Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbassata

Numero di risultati: 5 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Nuovo galateo

189547
Melchiorre Gioja 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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.° La testa abbassata nelle spalle indica infingardaggine; pendente da un lato, ipocrisia; mobile senza necessità, leggerezza di spirito; » O poveretti voi, a cui la testa » Mai non sta salda, e gira come ruota » D'un calesso di Roma il di di festa ». troppo alta, congiunta a passo lento ed occhi torvi, alterigia od orgoglio.

Pagina 74

Galateo morale

197016
Giacinto Gallenga 1 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
  • paraletteratura-galateo
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Lo dico schiettamente, io soffro assai allo spettacolo di quei duelli ad armi non sempre cortesi fra persone legali; duelli in cui la posta è in vita e l'onore, la morte e l'infamia d'una creatura umana; duelli in cui il motore dell'accusa e della difesa è lunge talvolta dall'essere morale, ma è qualcosa di ben diverso dall'interesse che si dice di nutrire per la società o per l'individuo; in cui il largheggiare dei giudici a pro dell'uno o dell' altra non è sempre l'effetto di filantropici e caritatevoli sensi; duelli finalmente in cui l'aula della giustizia si trasforma troppo sovente in arena di declamazione e l'arte elocutoria viene abbassata da qualche suo discepolo alle concitate invettive, alle satire mordaci, alle incivili e non sempre oneste insinuazioni. Non sono poi mai arrivato a comprendere come si possa, nel concetto delle civili persone, conciliare la riverenza ai magistrati col modo di comportarsi di una parte del pubblico che assiste a quelle giudiziali tenzoni. Se un difensore scherzoso, come ve ne ha tanti, lancia con garbo o senza garbo un frizzo al Presidente o al Ministero Pubblico (i frizzi, le celie sono ammessi alle Assisie anche allorché si tratta di processi capitali); se un imputato cinico ed insolente risponde con arroganza ed ischerni alle domande dei giudici, quelle facezie, quelle brutalità destano in seno di quella brillante assemblea risa sonore, applausi infiniti, press'a poco come si accolgono in certi teatri e in certi drammi le lepidezze e le sguaiataggini del pagliaccio, quali un correttivo alla serietà dell'azione. Lascio in dispute quella parte di pubblico che va alle Corti d'assisie per confortare (o minacciare) della propria presenza e dei propri gesti i complici men fortunati o meno astuti che siedono sul banco dell'infamia, e per apprendere dallo svolgimento dei processi criminali i modi di perfezionarsi nelle malizie di uno scellerato mestiere; e mi rivolgo soltanto a quei pochi dilettanti che si recano ad assistere a quei drammi di vergogne e di dolori all'unico scopo di ammazzare la noia o di procurarsi comechessia delle emozioni, e dico loro: il tribunale non è il nemico ma il protettore di quelle società a cui appartenete; e il cantare, come talora avviene, vittoria per le sue sconfitte equivale sovente al rallegrarsi di aver veduto a soccombere la giustizia, equivale al far festa; perché si spezzino le catene del ladro, del falsario, dell'assassino. No, non è da popolo colto l'atteggiarsi ad avversario di chi concorre colla severità dei giudizi e delle pene a ripararvi dagli assalti dei furbi e dei facinorosi: chi non rispetta la dignità del poter civile deve aspettarsi di cadere sotto quello della sciabola, e, qualche volta eziandio, sotto quello della piazza, il peggiore, il più dispotico di tutti i poteri; la grandezza d'una nazione va di pari passo colla reverenza all'autorità ed alle leggi: esempi l'Inghilterra, l'America, Roma antica fino al tempo dei Gracchi. «Siamo schiavi delle leggi, affinché possiamo dirci veramente liberi» sono parole del grande avvocato Romano. «Dove un rispetto ragionevole verso il pubblico magistrato promuove il sentimento dell'obbedienza , ivi è necessaria minore severità nel sistema penale» sentenza del Gioia. «V'hanno due generi di corruzione: l'uno quando il popolo è corrotto dalle leggi (e questo è male incurabile perché consiste nello stesso rimedio); l'altro quando il popolo non osserva le leggi». Così Montesquieu. E finalmente chiuderò queste citazioni con le parole bellissime dell'Azeglio. «La più importante educazione politica è quella che insegna a rispettare la legge. Senza questo rispetto si può mutar forma di governo, trovar nuovi ordini, costituzioni perfette quanto si vuole; tutto sarà inutile, non si riuscirà che al disordine ed all'anarchia».

