Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbattere

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Vizio di forma

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Levi, Primo 2 occorrenze

"Knall", in tedesco, significa scoppio, schiocco, schianto; "abknallen", nel gergo della seconda guerra mondiale, era venuto a significare "abbattere con un' arma da fuoco", mentre invece la scarica del knall è tipicamente silenziosa. Forse il nome, se pure non ha tutt' altra origine, o se non è una sigla, allude al modo della morte, che in effetti è fulminea: la persona colpita, anche solo di striscio, su una mano, su un orecchio, cade esanime all' istante, e il cadavere non rivela alcun segno di trauma, ad eccezione di un piccolo alone livido nel punto colpito, sul prolungamento dell' asse geometrico del knall. Un knall agisce una volta sola, poi lo si butta via. Questo è un paese ordinato e pulito, e i knall usati di solito non si trovano sui marciapiedi, bensì soltanto nelle cassette di pulizia appese a tutte le cantonate ed alle fermate dei tram; i knall esplosi sono più scuri e più flosci di quelli nuovi, si riconoscono facilmente. Non è che tutti siano stati usati a scopo criminale: da questo, fortunatamente, siamo ancora lontani; ma in certi ambienti portare un knall su di sé, ben visibile, nel taschino, o infilato nella cintura, o sopra un orecchio come i salumai portano la matita, è diventato di rigore. Ora, poiché i knall hanno una data di scadenza, come gli antibiotici e le pellicole fotografiche, molti si fanno un dovere di scaricarli prima della scadenza, non tanto per misura prudenziale quanto perché la scarica del knall provoca effetti singolari, descritti e studiati solo in parte, ma già ampiamente noti presso i consumatori: spacca la pietra e il cemento e in genere tutti i materiali solidi, tanto più agevolmente quanto più sono rigidi; perfora il legno e la carta, e talvolta li incendia; fonde i metalli; provoca nell' acqua un minuscolo vortice fumante, che però si richiude immediatamente. Inoltre, con un colpo di knall abilmente diretto ci si può accendere la sigaretta o anche la pipa, e questa, nonostante la spesa sproporzionata, è una bravura a cui molti giovani si esercitano, appunto perché comporta un rischio. Si calcola anzi che essa giustifichi la maggior parte del consumo dei knall a fini leciti. Il knall è indubbiamente uno strumento funzionale: non è metallico, e quindi non è rivelato dai comuni strumenti magnetici né dai raggi X; pesa e costa poco; ha azione silenziosa, rapida e sicura; è molto facile disfarsene. Alcuni psicologi tuttavia affermano che queste sue qualità non basterebbero a spiegarne la diffusione: essi sostengono che il suo impiego sarebbe limitato agli ambienti dei criminali e dei terroristi se per scatenarne l' effetto bastasse un' azione semplice, ad esempio una pressione o una trazione: invece, il knall spara soltanto se è sottoposto ad una manovra particolare, una sequenza ben precisa e ritmata di torsioni in un senso e in quello opposto, un' operazione insomma che richiede abilità e destrezza, un poco come aprire il segreto di una cassaforte; questa operazione, si noti bene, è solo accennata ma non è descritta nelle istruzioni per l' uso che accompagnano ogni scatola. Perciò, sparare il knall è oggetto di un addottrinamento segreto, da iniziato a neofita, che ha assunto un carattere cerimoniale ed esoterico, e viene praticato in club abilmente camuffati; si può ricordare qui, come caso estremo, la funebre scoperta che è stata fatta in aprile dalla polizia di F.: nella cantina di un ristorante è stato trovato un gruppo di quindici ragazzi sui dodici anni e di un giovane di ventitré; erano tutti morti, tutti stringevano nella destra un knall scarico, e tutti presentavano la tipica lividura rotonda sulla punta dell' anulare sinistro. La polizia sostiene che sia meglio non fare troppo rumore attorno al knall, perché ritiene che così facendo se ne incoraggerebbe la diffusione: questa mi pare un' opinione discutibile, che forse scaturisce dalla sostanziale impotenza della polizia stessa. Per catturare i grossi spacciatori di knall, i cui profitti devono essere mostruosi, essa non dispone per ora di altre armi se non i confidenti e le telefonate anonime. Il colpo di knall è sicuramente mortale, ma solo fino ad una distanza di un metro circa: al di là è del tutto innocuo, e non provoca neppure dolore. Questa circostanza sta dando luogo a conseguenze singolari: la frequenza nei cinematografi si è fortemente abbassata, perché sono mutate le abitudini degli spettatori; chi entra, in gruppo o isolato, va a sedersi ad almeno un metro di distanza dagli spettatori che hanno già preso posto, e se non trova questa sistemazione, spesso preferisce restituire il biglietto. Lo stesso avviene sui tram, sulla metropolitana e negli stadi: la gente, insomma, ha sviluppato un "riflesso di affollamento" simile a quello di molti animali, che non sopportano la vicinanza dei propri simili al di sotto di una certa distanza ben definita. Anche il comportamento della folla per le vie è cambiato: molta gente preferisce restare a casa, o camminare fuori dei marciapiedi, esponendosi così ad altri pericoli, o comunque intralciando la circolazione. Molti, incontrandosi faccia a faccia in corridoi o piste pedonali, si evitano aggirandosi a vicenda, come poli magnetici dello stesso nome. Gli esperti non manifestano eccessiva inquietudine circa i pericoli connessi con l' uso generalizzato del knall: essi fanno osservare che questo strumento non sparge sangue, il che è rassicurante. Infatti, è indiscutibile che buona parte degli uomini provano il bisogno, acuto o cronico, di uccidere il loro prossimo o se stessi, ma non si tratta di un uccidere generico: si desidera in ogni caso "versare il sangue", "lavare col sangue" l' onta propria od altrui, "donare il sangue" alla Patria o ad altre istituzioni. Chi (si) strozza o (si) avvelena è assai meno considerato. Insomma, il sangue sta, insieme col fuoco e col vino, al centro di un gran nodo emotivo rutilante, vivo in mille sogni, poesie e modi di dire: è sacro ed esecrabile, e al suo cospetto l' uomo, come il toro e come lo squalo, diventa inquieto e feroce. Ora, poiché appunto il knall uccide senza emorragia, si dubita che la sua fortuna sia per essere permanente: forse è questa la ragione per cui esso, nonostante i suoi indubbi vantaggi, non è finora diventato un pericolo sociale.

