Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Che se in qualche regione civile circostanze accidentali e passeggere, ma abbastanza sensibili, riproducono certo disquilibrio sessuale, ivi ne ricomparirono le tristi conseguenze; come nelle colonie più recenti dell'Unione Americana, ove l'eccesso maschile che accompagna la forte immigrazione, insidia la saldezza dei vincoli familiari.

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La quale tecnica si combina per lo più colla economia occupatoria,cioè colla apprensione di quanto la natura fornisce senza lavoro dell'uomo, p. e. le frutta spontanee dell'albero, l'erba della prateria, la pelle della belva, la carne del pesce, la pietra del torrente o della cava. Grado rudimentale della tecnica, — in cui segnano un progresso i metodi di conservazione dei raccolti e il loro accumulo in riserve, — e in cui sembra decisivo il passaggio alla ittiofagia od uso delle carni; perché importa l'impiego del fuoco,il quale fu sempre considerato sacro per la sua importanza. Mentre infatti il fuoco determina un centro di convivenza (focolare domestico), esso, trapassando alla produzione, diventa il mezzo per rimaneggiare le materie prime dell'industria, donde col fuoco lo spezzamento delle pietre, l'incandescenza dei metalli, il bruciamento delle radici, ecc. Di qui il rinvenimento nelle primitive abitazioni di arnesi di consumo, forchette, stoviglie, arredi abbastanza progrediti quando ancora gli stromenti dell'arte acquisitiva (spesso tutt'uno con quelli di difesa) si riducono all'arco, alla freccia, alla clava, alla rete. Ma frattanto deve notarsi come questa tecnica dei consumi in una economia occupatoria rappresenta anche uno stadio infimo di civiltà,«perché l'uomo che si limita passivamente alla semplice raccolta dei doni di natura, rimane alla balìa di essa, quasi mendicante nel giardino e talora nel deserto del mondo» (Schmoller).

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La trasformazione è lentissima ma abbastanza accentuata dovunque alla fine dell'evo medio; più anticipata e originale in Inghilterra, nelle Fiandre, in Italia.

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Nell'insieme, la tecnologia dell'antichità pagana è propria di una economia di Stato a base servile. Abbastanza potente per erigere le piramidi dei Faraoni o la Roma dei Cesari, essa poggia pur sempre sulle spalle ricurve e sull'opera forzata dello schiavo, che gira la macina del grano, che geme nelle cave di metalli, che erige gli anfiteatri, che apre strade e canali, che porta la lettiga, che suda nell'ergastolo e nei ginecei, senza mai sollevare il braccio affaticato o la fronte avvilita. I progressi di quella tecnica non valsero a scalzare questa radice sanguinante della economia orientale e classica. Tale il criterio della sua estimazione.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 3 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Di qui l'ordine delle trasformazioni meccaniche dell'industria moderna: — prima le accolsero le industrie minerarie e manifattrici,massimamente le tessili e innanzi a tutte il re cotone; — dippoi le industrie locomotrici, navigazione e ferrovie; — infine limitatamente l'agricoltura, l'arti domestiche e le estetiche.Tuttavia in queste ultime notevoli progressi: — ed è già abbastanza ricca la suppellettile stromentale delle aziende agrarie (fino all'aratro a vapore); si superò nella macchina da cucire l'ardua complicanza delle operazioni dell'ago a mano; — e le riproduzioni meccaniche (e chimiche) di incisioni, fotografie, di medaglie coniate, fanno concorrenza alla libera mano dell'artista.

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Trattandosi per lo più della attribuzione a poche famiglie privilegiate, aliene da esercizi economici, di estesissime terre nullius o che loro non costarono sudori, quelle si trovano abbastanza avvantaggiate dai redditi del bosco, del prato e del bestiame, moltiplicati su vaste superfici, per limitare al necessario le zone date in coltivazione; cosicché il latifondo di origine civile politica coincide ordinariamente col fatto di terre sode o quasi incolte.

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È questo il cammino già aperto da vari Atti fra il 1856 e il 1882, e abbastanza avanzato da giustificare il motto di allarme di lord Cairnes: «tutto potrà cadere sotto il martello (di queste leggi), fuorché il castello», invocando con ciò dei limiti alla totale alienazione dei patrimoni nobiliari, (il palazzo, il parco, un vasto tenimento all'ingiro);

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