Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbasserebbe

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Fisiologia del piacere

170318
Mantegazza, Paolo 2 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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Se anche fosse isolato dall'umanità intera, non si abbasserebbe mai di una linea, perchè egli rispetterebbe la propria immagine morale come cosa santa, e non potrebbe tollerare i rimproveri del proprio alleato. L'uomo mediocre, invece, ha bisogno dell'aiuto dell'umanità intera per non venir meno alla propria dignità; ha bisogno del terribile spauracchio del disonore per non darsi vinto al primo cozzo d'armi. L'uomo elevato vede aperto il santuario e nudo il dio; mentre l'uomo volgare ha bisogno del tabernacolo e della reliquia, e l'umanità intera gli va ripetendo, che sotto lo splendido manto carico d'oro e di gemme, ch'egli adora, sta un dio formidabile che non si può impunemente offendere. In questo modo egli ubbidisce ad una potenza misteriosa che, curvandogli la cervice, non lo lascia guardare in alto, e il di cui nome basta a farlo tremare. Egli è superstizioso, mentre l'uomo che sente la propria dignità è religioso. Man mano che l'onore si va allontanando dal suo primitivo tipo di perfezione, esso si avvicina all'amor proprio, finchè si confonde colla vanità. Le pareti del tabernacolo si vanno ingrossando sempre più, mentre il dio che vi sta racchiuso si va facendo piccino piccino, finchè scompare del tutto. In questo modo può darsi che un uomo non si abbassi mai ad una viltà senza avere palpitato al sentimento della propria dignità. Egli ha ubbidito ad un codice che ha trovato già scritto nascendo, egli ha adorato un dio che non aveva mai conosciuto. Le leggi che regolano i piaceri della propria dignità e dell'onore sono le stesse, perchè sono determinate da un'identica natura. Essi sono quasi sempre negativi, cioè derivano, dalla riparazione di un'offesa. La dignità e l'onore non possono mai transigere senza portare se stessi alla perdizione; per cui, rimanendo immacolati, producono una gioia calma, che il più delle volte non si fa sentire. Quando invece sono messi in pericolo di vita, essi sorgono animosi alla riscossa e si riposano gioiosi sui loro altari. La nostra dignità non si compiace che delle grandi battaglie, mentre l'onore è fatto per le scaramucce. Nei grandi fatti d'arme esso fa da bersagliere. L'influenza di questi piaceri si esercita su tutti i sentimenti anche i più nobili e generosi, e la virtù è sempre il primo convitato alle loro feste. Leggendo la storia, si trovano molte azioni eroiche che si devono alla sodisfazione di questi sentimenti, e scorrendo negli archivi della memoria, ognuno può ricordarsi di aver provato queste gioie. Fortunatamente l'onore non è lettera morta che per pochissimi. L'uomo e la donna sentono ugualmente la propria dignità e l'onore; ma l'espressione di questi sentimenti riesce più seducente nella donna, perchè il coraggio morale, compagno della debolezza fisica, ispira maggior simpatia e ammirazione.

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Lotta aspra, dura e forte, ma, sopraffatto l'egoismo, quando egli stende la mano all'uomo che soffre, si asciuga prima il sudore della stanca fronte e stagna il sangue che stilla dalle ferite, onde non imporre al fratello il peso della gratitudine, nè ricompensare se stesso con un premio che lo abbasserebbe nella considerazione di se stesso. Se è vero che gli uomini generosi fanno il bene per procurarsi un piacere, si pongano tutti gli uomini a cercare queste gioie e noi avremo il paradiso in terra. I pochi eletti continuino intanto nelle loro lotte, perchè essi hanno la sublime missione di far brillare qualche gemma sul fango dell'umanità. I mediocri non si scoraggino, nè rinuncino a queste gioie, perchè vi sono sacrifizi di tutte le misure, che si adattano alle grandezze varie del cuore umano; e se essi non potranno sorridere al martirio della vita, potranno sempre arrivare a perdere un'ora di sonno o a far tacere per pochi istanti la voce dell'amor proprio a pro' di un fratello sventurato. Le gioie del sacrificio sono le più grandi fra i piaceri del sentimento. Esse sublimano tutti gli affetti più generosi, primo fra gli altri il sentimento della dignità, il quale esulta e s'innalza all'apoteosi più completa. Nel regno del cuore il sacrificio è la gioia più grande, o per lo meno una delle maggiori, che arriva in alcuni casi ad una tale altezza da potersi chiamare venerabile e santa. L'uomo che arriva a offrire se stesso in olocausto sull'altare di un sentimento, ci mostra lo spettacolo più imponente del mondo morale.