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Si tratta, ad esempio, di strappare rami e foglie, e farmene un giaciglio e un tetto; di affilare una conchiglia contro una lastra d' ardesia, e con la conchiglia affilata levigare un ramo di frassino, e col ramo ben liscio e appuntito abbattere un alce; e con la pelle dell' alce farmi una veste per l' inverno e una coperta per la notte; e con le ossa fare un pettine per mia moglie, e per me un punteruolo e un amuleto, e un piccolo alce per mio figlio, che ci giochi e impari a cacciare. Ho anche notato che, facendo le cose, te ne vengono in mente altre, a catena: spesso ho l' impressione di pensare più con le mani che col cervello. Con le mani, non che sia facile, ma si può anche scheggiare una selce, e legare la scheggia in cima a un bastone, e insomma farsi un' ascia, e con l' ascia difendere il mio territorio, o magari anche allargarlo; in altri termini, sfondare la testa di certi altri "io" che mi stanno fra i piedi, o corteggiano mia moglie, o anche soltanto sono più bianchi o più neri o più pelosi o meno pelosi di me, o parlano con accento diverso. Ma qui questo diario può anche finire. Con queste mie ultime trasformazioni ed invenzioni, il più è ormai compiuto: da allora, nulla di essenziale mi è più successo, né penso mi debba più succedere in avvenire.

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