Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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Numero di risultati: 2 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Mitchell, Margaret

221980
Via col vento 2 occorrenze
  • 1939
  • A. Mondadori
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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Rossella si sentí ancora impossibilitata a rispondergli; ma avendo riacquistata un po' di padronanza di sé, continuò a tenere gli occhi pudicamente abbassati ma sollevò un poco gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso. - Guardatemi. È per il mio denaro? - Oh, Rhett! Che domanda! - Guardatemi e non cercate di imbrogliarmi. Io non sono Carlo né Franco ne uno di quei giovinotti della Contea che si sono lasciati prendere alla pania delle vostre ciglia palpitanti. È per il mio denaro? - Ma..., in parte, sí. - In parte? Sembrò che la risposta non lo irritasse. Respirò ancora rapidamente, e fece uno sforzo per spegnere nei propri occhi l'ardore che le parole di lei vi avevano acceso; un ardore che a lei la confusione impediva di scorgere. - Ecco - cominciò Rossella imbrogliandosi e confondendosi nelle parole - il denaro è necessario... Lo sapete benissimo, Rhett; E Franco non ne ha lasciato molto. Ma poi... noi siamo adatti uno all'altro... E voi siete il solo, fra quanti uomini ho conosciuti, che sopporta la verità da una donna; è piacevole avere un marito che non vi crede una stupida e al quale non occorra raccontare delle frottole... e... sí, Rhett, vi voglio bene. - Mi volete bene? - Oh Dio - ribatte ella stizzosamente - se dicessi che vi amo pazzamente, mentirei; e per di piú, voi non lo credereste. - A volte, gioia mia, ho l'impressione che esageriate nel dire la verità. Non credete che sarebbe piú carino da parte vostra dire: «Rhett, vi amo», anche se non fosse vero? Ella rimase anche piú confusa, non comprendendo dove egli volesse arrivare. Sembrava cosí strano, agitato, irritato, beffardo; lo vide ritrarre le mani da quelle di lei e ficcarle nelle tasche dei calzoni, e si accorse che stringeva i pugni. «Se anche dovessi perdere il marito, voglio dire la verità» pensò allora torva, col sangue in tumulto come sempre quando egli la tormentava. - Sarebbe una menzogna, Rhett; e a che scopo dovremmo dire delle sciocchezze? Vi voglio bene, ve l'ho detto. E voi mi capite. Una volta mi avete detto che non mi amavate perché avevamo troppi punti in comune. Tutti e due furfanti; questa fu la vostra... - Dio mio! - sussurrò Rhett rapidamente volgendo il capo altrove. - Preso nella mia stessa trappola! - Che avete detto? - Nulla. - La guardò e rise; ma non era un riso cordiale. - Fissate l'epoca, cara - e rise di nuovo, chinandosi a baciarle le mani. Ella provò sollievo nel vedere che il malumore era passato, e sorrise a sua volta. Rhett giocherellò per un istante con la sua mano rispondendo al suo sorriso. - Vi è mai capitato, fra i romanzi che leggete, di trovare la vecchia situazione della moglie indifferente che si innamora del proprio marito? - Sapete che non leggo romanzi - rispose Rossella; e cercando di mettersi all'unisono col suo tono scherzoso continuò: - Del resto, una volta mi avete detto che è il colmo del cattivo gusto, marito e moglie che si amano. - Quante cose maledettamente idiote ho detto! - ritorse egli bruscamente e si alzò in piedi. - Non imprecate. - Dovreste abituarvici, e imparare a imprecare anche voi. Dovreste assuefarvi a tutte le mie cattive abitudini. Questo fa parte del prezzo per... volermi bene e mettere i vostri graziosi artigli sul mio denaro. - Sentite: non mettete le cose in questi termini, soltanto perché io non ho voluto mentire allo scopo di farvi diventare presuntuoso. Voi non siete innamorato di me, non è vero? Perché io dovrei esserlo di voi? - No, cara, non vi amo, come voi non mi amate; e se vi amassi, sareste l'ultima