Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La freccia d'argento

212449
Reding, Josef 4 occorrenze
  • 1956
  • Fabbri Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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. - La faccenda del compensato avrà già fatto abbastanza chiasso a casa mia! A proposito: dov'è andato a finire quell'asse? - Dietro l'armadio degli attrezzi, dove sono le ruote di Mikro e Makro. - L'essenziale è... - Il cigolio della porta tronca a mezzo la frase di Alo. Cosino entra come un bolide. - La data della cosa è cosata! - Come sarebbe a dire? - La data della corsa è fissata! Ecco il manifesto! Attenzione! La cosa, voglio dire la colla, è ancora fresca. L'ho strappato ancora umido dal muro. - Fa' un po' vedere! Le teste dei sette crociati si chinano sul manifesto. È proprio vero! Ecco qua, nero su bianco:

A me pare che distribuendo tutti i regali tu abbia già fatto abbastanza. - Me l'ha detto anche il mio «diavoletto» nascosto, signor cappellano, e ce n'è voluto per chiudergli il becco! - Ma bene! Si vede che alle nostre riunioni serali non ti sei distratto. Però, però... Questo invito puoi accettarlo con la coscienza perfettamente tranquilla. Il vincitore del derby di quest'anno sei tu, e io non credo che un altro possa prender parte al posto tuo alla gara in America. Quanto poi alla speranza che Jörg e Hai possano venire con te, non è probabile che gli Americani sgancino così facilmente i loro dollari da mandar viaggi gratuiti a mezza tribù di San Michele! - Non è necessario. Invece del sottoscritto possono prender parte alla gara di Akron o Hai o Jörg. Il vero vincitore della corsa è la Freccia d'argento, e che sotto il casco ci sia la mia testa o quella di Jörg o di Hai, se non è zuppa è pan bagnato! - Uhm... Non so se oltreoceano si accontenteranno di questa esauriente spiegazione... Ad ogni modo, tenta! - Grazie tante, signor cappellano! Voglio tentare. Spedisco la lettera stasera stessa. - Buona notte, Stucchino! - Buona notte, signor cappellano! - Ma che ragazzo! - mormora il cappellano ridendo compiaciuto, dopo che la porta si è richiusa dietro le spalle di Stucchino. - Di una razza tutta speciale: scavezzacollo e cuor d'oro nello stesso tempo... * * *

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. - Non ne hai abbastanza delle mascalzonate, Ed? Sarebbe un'infamia spaccare di nuovo la Freccia d'argento a quei ragazzi! Era la voce di Jörg, e qualche altro gli faceva eco. - Chiudi il becco! E piantala con le prediche! Comincio ad averne abbastanza! - esclama Ede minaccioso. - E io di te è un pezzo che ne ho fin sopra i capelli! Con voi non ci sto più! - Davvero, pivellino? Non vuoi più stare con noi? Io invece la penso diversamente! Hai capito? E se non vuoi più starci, conosco due argomenti persuasivi per farti cambiar parere! Il primo... Ede sputa la gomma che stava masticando e se ne ficca in bocca una nuova. La sua voce si abbassa di tono, ma si fa più imperiosa e cattiva. - Dunque, il primo argomento sono i miei pugni, che ti pianto subito nel mostaccio, e l'altro è una parolina in un orecchio alla polizia, a cui interesserà sapere chi è quel ragazzo che di notte ha trafugato la bandiera del Municipio, che poi non si è più ritrovata. - Maledetto! - geme Jörg. - Ma sei stato tu a esigere da me quella prova di coraggio prima di ammettermi nella banda! - Hai delle prove? Hai testimoni? Lo vedi, dunque! Jörg stringe i pugni furibondo, ma è completamente disarmato. Ede li tiene tutti in suo potere. Dopo quel facile trionfo, Ede, che sa di aver ottenuto l'effetto desiderato, impartisce i suoi ordini senza che nessuno fiati. - Allora dopodomani, di notte!... Alla medesima ora dell'altra volta. Però prenderemo le chiatte e dal canale punteremo dritti sul capannone. Ma attenti? I mocciosi hanno messo le sentinelle. Saranno sopraffatte senz'altro. Portate anche i vostri randelli, intesi?... E ora filate! Ede armeggia ancora un poco nel locale. Anche questa volta è lui che se ne va per ultimo. Apre la porta: uno scialbo raggio di luna si insinua nella cantina e va a cadere sul teschio Guarda, guarda! Sotto il teschio ora c'è un solo pugnale!