Pagina 245

Signorilità

199205
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 1 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
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Altri piccoli doni, sempre costosi, ma non troppo, e graditi, sono bocchini da sigarette per gli uomini e quei minuscoli nécessaires da unghie, in forma di agorai per le dame; oppure borsette formate da una testina di pelliccia a cui viene attaccato un rettangolo di seta foderato di pelle bianca, chiuse a guaina con un bel cordoncino finito in una nappina dorata; oppure un minuscolo nécessaire da cucire, come quello descritto a pag. 296, oppure un piccolo porta-profumi, un accendi-sigarette in madreperla, un segnalibro, oppure una lampadina tascabile che, abbassata la luce nel salotto, farà brillare tanti punti rossi, con effetto pittoresco;... - piccole cose pratiche e utili, che ognuno porterà con sè per ricordo della lieta riunione. Le caramelle tonanti (pacchetti sotto forma di caramelle che si rompono con uno scoppio), le candeline che bruciano con molte stelle, le borsette piene di pallottoline in celluloide, con cui dare una grande finta battaglia, sono consigliabili dove non vi sia folla, e dove si tratti di gente che, pur nel chiasso di un ballo, resti bene educata. Gli invitati, lasciando la casa ospitale, sono tenuti a ringraziare calorosamente la signora che li ha ospitati, e anche a ricambiare la cortesia, ma ricambiarla alla prima occasione... e non mandare un dono il giorno successivo, ciò che sarebbe poco fine.

