Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Saper vivere. Norme di buona creanza

248246
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1923
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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Inutile il soggiungere che, più tardi diventando un giovanotto, facendoti uomo, tu, hai aggiunto, a questa educazione qualche cosa di più, un certo affinamento: tu, sedendoti innanzi a un superiore, non metti una gamba a cavalcioni dell'altra: tu, parlando a una signora, non tieni il sigaro fra le labbra: e se ti trovi in qualche ritrovo pubblico, abbassi la voce, naturalmente, nel conversare. Dunque, tu sei un uomo educato. E, se ti fermi alle apparenze, questo mio modesto piccolo libro può sembrarti inutile! Invece, amico lettore, vi è una seconda educazione che tu, probabilmente, non possiedi; e ciò senza nessuna tua colpa, senza colpa di nessuno che ti consigliò e ti guidò, nella prima età , ma per tante circostanze di famiglia, di posizione, di ambiente. Questa seconda educazione, questo saper vivere, è, anche, una cosa tanto fantastica, tanto bizzarra, cambia di colore, di espressione, di tipo, così facilmente! Questo saper vivere è così differente, secondo ogni paese, secondo ogni clima, secondo ogni tradizione! Saper vivere, veramente, in società, nel mondo, diventa un'arte talmente difficile! Ed è, intanto, necessario saper vivere, anche per nna creatura umile e oscura, anche per una esistenza solitaria, e modesta, anche per un uomo dall'avvenire circoscritto, anche per una donna dall'orizzonte limitato: è necessario saper vivere, se si vuol vivere, se si vuole svolgere tutta la propria vita, in armonia con le cose e con le persone, in armonia coi nostri pensieri e coi nostri sentimenti! Ed è molto bene per te, amico lettore, che tu, per tuo istinto di equilibrio, per natural gusto eletto, conosca questo saper vivere, e che, in qualunque ora della tua vita, tu non commetta mai uno di quegli errori di condotta, di misura, di scelta, che sembrano piccoli e lievi, ma che, talvolta, portano delle conseguenze meno lievi, e, forse, gravi. Più se questa scienza cosi umana ti manca, se non hai avuto nè il tempo, uè la voglia, nè la facoltà d'impararla, se tu non sai, per esempio, quale sia il tuo dovere di promessa, il giorno in cui tu dai promessa di nozze, se tu non sai come regolarti avendo una udienza dalla Regina, se non sai come vestirti, andando a un pranzo di mezza cerimonia, estate, il modestissimo mio libro te Io dirà, non come un sermone, non come un ammonimento, amico lettore, ma nella forma più amabile e più cordiale della conversazione con un amico. E, forse, un maligno - vi è sempre un maligno, un po' dapertutto - potrebbe osservare che io, amico lettore, metto cattedra di saper vivere, mentre nessuno me ne ha elargito il diploma. Chi sa! Io lo ho, forse, questo malinconico diploma. Malinconico, dico, poichè esso mi viene e dall'età che, amico lettore, è molto maggiore della tua: poichè mi viene dai costanti e lunghi viaggi, in paesi ove si sa vivere perfettamente: poichè mi viene dai costanti e lunghi contatti, con una società cosmopolita che, non avesse altro merito, sa vivere: e tutto ciò significa esperienza, ed esperienza, talvolta, quasi sempre, vuol dire malinconia. Un ignorante è sempre un ingenuo: e, un ingenuo sempre una persona gaia. Ma non proseguiamo più oltre quest'analisi psicologica: essa condurrebbe ad osservazioni anche più amare. Che il maligno si rassicuri e sia contento: tutti i diplomi hanno un fondo di tristezza e contro il legno delle cattedre, palpita quasi sempre, un cuore deluso. Così non sia di te, amico lettore, quando tu sia giunto alla fine delle mie pagine: possa tu ritrovarvi, ogni volta che tu voglia consultarlo, la parola giusta e sincera che ti guidi in una piccola difficoltà della tua vita, possa tu leggere, nelle sue righe, il motto schietto e preciso, a cui si leghi un tuo pensiero e un tuo atto: e che, almeno, il malinconico maestro di saper vivere, a cui la piccola scienza costò degli anni e delle fatiche, senta che le sue parole abbiano efficacia di bene! MATILDE SERAO

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