Pare a me che la presentazione di una protesta fatta da un deputato sia una cosa già abbastanza importante ed autorevole perchè la Camera ne debba tener conto e rimandare ad altro giorno l'esame di questa questione. Lo scopo che si ha di discutere le elezioni, secondo questo metodo stabilito dall'articolo 4 del regolamento, è fondato sull'opportunità di affrettare la discussione delle elezioni su cui non vi sono eccezioni e non vi sono reclami; ma quando il reclamo si presenta, sia pure all'ultimo momento, conviene sospendere ogni deliberazione. Epperciò io credo che questa elezione debba essere rimandata all'ufficio per dar luogo ad ulteriori studi.
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Nella prima sezione si pretese che un voto dato all'avvocato Boggio, il quale non era abbastanza chiaro, fosse dichiarato nullo. Con tutto ciò l'avvocato Boggio avrebbe ottenuto sempre una grande maggioranza.
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Quindi fu elevato il dubbio se queste schede non potevano riferirsi a questo commendatore Carlo Boggio, anzichè all'avvocato Pier Carlo Boggio, e quindi il difetto di una indicazione abbastanza precisa.
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Tutto ciò risultò dal breve esame che io feci di quelle schede; siccome però io non mi credo abbastanza competente in materia calligrafica, così io proporrei che fosse rimandata ad altro giorno la convalidazione di questa elezione, e che si avessero a sottoporre ad apposita perizia le tre schede in discorso.
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Il difetto di preparazione mi riesce meno grave, perchè le questioni delle linee ferrate meridionali e delle riforme da introdurre nel contratto del 21 agosto 1862 sono state abbastanza ampiamente trattate e dall'onorevole mio collega della Commissione il deputato Nisco, e dell'onorevole ministro dei lavori pubblici; per cui io avendone già detto tutto quello che sapeva nella relazione, e avendo sentite le ragioni con tanta felicità svolte dai due oratori, che ho testè citati, non potrei veramente ora venire a due cose nuove. Nonostante, trovandomi cosi impreparato, mi accontenterò di confessarvi la serie e il filo delle idee, seguendo le quali sono arrivato a persuadermi che la riforma delle linee e della convenzione 21 agosto 1862 era da approvarsi.
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È vero che tutta la traversata degli Appennini al passo di Celano, la strada che chiamerò nazionale, non passerebbe più per Solmona e volgerebbe invece da Popoli sopra Aquila; ma credo che non sia da porre in non cale la sovvenzione abbastanza ragguardevole che la Commissione ha chiesto ed il Ministero ha accordato perchè sia possibile di costrurre il tronco da Popoli a Solmona. Provveduto agl'interessi di Solmona ed alle aspettative legittime che la legge del 1862 avea dovuto destare in questa città e nella valle Solmonese, non credo che rimanga a citare alcuna città, e quasi direi alcuna borgata di qualche importanza che venga danneggiata dalla riforma da noi promossa.
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quindi, se credessero di essere abbastanza soddisfatti di questa dichiarazione, potrebbero seguire l'esempio dell'onorevole Fiastri ritirando le loro proposte, le quali non verrebbero pregiudicate in nessuna maniera; e così resterebbe molto semplificata la discussione, ed anche vantaggiata la loro posizione.
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Ma, signori, voi non ignorate che il Governo ha fatto delle spese, anche abbastanza ragguardevoli, per poter fare degli esperimenti.
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Si tratta adunque d'una cosa abbastanza in fieri, almeno un certo tempo ci vuole; e si dovrebbe ora dire che sopra questi dieci milioni se ne prende uno, per far che? Per applicare il sistema Agudio sul versante italiano del Moncenisio. Ma cosa s'intende dire con questo, signori? S'intende dire che adesso sopra il Moncenisio si debba attuare il nuovo sistema, e cominciare poi a fare l'applicazione dei fondi quando saranno disponibili?
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Mi pare che il ministro delle finanze, dopo un'esperienza abbastanza lunga, e anche prima che venisse al Ministero, e forse anche per qualche fatto non lontano da noi, dovrebbe persuadersi che accade troppo facilmente che il Governo si esponga a liti che non possono tornare a di lui vantaggio.
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Solo io sento il dovere d'aggiungere che al Ministero non era punto sfuggito il bisogno di provvedere ad un Codice penale militare che si presentasse veramente consentaneo ai principii che tutti professiamo, e che sventuratamente, io non esito a dichiararlo, non mi paiono abbastanza osservati nel Codice militare esistente.
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L'onorevole Vacca da poco tempo appena viene in questo recinto e non mi conosce ancora abbastanza; ma l'onorevole Lanza che mi conosce da assai tempo potrà dirgli che io ho l'abitudine di attaccare direttamente e di fronte coloro contro i quali io credo dovermi alzare e parlare.
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Così essendo pertanto, e consentendolo egli pure l'onorevole Mancini, non sarebbevi più il bisogno di votare quest'emendamento, in quanto il suo concetto si trova abbastanza sott'inteso.
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Accademia della crusca