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Che non abbia limato abbastanza? Che la Freccia d'argento riesca a tagliare il traguardo ancora intatta? Divorato dalla rabbia, digrignando i denti, Ede fissa stralunato la Freccia d'argento che lo precede. Stucchino riesce a mantenere il suo vantaggio: leggera e sicura la Freccia d'argento corre sulla pista. Ma ecco che il pilota si turba... Che cosa succede? I suoi inseguitori accelerano l'andatura oppure è la Freccia d'argento che rallenta?... L'Airone rosso e il Tifone avanzano sempre più e gli son quasi a ruota. Stucchino sente che nella parte anteriore della Freccia d'argento c'è qualcosa che non va: mentre prima percepiva soltanto una lieve vibrazione sotto i piedi, ora è scosso da sobbalzi violenti. Attraverso gli occhiali appannati dalla pioggia, egli intravede confusamente l'Airone rosso che guadagna terreno. A un tratto, un urto scuote Stucchino dai piedi alla testa come una scarica elettrica. Lentamente la parte anteriore della macchina si piega verso sinistra Stucchino ormai non vede più quel che avviene sulla pista. Un unico pensiero lo domina ancora: la Freccia d'argento dev'esser tenuta in equilibrio ad ogni costo! Con tutte le sue forze si butta sul lato destro sporgendosi dalla carrozzeria perché l'equilibrio possa esser mantenuto... E per qualche secondo ci riesce... Ecco lo striscione bianco del traguardo che ingigantisce sempre più e gli viene incontro... Però, pochi metri prima, malgrado gli sforzi disperati di Stucchino, la vettura non può più esser tenuta in sesto e tracolla in avanti e a sinistra. Ciò che rimane dell'asse anteriore raschia con un orribile stridio l'asfalto bagnato... Ora la macchina minaccia di ribaltare in avanti, ma si riprende subito, perché Stucchino si butta fulmineo all'indietro. La Freccia d'argento slitta, continua a slittare fin oltre il traguardo! Soltanto ora un'ombra azzurra sorpassa la Freccia d'argento alla sua destra: è il Tifone degli esploratori. Ed ecco due, tre, dieci persone si slanciano su Stucchino esausto e lo strappano dalla vettura. Ognuno vuol essere il primo a stringergli la mano. Scatta un lampo al magnesio. Tutti coloro che circondano Stucchino, e più degli altri i compagni del suo gruppo e i ragazzi di San Michele, scandiscono in coro: - La Frec-cia d'ar-gen-to ha vin-to! La Frec-cia d'ar-gen-to ha vinto! Ancora sbigottito pel susseguirsi degli avvenimenti negli ultimi istanti e per le grida subitanee e impreviste, Stucchino si strappa gli occhiali appannati dal naso e si guarda in giro. E allora sgrana tanto d'occhi, sbalordito: al centro della pista, a breve distanza dal traguardo, giacciono sparsi i rottami dell'Airone rosso, ed Ed-mastica- gomma, disteso su una barella, viene caricato su un'autoambulanza! Stucchino non si raccapezza più in tutto questo guazzabuglio... Sfinito com'è, la debolezza e lo sgomento lo vincono, e per il momento non trova di meglio che mettersi a sedere sulla pista bagnata. Ma i compagni non lo lasciano lì. Lo rialzano e, a braccia, tenendolo alto sopra le teste degli spettatori esultanti, lo portano fino al comitato del derby. Là riceve le congratulazioni in forma solenne e gli vien consegnato il primo premio, costituito di un'artistica pergamena, una candida tuta da automobilista, un casco nuovo di