persona a cui lo direi. Dio protegga l'uomo che vi ama davvero. Perché voi spezzereste il suo cuore, tesoro, da quella gattina perversa e crudele che siete, cosí incurante e sicura che non si prende neanche il disturbo di nascondere i suoi artigli. La trasse in piedi e la baciò di nuovo; ma questa volta la sua bocca era diversa; sembrava che egli cercasse di irritarla, offenderla, insultarla. Le sue labbra scivolarono sulla sua gola e infine premettero il taffettà sul suo seno, cosí a lungo e con tanta forza che ella si sentí bruciare la pelle. Alzò le mani a respingerlo, con verecondia oltraggiata. - Non dovete! Come osate...?! - Avete il cuore che batte come quello di un coniglio - motteggiò Rhett. - Se fossi presuntuoso, penserei che quei battiti son troppo veloci per un semplice affetto. Lisciatevi le penne arruffate. E smettete quell'aria di verginella. Ditemi che cosa debbo portarvi dall'Inghilterra. Un anello? Come lo volete? Ella ondeggiò un momento fra l'interesse destato da queste ultime parole e il desiderio femminile di prolungare la scena di collera e di indignazione. - Oh... un anello di brillanti, Rhett... molto grosso! - Cosí potrete farlo scintillare dinanzi agli occhi delle vostre amiche povere dicendo: «Vedete che cosa ho ghermito!» Benissimo; avrete un grosso anello, tanto grosso che le vostre amiche meno fortunate potranno consolarsi sussurrando che portare delle gemme cosí grandi non è da signora. Improvvisamente attraversò la stanza ed ella lo seguí stupita fino alla porta chiusa. - Che c'è? Dove andate? - A casa mia, a finire il bagaglio. - Ma... - Che cosa? - Niente. Vi auguro buon viaggio. - Grazie. Aperse l'uscio e attraversò il vestibolo; Rossella lo seguiva, un po' sconcertata come per un mutamento inatteso dell'atmosfera. Egli infilò il soprabito e prese guanti e cappello. - Vi scriverò. Fatemi sapere se cambiate idea. - Non volete... - Che cosa? - Sembrava impaziente di andar via. - Baciarmi come saluto? - Fu un bisbiglio, come se ella avesse temuto le orecchie della casa. - Non vi pare di avere avuto abbastanza baci per una sera? - ritorse egli sorridendole. - Pensare che una giovine donna pudica e bene allevata... Ma non ve lo avevo detto che vi sarebbe piaciuto? - Siete un individuo impossibile! - gridò lei incollerita, senza piú curarsi di essere udita da Mammy. - E se non tornate piú, non me ne importa nulla! Si voltò e corse a precipizio su per le scale, aspettando di sentire la sua calda mano sul braccio per fermarla. Invece egli aperse tranquillamente la porta d'ingresso; una corrente fredda penetrò nel vestibolo. - Ma tornerò - disse soltanto; ed uscí, lasciandola in cima alle scale con gli occhi fissi sulla porta chiusa.

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Melania teneva gli occhi abbassati sulle mani incrociate nel grembo. Ashley sembrava afflitto ma inflessibile. Per un attimo rimase silenzioso. Quindi il suo sguardo si incontrò con quello di Rhett e sembrò che vi trovasse comprensione e incoraggiamento; Rossella si avvide di quell'occhiata. - Non voglio far lavorare i forzati, Rossella - riprese Ashley con voce ferma e tranquilla. - Davvero?! - ansimò Rossella. - E perché? Avete paura che si sparli di voi come si è sparlato di me? Ashley alzò la testa. - Non ho paura di quel che dice la gente, finché sono dalla parte della ragione. E non ho mai creduto che fosse giusto far lavorare i galeotti. - Ma perché... - Non posso guadagnare sulla miseria altrui e sul loro lavoro forzato. - Eppure eravate proprietario di schiavi! - Non erano miserabili. E del resto, li avrei liberati alla morte di mio padre, anche se non li avesse liberati la guerra. Ma questa è un'altra faccenda, Rossella. È un sistema che dà luogo a troppi abusi. Forse voi lo ignorate, ma io lo so. So che Johnnie Gallegher ha ucciso almeno un uomo nel suo accampamento. Forse anche piú d'uno: chi si cura di un