Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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«Diabolik» 9, Anno XLIII (1 Settembre 2004)

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Patricia Martinelli 1 occorrenze

COL CASCO AGLI INFRAROSSI VEDO ABBASTANZA BENE LA STRADA E POSSO PROSEGUIRE A LUCI SPENTE. E IL MOTORE ELETTRICO NON FA RUMORE.

La Stampa

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AA. VV. 5 occorrenze

Sarei nell'insieme abbastanza fiducioso sulla tenuta di questo mercato».

David Beckham ha profuso solidarietà spiccia e poi si è nascosto: ha abbastanza gossip da gestire da solo e non vuole saperne di quelli del suo allenatore. Michael Owen è stato l'unico a lasciare un'intervista allarmata: «Smettiamola dì ridicolizzarlo, non si può martellarlo ogni giorno. La nazionale è una cosa seria, così la smontiamo». E la sensazione è che sotto tutte queste lenzuola stropicciate ci sia solo la volontà dì cambiare. La federazione aveva già fatto pedinare Sven Goran Eriksson ai tempi dei corteggiamenti di Abramovich. Lo avevano fotografato a un lascivo tè con i vertici del Chelsea. Lo svedese è rimasto, troppo caro scaricarlo e dopo i faticosi Europei troppo fastidioso da tenere. L'ennesima botta ormonale con la segretaria sembrava studiata apposta per farlo fuori ma la signora ha mescolato gli uomini e le carte. Il prezzo di questa antipatia è salito così tanto che sarebbe meglio saldarlo, divorziare legalmente senza pretendere di far pagare a Eriksson gli alimenti.

«Tenuto conto che è una sola settimana che ci stiamo preparando ci siamo mossi abbastanza bene» conclude Guidetti. Valenzana: Grillo, Della Maggiora, Barone, Cesari, Pisello Ragno, Mercuri (Taverna), Ferronato, Sinagra (Pazzi), Scapini (Bianchi), Foglia (Acampora), Lauria (Pellegrini). Pro Vercelli: Mandelli, Negrofer, Gaboardi, Gobba, Pelati, Balatti (Baldi), Munari (D'Onofrio), Rondinelli, Egbedi, Brunetti (Grillo), Gherardi (Troiano). Rete: 24' Foglia.

Poiché non ci sarà abbastanza petrolio per soddisfare tutta la richiesta, quello disponibile andrà a chi sarà in grado di pagarne il prezzo più elevato, e dunque a chi sarà in grado di poter esportare prodotti pregiati nella misura necessaria per compensare la elevata spesa per importarne. Questo vale per quasi tutti i Paesi evoluti, che consumano molta energia e che hanno quindi un particolare bisogno di esportare per poter importare petrolio e gas da paesi prevalentemente meno evoluti. Ma non vale per tutti allo stesso modo; vale di più per i Paesi che coprono il proprio fabbisogno energetico soprattutto col petrolio o con gli idrocarburi in genere; vale di meno, per converso, per i Paesi la cui dipendenza dal petrolio è più limitata in virtù dell'utilizzo di altre fonti di energia. Per l'Italia, quindi, vale più che per gli altri Paesi, ed in particolare vale più che per Paesi come la Germania o la Francia, che sono i principali partner commerciali e, ad un tempo, i più diretti competitori. In altre parole, il rincaro dell'energia determina una forte penalizzazione di una competitività che, come ormai tutti sanno, è già assai critica a motivo della scarsità di investimenti effettuati nella ricerca, nell'innovazione, nella qualità, nella esclusività di ciò che in Italia si produce e viene offerto nel mondo. È un aspetto, questo, assai più inquietante di un prezzo della benzina salito a 1,17 o, come forse si comprende meglio, oltre le 2200 lire al litro. Su questo c'è poco da fare oltre aspettare con la speranza che passi; al più si può considerare come ripartirne l'onere all'interno, ossia se lasciarlo tutto a chi ne consuma, oppure - Europa permettendo - addossarne una parte a carico della collettività attraverso una riduzione della sua tassazione. Ma per lo svantaggio che si determina rispetto agli altri Paesi evoluti non basta stringersi nelle spalle, occorre riconsiderare tutta la politica energetica, la cui genesi, a ben guardare, non è altro che il frutto di un processo di esclusioni successive; è ciò che è rimasto dopo aver escluso prima il nucleare, con un referendum celebrato nel clima della tragedia di Cernobyl, e dopo aver escluso (o quasi) il carbone. Nell'uno e nell'altro caso vennero rinnegate le tecnologie disponibili per consentirne un uso sicuro, mentre si continua a fare affidamento su tecnologie che ancora non ci sono per poter utilizzare su larga scala ed a prezzi accettabili le fonti rinnovabili. Ogni scelta ha diritto di cittadinanza e merita rispetto, ma ad una condizione però; che, insieme ai benefici, se ne considerino anche i costi, che sono enormemente saliti da quando fu definita la politica che ha determinato l'assetto energetico dell'Italia di oggi. Non si può fare tanto rumore per la benzina a 2200 lire e rifiutare, ad un tempo, di ridurre in qualche modo la dipendenza dal petrolio o, peggio, illudendosi che il problema si possa risolvere riducendo i costi di distribuzione o la tassazione.

Se sottoposta a inquisizione mediatica per sapere quanto è straordinariamente normale, lei si descrive anche così: «Leggo abbastanza, specie i legal thrillers. Frequento tutta la musica fuorché l'hard rock, spesso veleggio in cuffia. Se devo cantare con qualcuno in gara, scelgo Robbie Williams». Molto toscana, ha scoperto insospettibili onde valide da surf di pura tavola a Castiglione della Pescala. È fan della bistecca alla fiorentina, ma conosce l'arte povera e la valenza ricca delle frittate. Con tre-quattro dichiarazioni mirate potrebbe farsi quasi diva: ha capelli castano chiari ricci, bruciati dal sole, ha disinvolture di mare e grazie di città. Ma più che andare a un reality show, punta a restare una rappresentante degli atleti nel Consiglio nazionale del Coni. «Il fatto è - dice e intanto sembra che ammetta, riveli, confessi - che lo sport mi piace moltissimo, è il mio grande amore. A giugno mi hanno dato a Roma la fiaccola di Atene. L'ho portata da ultimo tedoforo per l'accensione del tripode a Piazza di Siena, avevo il numero 123, sono pure riuscita a emozionarmi e commuovermi». Nelle regate di Atene, di boa in boa dovrà lottare soprattutto con la neozelandese Kendall, attualmente la sua rivale più forte, «e poi anche contro le francesi emergenti, un'israeliana, un paio di cinesi di Pechino e una cinese di Hong Kong: non so neanche come si scrivono bene i loro nomi, non vorrei doverli imparare leggendo ordini di arrivo per me pesanti». Vincerà lei, e se non vincerà non riterrà imminente la fine del mondo e continuerà ad andare avanti nella vita a vela gonfia.

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