Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Parassiti. Commedia in tre atti

231793
Antona-Traversi, Camillo 3 occorrenze
  • 1900
  • Remo Sandron editore
  • Milano, Napoli, Palermo
  • teatro - commedia
  • UNICT
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Fu osservato che la commedia non è perfettamente «organata»; che in essa le scene par non si colleghino abbastanza tra loro. Ma, dato e concesso che ciò sia, si deve anche convenire che l'autore non si è prefisso di svolgere una tesi, bensì di darci una fotografia di ambiente; e la fotografia - o, se volete, le fotografie - sono riuscite felicemente. Di più, l'Antona-Traversi ci presenta i suoi parassiti con certo colore gajo, così che i caratteri di Don Gennaro e del cav. Naldini finiscono per essere, diremmo quasi, simpatici, o almeno non repugnanti. Camillo Antona-Traversi ha avuto la buona sorte di affidare la sua commedia ad attori del valore di Oreste Calabresi e di Claudio Leigheb. Anche gli altri artisti della compagnia, la Zucchini-Majone, la signora Leigheb, il Carini, hanno messo, nell'interpretazione delle loro parti, l'impegno e l'affetto che derivano dalla sicurezza della bontà del lavoro rappresentato .Fanfulla della Domenica, an. XXI, n. 31 ; Roma, 30 luglio 1899.

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Il dramma e i personaggi secondari non hanno grande efficacia, perchè i loro sentimenti non appariscono abbastanza sinceri e stillano l'artefatto. Gli attori ebbero chiamate a ogni atto; ma contrastate. Parassiti si possono definire una bella creazione di un tipo scenico. L'esecuzione è stata buona, affiatata, artistica. Calabresi ha trionfato: un trionfo completo di attore fine, intelligente, comicamente elegante. Leigheb, anche in una parte secondaria, è sempre...Leigheb. La Majone, la Cristina, la Leigheb, Carini, Guasti e gli altri recitarono tutti con impegno. Stasera la commedia si replica. ROMEO CARUGATI.La Lombardia, an. 41, n. 304; Milano, sabato 4 novembre 1899.

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L'implacabile adoratore della classificazione, uscendo iersera dalla «Fenice», si sarebbe affaticato abbastanza se si fosse posto in capo di trovare la casella giusta per il nuovo lavoro del forte ingegno di Camillo Antona-Traversi, apparso in appropriata veste dialettale sulle scene di questo teatro. È una commedia a tesi? No, assolutamente. Una presentazione di caratteri? Un pochino. Uno studio d'ambiente? Forse, piuttosto. «Parassiti» è una commedia difficilmente classificabile; ma, in compenso, è un lavoro teatrale divertente e vitale. Non già, che ci sia della novità nel nocciolo, o negli episodi parziali: la commedia non ambisce di essere dispensatrice d'un nuovo verbo, di logorare il cervello dell'uditorio con della psicologia: se proprio ce n'è di questa, è certo di quella spicciola, minuta. Niente tirate retoriche, colpi di scene; e, grazie al cielo, anche la minaccia del pianoforte, che in tutti i tre atti mostra i denti al pubblico, si contenta di restar tale; e, per chiudere la serie dei negativi - e questo è il più importante - niente convenzionalismo. La sceneggiatura rivela la mano abilissima: il dialogo scorre sciolto e naturale. L'esecuzione fu splendida nel complesso, mirabilmente affiatata e vivace. Insuperabile il Benini, che presentò il tipo principale da pari suo, cioè espressivamente vero. Accanto a lui la gentile Dondini Benini ebbe grande campo di emergere e di far rilevare doti di artista efficace, raggiungendo grandi effetti nella scena finale del secondo atto. Eccellente la Marussig nella sua partuccia, e così il Mezzetti, il lepido Conforti, la De Velo Accardi e gli altri tutti. Il successo fu molto accentuato per la commedia e per gli artisti, ch'ebbero in complesso una decina di chiamate.Il Gazzettino, an. II, n. 128 ; Trieste , martedì 22 gennajo 1901.

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