zecca ed una bicicletta. Infine, come sbucato di sotterra, ecco anche il cappellano Holk, che stringe forte la mano bagnata e sporca di Stucchino e gli dice: - Ragazzo, ragazzo! - Per il momento non riesce a dire di più... Ma in quella parola c'è tutto: la gioia, la riconoscenza verso Dio, l'orgoglio per i suoi ragazzi. Però poi soggiunge, indicando l'Airone rosso in frantumi e l'autoambulanza che sfreccia via veloce: - Quella fine era destinata alla Freccia d'argento e a te! Ora anche Jörg, che sta a fianco del cappellano, tende la mano a Stucchino: osservandolo bene, gli si vedono brillare lacrime di gioia tra ciglio e ciglio. Ma non mettiamolo in imbarazzo: quelle che adesso gli ruzzolano lungo le guance potrebbero essere gocce di pioggia... E lo saranno certamente! Ora soltanto Stucchino comincia a rendersi conto del grave pericolo corso. I particolari dell'incidente però li viene a sapere qualche ora più tardi, quando nel capannone si radunano i crociati, Jörg e altri componenti della banda del Nord, un mucchio di ragazzi di San Michele, alcuni esploratori, e ancora il grosso Segantino e il cappellano. Vi ha ripreso il suo posto anche la Freccia d'argento, assai malconcia, ma vittoriosa. Il cappellano Holk racconta a Stucchino come si sono svolti gli avvenimenti. -...Tu capisci che quello che Jörg mi ha riferito sulla soglia di casa mi ha colto di sorpresa. Per quanto lanciassi la mia moto a velocità pazzesca, Jörg e io siamo arrivati troppo tardi. Di pochi secondi, è vero, ma non più in tempo per impedire che fosse dato il via! Tu partivi già come un razzo sul lato destro della pista. Al centro correva l'Airone rosso e a sinistra il Tifone degli esploratori. Ben presto ti sganciasti dalle altre vetture, acquistando un notevole vantaggio. Poi gli eventi precipitarono. Per un motivo dapprima inspiegabile, tu rallentasti sempre più, e gli altri ti raggiunsero, anzi lo spilungone quasi ti oltrepassò... Quando Ede con l'Airone rosso si trovò affiancato alla Freccia d'argento, avvenne la catastrofe. Fu cosa di un attimo! La tua ruota anteriore di sinistra si staccò e, data la velocità della vettura, venne scaraventata in alto, andando a colpire con violenza Ed-mastica-gomma alla mandibola. Ede, a cui subito sprizzò il sangue dalla bocca e dal naso, perdette il controllo dell'Airone. Bastò che si premesse le mani sulla bocca perché la sua auto uscisse dalla pista e, sfibrando il Tifone, andasse a fracassarsi contro un palo dello steccato di protezione. Ede venne estratto dai rottami dell'Airone: per l'urto della ruota e del pezzo di assale si è buscato una doppia frattura alla mandibola. E anche cinque denti può ormai considerarli perduti. Il destino gli ha giocato un tiro mancino! Naturalmente l'hanno portato subito all'ospedale. Be', in fondo deve recitare il meaculpa... Il resto ti è noto: Stucchino sulla Freccia d'argento ha conquistato il primo premio messo in palio dalla città di C. e può quindi partecipare al campionato germanico; il Tifone degli esploratori si è piazzato secondo, mentre Ed-mastica-gomma, che neppure è giunto al traguardo, si è piazzato in ospedale. - Eh, già! Chi la fa l'aspetti, e i cocci sono suoi! Naturalmente non abbiam bisogno di dire chi commentava in tal modo l'accaduto.

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