D’altra parte il fenomeno si presenta ormai in termini così ampi e suggestivi, oseremmo dire così responsabili,che porsi di fronte alle svariate opere di questo tipo esposte alla Biennale, con animo ostile, o, peggio, con la saracinesca abbassata, significherebbe rinunciare a comprendere ogni cosa, in omaggio a una concezione dell’arte in astratto. Né ci pare che il pessimismo espresso in molte tele e sculture della Mostra di Venezia sia di per sé una ragione sufficiente per respingere l’arte 1960; ovviamente, è il modo col quale questo pessimismo impera nelle opere, che offende i più: per la sua inequivocabilità, per la sua totalità, come un grido o una paura, una realtà amara con la quale fare i conti.
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