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Mitchell, Margaret

221587
Via col vento 1 occorrenze
  • 1939
  • A. Mondadori
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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Ma nel breve intervallo aveva sollevato il sipario su una scena di nuovo orrore; un sipario che ella sentiva che non si abbasserebbe mai piú. In quella notte burrascosa, quando udí il picchiotto battere alla porta disperatamente, rimase sul pianerottolo stringendosi la vestaglia al collo e guardando nel vestibolo scorse il volto triste e spettrale di Toni prima che egli soffiasse sulla candela che Franco teneva in mano. Si affrettò a scendere nell'oscurità e gli afferrò la mano umida, mentre egli sussurrava: - M'inseguono... fuggo nel Texas... il mio cavallo è quasi morto... e io muoio di fame. Ashley mi ha detto che voi... Non accendete la candela! Non svegliate i negri... non voglio farvi avere dei fastidi, se posso evitarlo. In cucina, dove imposte e persiane erano ben chiuse, permise che si accendesse un lume, e parlò con Franco a scatti, mentre Rossella cercava di racimolargli qualche cosa da mangiare. Era senza pastrano e bagnato fino all'osso; senza cappello, coi capelli neri appiccicati al cranio. Inghiottí in un sorso il whisky che ella gli aveva portato. Rossella ringraziò Dio che zia Pitty russasse indisturbata al piano superiore; altrimenti dinanzi a quella apparizione sarebbe svenuta. - Un maledetto... peggio di un rinnegato, - disse Toni tendendo il bicchiere per avere ancora da bere. - Ho fatto correre il cavallo, e se non mi allontano in fretta ci rimetto la pelle. Ma ne valeva la pena. Sí, per Dio! Cercherò di arrivare nel Texas e li mi fermerò. Ashley è stato con me a Jonesboro e mi ha detto di venire da voi. Ho bisogno di un altro cavallo, Franco, e un po' di denaro. Il mio cavallo è quasi morto... tutta la strada fin qui a spron battuto... e sono scappato di casa senza cappello né pastrano, e senza un centesimo. Non che a casa ve ne siano molti, di centesimi! Rise e addentò avidamente il panino di granoturco e un piatto di talli di rape su cui il grasso raffreddato aveva formato delle chiazze bianche. - Posso darvi il mio cavallo, - disse Franco con calma. - In casa ho soltanto dieci dollari, ma se potete aspettare fino a domattina... - Sto fresco se aspetto! - esclamò Toni enfatico, ma gioviale. - Probabilmente li ho alle calcagna. Non ho un gran vantaggio. Se non ci fosse stato Ashley che mi ha trascinato e issato sul cavallo, sarei rimasto lí come un imbecille e probabilmente a quest'ora mi avrebbero già fatto la pelle. Un bravo ragazzo Ashley. Dunque, Ashley era immischiato in questa strana faccenda. Rossella sentí freddo e si portò la mano alla gola. Ma perché Franco non domandava che cosa era successo? Perché prendeva la cosa freddamente come se non vi fosse nulla di straordinario? - Ma... - cominciò -... che cosa... chi... - L'ex sorvegliante di vostro padre... quel maledetto Giona Wilkerson. - Lo avete...? È morto? - Dio mio, Rossella! - fece Toni con stizza. - Quando comincio a tagliare a pezzi una persona, credete che mi accontenti di una graffiatura? No, per Dio, la taglio a fettine. - Bene - approvò Franco. -. Non mi è mai piaciuto quel tipo. Rossella lo guardò. Non era il Franco dolce e tranquillo che lei conosceva, quello che si tirava nervosamente la barba e che lei dominava con tanta facilità. Era freddo e sereno, e fronteggiava la situazione senza parole inutili. - Ma Ashley... che cosa ha?... Niente. Voleva ucciderlo, ma io gli ho detto che era affar mio, perché Sally è mia cognata; ed ha finito col darmi ragione. È venuto a