Pagina 362

Galateo della borghesia

201897
Emilia Nevers 1 occorrenze
  • 1883
  • Torino
  • presso l'Ufficio del Giornale delle donne
  • paraletteratura-galateo
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È ammesso che la finestrina di destra appartiene ai viaggiatori che sono da quel lato e quella di sinistra agli altri; è più lecito volerla chiudere che tenerla aperta, come pure tenere la ventola abbassata che alzata: ma con tutto ciò la questione è così complessa che quei signori mi citavano appunto il caso di due viaggiatori che l'avevano risolta....... con un duello. Però, se il diritto è dubbio, il galateo parla chiaro. Nei casi in cui una data cosa disturbi due persone, si deve esaminare quale sia più gravemente disturbata e meno in grado di sopportare il disturbo; così, se ad un giovanotto spiace non fumare, ed invece ad una signora attempata o malaticcia l'odore del tabacco nuoce, il galateo esige che non si fumi; se il finestrino, chiuso, priva alcuni d'aria, ma, aperto, fa correre ad altri il pericolo d'un'infreddatura,quel finestrino va chiuso...e così via. La persona per bene entra od esce con riguardo, saluta, appicca discorso se le pare di far cosa grata, e se trova compagni che le garbino, non manca mai alla cortesia, inquantochè cede subito ai desiderii di chi le è vicino rapporto alla disposizione del riparto; non attacca brighe con nessuno, non brontola, non tratta con arroganza gli impiegati e neppure i fattorini, insomma si ricorda che un vagone non è una camera privata, ma una specie di caffè o di albergo ambulante che impone molti riguardi. La persona per bene poi, in quel che riguarda il vestire, evita in pari tempo una ricercatezza disadatta ed una trascuranza pressochè indecente. Una signora ammodo, quindi, in viaggio, non si ridurrà allo stato d'un fodero d'ombrello, d'uno spauracchio come certe Miss; non metterà in viaggio scarpe sdruscite, guanti sudici, roba di dieci colori diversi, verde, azzurro, giallo, rosso, sì da, parer un pappagallo: ma, d'altra parte, quella signora eviterà il lusso incomodo o ridicolo, non viaggierà in veste bianca, cappellino a piume, merletti e gioielli, poichè invece di sembrar una dama, se vestisse così parrebbe una persona digiuna d'ogni norma di buon gusto e di tatto. Le dame, viaggiando, assumono anch'esse un vestire molto semplice, cappellino con velo bruno od azzurro, pelliccia o waterproof di panno, alpaga o tela, secondo la stagione, collo e polsini bianchi o sciarpetta al collo; vestito semplice, senza gale e guarnizioni. Chi fa una gita od una visita in campagna può vestirsi con cerca ricercatezza, ma coprendo la toeletta con uno spolverino per non arrivare sgualcita od impolverata. Portar gioielli in ferrovia è un grave sbaglio e quasi quasi un pericolo. Chi reca con sè oggetti di gran valore o forti somme, le faccia cucire in una tasca interna del soprabito o della gonnella... e non ne parli mai. Le cautele visibili diventano quasi un richiamo per chi abbia cattive intenzioni. Non imitino quelli che mettono il denaro che portano seco loro in una sacchettina, appesa ad armacollo e se la tengono stretta fra le mani, guardandosi intorno e susurrando agli ignoti vicini: Eh? quando s'hanno dei valori bisogna star attenti! Non bastano gli occhi d'Argo!... Costoro corrono il pericolo di attirarsi dei contrattempi. Gli occhi d'Argo... è cosa nota... a volte si chiudono ed allora paf! una cinghia è presto tagliata. In quanto alle armi, è bene usar prudenza per non farne un pericolo invece che una difesa, e non ferirsi da sè, oppure offendere i vicini. Del resto, per chi non ha in tasca un mezzo milione e viaggia in ferrovia, sono pressochè inutili. Le conversazioni in viaggio devono aver per regola il massimo riserbo. È ridicolo farsi passare per un pezzo grosso, millantandosi; è inurbano e pericoloso mettere in campo questioni nazionali o politiche, censurar alla leggera il paese in cui si viaggia, vantar troppo il proprio, insomma esporsi ad aver delle brighe o degli alterchi. Convien anche aver qualche nozione sui luoghi che si visitano per non dire degli spropositi madornali e per sapersi regolare riguardo alla via da seguire, alle fermate, agli alberghi, ecc. L'anno scorso incontrai una giovane coppia tedesca a cui chiesi se contava visitare la Brianza.Era d'autunno. - Oh! disse lo sposo, vorrei farlo, ma temo... - Il caldo? - Eh! no... i briganti! I briganti, nel verde giardino di Lombardia, a due passi da Milano! I briganti,cioè i tradizionali uomini bruni, in giacchetta corta, con cintura scintillante d'armi, cappellone a cono, trombone in mano... Diedi in una irresistibile risata, con grande meraviglia del bravo tedesco. A proposito di giovani