galeotto di piú o di meno? Ha detto che l'uomo è stato ucciso mentre tentava di evadere; ma io ho sentito narrare la cosa diversamente. E so che fa lavorare gli ammalati. Chiamatela pure superstizione; ma io non credo che la felicità possa venire dal denaro guadagnato per mezzo dei patimenti altrui. - Per la camicia di Giove! Vorreste dire... Dio santo, Ashley, non avrete preso tutte le chiacchiere del reverendo Wallace per moneta contante? - Non ne ho avuto bisogno. Credevo a tutto ciò molto prima che egli lo predicasse. - E allora secondo voi tutto il mio denaro è maledetto - esclamò Rossella sentendo salire la collera. - Perché ho fatto lavorare dei forzati e sono proprietaria di uno spaccio di bevande e... - Si interruppe. I due Wilkes apparivano imbarazzati e Rhett sogghignava. «Che il diavolo lo porti!» pensò Rossella con ira. «Sta pensando che io mi occupo degli affari degli altri; e anche Ashley lo pensa. Sbatterei insieme le teste di tutti e due!» Ringhiottí la collera e cercò di assumere un'aria dignitosa, ma con scarso successo. - Del resto, non è affar mio! - Non crediate che io voglia criticarvi, Rossella! Neppur per sogno... Ma noi guardiamo le cose da diversi punti di vista; e ciò che è buono per voi non lo è per me. Ella provò improvvisamente il desiderio di esser sola con lui; avrebbe voluto che Rhett e Melania fossero all'altra estremità della terra per potergli gridare: «Ma io voglio vedere le cose come le vedete voi! Spiegatemi, in modo che io possa capire ed essere come voi! Ma in presenza di Melania, tremante per il dispiacere della scena, e di Rhett che sogghignava, poté soltanto dire, con tutta la freddezza e l'aria di virtú offesa di cui fu capace: - Certo è affar vostro, Ashley; e mi guarderò bene dal darvi consigli in proposito. Ma vi confesso che non capisco il vostro atteggiamento né le vostre osservazioni. Se fossero soli ed ella non fosse costretta a dirgli quelle parole glaciali che lo rendevano infelice! - Vi ho offesa, Rossella; e non ne avevo l'intenzione. Dovete credermi e perdonarmi. Non vi è nulla di enigmatico in ciò che ho detto. Solamente, sono convinto che il denaro guadagnato in un certo modo non porti con sé la felicità. - Ma avete torto! - esclamò Rossella incapace di dominarsi piú a lungo. - Guardatemi! Voi sapete come ho guadagnato il mio denaro! Sapete in che condizioni ero prima... Ricordatevi quell'inverno a Tara quando faceva tanto freddo ed eravamo costretti a tagliare i tappeti per farne delle scarpe, e non c'era abbastanza da mangiare e non sapevamo come avremmo fatto per dare un'educazione a Beau e a Wade. Vi ricor... - Mi ricordo - rispose Ashley con stanchezza - ma preferirei dimenticare. - Non potrete dire che eravamo felici allora! E guardateci adesso! Voi avete una bella casa e un bell'avvenire. E vi è nessuno che abbia una casa piú sfarzosa della mia, dei vestiti piú eleganti, dei cavalli migliori. Nessuno ha una tavola meglio servita né offre ricevimenti piú splendidi; e i miei bambini hanno tutto ciò che desiderano. E dove ho preso il denaro per fare tutto questo? L'ho trovato sugli alberi? Nossignore! Il lavoro dei forzati e gli utili dello spaccio... - E non dimenticare l'assassinio dello yankee - fece Rhett soavemente. - È stato il tuo punto di partenza. Rossella si volse verso di lui, pronta a ribattere aspramente. - E il denaro ti ha reso molto molto felice, non è vero, tesoro? - proseguí egli, con velenosa dolcezza. Rossella trattenne le parole che stavano per uscirle di bocca e i suoi occhi passarono rapidamente dall'uno all'altro dei tre interlocutori. Melania era quasi piangente per l'imbarazzo; Ashley era diventato improvvisamente cupo e rinchiuso in sé e Rhett la osservava, fumando, con aria tranquillamente divertita. Ebbe l'impulso di gridare: - Sicuro, mi ha resa felice! Ma non riuscí a pronunciar sillaba.

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