Jonesboro con me, per il caso che Wilkerson mi sopraffacesse. Ma non credo che il nostro vecchio Ash potrà avere delle noie per questo. Almeno lo spero. Non c'è un po' di marmellata per mettere su questo panino? E non potreste prepararmi un pacchetto da portare con me? - Se non mi dite tutto, mi metto a urlare. - Aspettate che io me ne sia andato, poi urlate quanto vi pare. Vi dirò tutto mentre Franco sella il cavallo. Quel maledetto Wilkerson ne aveva fatte abbastanza. La storia delle vostre tasse è una delle sue infamie. Ma il peggio è la maniera che ha di incitare i negri. Se qualcuno mi avesse detto che sarebbe venuto il giorno in cui avrei detestato i negri...! Maledette le loro anime nere! Credono a tutto ciò che dicono quei farabutti e dimenticano ciò che noi abbiamo fatto per loro. Adesso vogliono dar loro i diritti politici e li negano a noi. E se fanno questo, sarà finita per noi! Per Bacco, lo Stato è nostro! Non appartiene agli yankees! Perdio, Rossella, non si può tollerare! E non sarà tollerata. Faremo qualunque cosa, magari anche un'altra guerra. Fra poco avremo giudici negri, legislatori negri, scimmie nere uscite dalla giungla... - Ma presto, ditemi! Che avete fatto? - Datemi un altro di quei panini prima di fare il pacchetto. Dunque: si era venuti a sapere che Wilkerson era andato un po' troppo oltre con la faccenda dell'uguaglianza dei negri. Ma sí, tiene a quegli idioti dei discorsi che durano delle ore! E ha avuto la sfacciataggine di... - Toni stentava a esprimersi - di dire che i negri hanno diritto... su... sulle donne bianche. - No, Toni! - Sí, perdio! Vi fa impressione, eh? Eppure non dovrebbe riuscirvi nuovo. Glie lo hanno detto anche qui ad Atlanta. - Non... non lo sapevo. - Si vede che Franco ha evitato di farvelo sapere. Ad ogni modo, dopo di questo, avevamo pensato che una sera avremmo chiamato in disparte il signor Wilkerson, per fare i conti con lui; ma prima che potessimo far ciò... Vi ricordate quel giovinotto negro, Eustacchio, che faceva da capoccia ai nostri? - Sí. - Si è presentato oggi alla porta della cucina mentre Sally preparava il pranzo e... non so che cosa le ha detto. Credo che non lo saprò mai. Ma l'ho udita urlare e sono corso in cucina dove l'ho trovato ubriaco fradicio... L'ho steso a terra, e quando la mamma è venuta in cucina per occuparsi di Sally, sono saltato a cavallo e ho galoppato verso Jonesboro in cerca di Wilkerson. La colpa era sua. Quel maledetto negro non avrebbe mai pensato di fare una cosa simile se lui non glie lo avesse detto. Passando davanti a Tara ho incontrato Ashley che naturalmente è venuto con me. Voleva che lasciassi fare a lui per vendicarsi del modo in cui Wilkerson aveva agito nella faccenda di Tara, ma io gli ho detto che spettava a me perché Sally era la moglie di mio fratello morto. E abbiamo discusso per tutta la strada. Arrivati in città, figurati, Rossella, che non avevo neanche la pistola con me. L'avevo lasciata nella stalla. Con la furia che avevo avuto... Fece una pausa e addentò il panino; Rossella ebbe un brivido. L'ira sanguinaria dei Fontaine era ben conosciuta nella Contea. - Quindi mi è toccato servirmi del coltello. Ho trovato quell'individuo all'osteria. L'ho spinto in un angolo, mentre Ashley teneva indietro gli altri, e gli ho detto il fatto suo prima di bucargli la pancia. È stato affare d'un momento. La prima cosa di cui mi sono accorto è che Ashley mi ha messo sul cavallo dicendomi di venire da voi. Ashley conserva il sangue freddo in questi casi. Franco entrò portando sul braccio il suo pastrano che porse a Toni. Era il solo indumento pesante che possedesse, ma Rossella non protestò. - Ma