coppie, raccomando a queste, di... non essere troppo affettuose in ferrovia: è una cosa in pari tempo importuna e ridicola lo scambiare carezze e tenere parole che mettono nell'impaccio i babbi e le mamme formaliste che hanno seco loro dei ragazzi e che in altre persone provoca delle celie di cattivo gusto. L'amore è una cosa tanto bella e santa che è mancanza di tatto e di delicatezza l'esporla ai motteggi. Le norme date per salire in vagone reggono anche per scendere; se ci sono vecchi, donne o bimbi si aiutano, si tien loro le sacche o gli scialli: si procura d'evitare questioni e di rassegnarsi con filosofica urbanità nei casi di forza maggiore; per la scelta dell'albergo si consulta, non il primo conduttore d'omnibus venuto, ma la guida, seppure non si sono assunte prima, da altri, le informazioni necessarie. È sempre savia cosa procurarsi delle lettere di raccomandazione per gente del paese; può essere una gran risorsa. Se occorrono medici o dentisti, sartori o che so io, non conviene affidarsi ai proprietari dell'albergo; pel medico o dentista ricorrere a quelli dell'ospedale, poichè il fatto che occupano un posto di fiducia è già per se stesso una garanzia. Per bottegai affidarsi ai conoscenti se se ne hanno, oppure alla fama. In generale le persone capaci sono note. Il lusso è superfluo pei forestieri, anche nelle più eleganti capitali: però le toelette eccentriche, le affettazioni di semplicità nihilista, i pastrani e cappelli da uomo, gli occhiali sul naso ed altre bizzarrie non sono da adottarsi. Per visitare musei o girar la città si inetta qualche vestito di lana scuro, un bel cappellino grigio o color nocciuola; per recarsi a teatro si scelga un vestito di seta nera o di satin di cotone, un po' elegante con un bel cappellino nero o bianco e si potrà essere presentabili, portando seco poco bagaglio. Nei musei bisogna guardarsi dal toccare gli oggetti esposti: è conveniente dare una mancia al cicerone. Sarebbe gretto respingerlo per l'economia di una o di due lire. Se annoia, lo si tenga solo per guida, dicendo che non s'ha d'uopo di spiegazioni. In generale bisogna informarsi delle tariffe e star a quelle: non lesinare e in molti casi sacrificare qualche spicciolo per causar alterchi che finiscono sempre a danno del forestiero. Quando poi si è con donne è assolutamente inurbano correr rischio di spaventarle o di doverle lasciar a lungo in mezzo ad una turba di curiosi o di malevoli, per finir una discussione con un fattorino od un fiaccheraio. Se si viaggia con altri, patti chiari e mettersi sempre d'accordo sulla spesa. Tornerò su quest'argomento parlando dei luoghi di bagni, dove porrò anche le norme sul contegno da tenersi aIl'albergo. È sconveniente, visitando gallerie o chiese, deridere ad alta voce Ie cose che si vedono od i riti della religione del paese; più che sconveniente, in certi casi può riuscire pericoloso: anche i costumi vanno rispettati, l'uomo veramente per bene leva il cappello in una chiesa cattolica... e lo mette in una sinagoga, accetta con la stessa urbanità il denso caffè dei turchi, la spumosa birra dei tedeschi, l'idromele dei norvegiani ed il latte di coco degli abissini; mostra la stessa deferenza a qualunque ospite, sia un signore europeo, uno scheik, od un moro. Il motteggio è sempre incivile, ed anzi lo è tanto più, quando chi se lo permette è o sembra superiore alla persona derisa. I forestieri, se alloggiano da conoscenti e ne ricevono molti favori devono, appena partiti, ringraziare con lettera e più tardi inviare un ricordo. Essi invece non hanno, in genere, obbligo d'invito. Sono gli ospiti che pagano e si va a visitar musei, se si fanno gite e se si prendono palchi a teatro.

Pagina 136

Eva Regina

203198
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 1 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Alla donna dei tempi nostri, ben conscia della sua potenza spirituale, è riservato il benefico compito di ridare all'istituzione del matrimonio, abbassata ed avvilita dalla cupidigia e della leggerezza, la sua nobiltà soave e forte, la sua superiorità su ogni altra alleanza, in modo da rendere inutile ogni provvedimento contro la sua indissolubilità. Ed io vorrei qui, se mi fosse concesso dallo spazio, poter citare il vivo esempio di molte coppie d'amanti-sposi la cui vita non fu che una eterna luna di miele, appunto perchè vollero e seppero interpretarsi e comprendersi : Roberto ed Elisabetta Browning, Giulio e Adele Michelet, Tommaso e Giovanna Carlyle, e ai giorni nostri Rossane Rostand che insieme al noto autore del Cyrano di Bérgérac ci dà una consolante prova che l'amore e l' armonia coniugale non sono un sogno...

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