrenze
  • 1941
  • La libreria dello Stato
  • Roma
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. - Romolo, tracciato il solco per la nuova città, dette ordine di abbattere tutte le piante lungo il confine perchè fosse ben netto, senza deviazioni. Gli alberi caddero, tranne un corniolo. Romolo, ispezionando il luogo, chiese perchè avevano risparmiato quella pianta. Gli fu risposto che secondo i sacerdoti, i veggenti del futuro, al corniolo era legata la fortuna della nuova città. Romolo esitò un momento, poi calò l'ascia sul corniolo e lo abbattè. - La fortuna della nuova città sta nelle braccia dei suoi figli - disse.

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