Di questa seconda dicevamo allora che vi erano tre sole figure, le quali si potessero dire intelligibili: Marco stecchito, allampanato, il padre un drappo rosso gettato sopra un manichino, e lo zio tanto lungo, che abbassava il capo per non picchiarlo al soffitto. Al proposito del primo quadro, che la oleografia del Borzino ha fatto conoscere a tutti e che, in vero, è pieno di grazia e di poesia, esponevamo il dubbio che il giovine pittore non istesse fermo contro le adulazioni leggiere, contro la interna vanità, che spinge spesso a strafare e ad uscire dalla ragione. E così accadde. Le Bue teste ed il Trovatore del 1865 furono uno scandalo: in quegli sgorbii, non più pensiero, non più composizione, non più disegno; il colore era da cadavere in putrefazione, la pennellata da scenografo che abbia fretta.
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