Questo pittore è il pretesto e l’idolo del quale si servono gli impotenti e i malevoli per abbattere gli altri maestri.
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Alcuni supposti rinnovatori fanno della Pittura di Genere il pomo della discordia, un pretesto per tentare di assalire e di abbattere i veri Campioni delle Arti Belle fra noi; e palesano cosi la folla pretesa di usurpare quella splendida fama che sola è riserbata ai grandi ingegni. Costoro sembra non sieno sodisfatti di quella reputazione che guadagnar potrebbero nel ramo di pittura da essi prescelto, se a quello si dessero esclusivamente e secondo i buoni precetti dell’arte, e se in luogo di perdersi in vane ostentazioni e querele artistiche, vi attendessero di buona volontà e con saggezza, per divenire almeno eccellenti in quel modo di dipingerci.
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Già le avanguardie storiche hanno tentato di abbattere i canoni dell’arte, ma non, come è opinione comune, per staccarsi definitivamente dalla tradizione occidentale e dallo spirito della loro epoca e scrivere la parola «fine». Sarebbe stata una follia, dato che nessuno degli artisti del XX secolo ha mai avuto l’intenzione di abbandonare una storia culturale e una culla di valori che hanno nell’Umanesimo e nelPllluminismo le loro radici. Se Pablo Picasso, Constantin Brancusi ed Ernst Ludwig Kirchner hanno preso ispirazione dall’arte primitiva non è stato forse più per allargare i propri orizzonti che per smantellare un’eredità di cui erano figli? Lo stesso vale per l’azzeramento delle forme e dei materiali iniziato negli anni Cinquanta e poi radicatosi nel ventennio successivo: se Lucio Fontana, Yves Klein e John Cage hanno guardato a Oriente e alla filosofia zen, è stato per dare nuovo vigore all’arte non certo per farla morire.
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