Toni... - mormorò. - A casa hanno bisogno di voi. Se tornaste indietro a spiegare... - Franco, voi avete sposato una pazza - rise Toni mentre infilava le maniche. - Crede che gli yankees ricompensino un uomo che impedisce ai negri di toccare le sue donne. Sí, lo ricompensano, ma con un nodo scorsoio. Datemi un bacio, Rossella. Può darsi che non vi veda mai piú, e certo a Franco non dispiacerà. Il Texas è lontano. Non oso scrivere; quindi pensate voi a informare i miei che fino a qui sono giunto sano e salvo. Ella si lasciò baciare; quindi i due uomini uscirono sotto la pioggia torrenziale e si fermarono un attimo a discorrere nel porticato posteriore. Dopo un momento udí un trepestio di zoccoli: Toni era partito. Aperse una fessura dell'uscio e vide Franco che conduceva nella stalla un grosso cavallo zoppicante. Richiuse e sedette con le ginocchia che le tremavano. Ora comprendeva che cos'era la Ricostruzione; le sembrava che la casa fosse circondata da selvaggi nudi, accoccolati sui calcagni. Ora le tornavano in mente tante cose a cui non aveva badato: conversazioni che aveva sorpreso, ma non ascoltato, discorsi fra uomini interrotti al suo arrivo, piccoli incidenti a cui non aveva dato importanza. E anche gli ammonimenti di Franco quando non voleva che ella andasse allo stabilimento protetta unicamente dal vecchio zio Pietro. Tutte queste cose si riunivano a formare un quadro terrificante. I negri erano in alto, e dietro a loro erano le baionette degli yankees. Ella poteva essere uccisa, violentata, e probabilmente nessuno se ne occuperebbe. E se qualcuno volesse vendicarla, sarebbe impiccato dagli yankees senza neppure la soddisfazione di un processo e di un giurí. Gli ufficiali yankee che non conoscevano leggi e non si curavano delle circostanze in cui un delitto veniva commesso, facevano a meno di ogni procedura e non esitavano a mettere la corda al collo di un meridionale. «Che possiamo fare?» pensò torcendosi le mani in un'agonia di terrore. «Che possiamo fare contro questi dèmoni che sarebbero capaci di impiccare un simpatico ragazzo come Toni perché, per proteggere le sue donne, ha ucciso un furfante ubriaco e un mascalzone rinnegato?» - Non si può sopportare! - aveva esclamato Toni; e aveva ragione. Non si poteva sopportare; e intanto non vi era altro da fare. Cominciò a tremare, e per la prima volta in vita sua vide le persone e gli avvenimenti come qualche cosa che era completamente staccato da lei; vide che Rossella O'Hara, debole e spaventata, non era la creatura piú importante del mondo. Vi erano nel sud migliaia di donne come lei, spaventate e smarrite. Ed anche migliaia di uomini che avevano posato le armi, ma ora le avevano riprese, pronti a rischiare le loro teste per difendere queste donne. Nel volto di Toni era qualche cosa che ella aveva visto rispecchiata in altri volti ad Atlanta, senza essersi soffermata ad analizzarla. Era un'espressione assai diversa dalla stanchezza che aveva visto in coloro che erano tornati dalla guerra. Questi non pensavano allora ad altro che a giungere a casa. Ora avevano altri pensieri: i nervi rilassati cominciavano a riprender vigore e il vecchio spirito tornava a infiammarli. E come Toni, essi pensavano: «È cosa che non si può sopportare!» Per la prima volta sentí una vera comunanza con le persone che aveva intorno, si sentí unita ai loro timori, alla loro amarezza, alla loro determinazione. Il Sud era troppo bello per poter essere abbandonato senza lotta, troppo amato per essere calpestato dagli yankees che odiavano i meridionali sino al punto di esser felici di trascinarli nel fango, troppo diletto per essere lasciato in potere di negri ignoranti, ebbri di whisky e di libertà. Ripensando al subitaneo arrivo di Toni e alla sua rapida partenza, ella si sentí affine a lui, ricordando la vecchia storia della partenza di suo padre dall'Irlanda, in fretta e furia e di notte, dopo un omicidio che per lui e per la sua famiglia non era stato delitto. Il sangue violento di Geraldo era in lei. Ricordò la sua gioia ardente nell'uccidere il ladro yankee. Il sangue violento era in tutti loro, pericolosamente a fior di pelle, sotto la cortesia esteriore. Tutti gli uomini che ella conosceva, perfino il sonnolento Ashley e l'irrequieto Franco, erano cosí nel loro intimo: pronti a uccidere in caso di necessità. Anche Rhett, benché fosse un farabutto senza coscienza, aveva ucciso un negro perché era stato «insolente verso una signora». Quando Franco rientrò tossendo, gocciolante di pioggia, ella balzò in piedi. - Oh, Franco, quanto durerà? - Finché gli yankees ci odieranno cosí. - E non si può far nulla? Franco passò la mano stanca sulla sua barba bagnata. - Stiamo facendo qualche cosa. - Che cosa? - Perché parlarne prima di averla compiuta? Può darsi che ci vogliano degli anni. Forse... forse il Sud sarà sempre cosí. - Oh, no! - Vieni a letto, tesoro. Devi essere infreddata. Tremi. - Quando finirà? - Quando potremo ancora votare. Quando ogni uomo che ha combattuto per il Sud potrà mettere il suo voto nell'urna per un meridionale democratico. - Un voto? - ella esclamò disperata. - E a che può servire quando i negri hanno perso il cervello... quando gli yankees li aizzano contro di noi? Franco continuò a spiegare con pazienza; ma l'idea che i voti potessero porre rimedio a tutto quello, era troppo complicato per lei. Ella pensava soltanto con soddisfazione che Giona Wilkerson non potrebbe piú minacciare Tara; e di questo era grata a Toni. - Quei poveri Fontaine! È rimasto il solo Alex, e a Mimosa c'è tanto da fare! Perché Toni non ha avuto il buon senso di... di farlo di notte quando nessuno poteva vederlo? Franco le passò un braccio attorno alla vita. Di solito ella diventava nervosa quando egli la prendeva in quel modo; ma stanotte vi era negli occhi di suo marito una strana espressione, e il suo braccio era fermo. - Non è cosa di poca importanza spaventare i negri e dare una lezione ai rinnegati nella persona di uno di loro. Finché vi sono dei giovinotti come Toni, non avremo bisogno di preoccuparci troppo per il Sud. Se riusciamo a stare uniti e a non cedere di un pollice agli yankees, forse un giorno vinceremo. Ma non preoccuparti, tesoro. Lascia che pensino gli uomini. Forse noi non vedremo piú questo; ma certo un giorno verrà. Gli yankees si stancheranno di molestarci quando vedranno che non riescono a spuntarla; e allora potremo vivere e allevare i nostri figlioli. Ella pensò a Wade e al segreto che da qualche giorno teneva chiuso in sé. No, non desiderava che i suoi figlioli crescessero in questo lievito di odio e di incertezza, di amarezza e di violenza, di miseria e di disperazione. Per i suoi figlioli desiderava un mondo sicuro e ordinato in cui poter guardare all'avvenire e sapere che questo era sicuro per loro; un mondo in cui i suoi figlioli conoscessero solo dolcezza, tepore, abiti caldi e cibi nutrienti. Franco credeva che ciò si sarebbe ottenuto coi diritti politici. Ma a che serviva il voto? Alle persone per bene nel Sud non sarebbe mai piú concesso di votare. Una sola cosa al mondo poteva essere un baluardo sicuro contro le calamità del destino: il denaro. Ella pensò febbrilmente che bisognava guadagnarne molto e metterlo al sicuro. E bruscamente disse a suo marito che aspettava un bambino.

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